Come aprire un food delivery

Tra i nostri articoli dedicati all’imprenditoria non può mancare una guida su: come aprire un food delivery, un’opportunità per chi desidera mettersi in proprio entrando nel settore delle consegne a domicilio.

Milena Talento
Classe 1985, una laurea in Filosofia e una passione per il web nata ai tempi dei convegni universitari su Merleau-Ponty e i neuroni specchio. Autodidatta dalla A alla Z, comprende le potenzialità lavorative ma soprattutto economiche delle emergenti professioni tecnologiche e decide di sfruttare le proprie abilità letterarie e logiche applicandole ad un ambito nuovo. Da qui si affaccia alla professione di copywriter che coltiva per diversi anni. Scrive per alcuni e-commerce emergenti (tra cui Dalani e Zalando), si appassiona alla programmazione dei siti web, ma soprattutto agli algoritmi di Google. Circa 10 anni fa apre una web agency con cui si occupa di comunicazione a 360°. Guidaconsumatore.com viene acquistato nel 2018, dopo anni passati a lavorare in redazione come copy e seo.
Milena Talento

Come aprire un delivery food: guida completa

Il settore è in rapida espansione per via delle restrizioni che vietano al momento di recarsi la sera presso ristoranti, pizzerie e pub.

Oggi risponderemo a tutte le domande che riguardano il food delivery: quando nasce e il significato della parola, come funziona, come guadagna e cosa fare per aprine uno.

Indice dei contenuti

COME APRIRE UN FOOD DELIVERY. 1

FOOD DELIVERY: QUANDO NASCE. 1

COME FUNZIONA IL FOOD DELIVERY OGGI 1

COME GUADAGNANO I FOOD DELIVERY. 2

#1. Commissioni 2

#2. Pubblicità. 2

#3. Abbonamenti 2

APRIRE UN FOOD DELIVERY. 2

#1. Solo ordini 2

#2. Solo consegne. 3

#3. Ordini e consegne. 3

#4. Ristorazione, ordine e consegne. 3

ORGANIZZARE UN FOOD DELIVERY. 3

#1. Ricerca di mercato. 3

#2. Business plan. 3

#3. Aprire la società. 3

#4. Sviluppo dell’app. 3

#5. Acquisto dei mezzi di trasporto. 4

#6. Ricerca clienti e locali 4

FOOD DELIVERY IN FRACHINSING. 4

CONCLUSIONI 4

FOOD DELIVERY: QUANDO NASCE

Il servizio di food delivery, cioè della consegna di cibo e bevande a domicilio, non è un’idea, come si potrebbe pensare, recente. Tutt’altro.

La consegna del cibo a domicilio era un servizio utilizzato e apprezzato già dagli Antichi Romani i quali, spesso ordinavano cibi e bevande calde nel Thermopolium.

Il cibo veniva consegnato in pentole di terracotta ideali per conservare sapori e temperatura.

Si può notare da subito, quindi, che la consegna a domicilio è una prassi antica, un lavoro svolto anche in epoche più recenti.

Ad esempio, negli anni ’50, la diffusione delle televisioni in ogni abitazione ha reso popolare l’idea di ordinare una pizza o un pasto caldo da consumare in compagnia del proprio programma televisivo.

E dunque, qual è la novità del food delivery? Una prima novità è di tipo terminologico, oggi utilizziamo termini inglesi anche quando non c’è un effettivo bisogno, la seconda è data dall’era digitale.

I romani, così come le famiglie degli anni ’50, certo non potevano disporre di app per ordinare con un click il proprio cibo preferito, ed è forse quest’ultima la vera novità del food delivery.

COME FUNZIONA IL FOOD DELIVERY OGGI

Il food delivery, la cui espansione è dovuta dalle numerose e conosciute attività che operano in franchising, ad esempio, JustEat e Glovo, ha un funzionamento tanto semplice quanto efficace.

Aprire un food delivery implica, semplificando, accordarsi con bar, ristoranti e pizzerie e offrire i prodotti di tali attività avvalendosi dei così detti riders, delle persone cioè che prelevano il cibo presso i locali ed effettuano consegne in giro per la città.

Le società di food delivery svolgono quindi un servizio di intermediazione tra i locali e i consumatori, producendo dei vantaggi sia al locale, che non sempre può permettersi di creare e gestire un servizio di consegne a domicilio, sia ai consumatori che in un’unica app possono verificare e ordinare tutta l’offerta culinaria presente in città.

Aprire un food delivery in proprio oggi vuol dire cercare un mercato che non sia già coperto da grandi multinazionali e adoperarsi, oltre che burocraticamente, in aspetti quali:

  • Sviluppo dell’app;
  • Accordi con i ristoranti, le pizzerie, gastronomia e pub in città;
  • Ricerca di riders (o autisti) disposti a consegnare il cibo;
  • Investire in attrezzature e mezzi (scooter, macchine).

COME GUADAGNANO I FOOD DELIVERY

Come accennato, aprire un food delivery comporta una spesa iniziale ma quali sono e da dove derivano i guadagni? Le varie società specializzate in food delivery generano introiti in diversi modi, vediamo quali:

#1. Commissioni

La prima fonte di guadagno di una società di food delivery è data dalle commissioni trattenute per ogni consegna a domicilio effettuata.

Il principio alla base è semplice: ogni qual volta che un utente effettua un ordine nel prezzo totale è inclusa una commissione accreditata direttamente alla società che si occupa del servizio di consegne.

Ogni app di delivery prevede un pagamento mediante carta di credito o prepagata, ciò rende il l’accredito della commissione un processo svolto in autonomia dal sistema.

#2. Pubblicità

Guadagnare dalla commissione non è l’unico modo utilizzato dalle società di food delivery. L’app, soprattutto quando ha molti utenti, può vendere banner pubblicitari e garantirsi così un’ulteriore fonte di guadagno.

Possono essere interessati alla pubblicità sia i locali stessi presenti nell’app sia aziende e negozi “terzi” appartenenti cioè ad altri settori, ad esempio: un negozio di abbigliamento, una profumeria o un negozio di articoli sportivi.

#3. Abbonamenti

Talvolta la società di food delivery può prevedere un programma di abbonamento per i propri utenti, i quali abbonandosi hanno diritto a sconti e offerte riservate come ad esempio: la consegna gratuita.

La modalità di abbonamento viene spesso adottata per creare fidelizzazione del cliente, spingendolo così a servirsi sempre della stessa app.

Le suddette modalità spiegano come guadagnano i food delivery, società che per essere sostenibili, come si può intuire, hanno bisogno di numerose prenotazioni.

APRIRE UN FOOD DELIVERY NEL 2021

Per aprire un food delivery, in primo luogo bisogna riflettere su quale modalità di servizio offrire. Con il termine food delivery, infatti, si intendono diverse modalità di consegna del cibo a domicilio.

In generale esistono quattro tipologie di food delivery:

#1. Solo ordini

Il modello più semplice consiste nello sviluppare un sito web e un’app che ha la funzione di raccogliere le offerte di ristoranti, pub e pizzerie.

In questo caso l’utente può ordinare il pranzo o la cena ma il servizio di consegne viene effettuato direttamente dal ristorante, il quale provvede autonomamente al servizio servendosi del proprio personale.

#2. Solo consegne

Diversamente si può pensare di occuparsi delle sole consegne ed è quindi necessario servirsi di appositi riders che prelevano il cibo dai locali e lo consegnano al cliente.

#3. Ordini e consegne

Più complesso risulta occuparsi di entrambe le fasi: ordini e consegne. In questo caso c’è bisogno di una società strutturata che si occupi di tutto: sviluppo dell’app, acquisto dei mezzi, campagne di marketing, organizzazione delle consegne.

#4. Ristorazione, ordine e consegne

Un ultimo modello di food delivery, il più difficile e costoso da realizzare è il food delivery full integrated. In questo caso, l’imprenditore o gli imprenditori aprono un vero e proprio ristorante esclusivamente pensato per la consegna del cibo a domicilio.

Scegliendo questo modello, bisogna occuparsi di un iter burocratico in tutto e per tutto simile a quello necessario per l’apertura di un ristorante (https://www.guidaconsumatore.com/imprenditoria/ristorante-come-aprire.html)

ORGANIZZARE UN FOOD DELIVERY

Indipendentemente dalla modalità di food delivery scelta, per aprire tale attività c’è bisogno di un’organizzazione focalizzata nei seguenti punti:

#1. Ricerca di mercato

Il primo passaggio è verificare quanti food delivery sono già presenti in città e qual è la quota di mercato che questi detengono.

Qualora nella vostra città non dovesse essere ancora attivo un servizio di food delivery, è indicato verificare se gli abitanti del posto e i locali sarebbero disposti ad aderire e usufruire del programma.

#2. Business plan

Successivamente elaborare un piano previsionale è una buona prassi al fine di comprendere le potenzialità del progetto nel breve, medio periodo.

#3. Aprire la società

Quando le ricerche e le analisi preliminari sulle potenzialità di un food delivery forniscono risultati positivi bisogna aprire una società.

In genere, i nuovi progetti di food delivery vedono l’apertura di una srls (società a responsabilità limitata semplificata) e si configurano a tutti gli effetti come una start-up.

#4. Sviluppo dell’app

Il successo di un food delivery è dato anche dall’applicazione che gli utenti e ristoratori utilizzano per prenotare, gestire ed evadere gli ordini.

Sviluppare un’app compatibile tutti i dispositivi, veloce e accattivante richiede una figura esperta in programmazione. Il prezzo per sviluppare l’app di food delivery è compreso tra i 10.000 e i 20.000 euro, ma molto dipende dalle funzionalità e dal professionista.

#5. Acquisto dei mezzi di trasporto

Le maggiori spese dietro l’apertura di un food delivery riguardano lo sviluppo dell’app e l’acquisto dei mezzi di trasporto da affidare ai riders. In questo caso e a seconda di quanti ordini si prevede di ricevere si devono acquistare i mezzi di trasporto necessari.

#6. Ricerca clienti e locali

Un altro aspetto fondamentale è farsi conoscere, cercando di far entrare nella propria rete sia il maggior numero possibile di locali sia di potenziali clienti. In un tale contesto è importante elaborare campagne pubblicitarie, eventi e azioni di marketing.

FOOD DELIVERY IN FRACHINSING

Infine, se tutti i passaggi fin ora riportati vi hanno scoraggiato potete considerare l’apertura di un food delivery in franchising (https://www.guidaconsumatore.com/lavoro/perche-aprire-un-franchising-nel-2019-in-italia.html), verificando quali società prevedono tale programma di affiliazione.

Aprire un food delivery in franchising solleva l’imprenditore da tutta una serie di compiti da svolgere prima di poter aprire l’attività e l’investimento, in genere, risulta più contenuto – intorno i 10.000 e i 15.000 euro.

In vantaggio di appoggiarsi ad una società già presente (in genere operante in un’altra città) principalmente risiede in:

  • Meno aspetti burocratici e legali di cui occuparsi;
  • Selezione del personale più semplice;
  • Azioni di marketing e pubblicità curate dall’azienda madre;
  • App già sviluppata;
  • Formazione costante.

Tuttavia, come ogni attività in franchising vi sono dei limiti dati soprattutto dal fatto che l’imprenditore deve adeguarsi alle policy della casa madre, avendo, di conseguenza, meno poteri decisionali oltre che degli obiettivi da raggiungere decisi dall’alto.

CONCLUSIONI

Aprire un food delivery è, in conclusione, un’occasione per mettersi in proprio (https://www.guidaconsumatore.com/imprenditoria/come-mettersi-in-proprio.html), come esposto in questo articolo, entrare nel settore delle consegne a domicilio richiede ottime capacità imprenditoriali oltre che l’individuazione di un mercato non ancora saturo per via della presenza di grandi brand.

Tuttavia, è a tutti gli effetti un’idea innovativa, non ancora diffusa in maniera capillare e che può trovare spazio soprattutto in questo periodo storico dove il consumo di cibi e bevande presso la propria abitazione è in forte crescita.

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