Essere genitori adottivi: un compito difficile e non privo di problematiche psicologiche ed ostacoli
Negli ultimi tempi si sente parlare sempre più d’adozione e dei problemi legati a questa scelta. Che cosa significa essere genitore adottivo? È sufficiente desiderare un bambino e volergli bene per tutta la vita per risolvere i problemi? Purtroppo non sono sufficienti affetto e cure perché si ha a che fare con problematiche diverse rispetto alla genitorialità naturale. Per prima cosa l’adozione è una vicenda diversa dalla “normale” procreazione, perché prima di essere adottati tutti i bambini vivono esperienze di separazione, perdita e abbandono.
Si tratta di momenti che fanno sentire il bambino “incompleto” e portano a relazioni e comportamenti comunemente definibili di afflizione. Un bambino necessita fin dalla nascita del contatto con il corpo della madre, strumento indispensabile per il piccolo al quale viene in questo modo offerta la possibilità di superare le paure e porre nel suo interno l’oggetto buono, fulcro di sicurezza e fiducia.
Il bambino per crescere come persona autonoma e acquisire sicurezza, ha bisogno di veder soddisfatti due bisogni: sentirsi amato e protetto dai genitori e sentirsi incoraggiato a differenziarsi come persona autonoma. L’amore è per il bambino un bisogno principale e la sua mancanza provoca cicatrici che si riescono a superare solo con duri sforzi. Le esperienze dolorose e le carenze affettive hanno una forte incidenza sul bambino. Le conseguenze immediatamente riscontrabili e più frequenti sono:
- Tratti depressivi con sensi di colpa
- Cattiva capacità a controllare le tensioni
- Grande fragilità emotiva
- Profonda sfiducia in sé e negli altri
Per questo nel bambino adottato sono abbastanza frequenti crisi d’identità, difficoltà di apprendimento, manifestazioni fobiche, tendenza all’isolamento; le difficoltà aumentano ancora di più se il passaggio da un ambiente all’altro comporta anche un cambiamento socioculturale o etnico, quando cioè si possono cogliere differenze nei tratti somatici.
Il genitore adottivo deve essere sempre pronto a fronteggiare questi problemi rassicurando, valorizzando e confermando il proprio amore. Una disponibilità costante permetterà al bambino di accettare la realtà, lo aiuterà a trovare più facilmente gli oggetti d’amore. I genitori devono ricordare che quando il bambino arriva in famiglia, qualunque sia la sua età, porta con sé un bagaglio fatto di ricordi, vissuti ed emozioni.
Nel minore c’è un prima, solitamente doloroso, privo di affetto e cure che spesso è rimosso per difendersi, e un dopo cioè la nuova vita. Proprio questa scansione determina l’abbandono. Un bambino adottivo sarà molto diverso da noi, e bisogna fare di questa diversità un punto di forza; accettare le sue origini, cultura e paese di provenienza.
Preparazione della coppia adottiva
È fondamentale che la coppia acquisisca, durante il percorso adottivo, la consapevolezza delle esigenze e dei bisogni di un bambino istituzionalizzato, del suo vissuto, della sua storia e delle problematiche che incontrerà nella costruzione di un legame, staccandosi dal bambino immaginario fino allora costruito nella mente.
Se ciò non avviene l’incontro rischierà di essere fallimentare perché non conforme a quelle che sono le proprie aspettative e in contrasto con le reali esigenze del futuro figlio.Il bambino non ha il dovere di soddisfare e colmare i bisogni degli adulti ma ha il diritto ad avere una famiglia, di essere amato ed accettato nella sua diversità biologica, somatica e culturale.
I genitori adottivi devono avere una preparazione adeguata e forte sensibilità e maturità per accogliere e rispettare un bambino non solo con caratteristiche somatiche evidentemente diverse dalle proprie ma portatore di una cultura distante dalla nostra, che va rispettata e continuata per dare dignità alle sue radici. Se il bambino non si sente accettato dalla coppia genitoriale, se avverte un distacco, se si sente “un diverso” non riuscirà mai a instaurare una sana relazione con loro e non si svilupperà mai in modo armonico ed equilibrato.
Un primo tradimento che la coppia fa al bambino è il cambio del nome, che è il primo segno di riconoscimento e di esistenza, come se volesse cancellare il passato del proprio figlio, un passato scomodo, da dimenticare, che, invece, va rispettato ed integrato in una sorta di patto adottivo. Un motivo per cui le leggi straniere prevedono per le coppie dei lunghi soggiorni nel Paese di origine è perché possano conoscere direttamente il contesto dove è cresciuto il futuro figlio ed assimilare le sue abitudini (alimentari, relazionali, climatiche), comprenderle, rispettarle e riproporgliele successivamente nel nuovo nucleo adottivo. In questo modo il bambino si sente accettato nella sua individualità e non deve adattarsi a richieste che per lui sono estranee e difficilmente comprensibili.
L’adattamento, infatti, da parte del bambino ad un contesto non accogliente e a delle rigide aspettative della coppia, può far sviluppare un “falso sé”. Compito dei genitori è dare continuità all’identità del bambino, sostenerlo nella fase di elaborazione del suo triste vissuto per evitare che ci siano fratture tra il suo passato, il presente ed il futuro.
Spesso i bambini adottivi sono portatori situazioni di abbandono, di solitudine, talvolta di maltrattamento fisico e psicologico; sono bambini traditi dalla vita. Le figure adulte che dovevano soddisfare i loro bisogni fisici e di protezione gli hanno inflitto un messaggio forte di rifiuto, di non esistenza e non riconoscimento. Sono bambini che non hanno sviluppato un legame di attaccamento sicuro così come è necessario per una sana ed armonica crescita della personalità.
Il bambino abbandonato presenta sempre un ritardo nello sviluppo psico-fisico perché fin dalla nascita si necessita delle cure individuali e personalizzate; se ogni bisogno fisiologico (fame, sete, ecc.) e affettivo (contatto fisico, visivo, coccole ecc.) è prontamente soddisfatto, il bambino sperimenta dapprima la continuità nella soddisfazione dei suoi bisogni e poi l’affidabilità nei confronti delle figure adulte che si occupano di lui.
Questa naturale interazione bambino-adulto è alla base della costruzione del legame di attaccamento. L’assenza di relazioni affettive sane, di stimolazioni sensoriali e tattili, provocano un rallentamento dello sviluppo psicomotorio in parte accentuato a seconda del modo di reazione del bambino a tali deprivazioni.
E’ fondamentale che la coppia sappia che il bambino che incontrerà ha dei bisogni da soddisfare:
- ha bisogno di essere accettato e benvoluto nonostante il suo comportamento negativo
- ha bisogno di essere smentito dalla convinzione che lui è cattivo e che, pertanto, merita di essere punito
- ha bisogno di essere amato e soprattutto di non subire un nuovo abbandono
L’adozione è un atto d’amore che richiede una grande capacità di donarsi e non la soddisfazione di un bisogno di essere genitore a tutti i costi.
L’adozione ha, infatti, successo solo se il bisogno della coppia si trasforma in forte e sincero desiderio di dare amore.
La conoscenza con il bambino adottivo e la creazione della nuova famiglia
La famiglia adottiva con i figli che provengono dall’adozione internazionale si costituisce in un paese straniero, secondo modalità, luoghi e tempi che non sono i nostri e ai quali spesso le famiglie si adattano con fatica.
Il periodo di permanenza nel paese straniero e il primo incontro con il bambino sono eventi di fondamentale importanza per la strutturazione della relazione genitore-figlio.
L’opinione che la coppia si fa del paese d’origine del minore influenzerà, anche inconsapevolmente, la relazione con il bambino e la percezione che la famiglia ha del suo passato e delle sue origini.
Le reazioni del bambino ai nuovi genitori possono essere varie:
- può esserci un innamoramento istantaneo seguito poi dalla paura di attaccarsi
- una fase di osservazione in cui il bambino scruta e mette alla prova anche con comportamenti provocatori
- attaccamento a uno solo dei genitori e difficoltà di rapporto con l’altro.
Qualsiasi sia il suo atteggiamento, bisogna accettare lui, la sua storia e ciò che ne consegue. Solitamente i bambini che si chiudono in se stessi aggrediscono i genitori per paura di essere nuovamente rifiutati.
I genitori non devono essere troppo rigidi, ma cercare di dare meno regole possibili, partendo da quelle base. I bambini desiderano essere guidati ma non hanno bisogno di rigidità e regole per loro inadatte in quel momento ed è bene che non gli siano imposti dei modelli.
I minori più grandi che arrivano in famiglia sono solitamente autonomi e quindi bisogna valorizzare questo aspetto. È importante sapere che abitudini avevano e sapere ciò che facevano per non cambiare bruscamente il loro modo di vivere.
Il primo anno adottivo è solitamente un periodo idilliaco in cui il clima emotivo è quello del coronamento di un sogno, sia per i genitori sia per il bambino. Prevale l’idealizzazione, sono dimenticati i tempi di attesa e le difficoltà vissute per raggiungere il sogno.I genitori sono assorbiti da una dedizione e valorizzazione totale del bambino.
Negli anni successivi la famiglia affronta l’appuntamento con le domande e la narrabilità della storia adottiva che non riguarda soltanto l’adozione ma anche l’abbandono.Dovranno rispondere ad alcune domande e favorire l’integrazione del passato, presente e futuro.
Inoltre l’idealizzazione lascerà il posto ad una consapevolezza della realtà esistente con la possibilità che si verifichino alcune reciproche delusioni.
Le prime crisi del bambino adottivo
Nonostante oggi non si nasconda più ai figli adottivi la loro origine, questo non significa proteggerli dal dolore e da un trauma. L’ingresso nell’età adolescenziale vede intrecciarsi la turbolenza emotiva di questa fase evolutiva con la specificità della condizione adottiva. Ciò rischia di acuire i conflitti tipici dell’età. Questo rischio dipende dalla relazione che si è andata strutturando nella famiglia negli anni precedenti.
Il processo di separazione dai genitori appare più conflittuale per gli adolescenti adottati se il passato non è stato sufficientemente elaborato, a livello intrapsichico e all’interno della relazione famigliare.
I ragazzi pensano di essere stati abbandonati perché diversi e indegni d’amore. Sanno di essere nati in condizioni degradate, di provenire dalla parte povera del mondo, ma per loro la più grande ferita è essere stai lasciati, anche se questo gli ha permesso una vita migliore.
Anche i genitori adottivi hanno alle spalle traumi dolorosi: la sterilità. Per questo motivo la via di uscita è cercare di far incontrare i due dolori, di comunicarseli a vicenda, in modo che scontri e conflitti apparentemente inevitabili possano essere elaborati insieme.
L’errore più grande è quando i genitori si offendono perché il figlio mette in evidenza il fatto di non essere nato da loro. Padri e madri devono far capire che anche loro hanno sofferto per non essere stati capaci di generare un figlio, ma che hanno trovato in lui proprio quello che desideravano.
A volte i figli adottivi vivono periodi in cui divengono aggressivi, hanno problemi a scuola e comportamenti antisociali.
Tutto questo non deve essere accettato come tale: bisogna cercare le ragioni per cui questi atteggiamenti si manifestano. È importante il dialogo, ascoltare i dubbi e accettare quella parte di vita precedente all’incontro con i genitori adottivi, che seppur breve e piccola, ha rappresentato una grossa ferita.
L’idea dei genitori naturali deve essere presente sia nei figli sia nei genitori adottivi affinché si possa costruire una storia di vita affettiva mentale comune.
Qualche volta sono sufficienti comprensione e tempo per cicatrizzare le ferite. Altre è necessario l’aiuto di uno specialista.
Consigli utili per i genitori adottivi nel rapporto con il bambino adottato
È fondamentale in una situazione adottiva parlare sempre chiaramente, tirare fuori i propri sentimenti e sensazioni.
Il bambino deve sentirsi libero di esprimersi anche se sa che questo può provocare tristezza e sensi di inadeguatezza nei genitori.
Un percorso di psicoterapia nell’infanzia e adolescenza può essere molto utile al figlio adottivo per chiarire eventuali carenze affettive subite e ricostruire con una terza persona (lo psicoterapeuta) il proprio vissuto. L’elaborazione del trauma è fondamentale per crescere.
Per i genitori adottivi vengono organizzati gruppi condotti da psicologi, in cui le famiglie adottive condividono esperienze e problematiche e non lasciano sola la coppia che affronta questo delicato cammino.
A volte non sono sufficienti l’amore e la volontà, perché i problemi possono essere grossi e ingestibili. Con il supporto e la preparazione giusta, l’adozione può trasformarsi in un’esperienza unica e meravigliosa, che regala immense gioie e felicità.
Link a siti web utili per approfondire le problematiche dell’adozione e del rapporto tra genitori adottivi e bambino adottato
Anfaa
portale dell’Associazione Nazionale famiglie adottive e affidatarie; riporta sul sito le date di convegni, corsi e conferenze a tema, ma anche moduli, informazioni e indirizzi cui chiedere consulenze.
Ciai
www.ciai.it
sito di tutela dei diritti del bambino; offre una sezione dedicata alle adozioni internazionali con corsi e date di convegni informativi di pre- adozione e gruppi sia per genitori sia per i figli adottivi.
Ciao sono una ragazza adottata pultroppo la mia adozione non è andata benissimo fino si 15 anni i i miei genitori sono separati per me è stato un lutto mia madre mi trattava male aveva tradito mio padre da lì sono andata da psicologa i miei non erano persone acculturare o laureate però non mi hanno fatto mancare loro infinito amore di cui sono grata però non mi hanno dato educazione scolastica ne montessori ne furestein ne scuola privata dove essere seguita di più per questo il 3 anno di liceo scientifico bocciata ho cambiato scuola ho scelto professionale che è stato in futuro rovina mia vita non ho potuto fare università perché non ho basi e per quanto riguarda l’educazione avviso a tutti i genitori adottivi di farli diventare indipendenti fategli fare fare le cose da soli è tanto amore questo è il segreto finché da grandi possano volare e trovare un altro amore un partner vi do un abbraccio e comunque si addottate però siate acculturati informatevi oggi abbiamo internet il sapere arriva a tutti
Sono un papa’ che ha una figlia di 15 anni . E’ venuta in casa mia che aveva 4 anni e 8 mesi , ora dopo quasi 10 anni con una moglie speciale come io ho, abbiamo passato monemti belli e brutti pero’ sono povere anime. Se lo fate , fatelo con tutto il cuore e una grande pazienza perche’ c’e’ sempre da soffrire … ma l’amore che danno e’ impagabile
Sono una mamma adottiva di un bambini oggi di 11 anni. All’epoca dell’adozione aveva quattro anni e mezzo. Mio FIGLIO viene da un paese asiatico. La mia esperienza di madre adotiiva è meravigliosa. Io posso dire con assoluta certezza che tra i geniotori adottivi e i figli deve passare il sentimento della filiazione, cioè di amore incondizionato. Noi genitori ( tutti, biologici e adottivi) abbiamo l’obbligo di dare, di accogliere di amare senza pretendere nulla in cambio!!!!solo se passa questo sentire si è veramente genitori e solo in questo modo ciò che ci torna dai nostri figli è amore vero. Ricordo a tutti che i I bambini adottati devono imparare ad amare ( perchè purtroppo non sono stati amati per un, più o meno, lungo lasso di tempo) e l’amore solo vivendolo e sentendolo si impara a comprenderne la grandezza, si interiorizza e si restituisce…
Ho adottato circa 5 anni fa un bimbo di 4 anni e mezzo. Gli stiamo dando tutto il nostro amore possibile; fortunatamente ha legato subito con noi . Ha cambiato il senso della mia vita: e’ una gioia continua.. Ringrazio Dio per non avermi fatto avere bimbi naturali e per avermi dato questa opportunita di rinascita. Ci sono problematiche nell’ambito scolastico ma abbiamo imparato ad accettare il bimbo/ragazzo reale non cio’ che immaginavamo che fosse. Gli psicologi ci dicono di tutto: forse e decontestaulizzato (??), confabulazione (??) forse solo problemi di espressione… Io vedo che cresce , matura e recupera (l’ovvio) gap molto velocemente. Abbiamo adottato solo un bimbo per concentrarci totalmente su di lui . Dicevo gli diamo tanto amore ma lui ce ne restituisce almeno il triplo ed ogni suo sorriso e’ felicita’ infinita per noi. Se avete bisogno di altri dettagli o instaurare una conversazione sull’argomento in PVT per me nessun problema. Un saluto
Mi piacerebbe anche a me adottare una bella bimba italiana
A chi può do un consiglio. Se avete in mente di adottare lasciate stare: fate viaggi se siete liberi, separatevi rifatevi una vita se non potete procreare. Fatevi i c….. vostri. Io e mia moglie dopo 12 anni più o meno felici con il nostro ragazzo abbiamo scoperto che ha messo incinta la ragazza minorenne e ora siamo disperati. Dopo averlo fatto istruire sessualmente e seguito psicologicamente vuole un figlio a tutti i costi. Lasciate stare. Un consiglio da chi vi vuole bene.
Noi abbiamo adottato 11 anni fa 2 ragazzi di 9 e 7 anni ,i problemi sono tanti ma nn li superi se nn li senti figli tuoi ,quando io ho adottato li ho sentiti miei e quando il maggiore durante una discussione voleva andarsene io gli ho detto che anche se si discute lui nn doveva uscire da casa perche’ questa e’ la sua casa, nn lo ha piu’ fatto, loro capiscono tutto anche quando nn li senti figli tuoi i figli sono x scmpre e i problemi ci sono anche con i figli naturali nn si puo’ tornare indietro bisogna lottare fino in fondo soprattutto chiedendo aiuto
Ale
Abbiamo adottato due bambini,il primo di due anni e dopo tre anni il secondo di un anno e mezzo. Ora sono entrambi adolescenti con tutti i problemi da manuale che ciò comporta ma credetemi lo rifarei sempre. Non mi sento una madre perfetta e sono sicura di sbaragliare parecchio nel rapporto con i ragazzi ma credetemi arginare il dilagare dei conflitti quotidiani con tutto l’amore possibile ( e l’aiuto di uno psicoterapeuta ) fa miracoli ! Un consiglio : affrontate con serenita’ un’adozione, ne vale sempre la pena
Esiste una norma legale che dia la possibilità a un ventenne adottato all’età di 5 anni dalla moglie del padre (art. 44, legge?), che si è sposato subito dopo la morte improvvisa della sua vera mamma, di DISCONOSCERE la stessa adozione per motivi di incompatibilità caratteriale con l’adottante?
Grazie per la risposta.
Via Sansovino,151
Sono una mamma adottiva di un bambino di 10 anni. è con noi da quando ne aveva 5. Io posso affermare con assoluta certezza che è la cosa più bella che mi sia capitata nella vita. Quello che voglio dire ai genitori adottive è che i nostri figli hanno bisogno di capire che cos’è l’amore perché non lo hanno mai provato. Hanno bisogno, non solo di essere amati ma di sentirsi amati. Solo quando il bambino mai amato si sentirà amato riuscirà ad amare e solo in quel momento la filiazione sarà scattata. Posso dire non delegate mai educazione, aiuto compiti accompagnamento al parco o in palestra, prendetevi tutte le aspettative lavorative che potete e se ve lo potete permettere mamme rinunciate a lavorare perché il bambino adottato ha bisogno di sentirsi accolto, coccolato e soprattutto deve sentire che sua madre, suo padre ci sono sempre. Sempre a difenderlo a spada tratta ( a torto o a ragione, anche a discapito dell’educazione).
Il mio bambino adottivo, che io chiamo unicamente “il mio bambino” è la cosa più bella che sia mai stata creata, tra noi c’è un’intesa magnifica, non solo per merito di noi genitori, questa armonia è anche lui a volerla e ci aiutiamo a vicenda nei momenti duri. Pensate che i genitori ed i figli naturali non debbano mai affrontare delle difficoltà??? Mi dispiace smentirvi ma è l’Amore a fare tutto il lavoro. Anche gli psicologi ed i cosiddetti esperti se non hanno provato le emozioni sulla loro pelle non saranno in grado di aiutarvi, la teoria da sola non serve. I bambini sono molto istintivi e sentono tutto di voi, al di là dei bei discorsi. Con loro non si finge. Vi smaschereranno. Ma davanti al vostro sguardo innamorato saranno disarmati e si abbandoneranno a voi, fidandosi, con la consapevolezza che volete il meglio per loro anche quando li sgridate.
Il mio bambino adottivo, che io chiamo unicamente “il mio bambino” è la cosa più bella che sia mai stata creata, tra noi c’è un’intesa magnifica, non solo per merito di noi genitori, questa armonia è anche lui a volerla e ci aiutiamo a vicenda nei momenti duri. Pensate che i genitori ed i figli naturali non debbano mai affrontare delle difficoltà??? Mi dispiace smentirvi ma è l’Amore a fare tutto il lavoro. Anche gli psicologi ed i cosiddetti esperti se non hanno provato le emozioni sulla loro pelle non saranno in grado di aiutarvi, la teoria da sola non serve. I bambini sono molto istintivi e sentono tutto di voi, al di là dei bei discorsi. Con loro non si finge. Vi smaschereranno. Ma davanti al vostro sguardo innamorato saranno disarmati e si abbandoneranno a voi, fidandosi con la consapevolezza che volete il meglio per loro anche quando li sgridate.
Ho letto tutti i commenti… Sinceramente mi stupisco di come abbiano potuto adottare certe coppie.
assistenti sociali e psicologi che non hanno fatto bene il proprio lavoro e “genitori” (così si definiscono) che credono di aver fatto tutto il possibile…. Vi siete mai messi nei panni dei VOSTRI bambini? Avete mai provato la paura di essere soli?????
Ve lo dico io che fine avreste fatto….. Voi non ce l’avreste mai fatta!
I nostri figli sono degli eroi per essere sopravvissuti soli e indifesi per così tanto tempo e solo per questo dovrebbero meritare, se non amore,almeno più rispetto da parte vostra! Dalle vostre parole esce del gran egoismo, come se questi bambini avessero il compito di colmare i vostri vuoti invece che voi i loro! Mi vergogno di voi cari “genitori” adottivi ….. Fatevi un bel esame di coscienza!!!
Il bambino abbandonato presenta sempre un ritardo nello sviluppo psico-fisico…. SEMPRE?????
sono un genitore adottivo ho una figlia di15 anni che e con noi da 8 anni e un figlio di 10 anni che e con noi da quasi 3 anni ,e dura e conplicato andare avanti cercando di mantenere un equilibrio famigliare decente ma se dai amore e tanta disponibilita cercando di essere il piu possibile punto di riferimento per loro vedrai che si appoggeranno a te e si fideranno di te ‘,,,e ti daranno affetto e amore perche ne hanno tanto da dare
Buongiorno a tutti,
sono madre adottiva da 5 anni di due fratellini che al momento dell’adozione avevano 4 e 2 anni.
Credo sia molto importante non generalizzare e riconoscere il carattere unico di ogni individuo, adulto e bambino.
Con il piccolo non abbiamo mai avuto problemi, con il grande sì, fin dall’inizio. È molto irritabile e scostante e nel contempo è dolce e sensibile, un connubio non molto semplice da gestire. Basta un niente e cerca di mandarti all’aria qualsiasi piano per la giornata, tenta di scappare, provoca, cerca i limiti. Certo, è dura e a volte perdo la pazienza e mi faccio prendere dallo sconforto. Eppure, facendo un bilancio di questi anni mi rendo conto che abbiamo fatto molti passi avanti e soprattutto abbiamo costruito un legame solido, viviamo ancora delle fasi difficili ma non sono più all’ordine del giorno e questo mi fa dire che l’amore, l’attenzione e il tempo che stiamo dedicando a nostro figlio fin dal primo momento in cui è entrato a far parte della nostra famiglia, oltre al lavoro della psicologa che lo segue da qualche anno, stanno dando il loro frutti.
Un saluto a tutti.
Cara Donatella, sono molto dispiaciuta per la creatura che è stata affidata a te e tuo marito, non sono sicura di esserlo per voi.
Conosco bene i problemi dell’adozione, mio figlio è arrivato dall’India quando aveva 10 anni e comprendo la fatica di “reggere” alcuni comportamenti che però hanno un senso profondo che dovreste sforzarvi di capire.
Credo che tu e tuo marito non foste pronti ad adottare o che lo abbiate fatto con motivazioni sbagliate. La sterilità non è una motivazione sufficiente: non è neanche una motivazione in sè, probabilmente.
Il figlio adesso lo avete e lo evete chiesto voi.
Rivolgetevi ad uno psicologo, potrà darvi una mano a comprendere il vostro ruolo, le vostre aspettative e di conseguenza vostro figlio. Spero per tutti voi che le cose possano migliorare.
La frase che ho sentito più dire in materia di adozione è: “ci vuole tanto amore”
l’amore non basta se non è senza riserve: ci vogliono amore e comprensione oltre ogni dire.
Una coppia che affronta l’adozione deve essere pronta a darli entrambi senza condizione, senza pretese (e non parlo di educazione e rispetto). Senza aspettarsi (a priori) di ricevere qualcosa in ritorno per aver fatto un “grande gesto”. Senza aspettarsi che questo vada a supplire alle proprie mancanze o rispettare le proprie aspettative e desideri…
L’adozione dovrebbe essere un gesto altruista fatto da persone consapevoli, non supportato da un bisogno egoistico e tante buone intenzioni. Non è una passeggiata, è una esperienza difficile che può dare vita (come no) a problematiche psicologiche.
E’ come stare in barca col mare in burrasca; un marinaio, non vi finisce per puro caso, si spinge al largo perché ne ama le acque ed è pronto a dar loro la vita… Altrimenti su quella barca non dovrebbe salire.
Quelli che adottate sono neonati, bambini e ragazzi che qualcuno non ha voluto o non ha potuto tenere. Tanti di loro lo pensano ma non lo dicono, alcuni non ne sono consapevoli, altri lo sono e non lo dimostrano; ma hanno tutti bisogno di amore, comprensione, pazienza ecc. incondizionati per riuscire a scordare di non essere stati abbastanza, per riuscire ad avere di nuovo fiducia e a volere bene.
abbiamo adottato un bambino di 5 anni e sono del parere che i bambini abbandonati debbano trovare ospitalità in piccole case famiglia ove possano crescere essere educati ed istruiti nella consapevolezza che un giorno troveranno l’amore. Se non ti innamori del bimbo che adotti non riuscirai mai ad affrontare l’enormità delle problematiche che li riguardano. La nostra vita è diventata un incubo! o fila tutto come piace a lui o diventa una scheggia impazzita e non c’è aiuto che tenga, assistenti sociali psicoterapeuti pazienza tolleranza.
Evviva chi riesce ad accettare che è meglio vivere senza figli ciao a tutti e buona fortuna.
Sono una madre adottiva. Ho cresciuto mia figlia con tanto amore e dedizione. Ha conseguito anche una laurea triennale. Ha lavorato anche saltuariamente.Ma dopo tanti sacrifici i nostri rapporti con lei si sono deteriorati. Consiglio: non adottate
3 anni fa ho adottato un bambino
io e mio marito ora ci stiamo per separare a causa delle differene di educazione di dargli.
io non mi sono affezionata al bambino nè tanto meno lui a me.
non compirei più un errore del genere
mi sono rovinata la vita.
Abbiamo adottato nel 2002 2 fratellini rimasti senza mamma e papa. All’epoca il maschio aveva 8 anni e la femmina 11. Quando dopo 3 anni di attesa ci e stata data la possibilita di accoglierli io e mio marito pensavamo di avere ricevuto un grandissimo dono .Eravamo al settimo cielo anche se due associazioni su tre ci avevano prospettato tutte le difficoltà che
avremmo incontrato. Sono stati 10 anni di impegno assoluto per noi tra mille difficoltà: l’amore con questi ragazzi non basta.Ci e’ mancato il supporto di esperti , lo psicologo per nostra figlia lo abbiamo trovato noi. Ci va anche adesso.Tra di loro non c’e’ mai stato un gran legame.Capisco che per i ragazzi essere stati abbandonati sia stato un terribileinizio Tante volte avrei preso il muro a testate per la disperazioneLa tanto meravigliosa associazione non ci ha mai dato il minimo aiuto e, come ha scritto Giulia ,noi eravamo e siamo Papa e mamma solo quando dovevano ricevere e diventavamo 2 istitutori rompiscatole quando cercavamo di dargli il minimo del minimo del minimo di educazione e istruzione. Ora, passati 10 anni, io e mio marito siamo ancora incredibilmente in piedi..i ragazzi sono quasi adulti e
speriamo si rendano indipendenti economicamente al più presto.
piu presto. Noi abbiamo fatto quello che potevamo,magari potevamo fare di più……..
pensiamo che il lavoro che abbiamo svolto con tanto amore non sia stato sufic
sono una mamma adottiva di 4 figli di 7,6,5 e 4 anni. E’ bellissimo ma difficile.
In questa rubrica ho letto solo commenti negativi o meglio di persone che sono sole con i loro figli e i relativi problemi che sono tanti.
Per chi deve adottare non si deve arrendere e deve essere sordo ai molti commenti negativi (riportano solo quelli), di scoraggiamento ma bisogna essere determinati e proseguire questo viaggio in salita ma non privo di soddisfazioni.
Un bambino ha diritto ad essere figlio e ti rendi conto che tu sei importante quando lui ha paura ed ha bisogno del tuo abbraccio che lo rassicura: IO SONO CON TE NON SEI SOLO, PUOI ABBANDONARTI, PUOI SBAGLIARE, PUOI ESSERE Un BAMBINO.
Anche io ho adottato un bambino di sette anni, quattro anni fa.
Ci sono delle difficoltà ma lo rifarei un milione di volte…anzi è la cosa più bella che mi sia capitata nella vita.
Ci siamo fatti auitare saltuariamente ultimamente con più assiduità dallo psicologo dell’ente con il quale abbiamo adottato, perchè comunque è una persona esperta nel settore delle adozioni e le problematiche sono piuttosto specifiche…
Non ci dobbiamo scoraggiare e vedere i nostri bambini solo come fonte di problemi ….tutti i figli danno prima o poi dei problemi…dobbiamo solo prepararci per risolverli nel migliore dei modi….
Sono stata adottata,parlo per esperienza,un consiglio,AMORE…per il piccolo che adottate.PAZIENZA tanta PAZIENZA e COMPRENSIONE.Tutto questo io non lo ho avuto.La mia adozione NEGATIVA in tutti i sensi
patricia quello che scrive flavia è verissimo, ho adottato 7 anni fa e 3 anni fa, l’adozione è una cosa meravigliosa, anche se pensiamo di essere pronti a intraprendere questa via in realtà non è così, per la nuova pianta che si svilupperà con l’innesto figli e genitori adottivi , la coppia deve essere preparata psicologicamente da persone esperte che spieghino realmente come stanno le cose, sinceramente la tua età è giovanissima e ti ammiro, molti auguri e a tua disposizione.
Ho 28 anni e le mie possibilità di rimanere incita sono bassissime per un grande problema di ovulazione io sopratutto ho maturato una grande voglia di adottare un bambino straniero magari Brasiliano come me ma mio marito credo che non sia ancora tanto convito poi lui ha ancora esperanza che io rimanga incita dopo 2 fivet fallita. Ora chiedo se possibile di sapere dai alcune mamme com’è la procedura per l’adozione ,cosa se prova , quali problematiche più comune quando il bambino diventa adolescente.Grazie a tutte voi per aiutarmi ad prendere e studiare questa possibilità di finalmente diventare genitore. dosreis.patricia@yahoo.it
un pensiero per tutte, non giudicate se non ci siete passate.Vi posso assicurare che io capisco tutti i commenti scritti e non mi sento di commentarli perchè anche lo scriverli è un gesto di autenticità. Io ho un figlio biologico e tre adottivi brasiliani. età 12,11,10,8 . Alcuni facili altri difficilissimi. Io stessa prima di passare per questa esperienza pensavo di sapere tante cose e invece mi sbagliavo..Oggi mi sento a metà del guado. se posso esservi utile con la mia esperienza a volte positiva a volte negativa la mia mail è franchiflavia@gmail.com.
Flavia
Purtroppo anche la mia esperienza di adozione è negativa, ho adottato due bambine quasi adolescenti e adesso a distanza di sei anni i problemi sono tali che stanno distruggendo la nostra coppia
Ho adottato mio figlio quando aveva 9 mesi, adesso ha 15 anni, la situazione è difficile, ci sono tanti problemi, seri. Mi sono rivolta ai servizi sociali nella mia zona ma non abbiamo trovato benefici. Abbiamo bisogno di aiuto.
Se qualcuno conosce un BRAVO psicoterapeuta per favore mi dia l’indirizzo.
Abito in Toscana. Grazie in anticipo.
sono una mamma adottiva e affidataria, ho adottato mia figlia a 8 mesi ora ne ha 12 ,ci sono mille difficolta e tanta salita ma tornassi indietro lo rifarei mille volte. ci sono molti scontri e ci saranno ma questo fa parte della vita .mio marito è d accordo con me è nostra figlia lo è sempre stata . tutti i figli un giorno prenderanno il volo . adottati e non.
ciao a tutti, sono una zia di un bimbo adottato, è arrivato fra noi circa 10 anni fa ma fin dall’inizio abbiamo capito che non sarebbe stato facile…penso che oltre al vissuto e all’abbandono con tutte le sue conseguenze abbia anche un carattere difficile e controverso…purtroppo i genitori hanno deciso per i primi tempi di fare il famoso ‘fai da te’…fallimento completo…mio nipote ne combina di tutti i colori, tratta male tutti, a scuola un disastro…con me è tranquillo, io lo tratto ‘normalmente’ e poi chissà che alchimia si è creata…va da uno psicologo un paio di volte alla settimana ma mi pare che non si risolva nulla. ho paura per il suo futuro comincia ad avere 12 anni e si entra nella fase critica adolescenziale…che consigliate? saluti
sono una nonna in attesa cio’ non e’ piu’ possibile.Ora,forse saro’ in attesa di un nipote adottivo che sicuramente colmero’ di tanto AMORE,pero’ delle volte ho bisogno anche io di consigli e icoraggiamenti.Grazie
salve antonietta
mi ha colpita ciò che hai scritto
sono rita , una donna counselour ,lavoro prorio nelle relazioni aiuto, in più sono una figlia adottiva
come stai?
se ti va di contattarmi ti lascio la mia imail rmaion@libero.it se ti va mi trovi anche su facebookspero di risentirti
X giulia:te lo dico dal cuore tu stai male e la madre non sai neanche cosa vuol dire.Te lo dico io da figlia adottata,se qualcuno dei tuoi figli dà problemi è perchè si ritrovano te come madre!!!non sono animali, i figli adottati sono persone.Che tu poi abbia proiettato ansie e desideri e affar tuo ma riflettici e vergognati..se dio non ti ha dato la facoltà di procreare un motivo c’era.Io con i miei genitori ho un bellissimo rapporto e non sono dei superman!!Per chiunque voglia adottare:”fatelo,fatelo con il cuore solo se ne siete convinti e non per riparare ai vostri problemi”.I figli sono di chi li cresce non di chi li partorisce.
ma tu stai male per parlare cosi.Ma sai quante volte la mia bambina voleva andare via da noi?Sai quante volte ho pianto per questo?Le ho aperto la porta le ho detto vai,non e’voluta neanche uscire.Ma quando li senti dire mamma cosa provi?E’un’esperienza molto difficile ma non mi sono mai pentita.Che non lo faccia questo passo chi ama stare da solo,ma se volete capire cosa significa vivere adottate e sopratutto amate.Chiedo scusa per lo sfogo ma secondo me bisogna adottare quando lo si sente veramente
@giulia.
Sono scandalizzata dal modo in cui descrivi i tuoi tre figli adottivi. Mi viene da pensare che il problema non siano loro, ma tu e tuo marito, completamente impreparati ad affrontare la situazione. Dal mio punto di vista tu e tuo marito non avreste mai dovuto avere l’idoneità ad adottare. Ma mi viene anche da pensare che avreste avuto problemi anche con dei figli naturali. Non puoi generalizzre, ci sono milioni di storie di adozione di successo, e genitori in grado di gestire situazioni problematiche. Il problema siete voi.
non ti aiutano la scuola,gli insegnanti,gli psicologi,le assistenti sociali ti lasciano da solo ad affrontare prolemi insormontabili.Sono bambini che quando le cose filano liscie siamo i loro genitori,quando li riprendi per qualcosa diventiamo i loro istitutori e ti minacciano.Sono furbi,pronti a colpirti alle spalle in qualsiasi momento e per qualsiasi stupidaggine.Io e mio marito siamo distrutti e soli.Non facciamo genitori ma dobiamo essere psichiatri per capire i loro problemi di abbandono,ma quale abbandono?Sono falsi ,finti e non si affezioneranno mai a nessuno,addirittura i miei non si sopportano fran loro tre,si odiano proprio immaginate se si affezioneranno ai presunti genitori.Desistete e godeteviv la vita di coppia voi che ancora siete in tempo!
sono una mamma adottiva di 3 bambini un consiglio alle coppie che vogliono adottare?fatevi i fatti vostri è un disastro
sono un’educatrice e lavoro a scuola con un bambino adottato da un paese dell’est.ha dei gravi problemi comportamentali(ultimo fra tutti quello di mordersi le mani).Qualcuno potrebbe suggerirmi un testo educativo per lavorare su bambini che hanno questi disturbi dovuti probabilmente all adozione?c’è qualcuno che può venirmi in aiuto anche con la sua esperienza?grazie.conto su di voi!
ho adottato un bambino di 2 mesi brasiliano 28 anni fa perche volevo aiutare un bambino in difficolta e ora sono io che ho bisogno di aiuto urgentemente . a chi posso rivolgermi?
datemi una mano vi prego.
grazie antonietta
ritengo questo servizio molto utile……sono un genitore in attesa di adozione internazionale…..mi ritrovo tantissimo in quello che ho appena letto….tante cose sono riuscito a metabolizzarle da solo ma tantissime altre ho preso spunto dal vostro servizio……cmq io e mia moglie siamo disponibili a metterci ingioco e fare qualsiasi cosa che può essere utile x i nostri futuri figli…….cosulenze esterne etc.etc…….senza alcuna vergogna sicuramente potremmo incappare in qualche situazione o problema che magari nn riusciamo a cavare un ragno dal buco….infatti sto iniziando a documentarvi…..su quali associazioni o gruppi di lavoro a tal senso possone essere utili…….cmq grazie molto utile…………….