Tipi di sassofono

Il sassofono è uno strumento a fiato appartenente alla famiglia dei legni aerofoni. Nonostante il suo corpo sia costituito in metallo, esso è un “legno” in quanto il suono viene prodotto grazie alla vibrazione di un’ancia semplice, appunto in legno. Il suo suono è potente e può assumere diversi timbri a seconda di come viene proiettato. Per conoscere meglio il sassofono vi proponiamo quindi questa guida accurata e completa per conoscere tutti i tipi di sassofono esistenti sul mercato.

Milena Talento
Classe 1985, una laurea in Filosofia e una passione per il web nata ai tempi dei convegni universitari su Merleau-Ponty e i neuroni specchio. Autodidatta dalla A alla Z, comprende le potenzialità lavorative ma soprattutto economiche delle emergenti professioni tecnologiche e decide di sfruttare le proprie abilità letterarie e logiche applicandole ad un ambito nuovo. Da qui si affaccia alla professione di copywriter che coltiva per diversi anni. Scrive per alcuni e-commerce emergenti (tra cui Dalani e Zalando), si appassiona alla programmazione dei siti web, ma soprattutto agli algoritmi di Google. Circa 10 anni fa apre una web agency con cui si occupa di comunicazione a 360°. Guidaconsumatore.com viene acquistato nel 2018, dopo anni passati a lavorare in redazione come copy e seo.
Milena Talento

Tipi di sassofono

Il sassofono è presente in tutti i generi musicali, apprezzatissimo nell’uso bandistico, molto utilizzato nel jazz, anche se meno conosciuto nella musica classica, data la sua storia relativamente breve.

Storia del sassofono

Antoine Joseph Sax o Adolphe Sax, musicista di origine belga, passò la sua vita a perfezionare strumenti musicali a fiato, inventando dispositivi appositi, per cui collezionò ben 33 brevetti. Tra questi, Sax inventò uno strumento del tutto nuovo, con un misto di caratteristiche tra clarinetto, flauto, oboe e ottoni: imboccatura e tecnica simile a quella dei legni, ma potenza di suono simile agli ottoni. Fu nel 1842 che a Parigi, Sax costruì il primo prototipo di quello che oggi è conosciuto come sassofono baritono in fa.

Sempre a Parigi, due anni dopo, durante l’esposizione industriale, fu presentato il sassofono per la prima volta al pubblico. Fu uno dei più geniali compositori di tutti i tempi, amico di Sax, Hector Berlioz a scrivere per primo delle parti per sassofono, nel suo Hymne Sacrée. In seguito, il sassofono comparve in un concerto del Conservatorio di Parigi, nell’opera “Le Dernier Roi de Juda” di Georges Kastner.

Fu sempre Berlioz a scrivere del sassofono in termini elogiativi, nel suo famoso e impareggiabile trattato di strumentazione. Nel 1846 Sax depositò il brevetto della famiglia dei sassofoni, strumenti a 20 chiavi. In seguito il sassofono subì diverse modifiche e migliorie tecniche, passò dal monopolio della produzione di Sax a una produzione più vasta e diversificata, fu adottato e utilizzato in diverse composizioni e gruppi musicali, fu apprezzato ed elogiato in tutto il mondo, fino a divenire uno strumento tra i più conosciuti e di successo in quasi tutti i generi musicali.

Tipi di sassofoni

Il sassofono appartiene a un’intera famiglia di strumenti, che si differenziano per forma, grandezza, alcune caratteristiche tecniche, estensione di suono e tonalità di partenza.

Ecco quindi quali sono tutti i tipi di sassofono esistenti:

  • subcontrabbasso è esistito solo nei progetti di Sax. Non è mai stato realizzato;
  • contrabbasso è raro, pesante e grosso, tanto che necessita di un supporto per essere suonato, ed è realizzato in Mib;
  • basso, in Sib, è anch’esso abbastanza raro e necessita anch’esso di un supporto;
  • baritono, in Mib, è il sassofono grave di uso più comune ed è il primo di questo elenco, che non necessita di supporti per essere suonato, anche se risulta comunque ingombrante;
  • tenore, in Sib, è il più popolare e piuttosto maneggevole;
  • C melody è un sassofono tenore oggi molto raro, non traspositore, in Do;
  • contralto, in Mib, è di uso molto comune ed è lo strumento consigliato a chi è alle prime armi, perché per dimensioni e tecnica è il miglior compromesso per iniziare;
  • mezzosoprano, in Fa, è molto raro;
  • soprano, in Sib, è normalmente diritto, ma si può trovare anche in versione curva; ha le dimensioni di un clarinetto;
  • soprano in Do è molto raro;
  • sopranino in Mib è anch’esso raro;
  • sopranissimo, in Sib, è di recente invenzione (2002) e ha le dimensioni di un ottavino; anch’esso è molto raro.

Com’è fatto il sassofono

Lo strumento è composto da diversi elementi:

  • bocchino
    asportabile, è l’elemento tramite cui avviene l’imboccatura e al quale è ancorata l’ancia in legno che permette l’emissione del suono;
  • collo
    detto chiver, che dal contralto fino a tutti gli altri tipi di sassofono con estensione grave, è asportabile dal copro del sax, mentre risulta attaccato dal sax soprano in poi;
  • fusto
    di forma cilindro-conica, dove passa il suono e a cui sono attaccate chiavi e campana;
  • chiavi
    elementi tecnici che permettono di suonare le diverse note, costituiti da tamponi, fori, che si chiudono o rimangono aperti, e asticelle che comandano le chiusure;
  • campana
    la parte finale dello strumento, da cui il suono esce dopo aver attraversato il fusto e le chiavi; dal sassofono contralto a tutti quelli più gravi, la campana mostra una curvatura più o meno grande ed elaborata; i sassofono più acuti hanno la campana dritta.

Fusto, chiavi e campana costituiscono il corpo del sassofono, l’elemento le cui parti non sono asportabili in nessuna tipologia di sax.

Come si suona il sassofono

Si può suonare in piedi o seduti. Per l’utilizzo in piedi e anche in movimento, come accade nelle strumentazioni bandistiche, esistono una serie di supporti che ne facilitano il trasporto, il mantenimento e l’utilizzo:

  • il collarino è un nastro che si aggancia a un supporto apposito fissato dietro e a metà del fusto del sassofono e serve a reggere lo stesso quando lo si suona in piedi;
  • imbragature di vario genere aiutano a sostenere il sassofono quando si è in piedi, in modo più ergonomico;
  • sempre dietro il fusto del sassofono, all’altezza dei tasti suonati dalla mano destra, è posizionato un gancio ricurvo, che serve per infilarvi comodamente il pollice destro e sostenere quindi l’intero strumento anche dal basso e dargli stabilità.

Materiali costruttivi e loro influenza sul suono

I materiali con cui è costruito un sassofono sono principalmente due:

  • metallo del corpo
  • materiale della rifinitura

A questi si aggiungono poi la madreperla che ricopre i tasti principali, l’imbottitura di alcune chiavi, il sughero del chiver nella parte finale che si incontra col bocchino, il legno dell’ancia. Il materiale con cui è costruito il corpo del sassofono è quello che influisce maggiormente sul suono finale: ogni materiale dona una sfumatura e un timbro diversi; il materiale del corpo poi influisce molto anche sul prezzo naturalmente, unito al materiale di rifinitura.

Per quanto riguarda i materiali della finitura, i pareri sono contrastanti: c’è chi sostiene che non influiscano affatto sulla qualità del suono dello strumento, e chi invece sostiene esattamente il contrario. In ogni caso, qui di seguito forniamo un piccolo elenco dei materiali possibili, con relativa qualità risultante del suono, sia per il corpo che per la finitura dello strumento.

Materiali del corpo

I materiali di cui può essere costituito il corpo del sassofono sono:

  • ottone, il materiale più comune e più utilizzato;
  • rame, che dona un suono morbido e caldo;
  • plastica, che restituisce un suono secco;
  • bronzo, che dona un suono caldo;
  • argento, che restituisce un suono splendente e molto chiaro, riconoscibile.

Materiali della finitura

I materiali di cui può essere costituita la finitura del sassofono sono:

  • laccati vari, di colorazioni diverse, che restituiscono un suono un po’ cupo, almeno secondo la teoria per cui anche questi materiali influiscono sul suono;
  • argento, che dovrebbe donare anche in questo caso un suono splendente e chiaro;
  • oro, che dovrebbe rendere rotondo il suono;
  • nichel, che dovrebbe restituire un suono chiaro, ma meno forte dell’argento.

Bocchino e ancia

Il bocchino è l’estremità finale del sassofono, applicato alla sua parte più sottile, ed è quello che permette appunto l’imboccatura dello strumento. Il materiale di cui è costituito pare non influisca in modo determinante sul suono, tuttavia l’ebanite è il materiale più utilizzato, mentre il metallo restituirebbe un suono più aggressivo. Alcuni bocchini vengono realizzati anche in monolite o in plastica. La parte finale del chiver, che ospita il bocchino, è ricoperta da un foglio di sughero; grazie a questo è possibile allo strumentista regolare l’imboccatura e quindi l’intonazione del sassofono: spostando infatti il bocchino sul sughero, solitamente lubrificato, verso il chiver, si diminuisce la lunghezza e conseguentemente anche il volume dello strumento, permettendo suoni più acuti o crescenti; spostare il bocchino verso di sé, comporta gli effetti opposti.

L’ancia è una sottile lamina sagomata in legno, solitamente ricavato dai comuni fusti di canna. A volte l’ancia è ricoperta anche di altri materiali, come la fibra di carbonio, la plastica o la fibra di vetro. Si tratta di materiali più omogenei, che resistono meglio del legno a temperature e umidità estreme, ma che restituiscono un suono decisamente meno caldo. L’ancia è agganciata al bocchino tramite la legatura, una fascetta di metallo o sintetica. L’ancia viene compressa tra il labbro inferiore dello strumentista e la parte piana e stretta del bocchino; il getto d’aria prodotto poi dal suonatore in questa posizione, determina la vibrazione dell’ancia, la quale determinerà a sua volta la produzione del suono. La scelta dell’ancia è un’operazione fondamentale per ottenere un suono bello; naturalmente l’ancia è l’elemento del sassofono che viene cambiato più di frequente. Esistono vari tipi di ance, classificati solitamente secondo la loro rigidità (più l’ancia è rigida, solitamente più bello sarà il suono derivante da essa); ogni strumentista, con l’esperienza, decide quale grado di rigidità si adatti meglio a sé e al suono che vuole ottenere dal suo strumento. Il connubio tra bocchino e ancia è un altro elemento fondamentale per ottenere un buon suono dal sassofono: la parte del bocchino che viene a contatto con l’ancia, cioè la sua faccia inferiore, ha una forma ricurva di grande importanza, che unita alla forma della camera di risonanza all’interno del bocchino stesso e alle caratteristiche dell’ancia, determina in modo fondamentale le caratteristiche del suono finale dello strumento.

Chiavi

Le chiavi sono quegli elementi che, aperti o chiusi sui fori del fusto del sassofono, dalle dita dello strumentista, servono a suonare una nota piuttosto che un’altra. La chiusura o l’apertura di questi fori variano la lunghezza della colonna d’aria che è in risonanza all’interno del sassofono, variando così anche l’altezza conseguente delle note. In media i sassofoni hanno 23 piattelli, che possono venire chiusi da 9 dita dello strumentista.

Il pollice destro infatti funziona solo come sostenitore dello strumento nell’apposito gancio, mentre il pollice sinistro, oltre a poggiare su un bottone comodo, aziona all’occorrenza anche la chiave detta portavoce, che permette di alzare di un’ottava le note che si stanno suonando. Per alcune note poi, si utilizzano anche la prima falange del dito indice destro, e l’intero palmo della mano sinistra, poiché alcune chiavi si trovano in posizioni particolari per essere chiuse.

Ogni chiave o piattello è posizionata nella maniera più ergonomica possibile per le dita e le mani dei musicisti. Addirittura esistono versioni di sassofono adatte a chi manca di qualche falange, o anche alle persone prive di una mano.

Tecniche di costruzione del sassofono

Le parti metalliche che costituiscono il sassofono, vengono costruite con svariate tecniche di metallurgia; spesso nella produzione in serie, si utilizza la pressa, con getti d’acqua a pressione elevata all’interno dei fusti, che permettono al metallo di aderire allo stampo conico del fusto stesso. Il fusto poi viene anche sottoposto a cottura, successivamente vengono saldate le parti che interessano le chiavi e infine si procede alla rifinitura superficiale. Ma è fondamentale comunque il lavoro manuale nella fase di montaggio e regolazione dei vari elementi dello strumento.

Acquistare un sassofono: nuovo o usato?

Se si intende acquistare il sassofono per un primo approccio con lo strumento, il consiglio è quello di acquistarlo nuovo: uno strumento come il sax si adatta negli anni a chi lo suona e utilizzare un sassofono già usato da altri nei primi passi, può risultare difficile e controproducente, oltre che frustrante. Il sassofono usato, addirittura vintage, poiché alcuni modelli non più in produzione possono aver fatto la storia di questo strumento oppure produrre suoni molto particolari, è indicato per chi ha già dell’esperienza con lo strumento e magari ne possiede altri, per usi differenti.

Nell’acquisto di un sassofono nuovo, i consigli da seguire sono:

  • recarsi sempre in un negozio specializzato in strumenti musicali;
  • farsi accompagnare da qualcuno esperto in materia, meglio se il proprio maestro, che provi lo strumento prima dell’acquisto e abbia l’occhio per riconoscerne le caratteristiche migliori;
  • acquistare modelli “per principianti”, poiché il compromesso tra qualità e prezzo risulta buono per chi vuole cominciare e non sa bene dove andrà a finire; modelli da principiante possono essere gli Jupiter, i Buffet, i Grassi, oppure alcuni Yamaha, come il 275 e il 32, il Selmer Prelude e alcuni Yanagisawa, come il 901 e il 902.

Esistono poi modelli intermedi, che costano decisamente di più ma non si adattano all’attività di un professionista, come lo Yamaha 475 o lo Jupiter 567, e modelli invece da concerto, per professionisti, il cui prezzo si alza notevolmente: Selmer Action Super 80, Yanagisawa 991 o Yamaha 62, solo per citarne alcuni.

Per acquistare un sassofono usato, o addirittura vintage, i consigli da seguire sono:

  • controllare l’intonazione dello strumento, portandosi dietro un intonatore e provandolo con più chiver, che possono influire; se lo strumento ha puntini verdi e manda un brutto odore, significa che non viene usato da molto tempo;
  • se il corpo è intatto è meglio; altrimenti slaccature non sono considerate influenti sul suono, mentre le ammaccature non devono superare i 5 millimetri di diametro, altrimenti diventano nocive per lo strumento e la sua meccanica;
  • controllare la saldatura delle parti di meccanica allo strumento: se ce ne sono troppe, che sembrano applicate successivamente alla produzione del sax, significa che questo è stato tenuto male;
  • la laccatura deve essere presente ancora almeno per il 40%; comunque gli strumenti si possono rilaccare;
  • controllare che tutte le asticelle della meccanica siano diritte;
  • controllare che tutte le viti siano fissate;
  • controllare che le imbottiture siano morbide e integre;
  • se i tamponi sono in pelle, lo strumento è migliore;
  • il chiver deve essere intatto, mentre il sughero si può anche sostituire;
  • vedere il numero di serie per poter risalire all’anno di fabbricazione;
  • informarsi sempre del perché viene venduto e se ha subito riparazioni; se il venditore risponde tranquillamente alle domande, è affidabile.

Custodia del sassofono

Il sassofono viene venduto generalmente accompagnato da una sua custodia.

Questa si può anche cambiare, comunque se ne possono tenere diverse a seconda di come si devono utilizzare nelle varie occasioni. Nei negozi di strumenti musicali se ne trovano di diverso genere; il consiglio è quello di portarsi dietro il proprio strumento per provare la sua aderenza alla custodia che si intende acquistare.

Esistono tipi di custodie assai diversi:

  • custodie rigide, al cui interno è sagomata la figura perfetta del sassofono e dove questo alloggia comodamente e senza il rischio di subire urti;
  • custodie morbide fuori, ma ben imbottite dentro;
  • custodie con bretelle da zaino o tracolle particolari o addirittura con trolley incorporati per trasportare le tipologie particolarmente pesanti.

Ognuna di queste custodie è dotata di maniglia per il trasporto a mano. La caratteristica fondamentale delle custodie è comunque quella di un’ottima imbottitura, che garantisca allo strumento un alloggiamento senza il rischio di danneggiare chiavi e parti delicate, la protezione dagli urti e la prevenzione contro i graffi.

Buone marche di sassofoni

Le marche che possono garantire la buona qualità di un sassofono, sono:

  • Selmer, da sempre considerata la migliore;
  • Yamaha, seconda alla Selmer per suono, prima per tecnica;
  • Yanagisawa, ottima dopo la Selmer e la Yamaha;
  • Jupiter, Buffet e Grassi risultano meno prestigiose, ma buone anche a livello economico; consigliate per i principianti.

Link a siti internt utili

SaxForum
http://www.saxforum.it/
Opinioni, discussioni, confronti, informazioni utili per acquistare, vendere o suonare bene il proprio sassofono.

Conservatori.com
http://www.conservatori.com/
Informazioni e discussioni sui conservatori di tutta Italia, per imparare a suonare uno strumento a livello professionale.

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6 Commenti

  1. Silvio
  2. vincenzo
  3. Tony Pastafiglia
  4. Tony Pastafiglia
  5. giuseppe forte
  6. mauro

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