Grande distribuzione: gli andamenti dell’ultimo quinquennio

La grande crisi economica che ha colpito il tessuto produttivo si è inevitabilmente abbattuta anche sulla grande distribuzione. Sebbene gli italiani continuino a spendere in alimentari e prodotti per la casa e nonostante gli aumenti del giro d’affari nel settore supermercati (grazie anche all’ascesa dei discount e degli e-commerce), sembrano ridursi i margini, dimostrando il rischio di una saturazione del relativo mercato.

Milena Talento
Classe 1985, una laurea in Filosofia e una passione per il web nata ai tempi dei convegni universitari su Merleau-Ponty e i neuroni specchio. Autodidatta dalla A alla Z, comprende le potenzialità lavorative ma soprattutto economiche delle emergenti professioni tecnologiche e decide di sfruttare le proprie abilità letterarie e logiche applicandole ad un ambito nuovo. Da qui si affaccia alla professione di copywriter che coltiva per diversi anni. Scrive per alcuni e-commerce emergenti (tra cui Dalani e Zalando), si appassiona alla programmazione dei siti web, ma soprattutto agli algoritmi di Google. Circa 10 anni fa apre una web agency con cui si occupa di comunicazione a 360°. Guidaconsumatore.com viene acquistato nel 2018, dopo anni passati a lavorare in redazione come copy e seo.
Milena Talento

 la crisi della grande Distribuzione

I dati sulla salute dei supermercati

Una ricerca statistica fornita da R&S Mediobanca in merito alla condizione economica degli operatori della grande distribuzione fornisce un quadro tutto sommato positivo, ma in cui residuano alcuni margini di incertezza. L’indagine prende in esame un campione periodico piuttosto lungo, ossia tutto il quinquennio dal 2013 al 2018.

Il rapporto restituisce l’immagine di un settore, quello della grande distribuzione, che sembra direzionarsi verso la saturazione: a fronte della crescita delle vendite, confortate dall’ingresso di nuovi operatori e dal traino dei discount e dell’e-commerce, infatti, i rendimenti operativi risultano in calo: fattore questo che, secondo gli esperti, sembra suggerire un consolidamento verso gli operatori più performanti, a discapito di quelli emergenti.

In particolare, nel panorama della grande distribuzione italiana le performance di maggior spessore hanno riguardato i due più grandi attori: Coop (con un fatturato di circa 14,8 miliardi), con una crescita media del giro d’affari negli ultimi anni pari a circa lo 0,7% (salvo a considerare un balzo in avanti del 3,4% nel 2017); e Conad, che ha registrato una crescita media negli anni considerati pari al 3,1% (con un record del +5,3% nel solo 2017), potendo vantare ad oggi un rendimento pari a circsa 13 miliardi.

Quanto ai fatturati aggregati delle compagnie attive nella grande distribuzione organizzata in Italia, la ricerca dimostra come questi rappresentano da soli circa il 97% del mercato alimentare nazionale, potendo toccare sempre nel 2017, al netto IVA, una quota complessiva di volume di affari pari ad 83 miliardi di euro, con una crescita del fatturato media pari a circa il 4,4% annuo. 

L’aumento delle vendite e la concentrazione dei profitti

Sempre il rapporto Mediobanca illustra la seconda considerazione da cui si era partiti: se la crescita relativa ai fatturati è risultata abbastanza consistente negli ultimi cinque anni, i margini operativi netti risultano in calo di un 5,5% in media rispetto al periodo pre-crisi. Ne deriva uno scenario in cui alla crescita costante delle vendite non si accompagna quella dei margini industriali: questo fattore viene declinato, secondo le previsioni di R&S Mediobanca restituite al Gdo Annual Talk 2018, nei termini di un mercato sempre più consolidato in capo ai grandi gruppi e che, pertanto, manifesta progressive avvisaglie di saturazione.

Ciò emerge anche considerando i numeri relativi alla redditività dell’industria relativa al Gdo, che dimostra un Roi chiuso al 4,8% nel 2017, con una diminuzione del 5,2% rispetto all’anno precedente. Il record di utili, dunque, si attesta unicamente presso i big della grande distribuzione, con profitti che si attestano su cifre superiori al miliardo di euro nel solo 2017 e con la palma d’oro da assegnare ad Esselunga, che vanta il record di utili nel quinquennio (circa 1.245 milioni di euro), sostenuta anche da un comparto di vendita online in forte crescita, come si dirà più avanti.

Tra questi ultimi, complice anche la volontà delle famiglie di spendere meno, i balzi in avanti maggiori sono quelli compiuti dalle catene di discount, che nel quinquennio in esame hanno registrato la maggior crescita media annuale in termini di vendite (una media del 9,6% dal 2013 al 2018 e un +9,7% nel solo 2017); buoni anche gli andamenti relativi alle cooperative, mentre i marchi privati con i più elevati incrementi sono Md (+15,6%), Crai (+14,2%), Eurospin (+11,1%), Lidl (+8,5%) e Despar (+6,9%). 

I nuovi trend del mercato alimentare

Oltre ai dati relativi alla salute finanziaria del sistema, il rapporto fornisce anche alcune informazioni importanti sulle direzioni che sta assumendo il mercato alimentare. La novità fondamentale è costituita dalla progressiva ascesa dell’e-commerce alimentare, che in Italia viaggia con notevole ritardo rispetto a quanto avviene in altri paesi. Infatti, nel 2018 il giro d’affari del commercio elettronico di alimenti, pur incidendo solo per il 4% rispetto al totale degli affari online, risulta in crescita del 34% rispetto all’anno precedente, riuscendo a raggiungere la soglia di guadagni del miliardo di euro.

In particolare, l’acquisto online di prodotti alimentari non assume le dimensioni che possono riscontrarsi in altri Paesi: gli italiani spendono in media poco più di 500 euro l’anno in alimentari, contro i quasi 1.900 che vengono registrati in Francia. Tuttavia, la proliferazione di operatori (anche tradizionali) nel segmento della distribuzione alimentare online, sta lentamente incidendo su questa “irrilevanza” dell’e-commerce alimentare.

Basti prendere in considerazione due dati: il primo è quello rappresentato dalla sempre maggior diffusione di cataloghi delle principali catene di supermercati, come il volantino Lidl e di molti altri marchi che possono essere facilmente reperiti sul web, grazie anche a siti specializzati nel confronto delle offerte. Il secondo, invece, si riferisce ancora una volta ai numeri: ad esempio, Esselunga – che si è visto essere il marchio con l’incremento di utili più ampio degli ultimi cinque anni – ha dichiarato per il 2017 vendite online pari a 180 milioni di euro, corrispondenti circa al 2,4% del fatturato della compagnia.

(Visited 498 times, 1 visits today)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.