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Identikit del Ju Jitsu

Il Ju Jitsu, detto anche Jujutsu, è un’arte marziale giapponese basata sul combattimento corpo a corpo che consente di difendersi dall’attacco di un avversario, armato o non armato, utilizzando le mani nude (o, in rari casi, una corta arma).

Il nome di questa arte marziale deriva dai termini giapponesi J? e Jutsu che significano, rispettivamente, “cedevole, flessibile” e “arte, tecnica”: il significato in italiano perciò corrisponde a “tecnica della cedevolezza” e si basa sul principio della “non resistenza”.

In questa definizione è racchiusa la filosofia e la base del Ju Jitsu, i cui praticanti imparano ad utilizzare (e ritorcere) la forza dell’avversario contro di lui, piuttosto che ad impiegare la propria forza fisica.

Il nome originale della tecnica in giapponese è Hey Yo Shin Kore Do, che può essere tradotto con l’espressione “Il morbido vince sul duro”. Maggiore è la forza con la quale cerca di colpire l’avversario, e maggiore è la forza che gli si ritorcerà contro: per ottenere questo effetto, il Ju Jitsu insegna tecniche che, all’ultimo momento, diano cedevolezza al corpo prendendo di sorpresa chi attacca.

Fra le arti marziali, il Ju Jitsu è considerata una delle più antiche e complete poiché prevede una vasta gamma di tecniche che vanno dalle prese alle proiezioni, dai colpi ai bloccaggi, senza dimenticare la lotta a terra.

La leggenda vuole che il medico Shirobei Akiyama, che fu il fondatore di una delle scuole più antiche e rinomate di Ju Jitsu, la Hontai Yoshin Ryu, prese ispirazione da una pianta di salice. Egli un giorno osservò come i rami di altre piante si spezzassero sotto il peso di una forte nevicata, mentre quelli del salice, flessibili, rimanevano perfettamente integri piegandosi sotto il peso della neve, lasciando che questa cadesse e poi riprendendo la loro posizione originaria. Fu così che Akiyama ebbe l’intuizione del principio della “non resistenza” e lo applicò alle tecniche di combattimento.

Storia del Ju Jitsu

L’origine del Ju Jitsu è controversa, dal momento che alcuni la ritengono una “invenzione” interamente giapponese, mentre altri propendono per la teoria che questa arte derivi dal contatto della cultura nipponica con le arti marziali cinesi.

Il Ju Jitsu ha comunque una storia molto antica, che comincia intorno al IV secolo, anche se il termine J?jutsu venne coniato solo nel XVI secolo. All’epoca in Giappone erano frequenti gli episodi di aggressione e le guerre, che vedevano coinvolta anche la classe dei guerrieri samurai. Dal momento che durante gli scontri corpo a corpo era impossibile per i guerrieri utilizzare la katana (una lunga spada), venne sviluppata una efficace tecnica che permetteva di neutralizzare l’avversario attraverso l’utilizzo di leve articolari, prese e proiezioni.

In questo modo anche un guerriero dotato di corte armi, o addirittura a mani nude, poteva vanificare l’attacco di un avversario più forte di lui dotato di armatura pesante e ben armato. Nel XIX secolo, con l’avvento delle armi da fuoco e in seguito alla caduta dell’ultimo shogun, il Ju Jitsu vide una stagione di forte declino e le sue sorti si risollevarono solo nel XX secolo, dopo la II guerra mondiale.

Nel corso delle varie epoche storiche si svilupparono diverse scuole (fra la più famose troviamo ad esempio Sengoku e Edo, di tradizione antica, e Gendai, una scuola moderna) e diversi stili di Ju Jitsu. Una delle applicazioni più popolari di questa arte marziale deriva proprio dalla scuola Gendai nell’ambito della quale sono state sviluppate tecniche specifiche per le forze dell’ordine e i militari, insegnate in tutto il mondo. Ad esempio il dipartimento di polizia della città di Tokio, e molti altri, utilizzano i sistemi Keisatsujutsu (“arte della polizia”) e Taiho jutsu (“arte dell’arresto”) derivati proprio dal Ju Jitsu.

Scuole di Ju Jitsu e varianti

Esistono molte varianti del Ju Jitsu, ciascuna delle quali ha sviluppato un proprio approccio e tecniche peculiari. Tutte le scuole di Ju Jitsu, dette ry?, utilizzano tuttavia una base comune di prese, bloccaggi articolari, colpi con braccia e gambe, tecniche per disarmare mentre, in scuole particolari, viene anche insegnato l’utilizzo delle armi.

Attualmente il Ju Jitsu è praticato sia nella sua forma più tradizionale che come sport moderno. Forse non tutti lo sanno, ma la disciplina olimpica del Judo deriva proprio dal Ju Jitsu e partendo da essa si è focalizzata solo sulle tecniche di prese, proiezioni, strangolamenti e lotta a terra.

Il Judo venne sviluppato dal giapponese Jigor? Kan? verso la fine del diciannovesimo secolo. Un altro “figlio” illustre del Ju Jitsu è l’Aikido, un’arte marziale moderna sviluppata nella prima metà del XX secolo che si basa sul principio spirituale dell’armonia finalizzato all’autodifesa e alla prevenzione del danno, sia di chi difende (nage) che di chi attacca (uke). Anche il Karate trae le sue origini dal Ju Jitsu, dal quale ha prelevato e sviluppato le tecniche di calci, pugni e combattimento.

Deriva dal Ju Jitsu anche il Brazilian Ju Jitsu, che a sua volta deriva da una versione di judo dell’inizio del XX secolo (Kodokan), nel quale sono particolarmente enfatizzate prese e lotte a terra.

Caratteristiche del Ju Jitsu

La filosofia del Ju Jitsu è basata su tre cardini principali: lo Zanshin, che rappresenta il “mantenere lo spirito allerta”, Fudoshin, ovvero lo stato di imperturbabilità durante il confronto, e Mushin che, letteralmente, significa “senza mente” e consente di agire con prontezza senza ricorrere alla propria volontà o ad un pensiero razionale, ma tramite l’istinto.

La giusta combinazione di questi tre elementi dà al praticante di Ju Jitsu la capacità, la forza e la preparazione per eccellere in quest’arte.

Il Ju Jitsu impiega particolari tecniche (prese, leve articolari, rotazioni, proiezioni…) che distinguono questa arte marziale da altre forme basate invece su forza, potenza e velocità, come ad esempio il karate e il taekwondo.

Gli allievi di Ju Jitsu sono incoraggiati all’osservazione delle tecniche ed alla loro imitazione. Molte delle tecniche insegnate sono basate su prese articolari (dette kansetsu waza) che minano l’integrità dell’articolazione stessa praticandovi un pressione contraria alla normale direzione di movimento e, perciò, dolorosa. In questo modo l’avversario non può utilizzare la propria forza muscolare per liberarsi, e viene immobilizzato.

Altre tecniche sono le proiezioni, ovvero lo sbilanciamento dell’avversario finalizzato all’atterramento. Leve e proiezioni sono spesso utilizzate insieme. In alcuni casi, per sbilanciare l’avversario e poter effettuare prese articolari, vengono portati dei colpi (atemi) alle parti del corpo più vulnerabili (es. reni, stomaco…).

Alla base di molte delle tecniche del Ju Jitsu vi è lo sfruttamento del momento di forza dell’assalitore; il praticante assume una posizione di difesa del proprio corpo che, al tempo stesso, permette di approfittare dei punti di debolezza dell’avversario.

Le scuole di stampo classico (koryu) insegnano anche l’utilizzo delle armi che, per i Samurai, rappresentava una conoscenza fondamentale. Fra le armi più utilizzate vi sono la spada lunga (katana), la spada corta (wakizashi o kodachi), il coltello (tant?), il bastone (rokushakub?, lungo sei piedi [180 cm], o hanb?, lungo tre piedi [90 cm]), una corta catena dotata di due pesi alle estremità (kusari-fundo) o una sorta di manganello dotato di un dente di ferro (jutte).

L’abbigliamento utilizzato nel Ju Jitsu è il judogi bianco, e i praticanti indossano cinture il cui colore esprime il grado tecnico (kyu) raggiunto. Chi inizia parte dalla cintura bianca, passando poi per la cintura gialla, arancio, verde, blu e marrone. Le cinture nere
sono invece classificate con i gradi dan, che vanno dal primo in su.

Tecniche del Ju Jitsu

Le principali tecniche utilizzate sono rappresentate da:

Bloccaggi

Queste tecniche sono applicate a qualsiasi articolazione del corpo in grado di piegarsi e, tipicamente, a dita, polsi, gomiti, spalle o ginocchia. L’attuazione di un bloccaggio consente di immobilizzare l’avversario ed incoraggiarne la sottomissione e la cooperazione dal momento che opporsi ad un bloccaggio causa dolore e può arrivare addirittura a spezzare la giuntura. Le tecniche di bloccaggio sono anche propedeutiche a successive proiezioni ed atterramenti, e sono ad esempio molto
impiegate per l’addestramento delle forze di polizia.

Colpi

I colpi di qualsiasi genere, sia portati con le braccia (pugni, colpi di taglio, colpi a mano aperta, gomitate…) che con la gambe (calci, ginocchiate…) vengono insegnati in modo diverso nelle varie scuole di Ju Jitsu. Solitamente i calci non colpiscono più in alto del plesso solare (situato all’altezza del diaframma), dal momento che il Ju Jitsu è soprattutto finalizzato al controllo dell’avversario e non all’attacco.

Combattimento a terra

Queste tecniche sono molto comuni e si basano sulla sottomissione dell’avversario senza l’utilizzo di colpi. Attraverso leve articolari, prese dolorose o strangolamento effettuate a terra si costringe l’avversario alla resa.

Proiezioni

Le proiezioni sono “tecniche di lancio” che consistono nel far perdere l’equilibrio, sbilanciare e far cadere a terra l’avversario. Esistono molti modi di eseguire queste tecniche, basate sull’uso delle leve articolari, di ostacoli che fanno inciampare e perdere l’equilibrio, sino ad arrivare a veri e propri caricamenti in grado anche di sollevare l’avversario e di proiettarlo a terra oltre il proprio corpo. Le tecniche di proiezione possono anche sfruttare lo slancio dell’avversario per proiettarlo più efficacemente, e non sono basate sulla forza fisica quanto piuttosto su una ottima dose di tecnica. Per questo, anche praticanti esili e di bassa statura possono atterrare senza problemi avversari molto più grandi e forti di loro semplicemente utilizzando la tecnica.

Atterramenti

Queste tecniche si distinguono dalle proiezioni per via dell’utilizzo della propria forza fisica o del peso del corpo per atterrare l’avversario. Tipicamente vengono afferrate una o entrambe le gambe, oppure altre parti del corpo.

Strangolamenti

Mentre in guerra queste tecniche erano impiegate per uccidere l’avversario, ovviamente nel Ju Jitsu moderno i loro scopi sono stati “rivisitati”. Le prese di strangolamento, non letali, sono infatti finalizzate alla sottomissione e alla resa dell’avversario attraverso il bloccaggio del flusso di sangue al cervello che normalmente è in grado di far perdere i sensi dopo pochi secondi. Come risposta ad un attacco finalizzato allo strangolamento, nel Ju Jitsu vengono insegnate molte tecniche che permettono di liberarsi dalla presa al collo da parte di un aggressore, sia esso situato di fronte o alle proprie spalle: questa è una delle molte applicazioni che hanno reso il Ju Jitsu popolare nell’ambito dell’autodifesa.

Siti internet sul Ju Jitsu

Associazione Italiana Ju Jitsu e Discipline Affini (AIJJ)
http://www.jujitsu-aijj.it/
Sito della Federazione sportiva italiana di Ju Jitsu che fa parte della Ju Jitsu International Federation (JJIF), riconosciuta dalla International World Games Association (IWGA).

Associazione Culturale e Sportiva Centro Studi Ricerche Ju Jitsu Italia
http://www.jujitsu.it/jetbox/
Sito dell’Associazione che in Italia promuove la diffusione del Ju Jitsu contenente informazioni sulla disciplina e sulla sua storia, con una sezione in costante aggiornamento dedicata alle news. Sul sito è possibile consultare un elenco completo dei dojo (scuole) italiani.

World Ju Jitsu Federation Professional Martial Arts Italia
http://www.wjjf-italia.it/
Sito della Federazione che sostiene e promuove la diffusione del Ju Jitsu, contenente link alle principali associazioni italiane ed internazionali, informazioni sulle arti marziali e sulle palestre in Italia. È possibile anche consultare contenuti multimediali (video e filmati) sul Jujitsu e approfondire la storia e la filosofia di questa arte marziale.

Video dimostrativi

Tecniche di Ju Jitsu I, II e III

http://www.youtube.com/watch?v=UO2RwmZV5mE

http://www.youtube.com/watch?v=VDjr5daJbeY

http://www.youtube.com/watch?v=2P-JKk9J8dY

Ju Jitsu Techniques

http://www.youtube.com/watch?v=F7vGGq-t7rE

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