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la prima pappa del bebè

Prima pappa del bebè: come avviarlo verso l’autonomia

Lo svezzamento è una tappa cruciale nella vita di un bambino sia dal punto di vista del suo sviluppo fisico, sia da quello affettivo e psicologico. Egli, infatti, deve adeguare stomaco e intestino all’introduzione di cibi diversi dal latte, deve passare alla suzione di liquidi alla masticazione di alimenti solidi, compiendo dei movimenti muscolari che sono del tutto solidi per lui. Dal punto di vista psicologico, l’inizio dello svezzamento è particolarmente delicato perché il piccolo compie per la prima volta il vero distacco dalla figura materna e il primo verso l’autonomia. Questo distacco deve essere affrontato con enorme serenità, rispettando l’evoluzione naturale del bambino e i suoi ritmi, e soprattutto senza avere la pretesa che si adatti immediatamente al cambiamento.

L’organizzazione mondiale della sanità raccomanda l’allattamento esclusivo al seno fino al sesto mese di vita. In genere, è proprio il bambino stesso intorno ai quattro-cinque mesi a lanciare i primi segnali di apertura al cambiamento a livello alimentare: per esempio mentre è allattato appare meno concentrato e più attratto dagli stimoli esterni. Oppure, se è a tavola con mamma e papà, osserva con attenzione i cibi di fronte a lui. Su consiglio del pediatra, già intorno al quarto mese si può iniziare ad offrire al piccolo assaggi di frutta omogeneizzata, mela o pera all’inizio, in modo che il bambino familiarizzi con il cucchiaino e con i nuovi cibi. Dal sesto mese, invece, salvo indicazioni diverse, si può introdurre la prima vera pappa.

La prima pappa: come prepararla

La base della prima pappa è il brodo vegetale (senza sale) che all’inizio è base di carota, patata e zucchina; con il passare dei mesi si potrà arricchire con cipolla, fagiolini, spinaci e zucca, mentre per il pomodoro è preferibile aspettare i primi 10 mesi di vita del bambino, poiché prima sarebbe a rischio di allergia nel caso in cui ne fosse predisposto. Al brodo vegetale si possono aggiungere i cereali privi di glutine, una proteina che può provocare nei bambini predisposti un problema molto serio: la celiachia. Inoltre, sin dall’inizio dello svezzamento, dopo la pappa o la merenda, si può dare al bambino la frutta (mela, pera o banana) omogeneizzata o fresca e grattugiata. Per quanto riguarda, invece, gli altri tipi di frutta è preferibile rispettare il calendario di introduzione degli alimenti indicato dal pediatra per evitare il rischio di allergie.

I cibi nuovi vanno aggiunti alla pappa uno alla volta, a intervalli di 2-4 giorni. La prima aggiunta in genere consiste in 2-3 cucchiai di passato di verdura, ottenuto tritando finemente la patata e la carota utilizzate per preparare il brodo vegetale. Dopo 2-4 giorni è la volta della prima aggiunta di carne: si può cominciare con le carni bianche più magre come coniglio, tacchino, agnello, pollo per arrivare più avanti a quelle rosse. A questo punto la prima pappa è completa. Dopo circa un mese dalla prima pappa, si introduce la seconda papa, che in genere sostituisce la poppata della sera.

Procedere per gradi nello svezzamento

Una volta avviato lo svezzamento, occorre procedere con molta gradualità, in modo da far abituare il bambino ai nuovi sapori e osservare eventuali reazioni allergiche: proponendo un cibo alla volta sarà più facile capire qual è l’alimento che ha provocato disturbi, come diarrea, vomito o un’eruzione sulla pelle, e quindi sospenderlo. La tabella dei pasti deve essere concordata con il pediatra. Se tutto procede regolarmente dopo circa un mese si potrà introdurre la seconda pappa, continuando a mantenere alcuni pasti a base di latte materno

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