Neonati prematuri: quanto è utile la ninna nanna?
Il canto dei genitori ha effetti benefici sulle funzioni vitali di chi è nato troppo presto. Una dolce filastrocca cantata dalla mamma o dal papà fa bene ai neonati prematuri (nati prima della 37° settimana di gestazione). Lo hanno dimostrato gli scienziati del beth Israel medical centre di New York secondo cui se i bambini ascoltano una melodia cantata dai genitori. I nati pretermine ricevono benefici evidenti: il battito cardiaco rallenta, si rilassano, mangiano e dormono meglio. La ricerca, che è stata pubblicata sulla rivista scientifica Pediatrics, è stata condotta a partire da un gruppo di 272 genitori ai quali è stato chiesto di cantare una ninna nanna per i loro piccoli appena nati, che ancora erano ricoverati sotto osservazione in ospedale. I genitori dovevano cantare per 10 minuti al giorno nel corso di due settimane, durante le quali i terapisti facevano ascoltare ai bambini suoni come il battito cardiaco della madre o quelli ovattati del liquido amniotico. Tutti i piccoli hanno avuto benefici sull’attività del cuore il cui ritmo è diminuito di 2 o 3 battiti al minuto; non solo, anche l’appetito è migliorato, a tutto vantaggio della crescita del neonato. Il canto, quindi, è molto importante perché rappresenta la familiarità e il bambino è in grado di apprezzarlo e riconoscerlo già dopo 16 settimane dal concepimento.
Neonati prematuri: perché hanno la peluria?
Al neonato prematuro può capitare che la pelle sia ricoperta da una leggera peluria, più fitta sul dorso. I genitori non devono preoccuparsi né, tantomeno, pensare di depilare il bebè, perché la peluria è destinata a cadere nel giro di pochi giorni. Si tratta, in effetti, di lanugo, ossia di peli morbidi e lisci molto diversi da quelli degli adulti. Tutti i bambini ne sono rivestiti nella vita all’interno del pancione, ma alcune volte questa peluria resta anche dopo la nascita. Solo con il passare del tempo, il corpo del bambino si coprirà di vera e propria peluria, che sarà presente in modo variabile su quasi tutto il corpo.
Fin da quando si trova nel pancione, il bambino riceve gli stimoli per la formazione del gusto, poiché si abitua ai sapori degli alimenti consumati dalla mamma, di cui resta impregnato il liquido amniotico. Durante l’allattamento al seno, poi, il bambino affina la capacità di distinguere le sfumature dei gusti. Per questo motivo, il latte materno rappresenta per il piccolo un’esperienza gustativa molto importante. Il suo sapore varia ogni giorno e dipende dai cibi che la mamma ha mangiato. Tutti questi fattori stimolano il sistema nervoso del neonato a percepire e ad apprezzare i diversi gusti, preparandolo gradualmente allo svezzamento.
Che cosa sono i riflessi di presa nel neonato?
I riflessi del neonato sono gesti innati che corrispondono a risposte automatiche e involontarie che, fin dalle prime ore di vita, il bambino dà a specifiche stimolazioni sensoriali. Fondamentalmente gli servono per adattarsi all’ambiente e per soddisfare i suoi bisogni primari, come il nutrimento. Quelli ‘di presa’ riguardano la sua capacità di afferrare e stringere un oggetto nelle manine e anche di aggrapparsi ad esso per qualche secondo. Per stimolare questa risposta istintiva basta che sfiori, per esempio, il palmo della sua mano con un dito o con un qualunque oggetto: essa gli si stringerà attorno automaticamente. Questo istinto sarebbe connesso al bisogno primordiale del cucciolo d’uomo appena nato di aggrapparsi alla madre per ottenere vicinanza e protezione.