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Mi compro il telescopio

Credo che questa sia la decisione che tutti gli appassionati di astronomia prendano nel momento in cui da semplici contemplativi e teorici capiscono di essersi fatti contagiare dalle febbre delle stelle ed entrare nel novero dei possessori di telescopi.

Si inizia sempre così, con una leggera passione manifestata tra i libri, poi seguendo l’amico astrofilo, bazzicando gli osservatori e i planetari, e infine decidendo per il grande passo: l’acquisto di un telescopio. È normale, non c’è da preoccuparsi.

Chiunque si addentri nello studio di questa scienza prima o poi desidererà possedere un telescopio per guardare da solo le stelle. Ovviamente si pone subito il problema su come orientarsi correttamente tra gli innumerevoli modelli presenti sul mercato. E ci si confronta con la domanda: esiste un telescopio ideale per chi inizia e se si, come lo si identifica?

La situazione si complica per via del mercato.

Il numero di modelli di telescopi disponibili oggi nei listini delle case produttrici e collocabili nella fascia amatoriale, ossia in quella che sta sotto i 2.000 euro, sono passati da poche decine negli anni ’80 alle centinaia attuali. Grazie alle elaborazioni dei compoteru asserviti alle leggi dell’ottica, sono stati addirittura prodotti e commercializzati strumenti con schemi ottici che fino a qualche decennio fa erano praticamente ignoti.

La rapidissima evoluzione della tecnologia ha permesso un vero salto generazionale negli strumenti, rendendo rapidamente vecchi i celebri modelli di telescopi dotati di motore sincronizzato al quarzo che andavano per la maggiore qualche lustro or sono. Essi sono stati travolti da una nuova ondata di strumenti dotati di posizionamento GPS e database computerizzato con oltre 20mila oggetti stellari memorizzati e puntamento automatico. Ovvio che l’appassionato alle prime armi che decide di fare la spesa del telescopio si senta come minimo disorientato!

La risposta giusta in definitiva non esiste e non può essere data così semplicisticamente dicendo prendete il prodotto A piuttosto che B. Vale la pena invece chiarire alcuni punti nodali che stanno alla base della scelta di un telescopio; sulla loro base ognuno sarà in grado di capire cosa sia realisticamente pù utile alle sue esigenze, individuando così il telescopio giusto per iniziare.

Tipi di telescopi

Cosa aspettarsi dai telescopi

Fermo restando che è possibile raccontare in questa sede tutto quello che si può fare con un telescopio, si possono però fissare a grandi linee i vari campi di applicazione, in maniera tale che ognuno possa capire bene qual’è quello più consono alle proprie aspettative.

Iniziamo col fare un paragone con il telescopio storico più celebre, quello di Galileo, giusto per stabilire un punto di riferimento. Ebbene, il più modesto telescopio astronomico attualmente reperibile sul mercato offre una lente di 5 cm di diametro e un prezzo nettamente inferiore ai 100 euro, ma ha potenza e qualità ottica di molto superiori al semplice cannocchiale con il quale Galileo riusci comunque a fare le sue straordinarie scoperte astronomiche; quindi pur con il più economico strumento oggi acquistabile si possono come minimo replicare le osservazioni galileiane.

Immaginate quindi le potenzialità di strumenti appena maggiori, come ad esempio un telescopio di livello base quale il diffusissimo riflettoe con schema ottico Newton 114/900 mm che ha un prezzo abbastanza variabile da produttore a produttore, ma che si può collocare attorno ai 300 euro. Consideriamo quindi questo genere di strumento come una sorta di standard per un primo approccio al telescopio, che con la sua apertura di circa 12 cm e un prezzo decisamente equo non è poi affatto male per iniziare.

Ci potremo tranquillamente osservare i pianeti del sistema solare e i dettagli della luna, ma anche i cosiddeti “oggetti deboli”, ossia nebulose, galassie, ammassi stellari. Se dovessero trovarsi a passare potremo anche osservarci comodamente le comete. Inoltre questo strumento è adatto a realizzare delel buone fotografie astronomiche. Parlando di galassie e nebuolse, ma anche di pianeti, alcuni appassionati che avvicinano per la prima volta l’occhio al teelscopio restano profondamente delusi. Ebbene, non immaginate certo che dentro al vostro oculare potranno apparire le fantasiche immagini viste su libri e in televisione.

Le foto scattate dal telescopio spaziale Hubble sono una cosa, quel che si vede da un normale telescopio amatoriale è un’altra storia, anche se ha tutta la sua bella dignità. Quindi niente delusioni, ma godetevi la realtà dello spazio che appare sotto i vostri occhi. Non va infatti dimenticato che gli strumenti di ricerca offrono capacità straordinariamente superiori ai pur ottimi strumenti amatoriali, ma soprattuto che la fotografia astronomica permette di vedere gli astri in una maniera tale che l’occhio umano neppure si sogna.

Non pensate mai di poter vedere ad occhio nudo quel che appare in una foto. È proprio una questione di gestione della luce da parte dell’occhio e della pellicola fotografica. Le foto astronomiche, a differenza di quelle tradizionali sono infatti realizzate mediante lunghissime esposizioni su pellicola, oppure con sommatorie computerizzate di decine di immagini digitali.

Questo fa si che la luce si moltiplichi nella resa finale, svelando luminosità minime, del tutto invisibili all’occhio umano. Un esempio illuminante è la famosa nebulosa detta Testa di Cavallo, che si trova in Orione e può essere vista solo con grandi telescopi operando in notti con cieli perfettamente tersi. Ebbene, essa compare invece facilmente in foto fatte con semplici teleobiettivi fotografici e pellicole adeguatamente sensibili al colore rosso. E questo proprio per via del fatto che la fotografia somma la luce in maniera notevole. Quello del colore è un problema aggiuntivo e notevole: quando il fascio luminoso è al di sotto di un certo valore, la nostra retina non riesce più a percepire i diversi colori.

Tipi di telescopi divisi per fasce di prezzo

In questo intervento dividiamo i telescopi sul mercato in base al “budget” dell’acquirente.

Se al momento di andare ad acquistare un telescopio, sia esso il vostro primo strumento o un successivo, vi ponete linterrogativo su quanto spendere e decidete di consguenza di fissare un budget, non pensate sia una cosa anomala: lo fanno tutto quelli che di congnome non fanno Agnelli! È infatti assolutamente normale valutare quanto potete spendere per il telescopio, non essendo esso uno strumento necesario per il vostro lavoro, bensì un elemento relativo ad un hobby.

Una volta deciso il budget nel quale volete muoversi cercate di stare lontani dalla prima e normale tentazione che viene in questo caso, ossia cercare il modello più potente che riuscite a comprare in quella fascia di prezzo.

È un errore banale perchè in realtè non è detto che il più potente sia il più adatto a quel che volete fare. Cercate casomai di capire bene cosa volete osservare e a cosa siete interessati, giunti a quel punto guardatevi intorno per indirizzarvi sul meglio che il vostro budget permette per quello scopo.

Ci sono infatti altre considerazioni oltre al prezzo e alla potenza, come ad esempio la trasportabilità e le ovvie predilezioni osservative di ciascun modello. Esaminiamo quindi rapidamente le varie fasce di prezzo:

prezzo fino a 200 euro

Partendo dall’assunto che il più piccolo e semplice telescopio che potete trovare oggi sul mercato è comunque almeno cento volte più potente di quello con cui Galileo fece le sue pur mirabolanti scoperte, cercate di non sottovalutare affatto i cosiddetti modelli di fascia entry, ossia sotto i 200 euro. Naturalmente si tratta di strumenti di base, adatti ad un primo approccio con il cielo; se poi vi accorgerete di esere affascinati dalla volta celeste sarà quasi invetibaile il passaggo a modelli superiori. In ogni caso non dimenticate mai che l’approccio con l’astronomia è sempre graduale. Nella fascia di prezzo fino a 200 euro si trovano prevalentemente strumenti a rifrazione; e di essi il modello 60/900 è tutt’altro che trascurabile per chi vuole cimentarsi con l’osservazione della luna e dei pianeti del sistema solare. Il problema di fondo di questi strumenti è un’altro ed è legato agli standard costruttivi. Poiché si tratta di telescopi di fascia economica essi non vengono costruiti con specifiche qualitative troppo elevate e le prestazioni possono variare da esemplare ad esemplare. Potrebbe quindi capitarvi di comprare quello uscito bene così come quello uscito male, e magari tanto male da essere quasi inutilizzabile. Rischio questo che può essere quasi completamente abbattuto se vi viene data la possibilità di provare prima lo strumento. In questa fascia si trova attualmente sul mercato anche un riflettore, un piccolo strumento a configurazione newton da 76 mm / F=700, dotato di montatura altazimutale.

prezzo da 200 a 500 euro

Questa è senza dubbio la fascia di prezzo più virtuosa, nella quale l’astrofilo alle prime armi dovrebbe cercare di scegliere il suo primo strumento. E questo soprattutto perchè in questa gamma di prodotti si trova l’intramontabile riflettore da 114/900 come anche alcuni dei suoi nuovi competitors come il riflettore da 130/900 e il rifrattore da 80/900. Parlando di marche si segnalano sia Konus che Celestron, le quali propongono rifrattori da 60mm – f/11.6, da 60mm – f/15, da 70mm – f/12 e da 80mm – f/5. Della Konus abbiamo poi tre riflettori; uno da 114mm – f/4.3, uno da 900mm – f/6.9 e uno da 114mm – f/8.7.

prezzo da 500 a 1000 euro

Se il vostro budget rientra in questa fascia di spesa siete fortunati, o forse no. Fortunati perchè la gamma di modelli tra i quali scegliere è vasta e ricca di ottimi prodotti, sfortunati perchè avrete l’imbarazzo della scelta. In questa fascia di prezzo si collocano infatti i cosiddetti “rifrattori cinesi” da 102/1000 e da 120/1000, i piccoli riflettori in configurazione Maksutov-Cassegrain da 90 o 100 mm di diametro e persino un riflettore a configurazione Newton da 200mm – f/5, anche se forse in questo caso bisogna prepararsi a sforare il tetto del budget di qualche manciata di banconote. Per le marche si spazia da Konus a Discovery, da Celestron a Meade; come modelli segnaliamo rifrattore da 90mm – f/10.1, da 102mm – f/9.8 e appunto da 120mm f/8.3, per i riflettori ci sono il classico 114mm – f/8, i Newton da 114mm – f/7.8 e da 150mm – f/8, nonché i Maksutov-Cassegrain da 90mm e da 102mm.

Prezzo oltre 1000 euro

Superata la fatidica soglia dei 1000 euro il numero dei modelli di telescopi disponibili si moltiplica notevolmente, diventando quasi una jungla. Ci si può indirizzare praticamente verso tutte le marche e non esistono a questo punto guide all’acquisto; sono infatti centinaia di modelli con presenza continua di novità e rifacimenti. Le marche comprendono Meade, Konus, Celestron, Discovery e Vixen. I modelli sui quali vale certamente la pena di puntare la propria attenzione sono i riflettori configurazione Newton da 135mm – f/5.3, da 200mm – f/4, f/5 e f/6, da 250mm – f/4.5; e poi rifrattori da 80mm, 90mm, 102mm – f/10, 150 mm – f/8, 200mm – f/5; un buon riflettore da 8″ – f/10; infine degli Schmidt-Cassegrain da 5″ – f/10 e da 8″ – f/10.

Acquistare il telescopio

Non è superfluo ripetere che il telescopio si compra sempre e solo sulla base delle proprie reali esigenze. Naturalmente prima dell’acquisto dovrete aver chiarito a voi stessi quali sono le vostre reali esigenze! È ovvio che è preso per la prima volta dalla passione per gli astri vorrebbe vedere tutto, ma se ciò è normale, è anche logico che prima o poi si faccia pulizia e si individuino i filoni di interesse sui quali ci si vuole muovere.

Tenete sempre a mente che non esiste “il telescopio perfetto”, quello che va tutto benissimo, ma c’è solo una vasta gamma di modelli, ognuno con punti di forza e di debolezza, nella quale troverete quello adatto per voi, che vi permetterà di cogliere le migliori soddisfazioni. Per fare chiarezza nella vostra confusione in vista dell’acquisto fissate due punti cardine: cosa volete osservare e da dove volete osservare.

Cosa volete osservare

Innanzitutto stabilite se preferite l’osservazione o la fotografia in alta risoluzione, quindi puntando sui pianeti del sistema solare, sulla luna, sul sole e magari sulle stelle doppie, oppure vi interessano sorgenti più deboli che necessitano di alta luminosità, come le galassie, le nebulose, gli ammassi stellari e le comete. Questa distinzione porta già a una netta separazione dei modelli in base alle prestazioni riferite a risoluzione e luminosità.

Considerate che gli schemi ottici dei telescopi influiscono molto sul loro comportamento con i vari oggetti osservati. I rifrattori con alto rapporto focale, in generale superiore a 10, sono l’ideale per osservazioni ad alta risoluzione; al contrario i telescopi a specchio con focale corta riescono a dare il massimo su nebulose tenui e diffuse.

Da dove osservate

Il tpo di telescopio che fa per voi dipende anche molto da dove lo utilizzerete. Se potete piazzare stabilmente lo strumento sul balcone di casa, ammesso che l’inquinamento luminoso non lo accechi, è un conto; se invece volete, o potete, osservare il cielo solo in trasferta, magari perchè viaggiate molto oppure perchè l’inquinamento luminoso del luogo dove abitate rende impossibile vedere alcunchè nel cielo, allora è importante avere un telescopio agevolmente trasportabile, da portare sempre con voi. Questa valutazione influisce non poco sulla montatura e sulla taglia dello strumento.

Purtroppo, data la situazione delle nostre città e delle aree urbane, sono ormai pochi gli astrofili così fortunati da avere a disposizione un buon cielo pulito e scuro dal balcone di casa propria. Ttutti gli altri sono costretti a migrare verso aree tranquille.

Se peonsate davvero di portare sempre con voi lo strumento, sappiate che esiste una vasta gamma di telescopi ideati appositamente per questo scopo. Si tratta dei piccoli strumenti compatti, solitamente in configurazione ottica Schmidt-Cassegrain oppure Maksutov Cassegrain prodotti dalla della Meade (serie ETX) e della Celestron (serie Nexstar) che offrono modelli con diametri di 70, 80, 90, 105 e persino 125 mm.

I vantaggi di questi strumenti sono la grande trasportabilità e la elevata qualità ottica dei modelli catadiottrici; la nota dolente aimè è nel prezzo alquanto elevato, anche se si giustifica per via delle montature computerizzate. Una discreta alternativa può essere rappresentata dai rifrattori acromatici a focale corta di produzione cinese. La loro compattezza e leggerezza sono tali da renderli ancora facilmente trasportabili, a fronte di un costo medio che viaggia attorno alla metà di quello dei riflettori portatili.

Consigli pratici per l’acquisto di un telescopio

Se volete effettuare un acquisto sicuro tenete a mente queste poche regole:

Ingrandimenti e prestazioni

Non ascoltate i proclami dei venditori, soprattutto se puntano a stupirvi con la storia degli ingrandimenti. Il fantastico volumetto “Astronomia Pratica” di Wolfgang Schroeder, vera bibbia degli astrofili, recita quanto segue: “Per quanto possa sembrare strano, l’ingrandimento dell’oggetto da osservare è la meno importante delle funzioni di un telescopio. E’ facilissimo costruirne uno che ingrandisca cento volte senza mostrare un solo particolare di più di quelli osservabili ad occhio nudo”. Questo vuol dire che, considerando che tutti i telescopi di livello amatoriale hanno un ingrandimento che può variare da poche decine a un massimo di poche centinaia, in realtà quello che conta è il diametro dello strumento; segue poi il valore della focale. Altri elementi di grande importanza sono lo schema ottico e la montatura, di cui molti dimenticano l’essenziale ruolo.

Montatura

Molti spesso l’acquirente alle prime armi esamina la montatura e non si rende conto della sua struttura; non valuta cioè il fatto che una strutura di sostegno striminzita, con assi sottili che tutto richiamano alla mente tranne in concetto di solidità e robustezza, servono davvero a poco. Provate a serrare gli assi e le viti del treppiede: non devono esserci giochi di alcun tipo e se scuotete il telescopio esso non deve vibrare affatto. Se invece vi da l’idea di essere poco saldo, durante l’osservazione potrebbe diventarvi difficoltosa la messa a fuoco quando usate alti ingrandimenti; di conseguenza la fotografia astronomica sarebbe praticamente impossibile. Per tenere basso il prezzo molti telescopi vengono ancora oggi venduti con montature inadeguate.

Leggete il nostro articolo per approfondire la montatura del telescopio

Accessori

A dispetto della parola stessa, quelli che vengono definiti accessori e dettagli costruttivi non sono poi così “accessori” nel caso dei telescopi. Spesso essi diventano invece elementi fondamentali e assolutamente necessari per fare buone osservazioni. Verificate quindi con cura quanto segue:

Messa a fuoco

A meno che il modello di telescopio non appartenga a una categoria veramente economica, che rasenta il concetto di giocattolo, il meccanismo di fuocheggiatura deve essere totalmemte realizzato in solido metallo e in grado di ospitare oculari con diametro standard di 31.8 mm.

Cercatore

Il cercatore deve esser di buona qualità e non scadente, se non volete rischiare di impazzire per puntare un oggetto. Provatelo guardandoci dentro e verificando che la messa a fuoco sia uniforme e perfetta su tutto il campo visivo; controllate inoltre il supporto, assicrandovi che sia di metallo e non di plastica, stabile e non ballerino. L’ideale sono quelli con supporti metallici a due anelli con viti di regolazione.

Oculari

A volte con il telescopio vengono forniti oculari che si rivelano essere di qualità davvero veramente scarsa. Se avete la possibilità di verificarli prima dell’qcauisto e controllarne la qualità effettiva, meglio per voi, altrimenti entrate subito nell’ottica mentale che prima o poi vi converrà acquistarne qualcuno di qualità elevata.

Treppiede

Negli anni scorsi il treppiede rappresentava il punto meno rischioso dei telescopi. Di recente però sono posti in commercio strumenti dotati di treppiedi davvero sottodimensionati rispetto al telescopio che dovrebbero sorreggere; a vista si capisce che non possono garantire la dovuta stabilità. Quello che stupisce è questo fenomeno accade anche nel caso di modelli assai costosi e dotati di computer.

Filtro solare

Ponete davvero molta attenzione al filtro solare che viene fornito in dotazione con molti telescopi e va avvitato all’oculare per osservare direttamente la nostra stella. Per poterlo utilizzare in piena sicurezza per i vostri occhi è sempre necessario diaframmare il vostro telescopio in modo da portarlo a lavorare con f/20 o meglio f/25. Q

uesto significa, parlando in termini pratici, che dovete mettere davanti al telescopio una maschera che abbia un foro che sia 20 o 25 volte più piccolo della focale dello strumento. Se ad esempio usate un telescopio da 114/900, a calcoli fatti dovete usare una maschera con un foro di circa 4 centimetri di diametro.

È fondamentale usare questa precauzione per un motivo assai semplice e importante: con luce diretta senza maschera il filtro solare potrebbe rompersi d’improvviso proprio mentre state osservando e questo lascerebbe passare immediatamente e senza preavviso la luce del Sole concentrata dalle lenti e puntata direttamente nel vostro occhio. Gli esiti sono disastrosi!

Per sfruttare l’intera apertura dello strumento dovete costruire un filtro speciale che va posizionato davanti all’obiettivo del telescopio: si può fare in casa usando l’economico Astrosolar, pellicola argentea che si ritaglia nella forma e nella dimensione necessaria.

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Milena Talento19 Ottobre 2020

One Comment

  • omar ha detto:

    ciao…devo comprare il vetro de un telescopio kaewa sono 2 tondi, dove posso travarli..grazie

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