Bambini ansiosi

Quando il bambino è ansioso. Le problematiche legate all’ansia sono un disturbo piuttosto comune in bambini di tutte le età e vanno trattate subito e nel modo adeguato per evitare che si trasformino in un problema più grande, con la crescita. Per sapere di più su come affrontare i disturbi legati all’ansia nei bambini, continua a leggere!

Bambini ansiosi: cosa sapere

L’ansia nei bambini 1

Cause dell’ansia nei bambini 1

Manifestazioni dell’ansia nei bambini 2

Consigli per i genitori con figli ansiosi 3

Terapie per l’ansia nei bambini 4

Approfondire le problematiche dell’ansia nei bambini 4

Negli ultimi anni il numero di bambini e ragazzini che manifesta specifici disturbi d’ansia ha raggiunto un livello da allarme sociale. Pare che il 21% dei ragazzi di 8, 12 e 17 anni presenti una sintomatologia e disturbi tali da giustificare una diagnosi di ansia.

L’ansia è normale e prevedibile in certi momenti dello sviluppo come nella separazione dai genitori oppure quando i bambini rimangono soli al buio o durante un temporale, mentre diventa più grave se interferisce con le attività giornaliere, durante la scuola, o quando si è in compagnia di altri coetanei. Il disturbo d’ansia nel bambino piccolo è spesso manifestato con sintomi quali cefalea, vomito e dolori addominali.

A partire dalla pre adolescenza invece (verso i 12/13 anni) le crisi assumono atteggiamenti di continua richiesta, manifestazioni di collera e alterazioni comportamentali. Quello che oggi preoccupa maggiormente è l’ansia da separazione, l’ansia generalizzata, le fobie specifiche e i disturbi ossessivo compulsivi. Ci sono bambini che sentono il bisogno di lavarsi continuamente le mani, altri che vogliono i pupazzi sempre nello stesso ordine, altri ancora che vogliono indossare sempre le medesime scarpe. Purtroppo però l’ansia che colpisce in questa fascia di età viene spesso misconosciuta e confusa con altri disturbi.

Cause dell’ansia nei bambini

Le cause dell’aumento di questi disturbi sono da ricercare tutte nella storia personale di questi bambini e ragazzi e in quella dei loro genitori. Anche la società ha un ruolo preponderante, è cambiata la civiltà, siamo passati in pochi anni da una realtà contadina a una industriale e insieme è cambiato il matrimonio. Esplodono separazioni e divorzi, e si creano nuove forme di famiglia allargata.

Nel frattempo i più piccoli somatizzano, cioè trasformano le loro ansie e angosce in sintomi. Spesso i bambini manifestano il loro disagio con crisi di pianto disperato, agitazione psicomotoria, enuresi notturna (pipì a letto), nausee e vomito. Mentre i più grandi non dormono, hanno incubi, svengono, sentono palpitazioni e vertigini. Il rapporto con i genitori è molte volte la causa principale di questo sconvolgimento infantile.

Per prima cosa gli adulti sono iperprotettivi con i figli, come conseguenza al fatto che spesso non sono presenti nella vita dei bambini. Succede che un padre o una madre che stanno totalmente con i figli solo il fine settimana, sviluppano dei forti sensi di colpa che li portano ad avere una presenza patogena (malata) nelle poche ore di condivisione; poi durante la settimana si dileguano in una routine nella quale il padre che torna a casa ignora il figlio. Il bambino a questo punto avverte un senso di perdita, mentre il figlio dovrebbe poter contare sui genitori sempre, magari mezz’ora al girono, ma con costanza.

Inoltre gli adulti non sanno più dire “no”, quei no che dovrebbero essere detti per far sviluppare una personalità ai figli, quella necessaria autonomia emotiva. Altre volte le nevrosi si trasmettono direttamente da madre a figlio addirittura durante l’allattamento, in un meccanismo che la psichiatria chiama subliminale e che potrà compromettere infanzia e adolescenza. Questo accade perché quando si è lattanti la mamma è la maggior trasmettitrice di ansia.

Sta a lei, quando il bambino è più grande insegnargli a gestire le emozioni rendendo i figli partecipi di tutti i meccanismi della vita. Ma anche un papà ansioso, apprensivo che non riesce a controllarsi “educa” il figlio all’ansia, gliela trasmette e il bambino apprende questa modalità trasferendola su tutto.

Manifestazioni dell’ansia nei bambini

I disturbi d’ansia nei bambini vengono classificati in:

  • Ansia da separazione. Nei bambini, l’ansia da separazione è una reazione di spavento che essi manifestano quando sono separati dalle persone di riferimento ( genitori, nonni, famigliari). Questo disturbo accompagna le situazioni di perdita o mancanza vissuta in diversi momenti e rappresenta un passaggio fondamentale per la crescita del bambino che viene superata con il progredire dei processi cognitivi e l’acquisizione della sicurezza emozionale. Solitamente compare a partire dai 5/6 mesi e perdura fino ai 14/20 mesi, divenendo sempre meno frequente e tendendo a scomparire. L’ansia da separazione diventa un disturbo reale quando i sintomi sono eccessivi e tendono a durare a lungo. In questi casi i bambini saranno estremamente nostalgici quando sono fuori casa, avranno molta paura di non ritrovare i genitori ed eviteranno di muoversi da soli. Potranno anche avere paura a dormire da soli. A volte il disturbo si presenta in seguito ad un evento stressante che ha scatenato tale reazione, ad esempio un trasferimento, il cambio di scuola, la separazione dei genitori, un lutto.
  • Disturbo d’ansia generalizzata. Il disturbo d’ansia generalizzata è caratterizzato dalla presenza per un periodo di almeno 6 mesi, di uno stato di eccessiva ansia e preoccupazione. La gravità, la frequenza o la durata della preoccupazione sono molto esagerate rispetto a quanto richiederebbe la situazione. Tra i sintomi più comuni il bambino manifesta tensione motoria, iperattività, ridotta concentrazione, facile distraibilità, palpitazioni e sudorazione. I bambini che soffrono di ansia generalizzata temono di sbagliare ogni cosa che fanno , strappano il quaderno durante i compiti, rimangono in disparte nell’attività sportiva per paura di non riuscire, e lamentano spesso mal di pancia, cefalea e vomito.
  • Fobie (o paure). Le fobie sono delle paure ingiustificate verso un oggetto o un evento, e il contatto con queste situazioni genera una reazione di intensa angoscia. La classificazione americana distingue la fobia sociale che consiste in una paura persistente e irrazionale di situazioni, in cui il soggetto è esposto all’eventuale attenta osservazione da parte degli altri. Solitamente i bambini con questo disturbo non riescono a parlare di fronte ad altri, a mangiare in compagnia o a rispondere a semplici domande, ad esempio quando si è chiamati dalla maestra alla lavagna. Le paure semplici, invece, rappresentano per la loro frequenza un evento quasi costante nella crescita del bambino, si inizia con la paura del buio, per passare a quella degli animali che mordono, ai fantasmi e agli orchi. Solitamente queste forme di fobia vengono accompagnate da tachicardia, sudore e difficoltà a parlare, ma anche da scoppi di ira, irrigidimento e attacco di panico. Nella maggior parte dei casi le fobie scompaiono da sole verso i 7/8 anni, ma in alcuni bambini possono anche rimanere. A volte le famiglie sottovalutano questi disturbi e pensano che il contatto diretto con l’oggetto che crea paura sia l’atteggiamento migliore. Ma non è così; il dialogo è sicuramente più efficace, perché serve ai genitori per capire cosa si nasconde dietro a tutto ciò.
  • Disturbo ossessivo / compulsivo. Questo tipo di disturbo è provato da un bambino su 7 ed è caratterizzato dalla presenza di ossessioni (pensieri intrusivi e persistenti) e/o dalla presenza di compulsioni (rituali continui) che hanno lo scopo di neutralizzare e scacciare l’ansia. Per esempio, ci sono bambini che devono continuamente lavarsi le mani, altri devono toccare un determinato oggetto prima di fare qualcosa. Come per tutti i disturbi d’ansia spesso scompaiono da soli verso i 7/8 anni. Laddove questi sintomi perdurano è però necessario approfondire la struttura di personalità perché potrebbe nascondere problemi di tipo psicotico.

Consigli per i genitori con figli ansiosi

Gli specialisti del settore, psicologi e neuropsichiatri infantili, hanno dato alcuni consigli che possono aiutare a impedire l’insorgere di gravi fenomeni di ansia nei bambini.

Promuovere e valorizzare tutti i luoghi e i momenti di socializzazione dei figli. Per esempio la scuola, lo sport, l’oratorio, le associazioni.

Non farsi mai travolgere né sovrastare dai sensi di colpa verso i figli; cercare di renderli consapevoli dei meccanismi della propria vita. È importante che gli adulti sappiano dire di “no” al momento giusto: non aver paura di apparire educatori troppo severi per la crescita dei propri figli

Fare attenzione per controllare e curare le proprie ansie e le proprie nevrosi: la trasmissione diretta dai genitori ai figli è la cosa più frequente e grave. Avere uno stile educativo coerente, ovvero dare risposte sempre simili per comportamenti simili.

Indici di allarme che svelano l’ansia nel bambino

Gli indici di allarme sono quei comportamenti o atteggiamenti che svelano il disagio del bambino:

  • se a 1 anno il bambino ha disturbi dell’alimentazione o del sonno
  • se a 2 o 3 anni il bambino ha difficoltà a separarsi dai genitori e a affrontare l’ingresso nella scuola materna
  • se a 2 o 3 anni il bambino ha un ritardo del linguaggio non dovuto a cause meccaniche
  • se entro i 5 anni non ha raggiunto il controllo sfinterico ( è in grado di fare cacca e pipì senza pannolino), soprattutto di giorno
  • se dai 2 anni in poi è troppo irrequieto e troppo calmo

Terapie per l’ansia nei bambini

La terapia psicologica maggiormente usata per curare il disturbo dell’ansia, prevede il coinvolgimento di uno o più adulti significativi della famiglia, senza la presenza del bambino. L’intervento è incentrato solamente sul problema attuale e prende in considerazione la modalità di manifestazione dei sintomi e i tentativi fino a quel momento usati.

Spesso infatti il disagio del bambino non è causato tanto dal problema in sé, quanto dal modo in cui si cerca di risolverlo. Per questo motivo è fondamentale rivolgersi ad uno psicologo specialista, che potrà intervenire in tempi brevi e senza farmaci.

Approfondire le problematiche dell’ansia nei bambini

  • Guida genitori
    sito che con la collaborazione di genitori, medici e psicologi offre spunti di confronto sull’educazione, la salute e la difesa dei minori.
  • Niente ansia
    sito di psicologia sui disturbi d’ansia e da stress. Rimedi efficaci per controllare l’ansia.
  • Psicologia sviluppo
    sito del centro clinico per gli interventi in psicologia dell’età evolutiva e adolescenza.
  • Lidap
    sito della associazione onlus sui disturbi di ansia. È presente anche una parte dedicata ai disturbi d’ansia nell’infanzia.
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Milena Talento
Classe 1985, una laurea in Filosofia e una passione per il web nata ai tempi dei convegni universitari su Merleau-Ponty e i neuroni specchio. Autodidatta dalla A alla Z, comprende le potenzialità lavorative ma soprattutto economiche delle emergenti professioni tecnologiche e decide di sfruttare le proprie abilità letterarie e logiche applicandole ad un ambito nuovo. Da qui si affaccia alla professione di copywriter che coltiva per diversi anni. Scrive per alcuni e-commerce emergenti (tra cui Dalani e Zalando), si appassiona alla programmazione dei siti web, ma soprattutto agli algoritmi di Google. Circa 10 anni fa apre una web agency con cui si occupa di comunicazione a 360°. Guidaconsumatore.com viene acquistato nel 2018, dopo anni passati a lavorare in redazione come copy e seo.
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