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Ma il pallore è solo un aspetto dell’anemia, ci sono altre cose da tenere presente, come per esempio il controllo dei battiti del polso a riposo. Mediamente, un bimbo da 1 a 3 anni ha una frequenza cardiaca pari a 125 battiti al minuto, mentre fino agli 8 anni i battiti sono 96. Se dovesse insorgere l’anemia i battiti potrebbero aumentare del 10% o addirittura del 20% in relazione anche all’età.

Se avete il minimo dubbio, consultate il pediatra che prescriverà al piccolo un esame del sangue per controllare la quantità di emoglobina presente nel sangue, il numero di globuli rossi e globuli bianchi. Vengono controllati inoltre i valori della sidereminia (ferro) e la transferrina (proteina).

Esiste prevenzione? L’unica cosa da fare è di includere nell’alimentazione cibi che contengono ferro. Il ferro contenuto nei fagioli nelle lenticchie e negli spinaci viene assorbito con più difficoltà di quello invece che è contenuto nella carne.Buona l’associazione dei legumi con i cereali e verdure con proteine animali. Le fibre e un eccessivo consumo di the , ostacolano l’assorbimento di ferro.

Ma una volta accertata l’anemia sarà il pediatra stesso a stilare una dieta apposta per il bambino, se anche con un’alimentazione adeguata, i risultati non sono soddisfacenti, il medico potrà integrare la cura somministrando delle gocce contenenti ferro.

Il periodo di cura può durare anche qualche mese ma sarà il dottore a valutare la situazione. E’ importante non solo guarire dall’anemia, ma anche reintegrare i depositi di ferro nell’organismo.

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