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Il grande mistero della sfinge

Chiunque si rechi in Egitto, per una vacanza sul mar Rosso o si trovi a visitare la città del Cairo, non può non rimanere abbagliato dalla grandezza e dalla magnificenza delle piramidi. Si trovano a pochi passi dal Cairo e, anzi, ci si stupisce quasi di come sia possibile trovarsi immersi in un sito archeologico così importante e famosi viaggiando in macchina partendo dal Cario.

In Egitto l’antichità e il presente convivono insieme in modo quasi impressionante ed è un dato certo che alle porte del Cairo ci si trova quasi spiazzati dall’incontro con le piramidi. Sono tre, dedicate rispettivamente a Chefren, Cheope e Micerino, ma una volta arrivati in questo sito archeologico c’è un altro monumento che colpisce l’attenzione del turista: la sfinge.

La Sfinge si trova a sud est rispetto alla Grande Piramide ed è considerata la più grande statua monumentale esistente al mondo per via delle sue dimensioni; è lunga 73 metri, è alta 20 metri e larga 6 metri. È stata scolpita da uno sperone di roccia e, secondo gli studiosi, alla sua base col tempo venne aggiunto un sistema di blocchi di pietra.

Da sempre questa statua è considerata un esempio di zoomorfia, ossia di fusione tra un elemento umano e uno animale. La sfinge ha infatti una testa umana e un corpo leonino. Per gli archeologi di tutti i tempi questo monumento ha sempre rappresentato un fitto mistero, molto intricato da risolvere e ricco di domande che, ancora oggi, non trovano risposta.

Sappiamo per certo che il nome sfinge deriva dal greco e significa “colei che strangola”. Secondo le interpretazioni ufficiali dell’archeologia si ritiene che la testa della sfinge raffiguri il volto del faraone Chefren; questa interpretazione è frutto di numerosi studi che si basano su un’iscrizione a sua volta scoperta su una stele di granito trovata tra le zampe anteriori della stessa Sfinge.

L’iscrizione fa riferimento al faraone Thutmose IV, che nella sua vita terrena ebbe un’apparizione in sogno del dio Ra. Il dio promise al faraone l’intero regno se avesse liberato la sfinge dalla sabbia che la nascondeva dai tempi in cui la necropoli di Giza venne abbandonata. Il faraone mise in atto il compito affidatogli da Ra e, una volta diventato re, fece scolpire una stele di granito per festeggiare il grandioso evento. La stele raffigurava due leoni al di sopra di due tempi, l’uno rivolto a est e l’altro rivolto a ovest.

Il mistero del naso della Sfinge

La Sfinge è considerata l’emblema del mistero, ma esiste anche un mistero nel mistero: il suo naso. Sono molti i racconti che ruotano attorno a questo piccolo particolare, perché se avete osservato molto attentamente questo monumento vi sarete accorti che la Sfinge è senza naso. Perché? Secondo alcune leggende il naso è stato distrutto da un ottomano o da un mamelucco, ma in realtà gli studiosi concordano con una versione più netta; il naso è andato perso prima del XV secolo. In base a diverse ricostruzioni, la Sfinge avrebbe avuto anche una barba stilizzata, in pieno stile egizio a rappresentare la stirpe regale, ma anche questo particolare è andato distrutto.

Il simbolo dell’Egitto

Fotografie, cartoline e immagini rappresentative; la Sfinge è a tutti gli effetti il simbolo dell’Egitto, ma quando è stato costruito questo monumento storico? La teoria più accreditata vuole che la Sfinge sia stata costruita intorno al 2500 a.c, dal faraone Chefren. Nel 1991 una serie di indagini scientifiche ha dimostrato, avvalendosi di prove geologiche, come questo monumento sia stato costruito almeno 600 anni prima di Cristo, quindi, facendo un rapido calcolo, 3000 anni prima l’inizio della civiltà egizia. Questa è stata una scoperta a dir poco sconvolgente e lo stesso mondo dell’egittologia ne rimase sconvolto.

Sempre negli anni ’90 si impose un’altra teoria: alcuni studiosi ipotizzarono che la Sfinge potesse essere stata costruita tra il 2520 e il 2494, durante il regno del faraone Chefren. Questa ipotesi fu poi accettata all’unanimità da tutti gli egittologi, anche a riprova del fatto che il volto del Faraone conservato grazie a una statua che si trova al Museo Egizio del Cairo assomiglierebbe proprio alla Sfinge.

Misteri e incongruenze sulla Sfinge

Il primo mistero che riguarda la Sfinge è una domanda molto semplice: perché il monumento ha il corpo da leone e il volto da umano? In realtà non esiste nessun tipo di riferimento, religioso o mitologico che possa giustificare questo genere di fusione. Il riferimento più accreditato, in mancanza d’altri, fa riferimento alla dea Sekhmet, con il volto da leone e il corpo umano.

Un altro mistero che ruota attorno alla Sfinge riguarda l’analisi della roccia che in questi anni è stata analizzata diverse volte. Sembrerebbe che la base della Sfinge sia stata corrosa dall’acqua, ma questo dato non coinciderebbe con l’intensità delle precipitazioni in Egitto, molto deboli negli ultimi 4.500 e comunque non di tale intensità da giustificare un’erosione simile.

C’è poi la questione dei documenti che riguardano l’antico Egitto; quelli che si riferiscono al Nuovo Regno sino all’epoca romana parlano della Sfinge come di un monumento molto più antico delle piramidi. Esiste poi una stele che risale al VI-VII secolo a.C, che documenterebbe che la Sfinge esisteva già al tempo di Cheope e che il faraone si occupò della restaurazione del monumento colpito da un fulmine.

Le teorie alternative

Oltre alle diverse teorie e dimostrazioni del mondo dell’Egittologia, esiste anche un filone di studiosi che sostengono diverse teorie alternative. Una, in particolare, vorrebbe che il corpo e la testa della Sfinge risalgano a epoca diverse. Secondo questa alternativa teoria, la Sfinge rappresentava un leone e la sua costruzione risalirebbe al 10.500 a.c.

Questa data sarebbe stata calcolata in base all’ipotesi che nell’anno 10.500 a.c il monumento era rivolto verso oriente e guardava sé stessa rivolta verso il cielo. In quel periodo, infatti, il sole sorgeva nella costellazione del Leone e il monumento sarebbe stata la riproduzione di questa costellazione. Sempre secondo questa interpretazione, al momento sarebbe stato dato un volto umano in un secondo momento. Ma sulla storia di questo monumento nel tempo si sono alternate altre ipotesi, unite a misteri e leggende popolari. Per molto tempo, per esempio, si è creduto che all’interno della Sfinge ci fosse un sistema di passaggi segreti e ben nascosti. Attualmente possiamo dire con certezza che all’interno del monumento è presente un solo passaggio, una sorta di varco senza uscita posto dietro alla testa della Sfinge.

In realtà questo varco è stato costruito ad hoc nel XIX secolo da John Shae Perring e da Howard Vyse proprio durante alcune esplorazioni volte a trovare alcuni presunti passaggi segreti all’interno della Sfinge. L’ipotesi che dentro la Sfinge si nascondano dunque passaggi segreti ad oggi non trova alcun fondamento scientifico, anche se alcune ricerche condotte nel 2007 potrebbero ribaltare la situazione dimostrando l’effettiva esistenza di alcuni cunicoli sotterranei.

La Stanza dei Registri

I misteri e le leggende che aleggiano sulla grande Sfinge non sono destinati a finire, anzi, sembra proprio che il suo mito sia destinato a vivere per sempre, ben oltre il noto e le scoperte fatte. Secondo alcune credenze proprio al di sotto della Sfinge sarebbe nascosta la Stanza dei Registri, una biblioteca che conterrebbe tutti i paperi inerenti alla conoscenza del popolo egizio.

Negli anni ’70 furono effettuate delle ricerche che hanno misurato e studiato la composizione del terreno che circonda la Sfinge. I risultati hanno messo in evidenza che nella parte posteriore del monumento, corrispondente alle zampe, risultavano delle anomalie. Le ricerche sono proseguite con una serie di trivellazione che, però, non riscontrarono nessuna cavità sotterranea e furono spiegate come semplice causa naturale dovuta alla pietra calcarea.

Nonostante le prove scientifiche portate a sostegno della teoria che vuole che sotto la Sfinge non si nasconda nulla, in tuti questi anni non hanno mai cessato di esistere teorie alternative, sospetti e altre ipotesi. Siamo ormai nel campo della pseudo-archeologia, una disciplina che comunque attrae appassionati di misteri e di esoterismo, pronta a credere a qualsiasi cosa.

C’è chi ha sostenuto nel tempo che la Stanza esista davvero, ma che non sia opera degli Egizi, bensì di un altro popolo preistorico e di razze aliene. In base a queste teorie, i costruttori della Stanza l’avrebbe sigillata con rotoli che raccoglievano tutto il sapere della loro conoscenza intorno al 10.500, periodo che risalirebbe alla costellazione del leone.

Insomma, teorie decisamente distanti dagli studiosi e degli archeologi, ma un insieme di ottimi spunti per creare un’intrigante e avventurosa sceneggiatura di un film o di un libro. In fondo gli Egizi saranno sempre associati al mistero, alle pratiche magiche e ai più importanti segreti della storia.

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