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Pianoforte

Il pianoforte

Il pianoforte nasce ai primi del ‘700 ed è uno strumento a meccanica complessa: i tasti azionano i martelletti che vanno a impattare una o più corde la cui vibrazione produce il suono amplificato dalla tavola armonica. Contrariamente al suo antenato clavicembalo, il pianoforte può produrre note di varia intensità a seconda della pressione che si esercita sul tasto, i tipi di pianoforte più diffusi sono il verticale e quello a coda.

Storia del pianoforte

Dall’inizio del Settecento, quando il liutaio padovanoBartolomeo Cristofori ne presenta la prima versione, ai giorni nostri la storia del pianoforte passa attraverso numerose modifiche tecniche e strutturali, e attraverso perfezionamenti nati dall’esigenza dei musicisti di ottenere un suono sempre più potente e armonioso. Il prototipo, a cui il Cristofori impone il nome di fortepiano, è per l’esattezza un “gravicembalo col piano e forte” cioè una sorta di clavicembalo con i martelletti a percuotere le corde al posto dei plettri a pizzicarle. Questo cambiamento determina la nascita della meccanica moderna, che in seguito lo stesso Cristofori perfeziona, aumentando la velocità del sistema di ritorno dei martelletti (che prende il nome di “scappamento”), con il vantaggio di permettere al pianista di ritornare immediatamente sulla stessa nota, cosa che con il clavicembalo non poteva succedere. Grazie alla nuova tecnica a percussione, l’esecutore può finalmente controllare l’intensità del suono, variando la pressione sui tasti, calibrandone forza, dolcezza e potenza espressiva.

L’invenzione di Cristofori non ha un successo immediato, ma ormai il seme è gettato e fiorisce pochi anno dopo nel 1725, quando lo scritto in cui Scipione Maffei descrive il pianoforte di Cristofori viene divulgato in tutta Europa. L’idea piace ad alcuni liutai tedeschi. Il seme di Cristofori ha una p rima fioritura in Germania, dove Cristoph Scroeter presenta lo strumento a Johann Sebastian Bach, che sulle prime non lo apprezza. Federico II è invece più intuitivo e così i primi pianoforti a coda fanno capolino alla corte di Prussia. Il liutaio Sielberman aggiunge un meccanismo antesignano dei pedali, che se azionato permette al martelletto di colpire solo una delle due corde preposte a vibrare ogni nota. A questo punto il pianoforte è finalmente distinto dal clavicembalo e gli autori dell’epoca iniziano a comporre espressamente per questo nuovo entusiasmante strumento.

E’ l’allievo di Silbermann, Johann André Stein, a perfezionare lo scappamento degli smorzatori nella sua fabbrica di Augusta e a ricevere la stima di Wolfang Amedeus Mozart, felice per la varietà espressiva del nuovo strumento. I figli di Stain, trasferendo l’attività a Vienna, divulgano un pianoforte detto a meccanica Viennese, contribuendo a creare la leggenda della capitale della musica del XIX secolo. Sugli strumenti di Stein suonano Mozart e Beethoven. F. Chopin, invece, si affida ai migliori costruttori francesi Érard e Pleyel. In Inghilterra a partire dalla metà del Settecento si sviluppa una scuola opposta alla viennese, che prevede una meccanica più complessa.
Nell’Ottocento l’aumento delle corde e della loro lunghezza mette in pensione il legno come materiale portante, troppo tenero per sopportare la tensione, per questa ragione Broadwood rinforza il telaio con supporti metallici e dieci anni dopo, nel 1831, Thomas Allen sviluppa il telaio metallico. Nel 1872 Theodor Steinway crea il telaio detto “cupola iron frame” e due anni dopo apporta il pedale che tiene sollevati gli smorzatori dei tasti premuti.

Dopo il 1850, con la maggiore diffusione del pianoforte, nascono nuove fabbriche costruttrici, come l’austriaca Bosendorfer. In Germania si distinguono le marche: Bluthner, Bechstein, Ibach, Schiedmayer, Lipp, Kaps, August Foster di Loebau, Ronisch, Ed. Seiler, Stengraber, Steinweg. A New York Theodor Steinway, figlio del tedesco Steinweg crea la Steinway&Sons con sedi anche ad Amburgo e a Londra. In Inghilterra sono Collard, Hopkinson e Chappel i maggiori costruttori di pianoforti, mentre nel nostro paese si fa apprezzare la Schulze Pollmann e più recentemente Fazioli. Nel Novecento le giapponesi Yamaha e Kawai si aggiudicano una buona fetta del mercato internazionale.

Storia del pianoforte verticale

Anche il pianoforte verticale subisce molti cambiamenti strutturali dal 1780, quando nasce la meccanica a bacchetta con le sue stecche di legno a collegare la tastiera ai martelletti. Verso lo scadere del secolo John Landreth e William Southwell presentano un modello con la testa del martelletto perpendicolare alle corde per accelerarne il rientro.

La meccanica verticale vede la luce nel 1831 ad opera di Robert Wornus che vi applica la sua versione della meccanica a blocco nastro (un sistema di frenatura del martelletto). Nello stesso periodo viene introdotto un panno di feltro che si sposta sulle corde per spegnerne la vibrazione, quando viene premuto un tasto musicale, questo sistema è in uso fino all’Ottocento in Inghilterra. La soluzione della meccanica moderna provvede invece a smorzare la vibrazione sovrapponendo il feltro alle corde, attraverso una leva attaccata al meccanismo del martelletto. Il 1840 sancisce l’evoluzione definitiva della meccanica del pianoforte verticale con i perni di accordatura in alto e le corde diagonali fissate alla base dello strumento, la tastiera e la meccanica sono al centro della lunghezza delle corde.

Caratteristiche tecniche del pianoforte

L’interno del pianoforte è un mondo ordinato, composto da una meccanica perfetta, rivestita da legni pregiati. La parte esteriore dello strumento comprende il coperchio, le gambe e le fasce che sono di legno di pioppo e abete. Aprendo il coperchio si vede la meccanica, composta da martelletti, smorzatori e caviglie. E’ la percussione delle corde a produrre il suono ad opera di martelletti in legno ricoperti da feltro. Gli smorzatori sono in legno e feltro come i martelletti e hanno il compito di bloccare la vibrazione delle corde, che a loro volta sono legate a caviglie conficcate nel pancone.

La definizione di pianoforte orizzontale o verticale riguarda la disposizione delle corde, nel secondo caso sono fissate a una tavola armonica. La tastiera di 52 tasti è montata su di una struttura in legno d’abete, i tasti bianchi un tempo erano in osso o in avorio e i neri in ebano, ora sono tutti di galalite. Due pedali, uno per il forte e uno per il pano, si trovano all’altezza dei piedi al centro dello strumento e possono essere azionati anche contemporaneamente.

Tipi di pianoforte

Non tutti i pianoforti, però sono uguali. In commercio, infatti, esistono diversi tipi di pianoforte ed è importante imparare a conoscerli e distinguerli in base alle loro caratteristiche per poi scegliere quello più adatto alle proprie esigenze.

Pianoforte orizzontale

Più conosciuto come pianoforte a coda, poggiato su tre gambe si divide in tre categorie a seconda della taglia: tutta coda, mezza coda e gran concerto. Ha un suono migliore degli altri modelli per la disposizione delle corde in orizzontale che ne permette una maggiore estensione. Il pianoforte orizzontale è scelto da musicisti professionisti, solisti o orchestrali, anche grazie alla sua linea elegante e monumentale che contribuisce a renderlo più adatto ad eventi musicali e viene preferito anche dagli insegnanti del Conservatorio.

Destinato ad uso domestico per ragioni di costo e di spazio, infatti ha dimensioni ridotte rispetto al pianoforte orizzontale.

Pianino

Nasce a Parigi nel 1815 , l’inclinatura diagonale delle corde gli consente un ampio utilizzo in uno spazio più limitato.

Il pianoforte digitale è la versione elettronica di quello meccanico, di cui riproduce fedelmente il suono. Ha dimensioni contenute, perché non richiede la lunga cordatura che caratterizza lo strumento classico. Questo tipo di piano permette molte applicazioni grazie al collegamento al computer ed è predisposto per utilizzo di cuffie ma soprattutto ha il vantaggio di non richiedere un’accordatura periodica, ma ha un suono meno puro dello strumento acustico.

Accordature del pianoforte

L’accordatore è un professionista dal fine orecchio musicale che unisce abilità manuale all’amore e il rispetto verso il pianoforte, di cui riconosce la personalità timbrica e la valorizza “pulendo” il suono. Teoria di accordatura le nozioni di acustica compongono il bagaglio tecnico di conoscenze dell’accordatore, che sovente si aiuta con uno strumento elettronico per raggiungere il punto di accordatura. Pertanto è sconsigliato ad un musicista o a un semplice possessore di pianoforte di tentare di accordare lo strumento, rischierebbe di danneggiarlo in modo permanente.

A seconda dell’utilizzo il pianoforte necessita dell’intervento di accordatura con frequenza adeguata: chi suona poche ore alla settimana può limitarsi a due accordature all’anno, mentre i musicisti professionisti di solito chiamo l’accordatore una volta ogni due mesi. E’ dannoso lasciare un pianoforte scordato per lunghi periodi, si consiglia anche a chi non lo utilizza di farlo accordare almeno due volte l’anno, per evitare perdite permanenti di sonorità, che renderebbero l o strumento inutilizzabile.

Il pianoforte è soggetto a usura e sensibile alle condizioni climatiche (umidità, variazioni termiche), che possono comprometterne l’accordatura, così come i traslochi, inoltre, in occasione di un concerto va accordato prima e dopo l’esibizione. Il costo di ogni manutenzione varia dai 50 € ai 100 €.

Come scegliere il pianoforte

Il primo aspetto da tenere in considerazione, scontato dato che si tratta di uno strumento musicale, è il suono, che va valutato secondo due parametri: volume e timbro. Il primo, inteso come intensità del suono, è dato dalla lunghezza delle corde e dal rivestimento dei martelletti. Il timbro che costituisce la personalità del pianoforte è unico, caratteristico di ciascuno strumento, poiché anche differenze strutturali impercettibili vanno a modificare l’onda sonora. I migliori costruttori di pianoforti cercano sempre il punto di equilibrio tra questi due poli sonori.

Detto questi, i modelli di pianoforte disponibili sono moltissimi a seconda dei gusti e delle inclinazioni e dell’ambiente in cui si vuole inserire lo strumento. Tuttavia è necessario indirizzare la scelta su un modello particolare, tenendo conto che non c’è alcun legame tra la linea estetica e la resa musicale di uno strumento. A seconda dello stile dell’arredamento e del grado di eleganza da raggiungere, le linee del pianoforte vanno ad armonizzarsi allo stile della stanza, arricchendolo. Si va dai pianoforti verticali d’epoca, intarsiati con i bracci portacandele in ottone e i tasti in osso ed ebano agli ultimi modelli Yamaha. La scelta deve essere oculata perchè il pianoforte è un bene durevole e una volta trovato quello giusto non resta che organizzarsi la giornata per poterlo suonare regolarmente.

Ai neofiti è sempre consigliato di non partire in quarta e ricorrere al noleggio dello strumento prima di affrontare una spesa così forte senza avere i mezzi di valutazione adeguati, perché non solo l’estetica conta, la meccanica ha una parte importante nella scelta di uno strumento. I migliori strumenti attualmente sono gli Steinway & Sons, per le prestazioni tecniche e il volume del suono particolarmente curato. Anche i più economici Yamaha (2.500 €) offrono ottime rese, ottimi anche i Kawai, i Bechstein e gli strumenti della casa francese Pleyel. Boesendorfer e Porche Design hanno lanciato un modello originale tutto in alluminio argentato piuttosto costoso ma di grande impatto visivo.

Chi invece intende acquistare un pianoforte usato deve fare molta attenzione allo stato delle corde, perché spesso chi si disfa di un pianoforte non effettua la dovuta manutenzione e anche la meccanica potrebbe essere troppo usurata. Intervenire quando il danno è ormai fatto risulta più costoso rispetto all’acquisto di un pianoforte nuovo.

Dove mettere il pianoforte in casa

Evitare di appoggiare lo strumento ai termosifoni e scegliere un ambiente in cui la temperatura sia costante durante l’anno. Non sistemare mai il pianoforte accanto a muri che danno sull’esterno dell’edificio, scegliere pareti confinanti con altre stanze e ambienti protetti dal sole diretto e dalle correnti d’aria. Le corde di un pianoforte nuovo hanno bisogno di un periodo di assestamento e per questo tendono a scordarsi spesso e necessitano di manutenzioni ravvicinate.

La resa del suono dipende anche dall’arredamento della stanza e dalla presenza di tendaggi, tappezzerie o tappeti che assorbono il suono. Al contrario una stanza troppo vuota darebbe un fastidioso rimbombo, occorre dunque provare lo strumenti con varie disposizioni di arredamento per stabilire quale sia quella ottimale anche dal punto di vista della resa sonora.

Link a siti web sul pianoforte

Tuttogratis
http://www.tuttogratis.it/attualita/corsi_online_pianoforte_gratis.html
Elenco di siti che offrono corsi on line di pianoforte.

Gremus
http://www.gremus.it/?q=node/284
I consigli del maestro di pianoforte Lucio Bonari.

Musica classica
www.musica-classica.it
Forum tematico, presenta sondaggi, consigli utili, concerti e approfondimenti sul mondo del pianoforte.

Piano forum
www.pianoforum.it
Forum in cui si posso inserire o consultare curriculum di insegnati di piano.

Kappaeffe
www.kappaeffe.it
Mercato di pianoforti acustici usati di varie marche.

Mercatino musicale
www.mercatinomusicale.com
Offre centinaia di modelli di pianoforti acustici usati.

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3 Comments

  • ernesto brancucci ha detto:

    Complimenti, l’articolo è molto ben fatto ed interessante, ma dovreste correggere l’errore al secondo titolo “Pianoforte Orizzontale” in “Pianoforte Verticale”, altrimenti risulta incomprensibile.

  • alice ha detto:

    ciao
    chi si ricorda delllo spinetto?
    il primo pianoforte creato dalla forma ambigua e
    dal suono metallico…un po
    io sto cercando quel tipo di musica
    che mi capitò per la prima volta sottomano un paio di anni fa
    chi mi sa aiutare?
    grazie un sacco

  • marko ha detto:

    Cerco un tecnico che sia capace di sistemare la mia tastiera una CASIO cdp 100
    che ha qualche problema.
    Per sistemarlo dovrei mandarla a Milano , capite bene che la cosa non funziona
    in quanto tra spese di trasporto e riparazione forse la compro nuova.

    grazie se potete aiutarmi saluti Marko

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