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A differenza della barca, il windsurf non ha timone ma si manovra attraverso il boma, è dotato di deriva e pinna direzionale, che mantengono retta l’andatura della tavola. La vela è fissata ad un albero snodabile che permette di orientare la tavola, in particolari condizioni di vento è anche possibile utilizzare il trapezio, che riduce lo sforzo del surfista e funziona un po’ come un terzo braccio.

Storia del windsurf

Il windsurf nasce nel 1967 a Los Angeles, da un’idea di James R. Drake, che vorrebbe fare surf anche senza onde, collegando alla tavola una vela tramite un albero, fissato alla tavola con un giunto snodato manovrabile con un boma. I materiali sono ancora quelli della nautica tradizionale, legno e stoffa per vele.

Negli anni ’70 il windsurf arriva in Europa ma siamo ancora in epoca pionieristica e le attrezzature sono pesanti e poco maneggevoli, infatti lo sport risulta troppo faticoso, è impossibile planare, bisogna accontentarsi di veleggiare a meno che non ci sia vento molto forte.

Gli anni ’80, grazie ad alcune invenzioni che hanno reso più funzionale il windsurf, costituiscono l’età dell’oro di questo sport, in tutti i porticcioli e su tutti i mari e i laghi spuntano queste agili vele a centinaia e i media fanno dell’windsurf uno sport di moda, vincente e patinato, la passione del momento. Le tavole sono enormi e poco reattive alla pressione dei piedi, il windsurf si governa solo attraverso la vela, poggiando o orzando, il divertimento è ridotto confronto ad ora.

Dopo la rivoluzione della metà degli anni ’80 le vele sono dotate di stecche, la deriva è scomparsa e le tavole sono molto più leggere e maneggevoli. Però proprio quando queste invenzioni si consolidano finisce l’età dell’oro del windsurf. I media esauriscono gran parte del loro interesse e l’impatto di questo bellissimo sport si ridimensiona proprio quando la tecnica ha colmato i margini di miglioramento, rendendolo più pratico, divertente e meno faticoso. Tavole leggere e governabili, punto di deriva arretrato e utilizzo del trapezio attualmente permettono al surfista di planare ed eseguire figure spettacolari, sfruttando tutta la potenza del vento.

Imparare il windsurf

Oggi imparare il windsurf è più facile di una volta, ma spesso noi italiani abbiamo ancora negli occhi le immagini di quei modelli pesanti e per nulla aerodinamici con le quali ci bombardavano vent’anni fa, e spesso associamo il windsurf alla fatica di estrarre la vela dall’acqua. Si tratta solo di un luogo comune, non è necessario essere dei vichinghi muscolosi per intraprendere questo sport, che in fin dei conti è facile e divertente, basta solo un po’ di pratica e una conoscenza basilare dei venti.

Per chi si avvicina per la prima volta al windsurf scegliere l’attrezzatura adatta è molto più determinante che per un surfista formato. Aiuta a perdere meno tempo ad imparare le basi e acquisire sicurezza e una certa scioltezza nei fondamentali del windsurf: partenza dall’acqua, virata, planata, buon gioco di piedi sulla tavola, strambata, trapezio.

Manovre di base del windsurf

  1. PARTENZA
    Basilare è la partenza dall’acqua con il famigerato recupero della vela. I surfisti più esperti invece partono dalla spiaggia salendo sulla tavola con il windsurf in corsa. La partenza dall’acqua è faticosa all’inizio quando si cade spesso e si è obbligati a ripeterla più e più volte, per questo sono necessari: una vela piccola, più leggera da sollevare e facile da governare fuori dall’acqua e tanta concentrazione nell’eseguire le manovre di assetto. Una volta saliti sulla tavola dal bordo opposto alla vela, tirare la cima di recupero e piegare le ginocchia, stando attenti a non fare movimenti bruschi e a non lavorare di schiena. Tirate sfruttando il vostro peso e quando il boma è a portata afferratelo senza sbilanciarvi in avanti, chiudete la vela e poi poggiate quanto basta e siete partiti.
  2. VIRATA
    O cambio di mura, si effettua per invertire il senso di marcia, si effettua portando la vela a poppa e cambiando bordo. L’atleta, con un rapido gioco di piedi, attraversa la prua e si porta al bordo opposto in posizione speculare alla precedente, poi poggia decisamente (spinge il boma lontano dal centro della tavola) e riguadagna il vento, la tavola nel frattempo si è girata invertendo la direzione. I surfisti alle prime armi di solito virano lanciando la vela in acqua e risollevandola dopo averla sposta dall’altro lato della poppa, prima di automatizzare la virata con prua al vento.
  3. NAVIGAZIONE
    Come abbiamo detto non c’è il timone, saranno l’inclinazione dell’albero e la pressione dei piedi sulla tavola a imprimere la direzione al vostro windsurf.
    Orzare: avvicinare lentamente la vela sulla tavola fino a portare la prua al vento.
    Poggiare: allontanare la vela dalla tavola esponendo la poppa al vento.
    Durante la planata i cambiamenti di direzione vengono impressi sulla tavola sfruttandone l’inclinazione, aumentando considerevolmente la velocità.

Velocita del windsurf

Il windsurf può sfruttare tutte le condizioni di vento, le tavole più voluminose, se abbinate a vele grandi possono viaggiare anche a velocità inferiori ai 10 nodi. Dai 25 nodi ai 35 il vento è piuttosto forte e permette andature sostenute, di solito i più tranquilli in queste condizioni montano vele più piccole. Gli appassionati di high-windsurf scelgono invece tavole leggerissime per volare letteralmente a 35 nodi e provare l’ineguagliabile adrenalina del volo. I professionisti riescono a raggiungere anche velocità mirabolanti, sfrecciando a 45 nodi e oltre, superando di gran lunga le possibilità di tutte le altri imbarcazioni a vela.

Attrezzatura tecnica del windsurf

Tavola

E’ importante scegliere la tavola tenendo conto di tutti i fattori, un acquisto frettoloso e poco oculato può pregiudicare l’approccio del principiante a questo sport, portandolo a desistere per la troppa fatica e il poco divertimento. Ci sono tavole di diverse forme, dimensioni e volumi, ciascuna adatta alla corporatura, al livello e alle attitudini di chi la utilizza. E’ preferibile iniziare con una tavola che consenta sia l’apprendimento base sia la planata, sono molto larghe e hanno la deriva a scomparsa. Informarsi bene sul volume e la larghezza della tavola, che ne determinano la stabilità, prima di comprarla: maggiore è il volume e più facile è raggiungere la planata anche con venti leggeri. La tavola deve avere pinne e straps, deriva estraibile o a scomparsa per risalire il vento di bolina. Iniziare con una buona tavola è fondamentale, quando sarete esperti nel planare allora vi basterà passare ad una vela più grande e il divertimento è servito, senza troppe spese.

Vela

Si inizia con una vela piccola, più lenta, maneggevole, leggera da recuperare quando cade in acqua, in seguito la si potrà tenere di riserva per giornate molto ventose. Gli istruttori di solito consigliano le wave o wave-slalom, fatta di doppio monofilm e che abbia 5 stecche. Evitare modelli troppo complicati, scegliere sempre la soluzione più semplice e pratica, di solito è anche la più duratura. La vela è un oggetto piuttosto delicata, soggetta a usura e a strappi, la sua durata dipende da come la terrete, una corretta manutenzione le aumenta la vita di un bel po’ di anni. Evitate di lasciare la vostra vela al sole quando non la usate, il tessuto tende a cuocersi, risciacquatela in acqua dolce e arrotolata sempre quando la riponete, evitate di piegarla. Non è consigliabile l’acquisto on line di una vela usata, perché non potete valutarne lo stato, potrebbe avere pieghe secche, cuciture logore o la base consumata. Una vela nuova vi garantisce una vita più lunga e di conseguenza un miglior ammortizzamento dei costi, conviene informarsi bene prima di scegliere, ci sono in commercio buone vele economiche di marche poco blasonate.

Albero

Dato che deve essere compatibile con le dimensioni della vela è meglio comprarlo nello stesso negozio oppure dopo aver scelto la vela, tenendo presenti le misure di quest’ultima, perché ci sono alberi di varie misure, materiali e prezzi. Per intenderci, la qualità più importante dell’albero è la sua flessibilità, abbinato a una vela troppo corta resterebbe rigido, limitando la dinamicità e l’aderenza al vento del vostro windsurf. Al contrario una vela troppo grande rispetto all’albero ne sfiderebbe il limite di flessibilità rendendo il vostro mezzo piuttosto instabile.

Boma, prolunga e piede d’albero

Il boma circonda tutta la vela e quindi è meglio che sia regolabile ed abbia una buona estensione, che lo renda adattabile a tutti i tipi di vela che intendete utilizzare, se sceglierete il boma giusto potrebbe durarvi anche tutta la vita. La prolunga e il piede d’albero devono essere pratici, sicuri, resistenti e soprattuto standard, con un’accorta manutenzione potranno durarvi molto.

Tecniche spettacolari del windsurf e salti

Abbiamo già detto che il windsurf sintetizza surf da onda e barca a vela, ma forse è meglio specificare che questo connubio non è solo un fatto formale, ma anche emotivo. In poche parole il windsurf concilia il brivido e l’adrenalina della cavalcata sull’onda con il tranquillo veleggiare tra profumi costieri e tramonti in cinemascope, può essere avvincente o rilassante a seconda dei momenti e degli stati d’animo. Questa doppia inclinazione, e tutte le sfumature e le varianti atmosferiche che sottende, è la vera ricchezza di questo sport. Basta una tavola più voluminosa e una vela più piccola per andare lentamente e riflettere in solitudine, invece montando una vela grande su una tavola più leggera si può volare in una serie vorticosa di planate. Il windsurf è una passeggiata in mare tra altri surfisti, con i quali condividiamo in silenzio le stesse emozioni oppure è una solitaria sfida ai propri limiti e agli elementi atmosferici.

  1. CRUSING
    Tecnica esplorativa, consiste nel semplice veleggiare osservando il paesaggio, si utilizza spesso quando si esce in uno spot per la prima volta o per esercitarsi in modo rilassante.
  2. FREESTYLE
    Tecnica spettacolare che consiste in evoluzioni e figure eseguite a mare calmo: navigare di taglio tenendo la tavola quasi in verticale oppure strambare all’improvviso e altre manovre che richiedono una buona dose di abilità e fantasia.
  3. WAVE
    Tecnica molto vicina al surf da onda, richiede una certa forza muscolare per saltare le onde fino a volare quasi letteralmente con elevazioni da brivido. Richiede onde regolari e parallele alla costa.
  4. SLALOM
    I surfisti più esperti e spericolati si divertono ad eseguire rapidissime manovre anche complesse come le strambate a una velocità di 45 nodi, sfrecciando come alianti sfidano i loro limiti.
  5. BUMP ‘N JUMP
    Sempre riservato ai campioni, è il salto eseguito in condizioni sostenute di vento (fino a 40 nodi), sfruttando le onde come trampolini questi atleti arrivano a fare il giro della morte.

Link a siti web sul windsurf

Circolo surf torbole
Sul lago di Garda il festival annuale del windsurf richiama appassionati da tutto il mondo

Windsurfing guide
La migliore lettura per conoscere bene il windsurf prima di iscriversi ad una scuola

Boranucleare
Web community di windsurfisti con interessante mercatino online

Turbolink
Elenco delle maggiori scuole italiane di windsurf

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