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Smettere di fumare con la sigaretta elettronica

Per indagare le ragioni alla base di questo fenomeno, reso noto dal report annuale dell’Istituto Superiore di Sanità curato con la collaborazione di Doxa, ci siamo rivolti a Giuseppe Fortunato, direttore di SvapoMagazine.it: la rivista online nata con lo scopo di informare e portare chiarezza sulle sigarette elettroniche.

Che cosa dicono i numeri dell’Iss?

Stando ai dati forniti dall’Istituto Superiore di Sanità, nel corso delle settimane del lockdown i consumatori di sigarette classiche sono diminuiti, a fronte di un incremento degli utilizzatori di e-cig e tabacco riscaldato. Inoltre, è elevato il numero delle persone che hanno provato questi prodotti per la prima volta proprio in occasione della quarantena. I dati sono stati raccolti con la collaborazione di Doxa, dell’Università Vita e Salute San Raffaele, dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri e dell’Istituto per lo Studio, la Prevenzione e la Rete Oncologica.

Entrando nello specifico, quali conclusioni si possono trarre?

Se si presta fede ai numeri di questa indagine si può dedurre che quando un fumatore è altamente motivato a dire addio alle sigarette ha la possibilità di farlo. inoltre, sembra che le occasioni di forte emergenza sanitaria si possano tramutare in una importante opportunità di salute. La prevalenza dei fumatori si è ridotta di quasi un punto e mezzo percentuale, pari a oltre 600mila fumatori in meno, con un calo più marcato tra gli uomini che non tra le donne. La fascia di età in cui si è registrato il maggior numero di addii alla sigaretta è quella compresa tra i 35 e i 54 anni, seguita da quella tra i 18 e i 34 anni e, infine, da quella tra i 55 e i 74 anni. C’è da segnalare, inoltre, che quasi 4 persone su 10 hanno ridotto la quantità di prodotti del tabacco consumati, pur non abbandonandoli del tutto.

Che cosa è cambiato nel corso del lockdown?

Prima della quarantena, nella fascia di età compresa tra i 18 e i 74 anni erano poco meno di 1 milione e 800mila gli italiani che usavano prodotti a tabacco riscaldato, tenendo conto sia dei consumatori abituali che di quelli occasionali. L’incremento degli utenti nel corso del lockdown è stato superiore al 4%, per un totale di circa 130mila persone in più. Il 23% degli utilizzatori di prodotti a tabacco riscaldato è passato da essere un consumatore occasionale a consumatore abituale, vale a dire ha iniziato a usarli tutti i giorni. Sono specialmente i giovani ad aver dichiarato di aver usato una maggiore quantità di prodotti a tabacco riscaldato nel corso della quarantena, ma dati in rialzo sono stati registrati anche tra le persone che vivono con minori di 14 anni e tra i soggetti con un livello di istruzione elevato.

Qual è il ruolo delle sigarette elettroniche in tale contesto?

Le e-cig continuano a rimanere uno strumento molto prezioso per chi vuole cercare di smettere di fumare. I percorsi di smoking cessation risultano rafforzati grazie alle sigarette elettroniche. Ormai un numero molto elevato di ricerche ha messo in evidenza che il ricorso quotidiano ai dispositivi per svapare è associato in misura consistente ai percorsi di abbandono del fumo di sigarette tradizionali. Il cardiologo Farsalinos, un’autorità in materia, sta tra l’altro dedicandosi a una ricerca dedicata all’utilizzo delle e-cig tra i ragazzi negli Stati Uniti.

Si tratta di una figura importante nello studio delle sigarette elettroniche.

È autore, tra l’altro, di una ricerca effettuata con la collaborazione di Anastasia Barbouni i cui risultati sono stati resi noti attraverso Tobacco Control. L’indagine si è focalizzata sui percorsi di smoking cessation concentrandosi proprio al ruolo che le sigarette elettroniche possono rivestire in queste dinamiche. Lo studio ha comportato una valutazione di un campione composto da più di 13mila persone provenienti da quasi 30 Paesi europei, di cui oltre 6mila ex fumatori e quasi 7mila fumatori. I soggetti studiati hanno risposto a un questionario con domande dettagliate: agli ex fumatori, per esempio, è stato chiesto da quanto tempo avessero detto addio alle sigarette.

Qual era il senso di tale quesito?

Le risposte fornite erano molto importanti, dato che diversi ex fumatori avevano già smesso con le sigarette tempo prima che venissero messe in vendita le e-cig. Ciò costituisce un notevole pregiudizio nel momento in cui si tenda di prendere in esame il rapporto tra i percorsi di smoking cessation e l’uso dei dispositivi per svapare. In ogni caso l’indagine ha rilevato che le sigarette elettroniche non riscuotono un grande successo tra gli ex fumatori che sono diventati tali prima dell’arrivo delle stesse sigarette elettroniche sul mercato. Per di più, è ormai lampante che il fumo tradizionale è nettamente più pericoloso rispetto alle e-cig. Ecco perché i fumatori che non sono in grado di abbandonare il vizio tramite i metodi tradizionali dovrebbero rivolgere la propria attenzione alle e-cig.

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