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ittero nei neonati

Ittero nei neonati: che cos’è?

Oltre la metà dei bambini che nascono dopo un parto regolare e circa i 2/3 di quelli nati prematuramente hanno dei problemi di ittero. Riconoscere questo disturbo è molto semplice: i bambini che ne sono colpiti, infatti, iniziano ad avere uno strano colorito della pelle che tende ad essere gialla. Alla radice di questo disturbo c’è la bilirubina, che è un pigmento legato ad un’eccessiva distribuzione dei globuli rossi. Questo pigmento è fondamentale quando il piccolo è nella pancia della madre perché gli consentiva di prendere tutto l’ossigeno di cui aveva bisogno direttamente dal sangue materno. Quando il bambino è all’interno della pancia, quindi, per respirare si serve del sangue della madre da cui prende una parte dell’ossigeno di cui ha bisogno.

Il circolo sanguigno della madre, però, non è sufficiente per soddisfare le esigenze di ossigeno di entrambi e così il feto si dota di un’emoglobina, ossia di una sostanza che svolge la funzione di trasportare ossigeno verso tutti i tessuti. L’emoglobina aggrega un numero elevato di globuli rossi proprio per essere in grado di portare l’ossigeno in tutti i tessuti. Quando il bambino nasce, tuttavia, non ha più bisogno di un supporto per respirare perché riesce a farlo automaticamente da solo. Per questo motivo, all’improvviso si trova in un ambiente in cui la quantità di ossigeno è superiore a quella di cui ha realmente bisogno. Così i globuli rossi in eccesso che erano stati messi in circolo dalla bilirubina iniziano a poco a poco a distruggersi. Questo fenomeno mette in circolo la bilirubina, una sostanza di scarto, che poi dovrebbe essere eliminata dal fegato. Tuttavia il processo di smaltimento di questa sostanza non è velocissimo anche perché il fegato del neonato è molto piccolo e, appena nato, non svolge appieno le sue funzioni.

Ittero nei neonati: come eliminarlo?

Per guarire dall’ittero la terapia migliore è la fototerapia che consiste nell’uso di speciali macchine che emettono una luce blu. Si tratta di una luce particolare che agevola il processo di eliminazione del pigmento che causa il colorito giallastro nel bambino, ossia la bilirubina. In sostanza queste lampade con le luci blu fanno in modo che il pigmento diventi idrosolubile e per questo il bambino lo espelle facilmente attraverso l’urina e le feci. E’ importante, tuttavia, che il bambino sottoposto a questa terapia sia ben idratato e, per non mettere in pericolo la sua salute, è opportuno coprirgli gli occhi quando è esposto ai raggi della lampada.

Ittero fisiologico

Ci sono casi in cui il fenomeno dell’ittero è un fatto naturale e non deve assolutamente preoccupare né genitori né medici. In particolare, l’ittero non deve preoccupare quando compare il primo giorni di vita del neonato e non deve destare sospetto nemmeno quando i valori della bilirubina rientrano nei parametri di sicurezza stabiliti in ambito internazionale. L’ittero, inoltre, non deve preoccupare quando tende a scomparire in modo naturale entro quindici giorni dalla nascita del piccolo. In questi casi, per eliminare l’ittero fisiologico è consigliabile attaccare immediatamente il piccolo al seno e avviare l’allattamento. In ogni caso, una corretta alimentazione del bebè che vada a contrastare un’eccessiva perdita di peso, rappresenta sempre il rimedio più adeguato per mantenere i livelli di bilirubina nel sangue tali da poter parlare di ittero fisiologico.

Ittero nucleare

L’ittero, invece, diventa un problema e deve iniziare a preoccupare quando i valori della bilirubina non riescono ad essere abbassati in poco tempo. L’accumulo di questa sostanza nel sangue, infatti, può provocare dei danni al cervello e, nel lungo periodo, è possibile incappare in problemi seri sia a livello psicologico che – ancora più grave – sul piano neuromuscolare. In questi casi, quindi, non si parla più di ittero fisiologico bensì di ittero nucleare per il quale è necessario intervenire con specifiche terapie. In questi casi, il fegato del bambino non è in grado di smaltire gli eccessi di bilirubina attraverso la sua trasformazione in sostanza idrosolubile e pertanto la sostanza non viene più smaltita attraverso le feci e l’urina.

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