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Ceramica nell’arredamento

La ceramica è molto utilizzata in ambito domestico, come vedremo pià avanti. Le sue principali destinazioni d’uso sono:

  • rivestimenti: piastrelle, pavimenti e tegole (quindi per interno e per esterno)
  • laterizi strutturali
  • sanitari del bagno
  • oggetti per la casa, soprattutto per la cucina
  • vasellame
  • decorazioni

Gli utilizzi dipendono anche dalle caratteristiche delle singole tipologie di ceramica, che vedremo pià avanti nel dettaglio. Iniziamo però dai fondamentali ossia dall’origine, dalla composizione chimica e dalla storia dell’uso di questo materiale.

ceramica

Chimica della ceramica

La ceramica è un materiale inorganico e composito, non è metallico, ma si presenta rigido e diventa fragile non appena viene cotto. Allo stato naturale la ceramica si presenta davvero duttile e per questo può venire sottoposta a tante lavorazioni, per produrre diversi oggetti e rivestimenti. La ceramica è composta da:

  • Argilla
  • Sabbia
  • Feldspato
  • Ossido di ferro
  • Quarzo
  • Allumina

Allo stato naturale la ceramica si presenta con il tipico colore bianco, ma può venire smaltata e colorata in vari modi.

Storia della ceramica

I primi popoli ad usare la ceramica, da quel che ci è giunto, sono stati quelli orientali, in particolare i cinesi; manufatti e fossili in ceramica se ne trovano però nei luoghi più disparati della terra. Dal neolitico abbiamo testimonianze di vasellame in ceramica, cotto sul fuoco: i più antichi pare che risalgano all’XI millenio a.C. e provengono dal Giappone. Con l’invenzione del tornio e della verniciatura vetrosa, successivamente (intorno al II millennio a.C.) si iniziarono a produrre manufatti in ceramica con forme particolari e perfette, resistenti all’usura. E’ dell’VIII d.C. secolo l’inizio della lavorazione della porcellana in Cina. Anche nella Grecia antica si producevano vasi e manufatti in ceramica, di esportazione in tutto il mercato occidentale. La produzione etrusca di vasellame in ceramica successivamente fu un gran successo per il commercio allora conosciuto e destinata a diventare la manifattura tra le più famose al mondo.

In età romana imperiale, imperversò la ceramica aretina, con decorazione a rilievo e successivamente la ceramica a rilievo chiamata terra sigillata. La ceramica continuò ad essere lavorata anche nel tardo medioevo. Dopo il medioevo cominciarono ad essere usate decorazioni e colorazioni più sofisticate rispetto al passato. Dalla fine del 1800 comincia a prodursi la ceramica in grandi quantità, grazie a processi di industrializzazione introdotti ad hoc sulla scia della rivoluzione industriale. In Italia è a Modena che si sperimenta una nuova tecnica di produzione industriale per le piastrelle, che allora venivano usate soltanto in bagno e in cucina.

Bisogna aspettare gli anni ’50 del Novecento perché vengano introdotte alcune decisive migliorie nella produzione industriale di ceramica, come il forno a tunnel e la pressa automatica: è con queste tecniche che si riesce a raggiungere finalmente una produzione che possa rispondere a una domanda medio-alta in termini di quantità, dato il mercato in grande espansione. Negli anni Sessanta e Settanta il mercato delle piastrelle subisce nel nostro Paese una forte impennata; come in un circolo virtuoso, la produzione aumenta e quindi vengono creati macchinari nuovi per produrre ancora di più; le tecniche di creazione vengono interamente automatizzate, in ogni loro fase, e fa la sua comparsa l’atomizzatore, un nuovo macchinario che rende la produzione di ceramica ancora più semplice.

Dagli anni Ottanta fino ad oggi la produzione industriale di ceramica si è poi concentrata da una parte su tecniche di cottura che divenissero il più veloci possibile, come la cottura rapida monostrato, e dall’altra su un impatto ambientale del processo industriale il più ridotto possibile.

Caratteristiche della ceramica

La ceramica, come tutti i materiali, presenta delle caratteristiche fisiche, estetiche e tecniche. Tra le caratteristiche che interessano il mondo dell’arredamento, ci sono:

  • resistenza al calore
  • punto di fusione molto alto
  • fragilità dopo certe cotture
  • facilità di lavorazione allo stato naturale, che permette la produzione di diverse forme
  • durata nel tempo, superiore forse a qualsiasi altro materiale, soprattutto per quanto riguarda i rivestimenti
  • igienicità, per cui è consigliata negli ambienti sanitari
  • facilità di pulizia
  • resistenza al fuoco: la ceramica non brucia e non emette alcuna sostanza a contatto con il fuoco
  • inalterabilità dei suoi colori a contatto diretto con la luce del sole
  • impermeabilità
  • resistenza all’umidità
  • resistenza al gelo
  • resistenza all’abrasione
  • resistenza al calpestio
  • resistenza agli agenti chimici
  • resistenza allo scivolamento
  • resistenza alle macchie e all’assorbimento

Tutte queste caratteristiche sono frutto della combinazione tra le qualità naturali del materiale e quelle derivanti dai particolari processi di lavorazione che la ceramica subisce da parte dell’uomo, secondo la destinazione d’uso del materiale stesso. Questo perché col termine ceramica non si indica solo il materiale in sé, ma anche il prodotto e i prodotti che ne derivano.

Processo produttivo della ceramica

La ceramica può venire sottoposta a processi molto diversi a seconda della tipologia che si vuole ottenere. Solitamente, l’iter della produzione di ceramica comprende:

  • selezione dell’argilla
    a seconda delle caratteristiche che presenta e che si vogliono ottenere alla fine del processo
  • preparazione dell’argilla
    stagionatura, lavatura e depurazione, per togliere impurità e per affinarla
  • impasto dell’argilla
    per eliminare le bolle d’aria e renderla compatta, spesso con l’aggiunta di chamotte, ottenuta dalla polvere di ceramica cotta in precedenza
  • modellazione
    a questo punto l’argilla viene modellata per ottenere le forme desiderate. Le tecniche di lavorazione hanno centinaia di anni e provengono da punti geografici tra i più disparati al mondo, quindi possono essere davvero diverse. Tra le principali modellazioni:

    • a lastre
    • a stampo
    • a colombino
    • al tornio
    • a mano libera
  • essicazione
    avviene all’aria e deve essere completa. Questa fase permette alla ceramica di essere compatta e durevole nel tempo e quindi agli oggetti di essere più resistenti; se l’essicazione non è stata eseguita con cura, gli oggetti possono presentare in seguito deformazioni;
  • cottura
    fase importantissima, la cottura avviene a temperature diverse a seconda dei materiali che si vuole ottenere, in forni appositi, dato che le temperature possono superare anche i 1000°C. La cottura può durare anche molte ore.
  • smaltatura
    essa può avvenire con diverse tecniche. Tra le principali:

    • per immersione
    • ad aerografo
    • elettrostatica
    • a campana
    • a pittura

E con diversi tipi di colorazioni:

  • ingobbio
    ottenuto da argille già cotte e triturate finemente
  • cristalline o vetrine
    lucide e impermeabili a pasta vetrosa, trasparenti
  • smalti
    vetrosi, colorati e coprenti

La smaltatura protegge la ceramica, la rende facile da pulire e la rende resistente all’usura.

  • seconda cottura
    serve per fissare la colorazione, a temperature più basse rispetto alla prima cottura. Lo smalto così diventerà lucido e impermeabile, e vetrificherà.

Tipologie di ceramica per l’arredamento

Come vedemo poco più avanti in questo articolo, esistono tantissimi tipi di ceramica, che variano a seconda della composizione e delle lavorazioni che essa può subire. Una prima suddivisione viene fatta in base al tipo di pasta di cui è costituita, che può essere:

  • compatta
    gres e porcellane
    si tratta di ceramiche piuttosto impermeabili ai liquidi e ai gas e che presentano una bassa porosità; sono inoltre molto resistenti, in quanto una punta d’acciaio non le può scalfire;
  • porosa
    terracotte, maioliche e terraglie
    si tratta di ceramiche a pasta assorbente e tenera, che può essere più facilmente scalfita.

I tre tipi di ceramica più utilizzati nell’arredamento sono:

  • terracotta o coccio
  • gres
  • porcellana, a sua volta suddivisa in tenera e dura

Terracotta

La terracotta è una ceramica che assume una colorazione tra il giallo e il rosso, subito dopo la cottura, poiché sono presenti nella sua composizione ossidi di ferro e Sali, che ne migliorano anche la resistenza meccanica. La ceramica per diventare terracotta viene cotta a 930-960° C. Le terracotte a cui viene applicato un rivestimento superficiale, sono utilizzate come ceramica ornamentale e strutturale, quindi per vasi, brocche, tegole e mattoni. Le terracotte a cui non viene applicato un rivestimento superficiale sono utilizzate per il vasellame da cucina, quindi per pentole, piatti e tazze.

Porcellana

La porcellana è forse la tipologia di ceramica più di pregio, soprattutto per gli Orientali, non per niente la sua invenzione si deve ai cinesi nell’VIII secolo. La porcellana è composta da:

  • Caolino idrossilicato di alluminio, una particolare argilla bianca che dona la tipica colorazione e le proprietà plastiche
  • Sabbia quarzosa o silice, che fa da sgrassante e consente la vetrificazione
  • Feldspato, che fonde a temperature più basse, abbassando la cottura generale

Può essere tenera o dura, ma ne esistono anche tantissime altre varianti, diverse a seconda del tipo di produzione. Viene utilizzata per la produzione di vasellame e oggetti decorativi di fine lavorazione.

Grès

Deriva dalle ceramiche cosiddette “greificate” appunto, derivanti a loro volta da miscugli di argille naturali. Il grès cuoce tra i 1200° C e i 1350°C e può assumere diverse colorazioni a seconda della presenza più o meno massiccia di composti ferrosi. Per i gres bianchi si usano impasti a base di argille bianche e rocce con quarzo e feldspato; può venire smaltato e colorato in diversi modi. E’ utilizzato soprattutto per le pavimentazioni e le piastrelle dei rivestimenti.

Pulire la ceramica

Proprio per le sue caratteristiche relative all’assenza di microporosità e alla resistenza allo sporco, la ceramica necessita di poche e semplici operazioni per essere mantenuta a lungo in buono stato.

Per le pulizie ordinarie di piastrelle, sanitari e pavimenti, sono sufficienti acqua e detergenti neutri.

Per la pulizia approfondita di oggetti in ceramica e porcellana, è necessario immergere per trenta minuti l’oggetto in acqua tiepida e sapone neutro, successivamente occorre pulire anche gli interstizi utilizzando dei pennelli e infine risciacquare nuovamente con acqua tiepida. Lasciare asciugare gli oggetti alla corrente naturale, in luogo ombreggiato.

Approfondimenti su come pulire la ceramica sono disponibili sulla nostra guida specifica.

Approfondire la ceramica da arredamento

  • Piastrelle in ceramica
    La nostra guida specifica sui pavimenti di ceramica in piastrelle
  • Ceramica.com
    Portale dedicato alla ceramica: fornitori, produttori, arredatori che trattano ceramica da rivestimento e da arredo.
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