Mandare i figli in vacanza da soli

16, 17, 18 anni: è questa l’età in cui solitamente i figli adolescenti incominciano a chiedere ai genitori il permesso di trascorrere le vacanze in compagnia di altri amici. Ma non vacanze studio o sportive sotto l’occhio di educatori e insegnanti, ma vacanze più o meno lunghe solo tra coetanei. In genitori così si pongono numerosi dubbi, temono per l’incolumità dei propri figli, ci si preoccupa che possa accadergli qualche cosa di brutto. Cosa fare?

Milena Talento
Classe 1985, una laurea in Filosofia e una passione per il web nata ai tempi dei convegni universitari su Merleau-Ponty e i neuroni specchio. Autodidatta dalla A alla Z, comprende le potenzialità lavorative ma soprattutto economiche delle emergenti professioni tecnologiche e decide di sfruttare le proprie abilità letterarie e logiche applicandole ad un ambito nuovo. Da qui si affaccia alla professione di copywriter che coltiva per diversi anni. Scrive per alcuni e-commerce emergenti (tra cui Dalani e Zalando), si appassiona alla programmazione dei siti web, ma soprattutto agli algoritmi di Google. Circa 10 anni fa apre una web agency con cui si occupa di comunicazione a 360°. Guidaconsumatore.com viene acquistato nel 2018, dopo anni passati a lavorare in redazione come copy e seo.
Milena Talento

Quando i ragazzi manifestano il desiderio di andare in vacanza da soli, stanno in realtà comunicando alla famiglia di aver raggiunto la capacità di potersela cavare in maniera autonoma o perlomeno hanno l’intenzione di volerci provare. Stanno comunicando che si sentono pronto a staccarsi da mamma e papà, anche se per un periodo piuttosto breve come quello di un viaggio.

Solitamente i genitori accolgono questa richiesta con molta perplessità, un po’ per i pericoli a cui i figli possono andare incontro, ma anche perché sentono che si sta creando un distacco tra i figli e la famiglia.

Così molti genitori in un primo momento negano il permesso, anche se in realtà è giusto che gli adolescenti inizino a fare delle esperienze da soli. Sicuramente il viaggio estivo con gli amici è l’occasione migliore per dargli questa opportunità, anche perché solitamente il loro desiderio è partire con altri coetanei che solitamente si conoscono e spesso anche i genitori si conoscono tra di loro. In questo modo si possono avere una serie di informazioni durante l’assenza dei figli, che tiene tutti tranquilli.

Spesso il primo viaggio senza famiglia aiuta i figli a mettere a frutto gli insegnamenti dei genitori e lontani da casa i giovani tirano fuori una capacità di adattamento, organizzazione e responsabilità che non necessariamente mostrano in famiglia. Quindi sono più pronti ad affrontare difficoltà e intoppi .

Prima della partenza però i genitori si sentano liberi di fare le solite raccomandazioni e non dimentichino di essere genitori, anche a distanza.

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5 Commenti

  1. staff Guidaconsumatore
  2. giorgia
  3. Giovanni Lattanzi
  4. Luca
  5. Elisabeta

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