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patente nautica oltre 12 miglia

Il nuovo esame per la patente nautica

Con la nuova normativa, il candidato potrà sostenere l’esame in due giornate differenti, la prima dedicata alla parte teorica, la seconda alla pratica in mare, con il vantaggio di potersi concentrare meglio su ogni singola prova. Nei fatti, quindi, questo consente ai candidati di poter conseguire la patente nautica oltre le 12 miglia in un weekend. Prima di affrontare l’esame, però, dovrà aver effettuato almeno 5 ore complessive di manovre a bordo di un’imbarcazione, certificate da una scuola nautica.

Per questa ragione, la migliore opzione a disposizione dei candidati è quella di affidarsi ad adeguati corsi preparatori, in grado di fornire l’esperienza e le competenze necessarie per il superamento dell’esame.

Dal 1983, Vivere la Vela, scuola di vela con sede operativa a Milano e basi nautiche a La Spezia e Como, offre corsi per il conseguimento della patente nautica entro e oltre le 12 miglia. Affiliata alla FIV, Federazione Italiana Vela, vanta ben 50 istruttori, in grado di assicurare il bagaglio di conoscenze pratiche e teoriche necessarie per ottenere licenza e abilitazioni.

L’esame teorico comprende 20 quiz a risposta multipla, gli stessi che affronta chi vuole prendere la patente entro le 12 miglia, più altri 13 quiz, che integrano la prova d’esame di chi aspira a quella senza limiti. Qui le novità sono significative. Rispetto al passato, infatti, i quiz incentrati sulla complessa nomenclatura delle parti dell’imbarcazione sono diminuiti, così come quelli relativi alle avarie a bordo, che si limitano a verificare le conoscenze del candidato in merito a quei piccoli incidenti che non richiedono l’intervento di uno specialista.

Anche le domande sui segnali Colreg (Regolamento internazionale per prevenire gli abbordi in mare) diminuiscono e ruotano solo intorno a quelli principali, che interessano le imbarcazioni da diporto, le navi all’ancora e quelle impegnate nelle battute di pesca.

Al contrario, vengono introdotte nuove domande relative alla sicurezza durante la navigazione e alla condotta da osservare all’interno dei porti, nei pressi della costa e nelle aree balneabili, nonché ai limiti di velocità e alla salvaguardia dell’ambiente marino. Per superare il test, è sufficiente rispondere in modo esatto ad almeno 16 domande su venti, una in meno rispetto al passato.

Anche per quanto riguarda l’esame di carteggio, il più complesso, le nuove norme vanno incontro ai candidati. Infatti, se fino a ieri era necessario rispondere correttamente a tutti i quesiti, oggi per passare il test è sufficiente fornire almeno 3 risposte esatte su quattro domande.

I candidati che aspirano a conseguire l’abilitazione per condurre le imbarcazioni a vela, inoltre, dovranno affrontare anche altri 5 quesiti a risposta singola, avendo cura di fornire almeno quattro risposte esatte. Da tutto ciò, quindi, è evidente come il programma della patente nautica oltre le 12 miglia sia piuttosto vasto, nonostante sia stato reso più semplice il superamento dell’esame.

Novità procedurali

Oltre alla maggiore tolleranza in sede di esame, l’iter da seguire per il conseguimento della patente nautica è stato snellito e semplificato in modo significativo. In caso di bocciatura all’esame di teoria, ad esempio, è possibile risostenerlo, senza dover corrispondere ulteriori oneri tributari. Inoltre, esattamente come funziona per la patente di guida, con la nuova normativa il candidato che fallisce la prova in mare può ritentare l’esame pratico entro 30 giorni, senza essere costretto a ripetere anche quello teorico.

Ma c’è anche un’altra novità estremamente interessante: in caso di fallimento di una prova specifica, il candidato potrà comunque conseguire una patente di categoria “inferiore”. Ad esempio, chi non riesce a superare la prova di carteggio prevista per la patente nautica senza limiti, ma ha superato i quiz di base, potrà ottenere l’abilitazione per navigare entro le 12 miglia dalla costa. Per lo stesso principio, chi fallisce la prova a vela, potrà ripiegare sulla patente per le sole imbarcazioni a motore.

Al fine di cancellare le diseguaglianze, inoltre, le nuove norme introducono misure compensative per i disabili e i soggetti affetti da specifici disturbi dell’apprendimento (DSA), che presentando apposita certificazione, potranno vedersi riconosciuto fino al 30% di tempo in più per la prova teorica, nonché la concessione di ausili, supporti e assistenti, idonei al superamento delle maggiori difficoltà.

Un esame moderno e attento alla sicurezza in mare

Le nuove norme non hanno solo semplificato esame e procedure, ma si sono anche preoccupate di attualizzare la materia, prevedendo l’utilizzo di strumenti elettronici per stabilire il punto nave, rimuovendo nozioni obsolete e puntando molto sulla sicurezza in mare.

Durante la prova pratica, ad esempio, sarà necessario dimostrare di saper sfruttare al meglio la manovra del recupero dell’uomo in mare, nonché di conoscere ed essere in grado di utilizzare le dotazioni di sicurezza a bordo. Inoltre, sarà chiesto ai candidati di dimostrare le loro competenze nel condurre l’imbarcazione a diverse andature e di poter effettuare le manovre di ormeggio e disormeggio in totale sicurezza.

Oltre a ciò, il decreto chiarisce che i candidati debbano dimostrare di essere in grado di far fronte alle cattive condizioni meteorologiche in mare e di conoscere tutte le misure necessarie per salvaguardare la vita dell’equipaggio.

Per questa ragione, rischio di abbordaggio, nozioni sui pericoli derivanti dalla navigazione sotto effetto di alcol e stupefacenti, disciplina delle attività balneari e normativa relativa alla pesca in superficie e subacquea sono materie che rientrano nell’esame dei futuri comandanti, nella speranza che questo bagaglio di conoscenze possa ridurre gli ancora troppo numerosi incidenti in mare.

Perché se è vero che l’esame è diventato più snello, è pur vero che in mare non si scherza e una preparazione adeguata è sempre indispensabile.

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