Caratteristiche fisiche
L’alessandrite rappresenta la varietà più pregiata di crisoberillo e anche la più rara. È di colore blu verdognolo tendente a giallo scuro-verde, se vista sotto una luce naturale, mentre se vista sotto una luce incandescente o artificiale il suo colore può andare dal rosa al rosso porpora. Tale fenomeno è dovuto al forte potere di assorbimento della gemma rispetto a certi colori: dato che la luce del sole è ricca di verde e blu nella gemma tali toni acquistano più intensità, mentre se illuminata da una luce artificiali acquistano intensità e vengono rafforzati i toni rossi. L’alessandrite è una pietra molto rara e di gran pregio. La composizione chimica dell’alessandrite è quella del crisoberillo con la presenza di impurità, oltre che di ossido di ferro, anche di ossido di cromo cui si deve la colorazione principale.
Il colore della pietra si presenta di un verde più o meno scuro tendente al giallognolo. L’alessandrite presenta inclusioni visibili a occhio nudo specialmente all’interno di pietre che superano il carato. Nelle pietre birmane le inclusioni sono le stesse dei rubini che vengono trovati in tale regione, mentre nell’alessandrite di Rodesia si possono notare inclusioni di flogopite. In quella della Tanzania invece le inclusioni sono ad alette molto simili a quelle che si riscontrano nel corindone, e si tratta di inclusioni di apatite e di scure placche di micabiotite. Densità, indice di rifrazione e durezza corrispondono a quelli del crisoberillo, ma nell’alessandrite è particolarmente forte il fenomeno del pleocroismo tanto che, anche a occhio nudo, la pietra appare giallo-rosa intenso e verde.
Varietà
Una varietà rara di questa gemma è l’occhio di gatto che, grazie alla presenza di fini inclusioni di rutilo, riflette la luce riproducendo l’effetto simile alla pupilla di un felino. Si tratta di un fenomeno che si ottiene tramite il taglio a cabochon.
Genesi e giacimenti
Dedicata dal conte Perowskij in onore del Granduca Alessandro Nicolaievich di Russia, diventato in seguito lo zar Alessandro II, la leggenda vuole la scoperta del primo giacimento di alessandrite nel 1830 a Tokowaja in Russia nella regione degli Urali proprio nel giorno del compleanno del futuro zar, per questo le fu affibbiato tale nome. Dopo la morte di Alessandro II si ravvisò in questa pietra e nei suoi colori una sorta di simbolo del regno dello zar: il verde che rappresentava la speranza di liberazione dalla servitù della gleba, e il rosso a indicare la tragica morte del sovrano a opera dei nichilisti.
Per molto tempo l’alessandrite è stata considerata una varietà di crisoberillo che si poteva trovare solo negli Urali, finché non furono trovati giacimenti anche nello Sri Lanka pieni di esemplari di alessandrite di qualità decisamente superiore rispetto a quella degli Urali, in quanto più trasparente. I cristalli di alessandrite russi, infatti, sono molto grandi ma spesso torbidi per cui non si possono usare come gemme, sebbene il colore verde sia molto più scuro e intenso delle pietre dello Sri Lanka. Buoni esemplari di tale gemma sono stati trovati anche nelle miniere in Bimania.
L’alessandrite è stata rinvenuta anche nelle concessioni minerarie di Novello e Fort Victoria in Rodesia, e in Brasile all’interno della miniera nota come mina de Cristolita ad Agua Vermelha nella regione di Minas Gerais, dove i cristalli si presentano molto trasparenti. Nello stato di Bahia è stata segnalato il ritrovamento di una gemma di 14 carati dall’ottimo gioco di colore. Recentemente sono stati trovati cristalli di alessandrite di ottimo colore anche in Tanzania nella zona del lago Manyara e nel Mozambico.
Usi
L’alessandrite è una pietra rara e di qualità con eccezionali proprietà di cambiamento di colore ed è spesso tagliata a cuscino o rotonda perché sono questi i tagli con cui riesce a far spiccare meglio i suoi colori. In gioielleria l’alessandrite viene usata sia per realizzare anelli che pendenti. Poiché si tratta di una pietra piuttosto rara e pregiata, la maggior parte dell’alessandrite disponibile in commercio non supera i due carati. Nell’alta gioielleria per le sue caratteristiche di durezza e rarità l’alessandrite è una delle gemme più costose e il prezzo varia a seconda che siano più o meno visibili le inclusioni.
Alessandrite Sintetica
L’alessandrite sintetica fu prodotta per la prima volta nel 1973 dalla Creative Crystals in California che acquistò il brevetto per la sintetizzazione con metodo in fondente e con il metodo Czochralski o del tiraggio. Successivamente, a partire dagli anni ’80 e ’90, vennero create alessandriti con il metodo in fondente all’interno degli stabilimenti di Novosibirsk in Russia. L’alessandrite sintetica rispetto a quella naturale alla luce del sole appare più blu, mentre alla luce artificiale sembra più rossa, inoltre ha un indice di rifrazione un po’ minore e una fluorescenza maggiore. Ciò che distingue l’alessandrite naturale da una sintetica sono le inclusioni: quella sintetica infatti può presentare sfumature curvilinee, inclusioni triangolari metalliche o bolle gassose.
Alessandriti Celebri
L’alessandrite è la pietra dei 45 anni di matrimonio che vengono denominati, appunto, come le ‘nozze di alessandrite’. Tra il 1800 e il 1900 il gemmologo George Frederick Kunz, della nota azienda statunitense di gioielli Tiffany, convinse l’azienda a produrre anelli in platino e alessandrite. Altre alessandriti celebri furono quelle usate in Inghilterra all’epoca della Regina Vittoria.