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“Fate la nanna” di Eduard Estivill

E’ logico (a mio parere), che il piccolo, una volta stremato dalle lacrime, si arrenda, e si addormenti! Inoltre, alcuni esperti appartenenti ad un’associazione australiana che lottano per la salute mentale del bambino, fanno presente ai pediatri, che il fatto di lasciare piangere un bimbo piccolo da solo e per così tanto tempo, potrebbe generare in età adulta conseguenze psicologiche più o meno gravi. I pediatri non appoggiano molto Estivill.

Lo scrittore afferma che il suo metodo funziona nel 96% dei casi, ma questo non ha riscontri scientifici. Inoltre, “spinge” i genitori a mettere il bimbo in cameretta da solo sin dai primi mesi. Gli esperti però sono di parere contrario: almeno per i primi 6 mesi, il neonato dovrà stare nella camera dei genitori, per prevenire la morte in culla.

Questo però è un punto discutibile, mio figlio infatti l’ho “spedito” nella sua cameretta a soli 2 mesi e mezzo, quando ormai aveva saltato la poppata notturna. Inutile dire che, per fare così occorre avere le due camere da letto molto vicine, o quantomeno le classiche radioline, magari con tanto di monitor, per vedere e sentire il vostro bimbo in qualsiasi momento.

nanna

Cosa dice Estivill sulla nanna

Ma torniamo a Estivill, quali sono le sue teorie sulla nanna? Lo scrittore parla di un metodo particolare, denominato “metodo dell’estinzione graduale”. Innanzitutto, occorre sistemare il lettino del bimbo con il suo orsetto della nanna, con la famosa copertina di Linus, con qualche ciuccio in più, insomma con tutte quelle cose che in caso di bisogno, possano tranquillizzare il bimbo, durante i risvegli notturni.

Estivill parla anche di rituali, come il raccontare una favola oppure salutare i giocattoli e cantare determinate canzoncine. Questo per far capire al bimbo che determinate azioni vengono fatte in concomitanza con la nanna. Diciamo che i primi due punti che suggerisce Estivill, non sono per niente controproducenti. Ma il metodo dell’estinzione inizia poco dopo aver preparato un ambiente sereno al bimbo, lasciandolo nel suo lettino, con una stessa frase, come i saluti della mamma.

Una volta lasciata la stanza, è quasi scontato che il bimbo piangerà, ma Estivill suggerisce di aspettare qualche minuto prima di rientrare nella cameretta e tranquillizzarlo, evitando però di interagire molto con il piccolo. Il metodo propone un distacco iniziale di pochi secondi, fino ad arrivare a circa un quarto d’ora nel giro di una settimana. Questo comportamento si dovrà attuare anche nel caso di risvegli notturni.

E’ chiaro però che si dovrà rimandare il metodo del “Fate la nanna” al giorno seguente, se vedete il bimbo esagitato. Ricordate comunque che il metodo può essere applicato solo ai bimbi con più di sei mesi di vita, e che prima di prendere il considerazione l’estinzione graduale di Estivill, è meglio parlarne con il pediatra. Una recente ricerca scientifica sulla qualità del sonno dei bimbi piccoli, mette in luce il fatto che fino a tre risvegli notturni in un neonato fino a 8 mesi, sono del tutto normali, e non si può certo parlare di disturbi del sonno.

A partire dai 9 mesi e fino ai 3 anni, è normale che il bimbo faccia qualche capriccio alla sera per andare a nanna e che, magari nel cuore della notte si risveglia e vuole andare nel lettone di mamma e papà. Viene denominato “periodo del distacco”. E’ solo verso i 5 anni che il bambino riuscirà a dormire come un adulto. Vi sono però anche bimbi che soffrono realmente di disturbi del sonno, la classica insonnia, che potrebbe accompagnarla più o meno per tutta la vita.

Ma si tratta fondamentalmente di soggetti ansiosi. Esistono delle cure terapeutiche per combattere questi disturbi, e in questi casi la teoria di Estivill non risulta sicuramente una buona alternativa. In ogni caso, come detto, il libro di Estivill va sempre a ruba, ma quante sono le mamme che riescono ad applicare il suo metodo?

Lo scrittore afferma che su 100 bambini, 96 si adeguano, ma le mamme? Quante riescono ad allontanarsi dalla stanza del piccolo sentendoli piangere ininterrottamente, e lasciandoli lì per diversi minuti? Qui, entra in gioco il cuore di mamma, ci vuole anche un carattere forte, capace di superare la debolezza nel vedere piangere il proprio figlio. Ecco perchè sono tante le mamme che seguono il proprio cuore, lasciando a metà il metodo Estivill. Al contrario, ci sono mamme orgogliose di aver usato questa metodologia, trovandosi bene e consigliandolo ad altre mamme.

  • IBS.it

Nota casa editrice, dov’è possibile ordinare il libro di cui abbiamo parlato nella guida dedicata al sonno nei bambini: “Fate la nanna” di Eduard Estivill

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