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Musicoterapia per bambini

Le funzioni della musica

La musica, in generale svolge tre funzioni importanti: emoziona, in quanto è in grado calmare e di rilassare le persone che la ascoltano; evoca ricordi in quanto ha il potere di far riemergere in chi la ascolta, dei ricordi legati ad un evento o ad un momento particolare della loro vita ed infine ha un potere educativo, in quanto riesce ad insegnare alla persona i tempi giusti del dialogo e il ritmo del linguaggio. Insomma, che la musica avesse tanti aspetti positivi, questo era risaputo ma forse non tutti sanno che la musica ha anche un potere terapeutico. A tale proposito parliamo di musicoterapia per bambini, utilizzata soprattutto per gli autistici, i disabili, e qualsiasi altra categoria di utenti definiti “fragili”. Ma cos’è esattamente la musicoterapia? Andiamo quindi a capire di cosa si tratta.

Cos’è la musicoterapia: ambiti di applicazione

Innanzitutto diciamo che la musicoterapia è una forma d’arte che utilizza gli elementi musicali, quali il ritmo, la melodia, le note per favorire i processi di comunicazione, di apprendimento e di motricità. In ambito terapeutico la musicoterapia ha l’obiettivo di attivare i canali comunicativi verbali e non verbali e sostegno delle tradizionali terapie mediche e psicologiche. Sicuramente nell’ambito minorile, la musicoterapia per bambini riscontra sempre un grande successo. Infatti essa viene utilizzata per affrontare e trattare diverse patologie legate all’infanzia. Vediamo quali sono i principali campi di applicazione.
1. La musicoterapia per l’ADHD; si tratta di utilizzare la musicoterapia per trattare la sindrome da deficit di attenzione e iperattività del bambino. Parliamo di un disturbo comportamentale, che va ad incidere non solo sul normale sviluppo psichico del bambino ma anche su suo processo di integrazione. La musicoterapia pertanto viene utilizzata per ottenere due risultati: da una parte agire sull’impulsività e inattenzione del soggetto, indicendolo a rispettare i tempi di attesa con pazienza; dall’altra lo aiuta a scaricare le tensioni accumulate, attraverso l’uso degli strumenti musicali, soprattutto le percussioni.
2. La musicoterapia nei disturbi generalizzati dello sviluppo; si tratta di utilizzare la musica ed in particolare il dialogo sonoro per indurre il bambino ad una sorta di esercizio- gioco, che va ad agire sul recupero delle capacità pregresse ed il mantenimento e potenziamento di quelle espressive e relazionali.
3. La musicoterapia nel ritardo mentale; si tratta di utilizzare la musica nel trattamento del ritardo mentale dei bambini (autismo, sindrome di down…). In tali casi il tipo di intervento varia a seconda dell’entità del ritardo, ma in generale si tratta di strutturare degli esercizi-gioco che vanno a rinforzare le capacità logico-matematiche e quelle verbali. Si agisce inoltre sulla capacità relazionale, comunicativa ed emozionale del bambino affetto da ritardo.
4. La musicoterapia prenatale; non va infatti dimenticata l’importanza della musica ancor prima della nascita del bambino. La musicoterapia in questo senso va ad agire direttamente sul benessere psico-fisico della futura madre e quindi sul feto. La musica ha il potere di attivare il cuore e la mente e di far riemergere sensazioni ed emozioni dimenticate. Sicuramente, in gravidanza, la musica riesce a rilassare molto la madre e a prepararla al parto serenamente.

Musicoterapia in gruppo o individuale

Una volta capito cos’è la musicoterapia per bambini e quali sono i suoi ambiti di applicazione, vediamo come essa agisce . Il musicoterapeuta, ovvero il professionista che si occupa di tale disciplina, dovrà essere il grado (appunto attraverso la musica) di attivare tutti i canali espressivi per dare al bambino la possibilità di comunicare. Tale lavoro avviene mediante attività vocali, strumentali, sonore e il linguaggio non verbale. Le sedute di musicoterapia per bambini possono tenersi in gruppo, oppure in maniera individuale, lo scopo finale è quello di unire corpo, musica e movimento ed essere capaci così di esprimere sé stessi e porsi come protagonisti all’interno di un gruppo, superando la propria disabilità o incapacità.

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