Cos’è la dislessia
Quando si parla di dislessia ci si riferisce ad una difficoltà del bambino nella lettura e nella scrittura che non riesce ad eseguire in maniera fluente. È un particolare disturbo che interessa le abilità e non il funzionamento intellettivo. Ciò significa che il bambino dislessico presenterà difficoltà nel leggere e nello scrivere ma nessun altro deficit di intelligenza o problemi sensoriali e neuronali in generale. Tuttavia, nonostante il fatto che tale disturbo se non riconosciuto e curato può rappresentare un vero e proprio problema per il bambino che ne è affetto, in Italia ancora la dislessia è poco conosciuta e quindi affrontata nella maniera più opportuna. Ma come si manifesta il disturbo? E soprattutto come aiutare un bambino dislessico ad affrontare il problema? Per prima cosa bisogna imparare a riconoscere i sintomi che si presentano già dalla primissima scuola dell’infanzia, ovvero ancor prima che il bambino impari a leggere e scrivere.
Come riconoscere la dislessia
Da quanto già detto , per poter aiutare un bambino dislessico è necessario riconoscere il disturbo per tempo e quindi essere attenti alla produzione linguistica del bambino sin da piccolo. Senza voler creare inutili allarmismi, ma se un bambino utilizza un vocabolario con parole atipiche, distorte o scarsa produzione linguistica, bisognerebbe rivolgersi al pediatra per un consulto ed una anamnesi familiare al fine di valutare l’eventuale presenza di casi pregressi. Tuttavia sarà l’entrata nel mondo della scuola primaria che metterà in luce la presenza o meno del disturbo, infatti se al termine del primo anno scolastico, il bambino non è in grado di riconoscere bene alcune lettere (confonde la m/n, la b/d, la v/f), legge molto lentamente rispetto agli altri, non è in grado di scrivere lettere in stampato maiuscolo e non ha sviluppato ancora un controllo sillabico nella lettura, allora è il caso di rivolgersi ad uno specialista ed iniziare a valutare il problema. Tuttavia si sono ancora altri sintomi che vanno valutati, per esempio il bambino dislessico in certi casi non riesce a ricordare le tabelline, non ricorda il giorno del suo compleanno, oppure i giorni della settimana o i mesi dell’anno in sequenza. Parliamo inoltre di bambini che appaiono disorganizzati, disorientati che talvolta perdono fiducia in sé stessi e hanno bruschi cambi dell’umore. Ovviamente è giusto sapere che ogni dislessico è diverso dall’altro, quindi i sintomi vanno valutati da soggetto a soggetto in quanto ognuno può presentarli in maniera più o meno estesa.
Affrontare la dislessia
Se un genitore o un’insegnante si dovesse trovare dinanzi ad un sospetto di DSA deve richiedere una valutazione diagnostica per poter aiutare il bambino dislessico ad affrontare tale disturbo. La diagnosi verrà effettuata da professionisti preposti attraverso l’utilizzo di test specifici che permetteranno di individuare l’effettivo problema (se esiste) e di escludere altri eventuali disturbi. Solo dopo aver individuato per certo il disturbo si può intervenire con gli strumenti più adeguati per aiutare il bambino dislessico, attraverso tecniche di riabilitazione e di compenso e soprattutto modificando la didattica. Infatti per i bambini dislessici esistono tutta una serie di Direttive Ministeriali per permettere agli stessi di imparare secondo i loro tempi. Alcuni di questi strumenti sono per esempio l’uso della calcolatrice, del pc e di libri adatti al dislessico. Non bisogna dimenticare anche il ruolo fondamentale che spetta alla famiglia del bambino dislessico. Questi infatti devono collaborare attivamente con le insegnanti, cercare da subito un’attenta valutazione diagnostica (senza negare il problema o vergognarsi di affrontarlo) e rendere agevole la lettura del bambino, per esempio ripetendo la lettura ad alta voce senza colpevolizzarlo per le sue difficoltà. Purtroppo il recupero del bambino dislessico è un percorso molto lungo che spesso grava non poco sulle famiglie le quali devono farsi carico dei compiti scolastici piuttosto pesanti da affrontare per un bambino dislessico. In questi casi per aiutare il bimbo e quindi anche i genitori, si può richiedere l’intervento di un educatore post- scolastico che supporti il bambino nello svolgimento dei compiti e che crei quindi un clima di serenità che talvolta con i propri genitori viene a mancare.
Bisogna ricordare che i bambini dislessici imparano, ma con un po’ più di lentezza.