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Kung_Fu_Shaolin

Identikit del Kung Fu Shaolin

Il popolare termine Kung Fu (o Gong Fu) in generale indica, in occidente, le arti marziali tipiche della tradizione cinese. In realtà la traduzione di questo termine corrisponde, in italiano, a “destrezza”, “abilità”, e si riferisce alla capacità di eseguire una qualsiasi attività con l’abilità che può derivare solo da un allenamento costante e impegnato. Nessun riferimento alle arti marziali in sé, dunque, tant’è che in Cina il termine Kung Fu è molto generico viene associato a qualsiasi attività che richiede dedizione e impegno.

In occidente, complici i film sulle arti marziali cinesi che spopolarono negli anni ’70 (su tutti, quelli di Bruce Lee), è nata una sorta di distorsione per cui oggigiorno con “Kung Fu” si identificano le arti marziali che, in cinese, sono in realtà definite in modo molto più preciso e specifico. Il termine in assoluto più diffuso che identifica le arti marziali cinesi è Wushu (“Arte della Guerra”), ma ad esempio esistono anche Guo Shu o Kuo Shu (“Arte Nazionale”), Zhong Guo Quan (“Pugilato Cinese”), Wu Yi (“Abilità Marziale”), Quan Fa (“Metodo del Pugilato”), o ancora Quan shu (“Arte del Pugilato”).

Lo stile Shaolin, detto Shaolinquan, è fra i più famosi e con probabilità il più antico del Kung Fu. Shao significa “giovane”, lin “foresta” e quan (o chuan) “pugno”: il nome di questo stile si più quindi tradurre come “Pugilato della Giovane Foresta”.

Le origini del Kung Fu Shaolin

La culla dello Shaolinquan si trova nella regione dell’Henan, situata nella Cina centrorientale, e più precisamente sul versante nord del monte S?ngsh?n. È proprio in questa zona montagnosa che si trova il monastero buddista Shaolin (Shaolin-si), fondato nel quinto secolo e da sempre legato a doppio filo con le arti marziali.

All’interno del monastero, per difendersi dalle frequenti incursioni e dai saccheggi, i monaci ricevevano un duro addestramento per combattere: questi “monaci guerrieri” erano noti ovunque per la loro forza e le loro incredibili capacità fisiche. Non solo i monaci praticavano arti marziali, ma questa attività era diventata un elemento fondamentale della vita monastica; presto tuttavia i monaci iniziarono a combattere anche al di fuori del monastero. A tal proposito, una stele testimonia due importanti eventi storici: la difesa del monastero Shaolin dai banditi nell’anno 610 e il ruolo decisivo dei monaci nella sconfitta del generale usurpatore Wang Shichong nella battaglia di Hulao nel 621.

Il medico Hua Tuo, verso la fine della dinastia Han, elaborò una serie di esercizi fisici in sequenza ispirandosi alle movenze di cinque animali (Tigre, Orso, Scimmia, Cervo e Gru): queste tecniche, sviluppate come terapia per migliorare la salute, divennero parte integrante del Kung Fu.

Un grandissimo contributo allo Shaolinquan venne dal monaco buddista Bodhidarma (483-540 circa) di origine indiana, che agli inizi del sesto secolo migliorò l’approccio dei monaci allo studio delle arti marziali. I monaci erano infatti sottoposti ad allenamenti estenuanti, e Bodhidarma si rese conto che questo eccessivo sforzo si rivelava addirittura controproducente. Fu così che, accanto all’allenamento fisico, Bodhidarma introdusse esercizi di yoga, respirazione e meditazione zen: l’unione delle due pratiche permise ai monaci guerrieri di migliorare le loro prestazioni e di rallentare la decadenza fisica. L’introduzione di questi elementi meditativi trasformò il Kung Fu in una disciplina completa dal punto di vista psicofisico. A Bodhidarma viene attribuito anche il grande merito di aver introdotto una particolare sequenza di esercizi, la Sho Ba Lo Han (“Le diciotto tecniche dei discepoli di Buddha”).

I monaci guerrieri venivano tenuti in grandissima considerazione dai regnanti e parteciparono a numerose campagne militari, come ad esempio contro i pirati giapponesi (1553). Fu in particolare durante la dinastia Ming (1638-1644) che il Kung Fu Shaolin visse il periodo di massimo splendore. Fu così inevitabile il diffondersi progressivo dello Shaolinquan nel resto dell’Asia, che influenzò profondamente lo sviluppo delle arti marziali di altre culture come, ad esempio, il Karate di Okinawa e le arti marziali coreane.

La pratica del Kung Fu Shaolin

Il Kung Fu Shaolin è un’arte marziale di età ultramillenaria, e nel corso della sua lunghissima storia le sue tecniche sono state costantemente oggetto di perfezionamenti. Si è quindi arrivati ad una disciplina nella quale i praticanti esperti possiedono doti fisiche e tecniche straordinarie. Purtroppo gli stili tradizionali del Kung Fu hanno subito un deciso cambiamento per via delle nuove, diverse finalità dell’arte marziale: non più l’autodifesa e il combattimento, ma la pratica sportiva e lo spettacolo. Gli stili di Kung Fu praticati secondo i metodi tradizionali rimangono tuttavia efficacissimi metodi di combattimento che non hanno nulla a che vedere con lo sport e la competizione.

L’allenamento nel Kung Fu Shaolin riveste un’importanza fondamentale. Le tecniche vengono ripetute molte volte finché non sono eseguite dall’allievo in modo automatico ed istintivo: solo in questo modo, infatti, è possibile sconfiggere l’avversario in combattimento. Le risposte elaborate dalla mente in conseguenza di un attacco sono lente e macchinose, mentre quelle a livello inconscio sono immediate ed efficaci.

Confrontato con altre arti marziali, il Kung Fu viene insegnato in modo molto lento e metodico, mentre al contrario allievi di altre discipline iniziano già dopo poco tempo ad applicarsi nel “vero” combattimento. Il tempo speso per ripetere quasi all’infinito le tecniche e le forme fondamentali può apparire un’inutile forzatura, mentre in realtà è indispensabile per costruirsi una solida base. Non è un caso che, nel Kung Fu, sia abitudine affermare che a costruire un castello si impiega molto tempo, me questo risulterà poi difficile da abbattere; al contrario, una casa si erige in molto meno tempo, ma è anche più fragile.

È importante comprendere che il Kung Fu Shaolin non è uno sport, ma una antica pratica che nulla ha a che vedere con la competizione; certo, esistono gare nelle quali dimostrare le proprie capacità, ma queste non sono in alcun modo fondamentali per l’apprendimento, e nemmeno obbligatorie. A spronare nell’allenamento del Kung Fu devono essere motivi diversi da quelli agonistici: non il ‘diventare più forti o più bravi degli altri’ in senso assoluto, ma il superare continuamente i propri limiti. Non si smette mai di imparare nel Kung Fu, e appena si oltrepassa un traguardo ce ne sarà sempre un altro, nuovo, da raggiungere. Secondo il grande maestro Chang Dsu Yao (1918-1992), che grandemente contribuì alla diffusione in Italia delle arti marziali cinesi, raggiungere la vetta di una montagna serve solo a scoprire quanto è alta la montagna che si trova oltre.

Le tecniche del Kung Fu Shaolin

Per eseguire le tecniche dello Shaolinquan è indispensabile utilizzare i cinque elementi fondamentali: le mani (Shou), il corpo (Shen), gli occhi (Yen), la corretta esecuzione (Fa) e la posizione degli arti inferiori (Pu), indispensabile perché le tecniche siano efficaci.

Nello Shaolinquan vengono insegnate tecniche di base riunite in cinque gruppi fondamentali:

  • Ta: colpi di braccia
  • T’ui: colpi di gambe
  • Shuai: proiezioni
  • Chin Na (o semplicemente Na): prese (es. leve articolari, immobilizzazioni e strangolamenti)
  • Tien: pressioni o colpi sui punti vitali

 

L’apprendimento inizia dalle posizioni fondamentali del corpo (Pu Fa), poi prosegue con le tecniche di pugno (Chuan Fa) e i colpi con la mano aperta (Chang Fa), le parate (Fang Fa) e i calci (T’ui Fa). Una volta che l’allievo padroneggia queste tecniche di base l’insegnamento procede con le tecniche del cosiddetto “Pugilato per allenare le posizioni” (Lien Pu Chuan) e dello Shaolin Chuan, per poi concentrarsi sulle cadute e sulle proiezioni (Ti Tang Chuan), sulle prese (Chin Na) e, solo quando è stata raggiunta una certa dimestichezza, le pressioni ed i colpi sui punti vitali (Tien Hsueh Tao). Queste ultime tecniche sono potenzialmente pericolose, soprattutto se portate con colpi, perciò il loro insegnamento si rivolge solo ai praticanti più esperti.

Molto importante ai fini dell’apprendimento è il combattimento (Po Chi, letteralmente traducibile con “Scambio di tecniche”), del quale esistono tre tipologie:

 

  • Combattimento fondamentale o preordinato: consiste in sequenze di tecniche che prima vengono imparate eseguendole nel vuoto contro un nemico immaginario (Po Chi Lu), e poi perfezionate a coppie (Po Chi Tao).
  • Combattimento libero (Tzu Yu Po Chi): in questo caso il combattimento si svolge senza seguire sequenze prestabilite. Gli allievi si scambiano le tecniche imparate durante il combattimento fondamentale concentrandosi sulla loro corretta esecuzione; tutte le tecniche vengono portate in modo controllato, per evitare di ferirsi. Questo combattimento permette di migliorare ed affinare le proprie capacità tecniche, la prontezza di riflessi e la coordinazione.
  • Combattimento di gara (Pi Shai): si svolge per finalità agonistiche, secondo regole prestabilite.

 

Le armi nel Kung Fu Shaolin

Quando il praticante raggiunge un sufficiente grado di esperienza inizia l’insegnamento delle tecniche che prevedono l’uso delle armi tradizionali. Si tratta in sostanza degli stessi movimenti, posizioni e principi che stanno alla base delle tecniche a mani nude, con l’aggiunta di un’arma che viene intesa non come “oggetto” ma come un prolungamento del proprio corpo.

Secondo l’insegnamento tradizionale, durante le prime fasi di apprendimento è l’uomo a muovere l’arma; dopodiché l’uomo e l’arma si muovono in sinergia fondendosi in una sola entità; infine, ai livelli più alti, si dice che sia l’arma a muovere l’uomo, come se acquistasse vita propria.

Nello Shaolinquan esistono ben diciotto armi tradizionali, e precisamente:

 

  • bastone corto (Pang)
  • bastone lungo (Kun)
  • bastone molto lungo (Chang Kun)
  • bastone snodato con due (Shuang Chieh Kun) o tre sezioni (San Chieh Kun)
  • bastone “delle sentinelle” formato da una sezione lunga e una corta, unite da una catena (Shao Kun)
  • bastone corto con un manico perpendicolare, simile ad un manganello (Kuai)
  • spada (Chien)
  • spada uncinata (Shuang Kou)
  • sciabola (Tao)
  • pugnale (Pi Shou)
  • lancia (Chiang)
  • alabarda (Kuan Tao)
  • ascia da guerra (Fu)
  • mazza (Ch’ui)
  • catena (Kang Pien)
  • asta di ferro dall’estremità appuntita (Ti’eh Ch’ih)
  • corda con un capo dotato di punta metallica (Sheng Piao)

 

Ognuna di queste presenta diverse versioni, perciò esiste una grandissima varietà di armi e di tecniche utilizzate.

Gli effetti benefici del Kung Fu sulla salute

Un aspetto meno appariscente, ma molto importante nella pratica dello Shaolinquan, è rappresentato dai suoi effetti benefici sulla salute. Non a caso il maestro Chang affermava che il Kung Fu è costituito per il 30% da autodifesa, e per il 70% da salute!

L’allenamento costante permette ai praticanti di mantenersi in forma sia a livello fisico che mentale. Evidenti sono i benefici sull’apparato cardiorespiratorio, sul tono muscolare, sulla mobilità articolare e sull’elasticità, e sul miglioramento di capacità fisiche come forza, equilibrio, resistenza, coordinazione. La pratica del Kung Fu permette di migliorare le proprie capacità di autocontrollo, aumenta la sicurezza di sé e insegna a riconoscere i propri limiti, spronando a diventare sempre migliori. La pratica del Kung Fu si riflette anche nella vita quotidiana, dal momento che permette di allontanare stress, ansia e depressione.

Siti internet

Kung Fu Shaolin e Tai Chi tradizionale cinese

http://www.kuoshu.net/

Sito ricco di approfondimenti, notizie e curiosità riguardo al Kung Fu Shaolin ed alle altre arti marziali tradizionali cinesi. Accedendo alle diverse sezioni tematiche è possibile documentarsi sulle origini e sulle caratteristiche del Kung Fu, sui numerosi stili esistenti ed anche sugli effetti benefici che la pratica regolare di questa arte marziale può regalare alla salute.

Video sul Kung Fu Shaolin

National Geographic – 5 tecniche Shaolin Kung Fu

http://www.youtube.com/watch?v=P-bnC4iaslg

National Geographic – Monaci Shaolin

Parte 1: http://www.youtube.com/watch?v=3KBSSGgHcbA

Parte 2: http://www.youtube.com/watch?v=W40Gnuj-JJA

Parte 3: http://www.youtube.com/watch?v=XbbLn6q_5nE

Parte 4: http://www.youtube.com/watch?v=vpD_XQK7kLI

Parte 5: http://www.youtube.com/watch?v=HzuWoaP2kKs

Letture consigliate

Titolo: Shaolin. Alle origini dello zen e del kung-fu

Collana: Terre d’Asia

Autore: Hervé Bruhat

Curatore: E. Patella

Tradotto da: G. E. Taibi

Editore: L’Ippocampo

Anno: 2008

Lunghezza: 184 pagine

 

Titolo: Corso di kung-fu wushu

Autore: Roger Itier

Editore: De Vecchi

Anno: 2006

Lunghezza: 351 pagine

 

Titolo: Lo Shaolin. Mistero e magia dei monaci guerrieri

Collana: I tascabili (Vol. 286)

Autore: Sri Rohininandana Das

Editore: Xenia

Anno: 2009

Lunghezza: 126 pagine

 

Titolo: Shaolin. Viaggio nel cuore del tempio

Autore: Huang Aguilar

Editore: Jute Sport

Anno: 2006

Lunghezza: 224 pagine

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