Origini e storia del jeans
Nonostante la sua grandissima diffusione, pochi conoscono la lunghissima storia del jeans e l’origine del nome del suo tessuto, il famoso Denim.
Il nome di questo celebre indumento deriva dal suo ordito di colore blu: per questa colorazione veniva inizialmente utilizzata una pianta chiamata “isathis tinctoria”, conosciuta più comunemente col nome di “guado”, oppure un’altra pianta chiamate “indigofera tinctoria”, ossia l’indaco. Oggi invece le tinte naturali sono state sostituite da quelle chimiche.
Per quel che riguarda il tessuto, invece, molto probabilmente il denim è un parente stretto del fustagno, un tessuto che precedentemente veniva riservato a chi doveva eseguire lavori di fatica.
Se vogliamo andare alla ricerca di una provenienza geografica, la storia del jeans ci porta a Genova e dintorni. Questa supposizione viene fatta in base a criteri linguistici e storici, in quante le teorie che stanno dietro alla nascita di questi pantaloni sono innumerevoli. Uno dei motivi che ci fa eleggere Genova come possibile patria dei jeans è anche la grande tradizione tessile di tutta la Liguria, tradizione conosciuta e rinomata fin dai tempi più antichi.
La Liguria, infatti, è sempre stata una grande esportatrice di manufatti tessili di grande fama, come il damasco di Lorsica o il velluto di Zoagli. Certo è che il fatto che i jeans siano realizzati con una tela blu può avere qualche collegamento con un tipo di fustagno che veniva realizzato a Chieri e che veniva utilizzato, nel corso del XV secolo, come copertura per le merci, le chiglie delle navi e le vele che venivano lasciate in porto. Chi sostiene questa tesi sostiene anche che il termine blue jeans sarebbe una derivazione di “bleu de Gênes”, un’espressione che in francese vuol dire blu di Genova.
Ancora, tra gli studiosi di storia del jeans c’è chi appoggia l’ipotesi secondo cui i jeans deriverebbero dal bordatto della Liguria, un tessuto che, come gli altri, era ampiamente impiegato per la realizzazione di abiti molto resistenti per il lavoro. Questo tessuto sarebbe stato esportato già dal Sedicesimo secolo dal porto di Genova verso altre zone del mondo, e questo periodo coincide con la diffusione, in Inghilterra, della parola “jeans”.
Nella storia del jeans ebbe un ruolo di particolare rilievo anche Garibaldi, che nel corso della celebre spedizione dei Mille aveva indosso, assieme a tutto il resto della sua truppa, i pantaloni “genovesi”, che ancora oggi possono essere visionati visitando il Museo del Risorgimento di Roma. E ancora una volta troviamo la città di Genova investita di una certa importanza nella storia di questi pantaloni.
Non per niente, nel 2004 gli studenti di alcune scuole del genovese hanno realizzato un immenso pantalone “Blu di Genova” utilizzando, per l’appunto, qualcosa come 600 paia di jeans smessi: questo grandissimo pantalone, che raggiunse la ragguardevole altezza di oltre diciotto metri, venne fatto ‘indossare’ a una gru dell’antico porto di Genova.
Un’altra ipotesi nota nella storia del jeans- sempre linguistica – invece ci porta a Nimes, in Francia, che era molto famosa per dei pantaloni da lavoro molto resistenti di color indaco. Il tessuto avrebbe potuto chiamarsi “de nimes”, per poi evolvere in “denim”. Questi pantaloni erano in effetti indossati dai marinai liguri dei secoli passati e questa ipotesi coinciderebbe con vari elementi noti nella storia del jeans.
Evoluzione del jeans
Il jeans fino ad arrivare ai giorni nostri ha origini che risalgono a molti anni fa e ha attraversato epoche diverse che lo hanno portato a essere acclamato o maltrattato, a subire cambiamenti nello stile e nei colori, ma sembra impossibile per tutti poterne fare a meno.
Ma nella storia del jeans una certezza l’abbiamo: il nome dell’ “inventore” non è sicuramente sconosciuto a nessuno. Si inizia nella seconda metà dell’ 800 grazie a un certo Levi’s che riuscirà per tutto il ‘900 ad essere il maggiore produttore dei famosi pantaloni a cinque tasche. Levi Strass giunse a San Francisco nel 1853 in cerca d’oro e lavorò in collaborazione con Jacob Davis, un sarto originario del Nevada, a cui va il merito di avere inserito sul denim i bottoni di metallo che ancora oggi caratterizzano il jeans come è arrivato ai giorni nostri.
Caratteristica tipica del tessuto dei jeans è la sua robustezza ed è proprio per questo che all’inizio non veniva utilizzato per realizzare capi d’abbigliamento ma per i teloni da imballo e la copertura delle vele. La comparsa di questo tessuto è quindi legata al mondo mercantile e nel momento in cui si decise di impiegarlo anche come vestiario lo si fece come “abito da lavoro” essendo particolarmente resistente e i destinatari furono i “camalli”, cioè gli scaricatori del porto che avevano il compito di trasferire le merci sui velieri che approdavano e lasciavano il porto di Genova.
Con la fine della Seconda Guerra Mondiale indossare i jeans diventa una vera e propria moda e chi si veste in modo casual non viene più guardato “male”. A facilitare la sua diffusione sono anche gli idoli della musica e del cinema dei giovani di allora come Elvis Pretsley e James Dean. In particolare, parallelamente alla rivoluzione pacifica dei giovani che ebbe il suo apice nel 1968, gli “hippy, ovvero i cosiddetti “figli dei fiori”, fanno dei jeans uno dei loro simboli ed è proprio con loro che si passa dal “modello classico” a quello a zampa d’elefante sfrangiato e a volte dipinto.
Fino agli anni ’70 rimane incontrastato il primato della Levi’s nella vendita di questo pantalone che diventa in assoluto il più portato, ma proprio in concomitanza con la sua diffusione su grande scala aumentano le griffes, anche minori, che inseriscono il jeans nella loro linea e diventa così difficile per l’azienda di San Francisco cercare di mantenere intatti i guadagni.
La zona dell’America in cui vengono inizialmente fabbricati questi pantaloni sono gli stati dell’ovest perché qui molti lavoratori sono impegnati nella costruzione delle ferrovie e per un’attività del genere era necessario indossare vestiti forti e robusti.
I produttori americani di pantaloni in denim sono essenzialmente tre:
- Levis nel sud
- Wrangler nel nord
- Lee nel MiddleWest
tutti marchi che ancora oggi sono tra i più importanti e che vengono ritenuti storici.
All’inizio degli anni ’90 comincia a esserci una calo nel numero di vendite del pantalone in denim, ma con la fine del decennio grazie a marchi importanti come Gucci che fa tornare il voga lo stile hippy, la crescita aumenta nuovamente grazie alla volontà di voler mostrare soprattutto il marchio del capo che si indossa.
Lo stilista Roberto Cavalli ha arricchito iol semplice pantalone in jeans con elementi come piume e pitoni che fanno sì che il denim volga indossato anche quando ci si vuole vestire in modo più elegante. Questo ha fatto sì che si scelga di indossare jeans non soltanto come pantalone ma anche per altri capi d’abbiligamento e accessori, sia di giorno che di sera, indipendentemente dall’età.
Per quel che riguarda le apparizioni pubbliche, possiamo affermare che la prima persona ad indossare un paio di jeans in pubblico nel corso di un’occasione ufficiale fu Gianni Angelli, presidente della FIAT. Da quel giorno, i jeans ottennero un’acclamazione universale e sono oggi un capo di abbigliamento di uso quotidiano per tutti, donne e uomini, dai bambini agli anziani.
Un nome nella storia del jeans: Levi Strauss
Il nome e la persona di Levi Strauss sono pietre miliari nella storia del jeans. Fu infatti il titolare, insieme ai fratelli, di un’azienda produttrice di tessuti che, da New York, si trasferì a San Francisco nell’anno 1853 per inaugurare l’apertura di un nuovo stabilimento.
In quel periodo, la California era sotto i riflettori per un fenomeno che sarebbe passato alla storia: la corsa all’oro. I cercatori di oro e i minatori avevano quindi l’esigenza di indossare, nel corso delle loro ricerche, indumenti resistenti alle peggiori condizioni ambientali e atmosferiche; a rispondere nel migliore dei modi a queste precise necessità fu il tessuto chiamato “bleu de Nimes”, quel tessuto che in passato veniva utilizzato, nei porti, per ricoprire le merci e le chiglie della navi lasciate in porto.
Il tessuto si rivelò più che adatto ad essere impiegato per la realizzazione di solidi e resistenti pantaloni da miniera, e la loro fattura ancora oggi parla del loro passato: i jeans, infatti, sono spesso caratterizzati da doppie cuciture, impunture, rivetti e bottoni in acciaio.
Sull’onda di questo successo la Levi Strauss divenne azienda leader nella produzione di indumenti, in particolar modo di pantaloni, con il suo fiore all’occhiello costituito, oggi come allora, dai jeans.
Oggi l’azienda, protagonista assoluta nella storia del jeans, può contare una fitta rete di punti vendita presente in oltre 110 paesi in tutto il mondo, diventando presto una vera e propria icona dell’abbigliamento casual in generale, tant’è che, oggi, affermare di avere indosso un paio di Levi’s equivale a dire avere indosso un paio di veri jeans.
Il jeans ebbe un ruolo di protagonista anche nel corso della rivoluzione studentesca, diventandone quasi il simbolo, e da quel giorno venne consacrato nel mondo della moda come un abbigliamento che non può mancare in qualsiasi guardaroba. Viene infatti indossato sia per le attività di tutti i giorni sia per gli appuntamenti galanti di sera, per le occasioni formali o le feste.
Il modello che più di tutti ha fatto la storia del jeans firmati Levi’s è il celebre modello 501, che originariamente nacque di colore marrone, senza tasche posteriori né passanti per cintura. Successivamente il marrone scuro lasciò il passo al classico, leggendario e intramontabile denim newyorchese, e i punti più fragili e soggetti a rotture dei jeans furono rinforzati con particolari accessori metallici che, ancora oggi, sono presenti nella maggior parte dei modelli.
La fama del modello 501 si allarga a tutti gli altri modelli, dando vita a una vera e propria diffusione a macchia d’olio dei jeans in tutte le classi sociali e in persone di tutte le età. I Levi’s oggi vengono prodotti sia da uomo che da donna, in differenti modelli. Da quelli a vita bassa a quelli a vita alta, da quelli con la zampa d’elefante a quelli a sigaretta, da quelli lunghi a quelli a tre quarti, i jeans sono disponibili davvero in moltissimi modelli, in tantissimi colori e più o meno ricchi di accessori,tasche, passanti e quant’altro.
Oltre ai jeans, la Levi’s produce anche tutta una collezione di abbigliamento casual che comprende gonne e pantaloncini di jeans, magliette, felpe, camicie, scarpe e accessori: un’offerta tanto vasta da permettere a chiunque di entrare in un negozio della Levi’s e di uscirne completamente rinnovato dalla testa ai piedi.
Chi volesse essere informato sulle ultime novità dell’azienda e partecipare alla community di estimatori, può farlo visitando il sito www.levis.com
bellissimi qst jeas… io x i jeans stretti ci vd matta.. anzi mi date un’idea cs posso mettere staresa?:P