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Il colloquio di lavoro

Avete inviato centinaia di curricula, ma le risposte tardano ad arrivare. Non tutte le aziende, infatti, sono così corrette da mandare ai poveri aspiranti un “grazie, ma il suo profilo non corrisponde a quello che stiamo cercando”. Poi, un giorno, quando magari avete già perso ogni speranza, ecco che arriva una chiamata…Vi hanno convocato per un colloquio di lavoro!

Ciò vuol dire che il curriculum ha superato la prova dei selezionatori, e quindi vogliono incontrarvi di persona per verificare che abbiate i requisiti per accedere ad un determinato ruolo professionale. Il colloquio di lavoro è il momento determinante, è qui che si devono giocare tutte le carte per conquistare un posto di lavoro.

Per questo motivo, nulla va lasciato al caso. In poco tempo dovete essere bravi a convincere i selezionatori (che in genere ne sanno una più del diavolo!) che siete proprio voi le persone giuste per ricoprire quella mansione.

Chi seleziona il personale da inserire nelle aziende ha una responsabilità non da poco: deve scegliere, tra tanti, il candidato giusto per svolgere le specifiche mansioni richieste. Se non fa attenzione, e non esegue una valutazione adeguata, rischia di optare per la persona sbagliata, con grave dispendio di tempo, energie e produttività da parte dell’azienda.

Colloquio di lavoro

Prepararsi al colloquio di lavoro

La preparazione al colloquio di lavoro va cominciata qualche giorno prima. E’ necessario che raccogliate quante più informazioni possibili circa l’azienda che vi ha chiamato a sostenere il colloquio, ed individuare, tra queste, le notizie più utili a chiarire quali sono gli obiettivi aziendali e la mansione da ricoprire.

In genere le domande dei selezionatori sono sempre le stesse, e se non è il primo colloquio di lavoro che sostenete, non vi sarà difficile approntare una lista di quelle più probabili e frequenti. E’ però importante anche definire le domande che voi intendete porre ai selezionatori. Anche queste servono ad avere le idee più chiare sul posto di lavoro che vi stanno offrendo.

Ricordatevi di recarvi al colloquio muniti dei documenti che servono ai fini della selezione: carta di identità, curriculum ben scritto, eventuali ricerche e pubblicazioni, ecc. Qualche giorno prima informatevi bene circa il luogo e la sede del colloquio di lavoro, in modo da organizzarvi al meglio ed evitare di arrivare in ritardo (il che potrebbe pregiudicare negativamente l’esito del colloquio).

Se la zona risulta difficile da raggiungere, aiutatevi con delle mappe. Infine decidete in anticipo quale abbigliamento indossare. Il consiglio è di optare per capi sobri e non eccentrici: ricordate che la prima impressione conta moltissimo in un colloquio di lavoro! Cercate di indossare abiti in sintonia con il ruolo che intendete ricoprire, senza esagerare con troppo colore o pizzi e merletti (se siete donne).

Quale atteggiamento durante il colloquio di lavoro

I primi minuti di un colloquio di lavoro sono quelli decisivi per i selezionatori che devono scegliere il candidato giusto. L’atteggiamento più adatto da assumere non è certo rinunciatario o passivo, tipico di chi è “disposto a fare di tutto”, ma piuttosto deve essere propositivo ed entusiasta dell’impiego che vi si sta offendo.

I selezionatori restano infatti piacevolmente colpiti dalle persone motivate ed intraprendenti (purchè, naturalmente, tali caratteristiche non siano volutamente accentuate!). Quando i selezionatori vi chiederanno di presentarvi, fatelo in maniera concisa e per non più di due minuti.

Dopo aver illustrato chi siete e cosa vi aspettate dal tipo di impiego che vi propongono, ponete qualche domanda ai vostri interlocutori, badando sempre che siano pertinenti e chiarificatrici riguardo alle mansioni da svolgere.

Evitate, durante il colloquio di lavoro, di parlare male di ex-colleghi o datori di lavoro, poiché non è corretto. Inoltre- altra importantissima raccomandazione- non mentite mai, né sul vostro conto, né circa il vostro passato professionale.

Se nel curriculum si evidenzia un periodo (anche lungo) nel quale siete stati disoccupati, non abbiate timore di spiegarlo con maturità e senza accampare scuse o altro. Ricordate che, come dice un proverbio, “le bugie hanno le gambe corte”, e potreste rischiare di essere scoperti, facendo una gran brutta figura!

Cercate quindi di restare il più possibile voi stessi, senza sembrare finti ed artefatti ed assumere comportamenti falsi e studiati a tavolino. I selezionatori hanno a che fare con moltissime tipologie di persone, e per loro non è difficile smascherare eventuali bravi attori!

Linguaggio “non verbale”: il corpo parla

La gestualità del corpo durante un colloquio di lavoro gioca un ruolo importantissimo. Si incomincia dalla stretta di mano, che deve essere forte e vigorosa, e mostrare sicurezza e determinazione. I primi minuti servono a “rompere il ghiaccio”: in genere c’è lo scambio di qualche battuta informale, e questo è utile per rilassarsi un po’ se ci si sente troppo tesi e rigidi.

Mi raccomando però a non esagerare con un atteggiamento esageratamente amichevole!

Qualche consiglio può essere utile:

  • 1) Non tenete le mani in tasca, non giocherellate con le mani o i capelli, Sono gesti che tradiscono un evidente disagio, ed inoltre sono tipici di chi non riesce a tenere sotto controllo il proprio nervosismo
  • 2) Badate alla postura, fate in modo che sia rilassata, ma non troppo. Protendete il corpo verso chi vi parla, in atteggiamento di ascolto
  • 3) Evitate di compiere gesti che vi fanno apparire sulla difensiva, e quindi poco espansivi e fiduciosi: niente braccia conserte, gambe accavallate o borse sulle ginocchia come se aveste paura che qualcuno ve la porti via
  • 4) Lo sguardo verso il selezionatore deve essere fisso, ma vigile e attento: insomma, non dovete apparirgli come se foste sotto ipnosi! Se i selezionatori sono più di uno, alternate lo sguardo ora su uno, ora sull’altro
  • 5) Se siete abituati a gesticolare mentre parlate, cercate di limitarvi il più possibile
  • 6) Ogni tanto, mentre vi parlano, fate un cenno di diniego o assenso per far capire che siete stati attenti al discorso

Consigli per far bella figura durante l’incontro con il possibile datore di lavoro

Ci sono alcuni accorgimenti che servono a dare un’immagine di sé stessi positiva e “vincente”. Ricordatevi che, pur cercando di essere il più naturali possibile, conquista un posto di lavoro chi riesce a “vendersi meglio”, chi evidenzia meglio le proprie competenze ed esalta i propri punti di forza.

E naturalmente, chi riesce a far passare inosservati i punti di debolezza e le lacune formative e professionali. Cominciamo col dire che non è opportuno parlare di soldi e retribuzione, almeno nei primi quindici minuti del colloquio di lavoro.

E’ importante approfondire il tipo di contratto, i piani di crescita, gli eventuali benefit previsti, ma non devono essere gli argomenti principali del colloquio. In genere il primo incontro serve a conoscere il candidato, mentre nei successivi ci si sofferma sulle aspettative professionali ed economiche.

Il web può servire a comprendere il linguaggio e le dinamiche aziendali. Quindi è utile consultare il sito dell’azienda, gli eventi a cui la stessa ha partecipato, gli eventuali partners e le strategie adottate nella vendita dei prodotti o fornitura dei servizi.

E ancora: è meglio non mentire mai per non correre il rischio di contraddirsi in futuro, soprattutto se i colloqui previsti saranno più di uno e con persone diverse. Bisogna essere sempre coerenti con quello che si è scritto nel curriculum, per evitare spiacevoli contraddizioni. Può sembrare strano, ma anche il contatto di convocazione per il colloquio ha la sua importanza!

Se venite raggiunti sul cellulare e vi trovate in un luogo poco opportuno o in una situazione poco adatta, siate chiari e proponete di chiamarvi in un altro momento. Durante la telefonata state attenti ad ogni informazione che vi viene fornita. Se invece il contatto è avvenuto tramite e-mail, curate la risposta nei minimi particolari, badando all’apertura e ai saluti finali.

Colloquio di lavoro di gruppo

In alcuni casi l’azienda può decidere di procedere ad un colloquio di gruppo. In genere questo succede quando ci sono parecchi candidati per una sola posizione, ed allora si intende fare una prima scrematura di persone.

Chi supera il primo colloquio di gruppo viene ammesso a sostenere il successivo, conoscitivo e strettamente personale. Se l’azienda è molto grande e ben organizzata, può essere previsto anche un terzo colloquio con i responsabili o dirigenti.

A prima vista può sembrare che il colloquio di gruppo, proprio perché avviene in presenza di più persone, sia più agevole e senza intoppi. In realtà questa prova potrebbe nascondere qualche insidia, soprattutto per chi non è abituato ad esporre le proprie idee in pubblico ed interagire con gli altri in vista di un obiettivo comune.

In genere la valutazione di gruppo avviene sulla base del “role playing” (gioco delle parti): i selezionatori osservano i candidati durante la simulazione di situazioni molto vicine alla realtà di ogni giorno.

Può trattarsi, per esempio, della simulazione di una riunione di lavoro, di una situazione di emergenza, di una discussione animata. Il “gioco di ruoli” dà la possibilità di far emergere nei candidati attitudini specifiche e qualità caratteriali che verrebbero fuori con maggiori difficoltà durante un colloquio individuale.

I selezionatori possono così individuare il candidato che ha capacità di leadership, chi ha più dimestichezza a parlare in pubblico, chi invece si distingue per i modi pacati e la precisione, ecc. E’ importante seguire qualche accorgimento per uscire “indenni” da una prova di gruppo.

Eccone qualcuno:

  • 1) Calatevi nella situazione che vi è stata proposta senza lasciarvi andare ad implicazioni teoriche, ma concentrandovi piuttosto sulle possibili soluzioni di tipo pratico
  • 2) Cercate di non prevaricare gli altri mentre parlano, non interrompeteli durante la discussione cercando di imporre a tutti i costi il vostro punto di vista
  • 3) Quando argomentate ciò che pensate è indispensabile che siate diretti e semplici. Non complicate il discorso con inutili giri di parole
  • 4) Cercate di diventare un punto di riferimento per il gruppo, assumendo, per esempio, il ruolo di mediatore tra le parti, per guidarli verso soluzioni cha vadano bene per tutti
  • 5) Non usate un tono di voce troppo alto o un atteggiamento autoritario
  • 6) Cercate di essere calmi, rilassati e sorridenti. Siate accomodanti quando è possibile, decisi quando è necessario
  • 7) Siate cauti nel dare risposte, temporeggiate se non avete la risposta pronta ad un quesito che vi pongono in quel momento

Cosa fare dopo il colloquio di lavoro

E’ chiaro che, appena terminata la prova, si ha la curiosità di sapere come è andata. Ma i selezionatori non sono affatto tenuti a farvelo sapere, quindi evitate di chiederlo. Aspettate piuttosto che sia l’azienda a ricontattarvi.

Al massimo potete chiedere quanto tempo necessita per avere una risposta. Se poi questa tarda ad arrivare, aspettate almeno un mese prima di chiamare voi l’azienda, per telefono o tramite e-mail. Piuttosto, dopo il colloquio di lavoro, mettetevi tranquilli e ripensate agli eventuali errori commessi, alle cose che avreste potuto dire o evitare.

Individuate anche i punti positivi del colloquio, e per non dimenticarli fissateli sulla carta, poiché vi torneranno utili per altri colloqui che affronterete. Indipendentemente dall’esito, ogni colloquio di lavoro rappresenta un momento di crescita personale, poiché vi mette in contatto con i limiti e i punti di forza, che è sempre utile conoscere.

Affrontare un colloquio di lavoro nel modo migliore e con sicurezza dipende anche dall’esperienza che si ha nel farli. Più colloqui si fanno, meglio è perché ogni nuova prova va meglio della precedente e rafforza l’autostima.

Ricordate che a valutazione complessiva del colloquio di lavoro potrebbe dipendere dall’esito di eventuali test psicoattitudinali, di personalità, e spesso anche dall’analisi grafologica. Questa è in genere una prova che mira a scoprire alcuni lati del carattere tramite la scrittura, e che viene svolta da professionisti del settore ed esperti grafologi inseriti in appositi albi professionali.

Orientamento al lavoro

Esistono enti preposti a svolgere attività di consulenza e orientamento al lavoro. Possono essere sportelliInformagiovani” con personale addetto a stilare il bilancio di competenze, o anche i Centri per l’impiego. Poiché “cercare lavoro è un lavoro” è sempre più importante, ormai, trovare una guida valida che aiuti a districarsi tra le mille difficoltà legate al mondo del lavoro.

Presso alcuni sportelli di orientamento al lavoro è possibile anche effettuare una simulazione del colloquio di lavoro con alcuni selezionatori del personale, ed essere aiutati nella corretta compilazione del curriculum vitae.

Anche il web può darci una mano in questo senso: esistono parecchi siti dedicati al lavoro, contenenti annunci e offerte per tutti, ma anche consigli per scrivere un efficace curriculum vitae e superare brillantemente un colloquio di lavoro. Uno dei più affidabili è Monster.

Genitori separati e figli sereni
Psicologia

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Milena Talento20 Aprile 2016

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