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Quali sono le principali paure dei bambini?

La paura è una delle prime emozioni che compaiono nei bambini ed è strettamente correlata al processo della crescita. Tra le paure più comuni diffuse tra i bambini ci sono quelle del buio, degli estranei e delle novità, di rimanere da soli.

Ci sono poi delle paure tipiche dei nostri tempi e della nostra attuale società come la paura di non essere belli o di essere inadeguati e incapaci, di essere abbandonati.

Sono dunque cambiate oggi rispetto al passato le paure dei bambini?

Si, anche se molte paure sono rimaste le stesse, alcune sono esclusive dei bambini di oggi e sono dovute al nuovo “modello” di società che spesso vuole che il bambino diventi presti un adulto, ma poi non gli offre gli strumenti necessari per gestire la propria autonomia.

Già da piccoli alcuni bambini temono di non essere belli o di essere inadeguati e incapaci o di essere abbandonati.

Un genitore può trasmettere le sue paure al figlio?

Il figlio di un genitore che soffre di fobia ha una maggiore probabilità di sviluppare lo stesso disturbo, infatti, nelle situazioni difficili, il bambino tende ad osservare il comportamento degli adulti che gli sono accanto.

Bisogna comunque precisare che non è poi così frequente che le paure trasmesse dai familiari si trasformino in vere e proprie fobie. Secondo le ricerche condotte sul tema, solo un adulto fobico su sei ha parenti che soffrono dello stesso disturbo.

Perché i bambini hanno paura del buio, degli estranei, di rimanere soli?

La paura del buio, tipica nei bambini dai 2 ai 4 anni, ha a che fare con la fatica a separarsi dal noto, da ciò che si riconosce come familiare perché rassicurante e prevedibile. La notte – interpretata dal bambino come lungo momento di separazione – può attivare sentimenti di abbandono e paura della perdita.

Non basta dunque lasciare le luci accese nella stanzetta del bambino o controllare che non ci siano mostri sotto il letto se il genitore poi non condivide “emotivamente” le paure del figlio.

La cosiddetta “angoscia dell’estraneo” compare invece verso l’ottavo mese di vita ed è l’elemento indicatore che ci segnala che il neonato sta imparando a distinguere coloro che si prendono cura di lui da tutti gli altri. In questa fase compaiono diffidenza e timore verso persone non familiari.

L’ambiente familiare ha infatti la fondamentale funzione di rassicurare e proteggere il bambino così da favorire una possibilità esplorativa sicura. Il bambino, potendo contare sulla presenza emotiva e fisica dei genitori, impara dall’esperienza ad affrontare i momenti di paura.

La paura più grande dei bambini rimane comunque quella di essere separati e abbandonati dall’amore dei genitori. Ogni volta che il bambino ha la possibilità di attingere alla risorsa d’amore primaria, cioè il genitore, cresce in lui il senso di fiducia e sicurezza, premesse indispensabili al processo di crescita personale. L’interiorizzazione del legame d’amore con i genitori porterà il bambino a raggiungere autonomia e fiducia in se stesso.

Come cambiano nel tempo le paure dei bambini?

Le paure nei bambini nascono spesso senza una ragione precisa e vengono altrettanto misteriosamente superate; generalmente le ansie più comuni vengono superate nel corso della crescita. Il comparire e scomparire delle paure riflette lo stadio di maturazione del bambino mentre l’oggetto della paura può essere spiegato da ciò che la maggior parte dei bambini di quell’età incontra più frequentemente.

Molte paure insorgono in una determinata età perché coincidono con il periodo in cui il bambino entra in contatto per la prima volta con quel particolare contesto (pensiamo al classico esempio della fobia per la scuola).

Quando i bambini vivono una situazione totalmente nuova in genere reagiscono con ansia ma poi, con il trascorrere del tempo, si abituano rapidamente.

Come possono i genitori aiutare i figli?

Il bambino per prima cosa deve imparare a parlare delle sue paure e a chiedere aiuto. A questo punto è molto importante che i genitori supportino il figlio “emotivamente”, lo rassicurino e lavorino per far si che il piccolo accresca la fiducia in se stesso.

Quando ci si trova davanti a manifestazioni eccessive di paura che non giustificano la reazione di fronte a certi stimoli, può essere utile ai genitori interrogarsi sul significato di questo disagio che il bambino sta vivendo.

Spesso i bambini, specie se sono molto piccoli, comunicano il loro mondo emotivo attraverso il linguaggio del corpo. La vicinanza fisica dei genitori in queste situazioni è fondamentale: abbracci, carezze, baci comunicano al bambino messaggi di sicurezza e fiducia.

Un altro buon modo per aiutare il piccolo ad esorcizzare e superare le sue paure può essere quello di leggere con lui delle fiabe, che possono essere adattate dai genitori nelle varie situazioni – a seconda del bisogno del bambino- per rassicurare, infondere fiducia, contenerlo emotivamente.

La televisione può contribuire ad aumentare le paure dei bambini?

Le modalità con cui oggi vengono trasmesse le notizie sono un elemento di rischio poiché i bambini non possiedono gli strumenti per fare ragionamenti critici rispetto a quello che vedono: il rischio è che confondano fantasia e realtà e che si attivino vissuti di angoscia e paura.

Se il bambino prova tali emozioni, è meglio spegnere la televisione. Si può scegliere, in alternativa, di proporre un momento di televisione da vedere tutti insieme per poi parlarne. E’ estremamente importante non lasciare soli i bambini di fronte a scene angoscianti ma dare loro la possibilità di elaborare le emozioni e ii pensieri che suscitano in loro certe parole o immagini che vengono trasmesse in tv.

A cura della Dott.ssa Francesca Saccà

http://psicologoinfamiglia.myblog.it

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Milena Talento17 Novembre 2017

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