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Che cos'è preprly

L’indagine statistica ha preso in considerazione i 27 paesi dell’Unione con esclusione del Regno Unito stilando una graduatoria delle performance di ogni singola nazione. Intrigante è la classifica finale così come altrettanto interessante è il set di indicatori utilizzati per elaborare la panoramica cognitiva del vecchio continente. Ma partiamo con ordine e iniziamo con l’elenco progressivo dei paesi a partire dal podio e inerente le prime cinque posizioni.

Sul gradino più alto c’è un sorta di outsider: si tratta del piccolissimo Lussemburgo, centro finanziario mitteleuropeo che vanta ben tre lingue ufficiali, parlate entro i confini nazionali, ossia lussemburghese, tedesco e francese. Per un paese continuamente condizionato dall’influenza transalpina e germanica nel corso dei secoli, la tendenza al multilinguismo è un fattore scontato così come la tendenza dei cittadini lussemburghesi a studiare nuove lingue. Due percentuali delineano anche meglio le performance del paese. Ad esempio, il 100% dei più piccoli inizia a studiare una nuova lingua dalla scuola primaria con prestazioni eccellenti mentre il 98,4% dei cittadini possiede una televisione in casa e può accedere a programmi sottotitolati che semplificano l’apprendimento. Al secondo posto c’è la Svezia, al terzo la Danimarca, mentre quarto e quinto sono occupati da Finlandia e Cipro.

Preply declassa l’Italia al penultimo posto: 26° su 27 posizioni. In altre parole non esistono le condizioni tali per creare un ambiente pubblico-privato per studiare con successo una nuova lingua. Eppure l’Italia è il paese delle minoranze linguistiche e dei dialetti, con ben 47 lingue parlate da nord a sud. Ma è anche il paese in cui per navigare il sito del Governo Italiano è indispensabile conoscere l’unica lingua con cui è stato pubblicato online: l’italiano, appunto. Veniamo infine alle sette aree statistiche in cui sono stati raggruppati i dati analizzati.

Si tratta del doppiaggio e dei sottotitoli di cinema e TV, della diversità linguistica, dell’accessibilità allo studio online tramite strumenti digitali, del tipo di competenza nella lingua straniera più conosciuta, dell’apprendimento linguistico nell’istruzione pubblica, del multilinguismo e del numero di idiomi ufficiali conosciuti e parlati entro i confini nazionali. Sette aree ma un solo obiettivo, per l’Italia: cambiare marcia e puntare su un apprendimento di livello superiore.

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