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Come aprire un wine bar

Perché aprire un wine-bar?. 1

Che differenza c’è tra enoteca e wine bar?. 1

Come aprire un’enoteca: tutto quello di cui si ha bisogno. 2

L’iter burocratico per avviare un’enoteca o wine-bar 3

Quanto costa aprire un’enoteca?. 4

Aprire in franchising. 4

Promuovere l’enoteca o il wine-bar 4

Perché aprire un wine-bar?

Se in passato le enoteche erano considerate dei locali di nicchia, per niente stimolanti, dove al massimo era possibile sorseggiare un calice di vino; oggi i wine-bar rappresentano un’offerta alternativa e validissima ai classici ristoranti. Sorseggiare vini, ma non solo; menù leggeri a base di stuzzichini ma anche prodotti tipici e ricercati da abbinare in modo sapiente al calice giusto. Un concept moderno, innovativo e assolutamente vincente che ha visto – almeno nell’ultimo decennio – moltiplicare questa tipologia di locale. Certamente per aprire un wine-bar non basta aver assaggiato qualche vino nella vita, né tantomeno accompagnare il calice a stuzzichini preconfezionati; se state pensando di aprire questo tipo di attività dovete farlo nel modo giusto, con i giusti presupposti, partendo innanzitutto dalla consapevolezza che la concorrenza nelle nostre città la concorrenza è spietata, i gestori di wine-bar sono spesso enologi specializzati, chef e professionisti con una bella gavetta alle spalle; quindi, il primo consiglio è sicuramente no all’improvvisazione; bensì ricerca – di prodotti e materiali di primissima qualità – studio e tanta, tanta passione.

Le enoteche di ultima generazione – oltre ad avere cantine importanti e straordinariamente fornite – si sono arricchite della presenza all’interno del proprio staff di chef e professionisti pronti ad arricchire il menù con formaggi, salumi tipici, prodotti artigianali e stuzzichini che rappresentano la cornice golosa e raffinata di calici importanti.

Sicuramente il requisito basilare per aprire un’enoteca è quello di conoscere i vini, avere passione per questo mondo ma soprattutto aver studiato provenienza e progettazione del prodotto.

Che differenza c’è tra enoteca e wine bar?

Prima di entrare nel dettaglio delle informazioni pratiche e dell’iter burocratico da seguire per aprire un’enoteca, è opportuno chiarire che enoteca e wine bar non sono esattamente la stessa cosa, anche se – in entrambe i casi – si ha a che fare con il vino. Cerchiamo di capire questa differenza.

  1. L’enoteca è un classico negozio fronte strada specializzato nella vendita di bottiglie di vini e alcoliche. In enoteca è possibile anche trovare vino sfuso, oltre che tutti i prodotti legati alla degustazione dello stesso: dai bicchieri ai tappi, passando per apribottiglie e cantinette di uso domestico.
  2. Il wine -bar invece è un vero e proprio locale, dove si prevede la presenza di un bancone e di una sala (simile a quella di un ristorante); il wine-bar è dotato anche di cucina, perché qui la degustazione dei vini può essere accompagnata anche a piatti di prodotti tipici e stuzzichini.

La prima decisione da prendere, quindi, scegliere tra l’apertura di un’enoteca oppure di un wine-bar. Come abbiamo visto, non è esattamente la stessa cosa e anche i costi di apertura tra le due attività variano. L’apertura di un’enoteca – ad esempio – è più semplice ed economica rispetto a quella di un wine-bar; inoltre, se l’iter di apertura dell’enoteca è pressochè identico a quello di qualsiasi altro negozio; per quel che concerne il wine-bar l’iter burocratico è più lungo e delicato, come accade per tutte le attività legate alla somministrazione di cibo e bevande.

Come aprire un’enoteca: tutto quello di cui si ha bisogno

Il primo passo da compiere per aprire un’enoteca (ma in realtà per aprire un’attività di qualsiasi tipo) è stilare un business plan. Il business plan è un quadro generale dell’attività d’impresa che si intende avviare, in cui – mediante sezioni principali – viene sviscerato il piano di impresa dalla A alla Z. Si parte dai costi necessari da sostenere per avviare l’attività, si passa per gli investimenti pubblicitari necessari per sponsorizzare l’attività e si finisce ai possibili ricavi generabili dall’attività a 12 – 24 e 36 mesi.

Come detto, il business plan, è redatto in tre sezioni principali.

  1. Nella prima sezione c’è una descrizione generale dell’impresa, la forma giuridica scelta per aprire l’attività e i dettagli del progetto. La posizione scelta per aprire il locale commerciale, prodotti e servizi venduti, arredamento e dettagli fisici utili per avere una visione d’insieme della futura enoteca. Nella prima parte del business plan, infine, è necessario indicare anche le eventuali polizze assicurative che si intende stipulare a protezione dell’attività imprenditoriale.
  2. La seconda parte del business plan, generalmente, si focalizza sull’analisi di mercato. In sostanza, si prendono in considerazione i concorrenti nella zona di riferimento in cui si intende avviare l’attività, si cerca di capire quali sono i punti in comune e quali gli elementi di diversificazione rispetto agli altri; ma soprattutto in questa fase, si cerca di mettere nero su bianco, quali sono le strategia pubblicitarie che si intende mettere in campo per pubblicizzare la nuova apertura. Vi concentrerete su mezzi tradizionali (cartellonistica stradale, giornali locali, volantinaggio), oppure punterete sulle più moderne strategie commerciali di marketing (social network, sito web, app, grafica pubblicitaria)?
  3. Infine, il terzo blocco del business plan è dedicato all’aspetto economico. Si parlerà quindi del budget iniziare da investire per avviare l’attività passando per le prospettive finali di guadagno.

L’iter burocratico per avviare un’enoteca o wine-bar

L’iter burocratico da seguire per aprire un’enoteca è piuttosto semplice; mentre – come abbiamo anticipato all’inizio di questa guida – se l’obiettivo è aprire un wine bar ci sono dei passaggi in più che hanno a che fare con la somministrazione di cibo.

Ma andiamo per ordine. Ecco i passaggi da seguire per aprire un’enoteca:

  • aprire una partita iva
  • presentare al comune la SCIA, ovvero la dichiarazione di inizio attività
  • Recarsi alla camera di Commercio per iscriversi all’albo delle imprese
  • Recarsi al comune per richiedere l’autorizzazione necessaria all’installazione dell’insegna
  • Pagare la SIAE per eventuali radio o video trasmettenti che ci saranno all’interno del negozio
  • Richiedere ed ottenere la licenza per la vendita e la somministrazione di alcolici. La domanda va presentata tramite raccomandata con ricevuta di ritorno, oppure personalmente, presso l’ufficio delle dogane. Al modulo bisognerà aggiungere due marche da bollo da 16 euro, un documento di identità del richiedente e una visura dell’attività

Se l’obiettivo, invece, è quello di aprire un wine-bar con l’aggiunta di somministrazione di cibo (oltre che bevande), oltre alla documentazione sopra elencata, è necessario integrare la seguente documentazione:

  1. Patentino HACCP, obbligatorio per tutti i professionisti che operano nel settore alimentare. Il patentino viene rilasciato dopo aver frequentato un corso.
  2. Avere un diploma di scuola alberghiera oppure aver frequentato un corso certificato professionante, oppure aver lavorato nel settore per almeno due anni.

Quanto costa aprire un’enoteca?

Tutto molto bello, direte. Ma quanto costa? Ancora una volta ci sono delle differenze tra i costi da sostenere per aprire un’enoteca e quelli a cui si va incontro per l’apertura di un wine-bar.

L’avviamento di un’enoteca può costare intorno ai 40 mila euro. Si tratta di un costo approssimativo in cui teniamo conto di un assortimento di bottiglie (circa 300), ma anche prodotti legati alla somministrazione degli stessi come bicchieri, calici, bottiglie per la vendita del prodotto sfuso, cantine e altro. Il costo della fornitura di vini iniziale è assai variabile e naturalmente dipende dalla qualità e dalla quantità di bottiglie di cui ci si intende munire ad apertura attività.

I costi per aprire un wine-bar- invece- possono anche raddoppiare. Nel budget, infatti, bisogna tener conto di una serie di spese che nel caso dell’enoteca non ci sono, in primis la cucina. Anche l’arredamento (sicuramente più ricercato nel caso del wine- bar) pesa sulla spesa dell’avviamento dell’attività, infine ci sono tutti i costi vivi (affitto, contributi dei dipendenti, stipendi, commercialista, luce, gas, telefono, ect) oltre che le spese di pubblicità.

Aprire in franchising

Come per mole altre tipologie di attività, anche l’enoteca rientra tra quelle che si possono aprire e avviare in franchising. Ovviamente in questo caso i costi di apertura iniziali scendono vertiginosamente; bastano, infatti, tra i 9 e i 30 mila euro (inclusa la fee iniziale per entrare a far parte del gruppo in franchising) per avviare l’attività in franchising. Inoltre, si avrebbero a disposizione tutta una serie di vantaggi (in primis quelli legati alla visibilità), di un’apertura in proprio da zero sicuramente non dispone.

Promuovere l’enoteca o il wine-bar

Spesso si fanno grossi investimenti per aprire un’attività, si spende tanto (quasi sempre più di quanto preventivato), e alla fine resta poco o nulla da destinare alle attività di pubblicità. Naturalmente non c’è nulla di più sbagliato, anche perché si può progettare ed aprire il locale più bello del mondo ma se nessuno lo conosce è improbabile che quel locale abbia successo. Oggi gli strumenti per sponsorizzare un’attività locale sono davvero tantissimi e variegati. Si può scegliere di promuovere un’impresa con mezzi tradizionali (i classici volantini, la pubblicità sui siti dei giornali locali, i cartelloni stradali); oppure è possibile affidarsi ai professionisti della pubblicità e dotare – anche dal punto di vista estetico – il proprio locale di quell’immagine pubblica virtuale degna della spesa sostenuta. La prima cosa da fare per avviare una buona pubblicità virtuale è chiamare un fotografo.

Ricordate che on line il vostro locale sarà sponsorizzato attraverso delle immagini; quindi, più belle sono le immagini, più probabilità avrete di attrarre l’attenzione di potenziali utenti /clienti. Dopo aver organizzato un servizio fotografico, l’ideale è farsi seguire da un’agenzia che si occuperà della gestione delle pagine social della vostra attività, dell’apertura di un sito web e dell’eventuale sviluppo di un’app per semplificare le ordinazioni. In questo caso, affidarsi a professionisti è fondamentale; voi non potete fare tutto e dovete limitarvi (si fa per dire) a fare bene il vostro lavoro, lasciando a mani esperte il dovere di farlo conoscere.

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