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Cenni storici sulle fangoterapie

E’ datata 1881 la prima perizia sulle qualità terapeutiche dei fanghi termali e curativi, da cui originano le fangoterapie. In quel periodo un ente di ricerca della Carinzia si interessò al valore medico dei fanghi argillosi e fondò un centro di cura in cui, per la prima volta, vennero effettuati trattamenti con fango sotto indicazione e controllo medico.

Ma in realtà già gli antichi Romani conoscevano bene l’arte della cura del corpo, dei trattamenti fecondi per il benessere fisico da effettuare presso i bagni termali, quindi delle fangoterapie.

Nel IV secolo a.C. le terme sono già attive, anche se offrono ancora solo acqua fredda per le abluzioni, e ben presto a Roma si diffonde l’interesse per le pratiche di depurazione e abbellimento; nel breve volgere di qualche decennio esse si trasformano in veri e propri centri di salute e benessere.

Prima rivoluzione: l’arrivo dell’acqua calda. Seconda: nascono dei locali ad hoc per la sauna, i massaggi e il relax in generale. I trattamenti, compresi i primi rudimentali approcci con l’applicazione dei fanghi, avvengono nelle grandi strutture pubbliche che sono le terme, degli ampi spazi a disposizione dell’intero popolo, senza differenze di appartenenza sociale. Ricchi e poveri, colti e ignoranti, tutti a mollo insieme, preferibilmente sotto il sole.

fangoterapie

Del resto le terapie termali e le fangoterapie in questi periodo sono molto semplici, si adattano ad ogni tipo fisico, e seguono un preciso percorso di cui ancora oggi si trova traccia nei più moderni centri benessere. Ogni trattamento ha la durata di quattro settimane, nel corso delle quali la durata del bagno aumenta in modo esponenziale in termini temporali: dai trenta minuti dell’inizio, si passa ad una o due ore nella fase centrale, per scendere verso la fine. Si affronta a digiuno sotto controllo medico e si pratica principalmente nei mesi primaverili e autunnali, per via della temperature più mite che permette di esporsi all’aperto senza conseguenze per la salute.

Con la caduta dell’impero romano e l’affermarsi della rigida cultura cristiana, avversa alle attitudini promiscue, le terme e le fangoterapie cadono in disgrazia, ed è solo nel Medioevo che vengono riabilitate, attraverso studi che ne riconoscono l’utilità applicata ad una serie di disturbi concreti.

Ma le terapie termali, comprese le fangoterapie con fanghi termali e curativi, risorgono realmente nell’Ottocento, quando si recupera il concetto di terme (costruite sull’esempio di quelle romane) come luogo di ricerca della salute ma anche di scambio sociale e culturale e di rilassamento in senso generale. Nel Novecento la consacrazione definitiva mediante l’evoluzione delle terme e dei centri benessere in veri e propri presidi medici in cui i massaggi, i bagni, le inalazioni e i fanghi sono correlati a programmi curativi predisposti da personale medico.

Bagno Rasul

E’ il rituale di purificazione più antico al mondo, tramandato attraverso le arti orientali di cura del corpo, anche se non prevede l’uso di fanghi termali o curativi. E’ stato definito “regina dei bagni orientali” e in effetti racchiude in sé i benefici derivanti dall’incontro tra fanghi curativi, vapore e soavi profumi arabi. Il calore e il vapore si alternano per far salire la temperatura dell’ambiente in modo graduale, mentre gli oli essenziali estratti dalle erbe naturali favoriscono la respirazione: una volta ricreato l’ambiente essenziale per il rilassamento fisico e mentale, vengono applicati su tutto il corpo diversi tipi di fanghi curativi, oli vegetali e sale marino.

Questa mistura produce un naturale peeling, il rassodamento dell’epidermide e un diffuso formicolio sulla pelle, che ne esce vellutata e rigenerata. A seguire, è prevista un’azione di rinnovamento delle cellule morte mediante l’applicazione di sale grosso marino integrale finalizzato ad una azione esfoliante, e infine, a completare il processo di rinnovamento della pelle, che si avvia liscia, morbida e priva di cellule morte alla fase finale, un lunga doccia rinfrescante completata, se richiesto, dall’immersione in una mini piscina con idromassaggio.

Perché le fangoterapie fanno bene alla pelle

Prima di tutto può essere utile chiarire cosa sono, di cosa parliamo quando pensiamo alle fangoterapie e ai fanghi termali e curativi.

Il fango è un impasto omogeneo ipertermale derivante dalla commistione tra argilla e acqua, e in base alla combinazione di questi due elementi è possibile classificarne diverse tipologie. I fanghi sulfurei, salsobromoiodici e oligominerali dipendono dalla qualità dell’acqua minerale con cui il fango sgorga alla sorgente o viene messo a maturare: ad ogni tipo di acqua minerale corrisponde una varietà diversa di acqua.

I fanghi termali e curativi che invece sono soggetti a processi di maturazione finalizzati alla terapia è invece ricco di detriti cellulari perché durante la transmineralizzazione il fango e l’acqua si mischiano in modo talmente profondo da scambiarsi ioni e mineralizzatori. Le caratteristiche organolettiche dei due elementi si modificano e arricchiscono, per esplicare i propri benefici sul corpo.

Gli effetti delle fangoterapie sono suddivisi in locali e generali, laddove i primi riguardano unicamente l’area di applicazione, mentre gli altri agiscono sull’intero organismo, fermo restando che effetti generali possono anche ripercuotersi a livello locale. In generale, gli effetti terapeutici sono: azione antinfiammatoria, analgesica e miorilassante, stimolo dei processi metabolici, aumento della resistenza verso agenti patogeni.

Modalità di applicazione delle fangoterapie

Le fangoterapie effettuate nei centri dove sono disponibili fanghi termali si svolgono secondo un preciso rituale.

Il fango è distribuito sulla superficie cutanea con spessore da tre o dieci centimetri, ad una temperatura di 45-50°C che viene conservata ricoprendo il paziente con lenzuola e tele cerate; ogni applicazione ha la durata massima di venti minuti e può riguardare tutto il corpo (ad esclusione della testa e della parte anteriore del collo), una parte specifica o la sola area addominale e lombare (il cosiddetto fango epatico).

Allo scadere del tempo, al paziente è concessa una doccia, o un bagno, a temperatura 37-40°, al termine della quale viene condotto in una cabina in cui rimane sdraiato o semisdraiato da trenta a sessanta minuti, per la fase definita ‘di reazione’. In questa fase, infatti, il corpo è ancora soggetto alle reazioni indotte dalla fangatura, come la forte sudorazione, ed è opportuno che non ci sia uno stacco troppo netto tra la fase di trattamento e il ritorno alla ‘normalità’. Ogni ciclo di fangoterapie ha la durata di tre settimane, con la frequenza giornaliera di dodici sedute.

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