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Il cane nella storia dell'uomo

Il migliore amico dell’uomo

Il cane è L’Animale Domestico, ovvero il primo animale addomesticato dall’essere umano e sostanzialmente l’unico che per sua scelta ha stabilito un rapporto con l’uomo. Infatti per esempio i cavalli o i maiali sono si addomesticati, ma lo vediamo tutti che non si stabilisce lo stesso rapporto: con loro è un legame meno alla pari. Nel cavallo si è vista la sua ottima capacità di locomozione, per spostarsi velocemente, la sua forza nel tirare carrozze e quant’altro; il maiale si è capito che è molto meno faticoso allevarlo anziché cacciarlo, e via dicendo.

Il rapporto tra il cane e l’uomo è invece andato diversamente. Il lupo – che è l’antenato del cane – non era una preda dell’uomo, ma un suo concorrente, con cui l’essere umano primitivo rivaleggiava per molte prede. L’uomo tra l’altro cercava di stare alla larga dai lupi, temendoli e considerandoli pericolosi soprattutto quando operavano in branco. Visti questi preamboli, com’è possibile che nel tempo il discendente di questo animale, il cane, sia diventato così fondamentale per l’uomo a livello emotivo?

La risposta non è certa, dal momento che si parla sempre di epoca preistorica, ma la paleontologia tende a procedere per ipotesi confermate o meno dagli scavi e dai nuovi ritrovamenti che possono anche cambiare in maniera drastica gli studi effettuati fino a quel momento. Comunque, una cosa è certa: il cane discende dal lupo grigio, fatto approvato dalla paleontologia e dalla più recente genetica. E non a caso, oggi il cane è una sottospecie del lupo grigio, con il nome scientifico di canis lupus familiaris.

Riguardo alla sua domesticazione l’ipotesi più accreditata, ovvero quella della domesticazione naturale, è stata formulata da Ray e Lorna Coppinger. Essi sostengono che tale processo sia dovuto ad una selezione naturale, e quindi che i lupi grigi meno bravi nella caccia si siano progressivamente avvicinati agli umani, mangiando i loro avanzi e “ripagandoli” inaspettatamente facendo la guardia, azione che pare abbia fatto scattare la scintilla che ha portato all’indissolubile legame uomo-lupo e alla conseguente nascita del cane per come oggi è noto.

Quando nasce il cane

Alcune correnti avversarie alla teoria dei Coppinger – ora definitivamente spente – sostenevano che il cane non discendesse solamente dal lupo grigio, ma anche da coyote e sciacalli. La nascita della genetica e gli studi sul DNA condotti da un team guidato dallo scienziato Robert Wayne hanno però confermato l’ipotesi dei due coniugi, stabilendo definitivamente che l’unico animale da cui discende il cane domestico è il lupo grigio. Tali studi furono fondamentali anche per capire quando effettivamente nacque il cane domestico, dal momento che le mutazioni genetiche non avvengono in maniera casuale ma in maniera ritmica e costante nel tempo.

Per questo motivo, considerando quante mutazioni siano avvenute nel tempo, si può stabilire il periodo trascorso dalla separazione di due linee, nel nostro caso ovviamente quella del lupo e quella del cane domestico. Oggi sappiamo che il fossile più antico di cane domestico ha una datazione di circa 12.000 o 14.000 anni, anche se è un tempo insufficiente a considerare la differenza nel DNA dei mitocondri tra lupo e cane. Queste diversità genetiche sembrano indicare che il “taglio” tra le due specie sia avvenuto circa 135.000 anni fa. Tuttavia, tenendo conto del fatto che i cani si riproducono più spesso e maturano prima la loro sessualità rispetto ai lupi, i 135.000 anni si riducono parecchio.

Come avrete capito, non è molto semplice capire quando il cane sia “nato” dal lupo. Però p certo che già nel Neolitico i cani fossero già una compagnia costante dell’uomo. Prima è difficile trovare tracce di cani, anche perché erano molto simili ai lupi per cui i fossili sono difficilmente distinguibili.

Altra fondamentale domanda è: dove è scaturito il legame? Probabilmente gli uomini incontrarono i lupi circa 50.000 anni fa, quindi quando iniziarono a spostarsi dall’Africa negli altri continenti. Ma, comunque, ancora può venirci incontro la genetica. infatti, Leonard J. A. mise a confronto i resti di una quarantina di cani trovati in Messico, Bolivia e Perù con 11 prelevamenti di DNA di resti trovati in Alaska e risalenti ad un periodo precedente la prima esplorazione dell’Alaska, e con il DNA di cani e lupi attualmente esistenti. Il risultato è molto interessante: sia i cani antichi che quelli moderni discendono dai lupi grigi Europei, per cui il legame scaturì nel Vecchio Continente, e quando l’America fu colonizzata (non si parla naturalmente della conquista spagnola e portoghese del XV secolo, ma della vera e propria stabilizzazione dell’uomo nel continente) circa 12.000-14.000 anni fa, gli umani erano accompagnati dai loro inseparabili amici a quattro zampe.

Un lungo processo

Abbiamo appurato che la storia del cane e del suo legame con l’uomo è molto antica, e per certi aspetti avvolta del mistero. Ma dal momento della sua domesticazione, l’uomo ha poi generato tantissime razze di cane, differenti nell’aspetto e nelle caratteristiche caratteriali e psicologiche. Come molti animali domestici, comunque, il cane manifesta evidenti segni del suo avvenuto processo di addomesticamento tipicamente riconducibili ad un prolungamento delle caratteristiche infantili, come le orecchie pendenti, la forma tondeggiante del capo e anche il modo di abbaiare, nella maggior parte dei casi più dolce e meno aggressivo rispetto a quello del lupo selvatico (un fenomeno che viene definito neotenia e che a seconda dei gradi condiziona il comportamento delle diverse razze dei cani, riconducibile anche alla discendenza dell’uomo stesso dalle scimmie per via dell’assenza di peli, per i denti più piccoli e per le proporzioni testa-corpo).

La neotenia di solito si divide in diverse classi, sperimentate con delle volpi siberiane allevate in diverse docilità:

  • La Classe I è ancora molto legata allo stato selvatico (le volpi mordono).
  • La Classe II vede la volpe lasciarsi toccare senza però essere amichevole.
  • La Classe III vede la volpe assumere un atteggiamento più rilassato ed amichevole.
  • A partire da cuccioli avuti dall’ultima classe, si aggiunse la Classe IE, ovvero domesticated elite, volpi nate già addomesticate e con le stesse caratteristiche dei cani domestici.

Questi esperimenti portarono al 35% delle volpi classificate IE, dopo 20 generazioni, giungendo all’80% odierno, che ha visto anche cambiamenti fisiologici a livello ormonale e neuronale, con cambiamenti nel comportamento dell’animale. Inoltre, un animale domestico tende ad aprire prima gli occhi, quando è cucciolo, rispetto ad uno selvatico, e quindi anticipa la finestra di socializzazione, periodo in cui vengono stabiliti i legami sociali e che si chiude quando il cucciolo comincia ad avere paura degli stimoli esterni. Tale cambiamento è avvenuto nelle volpi in maniera simile ai cani, con la conferma che il mantenimento di molte caratteristiche infantili è tipico del processo di addomesticamento.

Tutto questo consente di capire quanto effettivamente la storia dell’essere umano sia legata a quella del cane, al punto che in ambito scientifico si parla di coevoluzione, un’amicizia che ha permesso di evolversi insieme e contemporaneamente.

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