Forse la maggior parte delle persone pensa che sia un gioco d’altri tempi, ma il trenino in realtà non è mai uscito dalla lista dei giocattoli più desiderati dai bambini, con la differenza che adesso ne esistono di più tipologie in commercio, oltre al classico trenino di legno adesso ci si può sbizzarrire con quelli elettrici, colorati, di diversi materiali e grandezze.
Insomma, non solo pupazzi con le fattezze dei propri beniamini di cartoni animati o fumetti, robot o pistole: il fascino del trenino a quanto pare è rimasto pressoché immutato nell’immaginario infantile. Ma cos’ha di così tanto affascinante questo classico dei giochi da mantenere intatta la sua attenzione conquistata già a partire dai nostri nonni ed arrivata fino ai nostri giorni, in tempi in cui il consumismo e la tecnologia dominano quasi incontrastati?
Innanzitutto analizziamo l’età in cui generalmente si inizia a giocare con il trenino: verso i quattro/cinque anni il bambino comincia ad esserne incuriosito, ma la ‘svolta’ vera e propria è verso i sette/otto anni perchè a quell’età aumenta la capacità di sperimentazione, partecipazione e controllo dello spazio.
Secondo lo psicologo dell’età evolutiva dottor Andrea Pittau inoltre i bambini con il trenino si divertono sia ad inventare e costruire nuovi paesaggi, che creare nuove piste o varianti diverse per ricreare il circuito dove far passare la locomotiva.
Il gioco con il trenino poi stimola ulteriormente la fantasia e la creatività del bambino ma gli insegna anche delle regole.
Infatti se si gioca in compagnia con gli altri bambini è naturale stabilire delle decisioni da rispettare come la scelta dei ruoli, dei turni, o dei percorsi da seguire. Il bambino quindi inizia ad avere a che fare con una ‘primordiale’ forma di democrazia in un piccolo mondo in cui si stabiliscono delle ‘leggi’ che regolano il gioco.