Gli scienziati che stanno studiando questo virus da mesi convergono sul fatto che il virus abbia fatto un “salto di specie”, ossia sia passato dall’ animale, quale non è ancora chiaro, all’ uomo. Dal 2015 era già noto un coronavirus che infettava i pipistrelli ed è stato dimostrato come il suo codice genetico fosse identico per il 96% a questo nuovo virus. I “salti di specie” sono cosa nota in virologi; era già successo per la SARS, per la MERS e per altri tipi di virus.
Quanto è pericoloso il Coronavirus?
Come le altre malattie respiratorie, anche l’infezione da nuovo coronavirus può causare sintomi lievi, come il raffreddore, il mal di gola, la tosse e la febbre, oppure sintomi più severi quali la polmonite e difficoltà respiratorie. Raramente il virus può essere fatale.
In genere i sintomi sono lievi e a inizio piuttosto lento. Alcune persone, inoltre si infettano ma non sviluppano sintomi né malessere.
La maggior parte delle persone (circa l’80%) guarisce dalla malattia senza aver bisogno di cure particolari. Secondo l’OMS, circa 1 persona su 6 si ammala gravemente e sviluppa difficoltà respiratorie.
Le persone più suscettibili alle forme gravi sono gli anziani e quelle con malattie pre-esistenti, come il diabete e le malattie cardiache. Al momento il tasso di mortalità è di circa il 2%.
Perché tutta questa attenzione e perché è necessario prendere provvedimenti?
In questi giorni il Governo ha messo in campo alcuni provvedimenti piuttosto restrittivi soprattutto nel territorio della regione Lombardia e del Veneto, le regioni più colpite, con più casi di persone infette da Coronavirus e sedi dei due focolai italiani.
Le ragioni per le quali è importante contenere l’infezione ed evitare che si diffonda sono due:
- Nessuno ha immunità (anticorpi). Si tratta di un virus nuovo per la specie umana e di conseguenza la popolazione esposta all’infezione è molto maggiore rispetto alle persone di norma esposte all’influenza stagionale.
- È un virus molto infettivo. Il contagio è rapido e per via aerea e quindi molte persone possono essere infettate e sviluppare malattia in breve tempo.
Perché tutti questi casi in Italia?
In realtà, l’Italia non è l’unico paese con un focolaio. La Corea del Sud, per esempio, ha un focolaio molto grande e anche il Giappone ha un problema ben maggiore del nostro in quanto a numeri di persone infettate. Gli stati africani, inoltre, hanno sistemi sanitari inefficienti ed è impossibile che non vi siano casi data la quantità di lavoratori cinesi in quei luoghi. Quasi certamente si saranno verificati casi in quei paesi, ma non si è in grado di identificarli. In questo caso non sappiamo se ci siano infezioni o no perché non sono state ancora rilevate.
Lo stesso discorso vale per gli stati europei. Perché l’Italia? La risposta è semplice: perché è successo prima a noi degli altri, ma al nostro posto poteva esserci benissimo un altro Stato europeo. In più, l’Italia sta sottoponendo la popolazione esposta a controlli capillari e questo aumenta statisticamente la possibilità di rilevare pazienti positivi al test.
Cosa possiamo fare per contrastare il Coronavirus
Nel nostro piccolo e nella nostra quotidianità, tutti noi possiamo evitare i contatti stretti e prolungati, motivo per cui la Regione Lombardia ha vietato certi tipi di attività. Vietare i contatti stretti e prolungati, che possano creare nuovi focolai anche a distanza è molto importante. A tutti è chiesto di essere dei buoni cittadini, senza andare nel panico, con coscienza e tranquillità.
In particolare ci viene richiesto di:
- Evitare contatti stretti.
- Evitare contatti prolungati.
- Evitare contatti molteplici.
- Evitare luoghi affollati.
- Lavarsi spesso le mani, specie dopo incontri o dopo aver toccato superfici che sono venute in contatto con altre persone.
Solo così possiamo allentare la diffusione del virus, ridurne la mortalità e renderlo sempre meno pericoloso, mentre lasciamo lavorare la scienza e aspettiamo che la ricerca trovi un vaccino.
Ad oggi sono in corso molte ricerche sia da parte di enti pubblici, non-profit e privati. Non esiste una cura specifica e non esiste un vaccino: per questo è necessario dare tempo alla ricerca riducendo nel frattempo la base di infettati e quindi i malati gravi.
I sintomi
I sintomi del Coronavirus sono:
- Febbre che può partire con 37-38 °C e diventare con il passare del tempo più alta.
- Tosse, in genere secca e persistente.
- Dispnea, ossia mancanza di fiato. Questo è il sintomo cardine e più importante dal momento che il virus colpisce le vie respiratorie.
- Secrezioni nasali.
- Mal di gola.
Cosa fare in caso di sintomi
La prima cosa da fare è quella di non farsi prendere dal panico perché, ricordiamo, non è detto che i sintomi influenzali siano da ricondursi necessariamente al Coronavirus. In ogni caso, se si ha febbre o altri sintomi, è importante NON andare in Pronto Soccorso: non serve a nulla se non a estendere un eventuale contagio.
È importante invece rivolgersi ai numeri dedicati all’emergenza o contattare telefonicamente il medico di base che saprà darvi tutte le indicazioni su come procedere.
In caso di sintomi potete contattare il numero 800.89.45.45. mentre se si accusano difficoltà respiratorio è necessario chiamare il 112.
I ricoveri si fanno per i sintomi gravi e nel momento in cui si sviluppano sintomi importanti mentre per i sintomi lievi è importante isolarsi e contattare i numeri preposti. Se in famiglia qualcuno sviluppa sintomi è molto probabile che anche i conviventi, anche se asintomatici, siano già infetti. In questo caso restate a casa, state calmi e seguite le indicazioni.
Mascherina: si o no?
Ci sono state molte informazioni contrastanti circa l’utilità di indossare la mascherina. Facciamo un po’ di chiarezza:
- La mascherina chirurgica non protegge chi la indossa ma protegge gli altri che ci stanno attorno. Un individuo infetto che la indossa riduce di molto la possibilità di diffondere nell’ambiente e alle persone circostanti il virus. Per fare un esempio: il medico indossa la mascherina quando opera non per proteggersi dal paziente ma per proteggere il paziente.
- Le mascherine FFP2 e FFP3 hanno un filtro e un potere filtrante e hanno un potere protettivo per la persona che la indossa (oltre ad avere le stesse capacità di protezione degli altri come la mascherina chirurgica).
Se non avete una mascherina perché ormai è di difficile reperibilità, si può utilizzare anche un panno o un fazzoletto davanti alla bocca e al naso. Il Ministero della Salute, molto semplicemente, consiglia per ora di starnutire e tossire con la mano davanti alla bocca e al naso e di lavarsi spesso le mani.
È importante che i soggetti più deboli, come gli anziani o le persone affette da altre patologie, abbiano a disposizione la mascherina perché, ad oggi, sono loro i soggetti che è necessario proteggere più di tutti.
I bambini
I bambini e i più giovani non sono immuni ma la buona notizia sta nel fatto che, ad oggi, non ci sono stati casi di decesso in queste fasce di età. Tutti, quindi, possono infettarsi, avere sintomi e diffondere il virus. Ecco perché in questo senso il Governo ha deciso la chiusura delle scuole nel territorio lombardo.
Il test
Il test si effettua tramite tampone delle vie aeree dove, anche negli asintomatici, è presente un’alta carica virale in caso di infezione. ll tempo tra il contatto e la presenza di tampone positivo può essere variabile; un soggetto non si positivizza due minuti dopo il contatto, ovviamente.
Ci vuole tempo. Un tampone negativo, invece, in un paziente sintomatico esclude l’infezione attuale. Il tampone viene inserito all’interno di una macchina che utilizza una tecnica chiamata rRT-PCR. In altre parole, si moltiplica il genoma del virus molte volte in modo da renderlo rilevabile; il test è molto affidabile.
Molto importante, in questo momento, è seguire le indicazioni del Ministero della Salute e recepire serenamente i consigli del medico di famiglia e quelli degli operatori sanitari.