Quanto vale il mercato dei parrucchieri
Cosmetica Italiana ha rilasciato delle previsioni relative al giro d’affari 2018 del mondo legato ai parrucchieri. Il comparto dovrebbe chiudere l’anno con un giro d’affari superiore ai 580 milioni di euro (+1,8 per cento sul 2017), grazie anche ai prezzi dei servizi che tornano ad aumentare in media del 3 per cento sul 2017. Di contro, diminuisce il numero di lavoratori nei saloni: 1,7 persone per negozio in media.
Una fase delicata
Il comparto, complice anche l’avvento delle nuove tecnologie che stentano ad affermarsi all’interno dei saloni, si trova ad attraversare una fase delicata. Crisi dei consumi, innovazioni, clienti con esigenze nuove rappresentano tre aspetti da affrontare che vedono una crescente difficoltà da parte del settore. A questi elementi si aggiunge spesso la concorrenza sleale di attività non dichiarate. Cosa fare? Le associazioni di categoria non hanno dubbi: scommettere sulla formazione e sulla flessibilità.
Da parrucchiere a imprenditore
L’arte del capello non è più solo un’arte fine a se stesa. L’artista deve farsi imprenditore. Diventano determinanti, quindi, i percorsi di formazione che vadano ben al di là dell’insegnamento tecnico e tocchino temi come il marketing e la comunicazione. E’ su queste due leve che poggia il futuro dei saloni italiani. Dallo SMS Marketing, sul quale è possibile sapere di più grazie al portale www.smshosting.it, al direct marketing, la comunicazione si fa digitale e complessa per agevolare il dialogo con una clientela in continua trasformazione.
E’ una questione di mentalità
Per battere la concorrenza dei saloni stranieri è necessario un cambio di mentalità. Non più una battaglia all’ultimo sconto ma una strategia di lungo corso che punti a una nuova figura professionale, un artista capace di comunicare e gestire al meglio il suo rapporto con la clientela. Il parrucchiere si fa imprenditore. “Spazzola e phon non bastano più per far di un parrucchiere un professionista di successo – spiega Lelio “Lele” Canavero, trainer d’impresa al Sole24Ore -. Su dieci saloni di acconciature sei sono in forte difficoltà, tre sono quelli che vanno avanti e uno è il salone che, a dispetto del periodo, continua a prosperare, a conquistare clienti e a crescere per scontrino medio e profitti. L’85 per cento dei parrucchieri realizza solo il 15 per cento dei profitti, mentre il 15 per cento di essi ne realizza l’85 per cento. È quindi indispensabile porre sullo stesso piano le capacità imprenditoriali e le competenze tecniche: bisogna fare marketing con la stessa sicurezza, la stessa passione, gli stessi risultati con cui si esegue un taglio, una piega, un colore, un trattamento. Finito il tempo del tutto per tutti, – aggiunge Canavero – oggi è necessario avere una differenza forte, ovvero una specializzazione. Bisogna poi essere bravi a comunicarla, sia internamente sia esternamente, occorre definire e attirare la clientela in target e, infine, occorre gestire il team e il salone con attitudine e capacità imprenditoriali. I parrucchieri devono evolvere da artigiani a imprenditori della bellezza”.
I social trainano il cambiamento
Che qualcosa stia cambiando lo dimostrano i dati di una indagine di Cosmetica Italiana. Sono soprattutto i parrucchieri più giovani a favorire il cambiamento. Utilizzano di più i social network, Facebook (95,2 per cento del totale), il sito del proprio salone (49,3 per cento), forum e blog (31 per cento), Twitter (25,4 per cento).