Riscaldamento a pavimento

Tra i tanti sistemi per riscaldare e raffreddare una casa, l’impianto a pavimento è una delle soluzioni ormai più efficienti e salutari, la cui scelta è però da valutare con cura al momento di costruire o di ristrutturare un appartamento, una sua parte o addirittura un intero stabile.

L’impianto di riscaldamento a pavimento non è sicuramente una novità del momento. Si tratta infatti di una soluzione che era molto in voga negli anni Cinquanta e Sessanta, un’idea allora rivoluzionaria e all’apparenza anche molto funzionale. Questa tipologia di impianto rimase in uso per diversi anni, salvo poi venire abbandonata completamente perché causa di problemi di salute da parte di chi ne usufruiva.

Mal di testa frequenti, gonfiori alle gambe, malessere diffuso, erano solo alcuni dei problemi causati cinquant’anni fa dal riscaldamento a pavimento. Questo perché le conoscenze e la scarsa esperienza di allora, non permettevano di risolvere alcuni problemi, come le temperature troppo elevate proprio a livello del pavimento, come l’inerzia termica troppo elevata e causata dal riscaldamento dell’intera soletta, o come la termoregolazione inadeguata.

Il problema costruttivo che causava tali fastidi, era dovuto alla mancanza di un materiale isolante interposto tra la soletta e i tubi: questi, realizzati in acciaio dolce, erano annegati direttamente nelle solette. Attualmente invece, sistemi e soluzioni moderne consentono a questo tipo di riscaldamento di migliorare addirittura il clima interno agli edifici, di risparmiare energia e infine anche di raffreddare l’aria per le stagioni più calde.

Come è fatto l’impianto di riscaldamento a pavimento

Le soluzioni moderne risultano molto flessibili e quindi adattabili a qualunque tipo di ambiente, che sia un appartamento oppure una casa unifamiliare. Il funzionamento è in ogni caso sempre lo stesso:

  • L’acqua giunge alla caldaia, dove viene adeguatamente termoregolata
  • L’acqua con la nuova temperatura viene poi convogliata in apposite serpentine sistemate appunto nelle solette dei vari ambienti della casa
  • Il calore o il freddo vengono diffusi quindi per conduzione dalle serpentine a tutto il pavimento, per poi passare di conseguenza all’aria e all’ambiente

Per evitare la dispersione di calore verso il basso e per favorire una termoregolazione adeguata, è sempre collocata sul sottofondo una piastra di pannelli isolanti e su questa vengono fissati i tubi che porteranno l’acqua. L’isolamento termico (ma anche acustico!) è garantito sia verso il basso che verso le pareti. Il pavimento che conterrà l’impianto è denominato nei sistemi moderni “galleggiante”: si tratta infatti di una pavimentazione sopraelevata rispetto alla soletta originaria, formata da pannelli facilmente smontabili per ispezioni, controlli e riparazioni. I tubi adatti a questo sistema di riscaldamento hanno qualità ovviamente molto particolari (come i Rautherm S):

  • Flessibilità
  • Indeformabilità
  • Resistenza a temperature di mandata fino a 70°C
  • Resistenza a una pressione d’esercizio fino a 3 bar.

Tipologie di impianti di riscaldamento a pavimento

Esistono diverse tipologie di impianti, differenti per caratteristiche e prestazioni , che si distinguono fra loro per la tipologia di pannelli da unire fra loro per contenere i tubi:

  • pannello con foglia riflettente
    in formato 50x100x3h, tale pannello ha una densità di 30 Kg per metro cubo ed è composto da uno strato di polistirene a cellula chiusa e appunto da un foglio di alluminio riflettente
  • pannello con percorsi preformati
    ha misure più contenute, 98,5×98,5×2,8h e una densità inferiore, 27 Kg per mc, è formato da uno strato di polistirene a cellula chiusa e da un preformato incollato in poliuretano espanso, spesso 2 cm, preposto all’inserimento dei tubi
  • sistema capillare
    ha uno spessore complessivo di un centimetro e nonostante questo assicura tutte le prestazioni di un sistema più spesso.

Distribuzione dei tubi

I vari impianti a pavimento possono differire anche per la disposizione dei tubi decisa in fase di progettazione. Ogni distribuzione corrisponde a una precisa situazione ideale e a una tipologia di pannelli più adatta.

  • Per il pannello a foglia riflettente, è più favorevole la posa a serpentina: con questa distribuzione e questo tipo di pannelli si può infatti alimentare prima le spire esterne e poi quelle interne, per avere maggiore temperatura nelle fasce perimetrali dell’ambiente (naturalmente più fredde)
  • Per il pannello con percorsi preformati è più adatta la disposizione a chiocciola, per una distribuzione del clima più uniforme anche a centro stanza;
  • Per il sistema capillare è più indicato un percorso rettilineo, grazie al quale poi i tubi principali verranno incassati in un’apposita scanalatura a pavimento, per poi venire saldati.

Come vengono alimentati i tubi del riscaldamento a pavimento

Viene da chiedersi, in questo mare magnum di possibilità che le ricerche moderne ormai offrono, se la caldaia sia l’unico sistema per alimentare questo tipo di climatizzazione. Ovviamente la risposta è negativa: i sistemi più innovativi infatti sono studiati appositamente per prevedere alimentazioni diverse dalla tradizionale caldaia. Il riscaldamento a pavimento quindi può essere alimentato anche:

  • Con pannelli solari
  • A energia geotermica
  • Con pompe di calore

Ovviamente servono gli impianti appositi, ma il risparmio energetico e l’efficienza conseguenti non conoscono in questi casi davvero eguali.

Posa dell’impianto

Dopo aver valutato quale tipologia di pannello e quale distribuzione dei tubi utilizzare, i lavori procedono così:

  • Si installa un’eventuale barriera all’umidità, se le condizioni dell’edificio ne necessitano
  • Vengono posizionati i collettori in acciaio o in alternativa i kit di regolazione nelle nicchie create appositamente
  • Si collegano i collettori o i kit all’impianto idraulico della caldaia o ad altri tipi di alimentazioni presenti (pannelli solari, pompe di calore, etc)
  • Proteggendo i collettori dalle malte, si eseguono gli intonaci
  • A ridosso degli elementi perimetrali si posa la cornice
  • All’interno della cornice si posizionano i pannelli isolanti.

Vantaggi del riscaldamento a pavimento

Dopo aver compreso che l’installazione di un impianto simile comporta ingenti lavori di ristrutturazione (poiché andrà cambiata l’intera superficie a pavimento in edifici già esistenti) e comunque una progettazione dettagliata anche negli edifici di nuova costruzione, è bene tenere a mente quali sono i vantaggi che ne potrebbero derivare, per capire se la spesa da sostenere per l’installazione potrà poi essere ben ammortizzata:

  • La casa può essere ben riscaldata d’inverno e rinfrescata in modo salutare d’estate
  • La casa sarà climatizzata nel modo scelto in meno di dieci minuti (contro circa 90 minuti dei sistemi tradizionali)
  • La temperatura dell’acqua viene mantenuta a 30°C, contro i 40°C o 70-80 °C tradizionali, consentendo un riscaldamento giusto per il corpo e un notevole risparmio energetico
  • In estate la temperatura dell’acqua è mantenuta tra i 13 e i 15°C
  • L’isolamento acustico tra i piani è garantito dai sistemi isolanti conseguentemente posati a pavimento
  • L’aria è mantenuta a una temperatura più bassa di 1 o 2 °C rispetto ai sistemi tradizionali, per consentire un maggiore benessere ambientale
  • La salute ne trae giovamento, ad esempio con una minore irritazione alle vie respiratorie, solitamente causata dalla combustione della polvere depositata inevitabilmente sui radiatori tradizionali
  • L’umidità viene mantenuta a livelli salutari e viene soprattutto sottratta in gran parte a batteri e acari della polvere, che così non proliferano
  • La bassa differenza di temperatura che esisterà tra ambiente e pavimento (una differenza di circa 4 °C) non permetterà la formazione di moti convettori, riducendo in questo modo il sollevamento di polveri e l’insorgere di fastidiose allergie.

Svantaggi dell’impianto a pavimento

Anche questa tipologia di impianto ha tuttavia degli svantaggi:

  • Innanzitutto il costo: i materiali e la posa, soprattutto se scelti per un’intera abitazione, costano circa il 30% in più rispetto a un sistema tradizionale
  • La portata dei lavori: se installato in fase di ristrutturazione, di fatto la sua posa rende impossibile la permanenza all’interno dell’abitazione e l’intero pavimento andrà divelto e rifatto

Pavimenti adatti

L’impianto di climatizzazione a pavimento non ha controindicazioni particolari per nessun tipo di materiale. Cotto, grès, ceramica, resine, laminati: la fantasia estetica e le esigenze pratiche non trovano ostacoli con questo tipo di impianto. L’unico materiale per cui tocca prestare più attenzione è il legno: il parquet può essere posato sopra un impianto di questo genere, ma con alcuni accorgimenti:

  • Si deve preferire un legno più “stabile”, cioè più resistente ai cambiamenti di temperatura, come ad esempio il teak;
  • Si devono utilizzare elementi di dimensioni ridotte, per limitare le fessurazioni che si possono formare nel tempo con il variare della temperatura;
  • Si devono utilizzare pavimenti completamente incollati con colle apposite, elastiche per consentire i movimenti naturali del parquet e resistenti alle alte temperature (può andar bene un collante monocoprente come Unisil MS Technology di Chimiver);
  • Si possono utilizzare i pavimenti galleggianti, ma soltanto alcuni tipi di essi, consigliati da esperti.

Cosa valutare nella progettazione di un impianto a pavimento

Gli elementi da considerare al momento della scelta e della progettazione di un impianto a pavimento, sono molti e vanno valutati sia da chi paga i lavori, sia soprattutto dal professionista chiamato in causa. E’ bene però che chi decide di dotare la propria abitazione di un tale sistema, sappia quali sono le valutazioni che il professionista deve fare, in modo da poter capire eventuali inefficienze. Gli elementi da considerare per la posa di un impianto a pavimento, sono quindi:

  • Spessore dei pavimenti e dei solai, tra un piano e l’altro
  • Destinazione d’uso degli ambienti
  • Orientamento dell’edificio
  • Stato e condizioni della muratura esterna
  • Dimensioni dei locali
  • Eventuale necessità di una barriera all’umidità

In base a tali elementi va scelta la tipologia di impianto più adatta alle singole situazioni, con attenzione a ogni dettaglio: se vengono trascurati anche solo dei particolari, può venire compromessa l’intera resa dell’impianto.

Veranda e impianto di riscaldamento a pavimento

Se possediamo un terrazzo o un giardino di grandi dimensioni e vogliamo ricavare una stanza in più, da utilizzare tutto l’anno, la soluzione ideale e legalmente possibile, è la costruzione di una veranda, in vetro temperato e legno, o alluminio o pvc.

Una tipologia di impianto di climatizzazione tra le più adatte a una veranda esterna da poter utilizzare in qualunque stagione, è proprio quella del riscaldamento/raffreddamento a pavimento.

Tale soluzione infatti, oltre a rendere il locale vivibile sia nelle stagioni calde che soprattutto in quelle fredde, permette di non dover intervenire su muri e impianti già esistenti, ma consente invece la progettazione di un impianto ad hoc, da realizzare in fase di costruzione.

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Milena Talento
Classe 1985, una laurea in Filosofia e una passione per il web nata ai tempi dei convegni universitari su Merleau-Ponty e i neuroni specchio. Autodidatta dalla A alla Z, comprende le potenzialità lavorative ma soprattutto economiche delle emergenti professioni tecnologiche e decide di sfruttare le proprie abilità letterarie e logiche applicandole ad un ambito nuovo. Da qui si affaccia alla professione di copywriter che coltiva per diversi anni. Scrive per alcuni e-commerce emergenti (tra cui Dalani e Zalando), si appassiona alla programmazione dei siti web, ma soprattutto agli algoritmi di Google. Circa 10 anni fa apre una web agency con cui si occupa di comunicazione a 360°. Guidaconsumatore.com viene acquistato nel 2018, dopo anni passati a lavorare in redazione come copy e seo.
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