Storia del reggiseno
Reggere e ‘bloccare’ quanto più possibile il seno in posizione è stata un’esigenza delle donne fin dall’antichità e da questo bisogno prende le mosse la storia del reggiseno; i primi modelli di cui si abbia notizia certa infatti possono essere fatti risalire, infatti, ai tempi delle antiche civiltà greche e romane, in cui tre erano i modelli che andavano per la maggiore: il “contenitore”, che veniva indossato principalmente dalle donne che amavano praticare attività sportive e che serviva a comprimere il seno di modo che non fosse di intralcio durante il movimento; poi c’era il “mammillare”, ossia una fascia di cuoio che veniva utilizzata, molto stretta, per intralciare la crescita del seno stesso.
Veniva utilizzato anche lo “strophium”, il modello di reggiseno più simile a quelli dei nostri tempi, che aveva la funzione di sorreggere il seno senza comprimerlo eccessivamente; infine c’era il “cestus”, realizzato in cuoio, che più che un reggiseno era un vero e proprio bustino o corsetto, che arrivava fino alla vita. Ma qui siamo ancora ai primordi della storia del reggiseno.
Il primo esemplare nella storia del reggiseno, inteso come un capo che potremmo definire “moderno” fece la sua comparsa nel mondo dell’intimo femminile intorno al 1907, per opera di un sarto francese di nome Paul Poiret: il reggiseno venne sponsorizzato in una rivista di moda, con lo scopo di spingere quante più donne possibile a utilizzarlo. Purtroppo, però, in quei tempi si era ancora ancorati all’idea che il seno andasse nascosto e compresso, invece che sostenuto e valorizzato, quindi l’idea non attecchì molto tra il grande pubblico e la storia del reggiseno dovette aspettare altri sei anni per riportarlo in auge come indumento non costrittivo, dotato anche di un certo valore estetico.
Il grande passo nella storia del reggiseno fu compiuto per opera di una signora di nome Mary Phelps Jacob, in arte Carezza Crosby, che realizzò un modello di reggiseno composto da una tracolla che, con l’impiego di fasce per neonati, aveva lo scopo di separare i seni. L’anno successivo alla sua invenzione la signora Jacob, certa di riscuotere un successo strepitoso, si affrettò a depositare il brevetto della sua idea, anche se il successo sperato non arrivò.
La diffusione del reggiseno come lo conosciamo avvenne infatti qualche anno dopo ancora, durante la Prima guerra mondiale, momento tragico per l’umanità ma che rappresenta un punto di svolta nella storia del reggiseno: in quel periodo, infatti, con la stragrande maggioranza degli uomini arruolati e lontani da casa, le donne avevano il compito di mandare avanti le attività familiari e si trovarono, spesso, a doversi sobbarcare anche i lavori agricoli. Per questo, avevano bisogno di un abbigliamento particolarmente comodo e pratico, cosa che il corsetto in voga ai tempi certamente non era. Quel periodo di intensa attività fisica per la donna sancì l’ingresso ufficiale del reggiseno nel settore dell’intimo femminile, registrando un successo che si faceva di anno in anno più irrevocabile.
La storia del reggiseno e la sua evoluzione lo hanno portato fino ai nostri giorni, dove la sua funzione, al posto di appiattire e di nascondere il seno è, al contrario, quello di esaltarlo e di valorizzarlo, rendendo la donna infinitamente più femminile e seducente; basti pensare al successo che riscuote, in questi termini, il reggiseno push-up, che serve ad aumentare tramite apposite imbottiture il volume del seno. O almeno, la sua percezione.
Struttura e forma del reggiseno
Dopo aver visto la storia del reggiseno, passiamo ora ad analizzare com’è formato. La sua parte più importante è costituita, ovviamente, dalle coppe, che altro non sono che due parti di tessuto solitamente triangolare o a balconcino, che servono a coprire il seno (ne esistono di più o meno coprenti), sostenendolo allo stesso tempo.
Ci sono anche modelli dotati dei tipici “ferretti” che servono a dare forma e a sostenere i seni più cadenti. Solitamente alle coppe sono accompagnate le spalline, che possono essere realizzate con lo stesso tessuto del reggiseno oppure essere anche trasparenti, nel caso si decida di indossare un abito che lascia le spalle scoperte e non si vuole che si vedano le spalline del reggiseno.
Ci sono anche modelli in cui le spalline si possono togliere all’occorrenza, e altri modelli, chiamati a fascia, in cui proprio non sono state previste. Le spalline possono essere regolate nella lunghezza, a nostra discrezione, per consentirci di individuare la posizione più comoda.
In un reggiseno, poi, le coppe sono assemblate a una fascia orizzontale realizzata in materiale elastico, a cui sono cucite le spalline. La fascia presenta anche un’allacciatura composta da gancetti di ferro, anch’essi regolabili per permetterci di trovare il punto di migliore vestibilità e massima comodità del reggiseno: quest’allacciatura si trova nella maggior parte dei casi sulla schiena, anche se esistono modelli con l’allacciatura sul davanti, in mezzo alle due coppe; questi modelli solitamente vengono preferiti nel caso in cui si desideri indossare un abito molto scollato sulla schiena, dove un’allacciatura a gancetti stonerebbe di più rispetto a una fascia continua.
Per quel che riguarda i tessuti con cui vengono realizzati, anche spulciando nella storia del reggiseno, i più utilizzati sono il cotone, la seta, i pizzi per le decorazioni e la fibra sintetica: spesso in un capo moderno sono presenti più materiali, ad esempio la fascia e le spalline in Lycra elasticizzata, che gli assicura anche una durata maggiore, e le coppe in cotone o in seta.