Dopo l’11 settembre la nostra vita di tutti i giorni è cambiata e questa data è considerata un vero e proprio sparti acqua, ma è anche vero che l’idea di attentato terroristico, nella nostra mente, era percepita ancora come un’eventualità ancora lontana, remota dalle nostre città e dalla nostra vita quotidiana. Dopo le Torri Gemelle abbiamo assistito all’attentato che ha colpito la città di Londra, è vero, ma mai come l’ultimo anno la paura è cresciuta tra i cittadini delle città europee.
Prima Charlie Hebdo, poi il terribile attacco al Bataclan e alle strade di Parigi e dopo ancora l’attentato all’aeroporto di Bruxelles. Ma ci sono stati anche i terribili attentati in Tunisia, che hanno colpito turisti in visita in un museo e alcuni bagnanti in spiaggi e l’attentato di Nizza. Gli ultimi mesi sono stati davvero provanti dal punto di vista della paura, dell’isteria e dei condizionamenti che, volente o nolente, le vite di tutti hanno subito dopo gli attacchi terroristici al cuore dell’Europa.
Oggi la minaccia di un attacco terroristico è reale. Lo ripetono quotidianamente giornali e televisioni, lo comunica la Farnesina che sul suo sito aggiorna tutti i giorni e in tempo reale la situazione per chi è in viaggio verso tutti i paesi del mondo, con consigli per limitare i rischi e proteggersi il più possibile in caso di pericolo. Il Governo e le istituzioni comunicano di continuo l’impegno quotidiano delle forze dell’ordine e dell’antiterrorismo, ma è normale che questo non basti per placare ansie e paure.
Ordigni esplosivi, agenti chimici o sequestri; questi sono i pericoli in cui tutte le città d’Europa ormai incorrono. Quello che ci fa più paura, ovviamente, è l’imprevedibilità dell’evento, qualcosa di brutto che può succedere a chiunque in qualsiasi momento della giornata, per strada, sui mezzi pubblici, all’interno di un ristorante, un museo o al cinema.
Tutto questo, ovviamente, non deve cambiare la nostra cultura, la nostra libertà, la nostra voglia di vivere, uscire e divertirci. Con un occhio sempre aperto, però, a tutti i pericoli che corriamo quando ci troviamo in luoghi che potrebbero essere bersaglio di un attentato terroristico. È per questo che, oltre a farci sapere che intelligence e forze dell’ordine sono sempre al lavoro, le istituzioni cercano di cercare aiuto anche tra i cittadini.
Anche i Governi sono spesso intervenuti con delle vere e proprie guide che consigliano i cittadini su cosa fare e cosa non fare nel caso in cui ci dovessimo trovare nel mezzo di un attacco terroristico. Del resto, l’allerta in tutta l’Europa è molto alta, soprattutto in alcune città, e le istituzioni in alcuni paesi, come il Regno Unito, puntano molto sulla collaborazione dei cittadini.
Si tratta di informazioni di carattere pratico, comportamenti semplici che è necessario mettere in pratica subito per aiutare gli eventuali soccorritori e le forze dell’ordine a operare con la massima lucidità, per quanto possibile, tra il caos che si crea in seguito a un attentato terroristico. Ma quali sono questi comportamenti da mettere in pratica? La paura è la prima cosa che ci viene in mente se proviamo anche solo per un minuto a immaginare di essere coinvolti in un attacco terroristico. Ma poi, che cosa fare?
Purtroppo sono impresse nella memoria di tutti le terribili immagini da Parigi che la notte del 13 novembre hanno tenuto tutto il mondo con il fiato sospeso. Alcuni terroristi hanno fatto irruzione nella sala da concerto del Teatro Bataclan e hanno sparato sulla folla inerme prima di farsi esplodere azionando le loro cinture esplosive. Nessuno può conoscere la sua ipotetica reazione davanti a un evento così terribile e spaventoso, ma secondo l’agenzia dell’antiterrorismo britannico se ci si trova in una situazione analoga si dovrebbe reagire in questo modo:
- Correre, se possibile, e raggiungere prima possibile l’uscita di sicurezza
- Convincere anche gli altri a scappare e a trovare una via di fuga
- Se non è possibile scappare, cercare di nascondersi in un luogo in cui, in caso di attacco armato, è possibile proteggersi dai proiettili
- Se impossibilitati a uscire, rimanere nascosti e impostare la funzione “silenzioso” nel cellulare e solo dopo cercare di contattare le autorità per chiedere aiuto
- Fingersi morti potrebbe non essere la scelta più giusta; potrebbe rivelarsi una trappola anche se a volte può rivelarsi essere l’unica soluzione da fare. La soluzione migliore è sempre quella di cercare una via di fuga o, se questo non è possibile, cercare di riparo dietro un tavolo, una lastra o dietro qualsiasi altra cosa in grado di proteggere dai proiettili
- All’entrata di un luogo chiuso, identificare quali sono le uscite di sicurezza più vicine; molti superstiti del Teatro Bataclan sono riusciti a salvarsi proprio in questo modo.
Le reazioni dell’essere umano di fronte a un attentato terroristico
Da quando l’Europa è stata colpita dai sanguinosi attentati terroristici nell’ultimo anno, anche molti psicologi si sono occupati delle reazioni che l’essere umano ha durante questi eventi. Non tutti, infatti, reagiamo agli eventi allo stesso modo; c’è chi rimane immobile, completamente pietrificato dalla paura, chi reagisce facendosi prendere dal panico e ostacolando, anche se in modo non voluto, chi invece reagisce nel modo in cui si dovrebbe, per esempio aiutando gli altri, e chi invece cerca di mantenere la calma anche di fronte a un evento che crea terrore e spavento.
Secondo il parere di alcuni esperti, il problema principale in questi casi è che le persone che si sono trovate nel bel mezzo di un attentato terroristico, non lo hanno percepito subito. Alcuni superstiti del Teatro Bataclan hanno raccontato, per esempio, di aver associato i forti rumori sentiti alla presenza di fuochi d’artificio inaspettati. Secondo alcuni psicologi questo meccanismo della mente può essere spiegato in un modo molto semplice; la mente umana è un meccanismo complesso e non sempre realizza per tempo quello che stiamo vivendo.
Quello che succede in questi casi può essere facilmente spiegato in questo modo. Per prima cosa, e come prima reazione a un evento così drammatico, la mente è portata a pensare che si tratti di altro rispetto a quello che è veramente. Per questo motivo, reagire con prontezza di riflessi è molto complicato e lo è ancora di più se le persone che ci stanno di fianco reagiscono nei modi che abbiamo citato prima, ossia paralizzandosi per la paura o facendosi prendere dall’isterismo.
L’importanza di reagire velocemente
In una situazione drammatica come quella di un attentato terroristico, dove non solo si teme per la propria incolumità, ma anche per la vita dei propri cari, della propria famiglia e dei propri amici che si trovano con noi in un determinato momento, la velocità di reazione rappresenta un aspetto fondamentale. Nessuno può sapere come reagirà in una particolare situazione, questo è chiaro, ma è bene sapere che in casi come questi chi risponde più velocemente ha più possibilità di salvarsi.
Secondo alcuni studi, solo il 15% delle persone coinvolte in un attentato terroristico è portato a reagire nel modo giusto, mentre il restante 75% è portato a essere sorpreso, straniato e impaurito per avviare una reazione nell’immediato. Questo, invece, è un aspetto molto importante perché più si è lucidi e vigili e più si hanno possibilità di salvarsi e di aiutare anche gli altri.
Fare il primo passo è importante, anche se per natura, spesso l’essere umano, come hanno sottolineato anche molti psicologi, è portato ad aspettare una reazione o un passo avanti da parte delle altre persone che si trovano nello stesso gruppo.
Cosa fare dopo essere scappati all’aperto
Se ci si trova nel mezzo di un attentato terroristico all’interno di un luogo chiuso, la cosa più importante è cercare di mettersi in salvo raggiungendo l’uscita di sicurezza più vicina, o qualsiasi altra uscita possibile, come una finestra, un balcone o un’uscita secondaria.
Una volta giunti in strada, però, continuare a mantenere la calma, per quanto possibile, è fondamentale per chiedere aiuto, per salvare eventuali feriti e per comunicare immediatamente alle autorità che è in corso un attacco terroristico. La prima cosa da fare, una volta all’aperto, è chiamare la polizia e l’ambulanza per chiedere aiuto. Evitare, invece, di prendere la metro e qualsiasi altro mezzo pubblico; in caso di attentato tutte le linee sarebbero bloccate in pochi minuti e le persone si troverebbero intrappolate per molto tempo all’interno dei mezzi.
Se possibile, invece, sarebbe importante fermare quanti più taxi possibili, chiedendo loro aiuto e la possibilità di trasportare i feriti presso gli ospedali più vicini. Evitate anche di aggregarvi insieme ad altre persone, per non ostacolare il lavoro di soccorritori e forze dell’ordine.