Prevenire e combattere il bullismo
Spesso è difficile capire quando un ragazzo/a cade vittima di atti di bullismo: quest’ultima non sempre, infatti, nonostante il fastidio e il desiderio di far cessare le torture, è disposta a raccontarlo a insegnanti o genitori. Questo è dovuto al fatto che sovente chi è oggetto di prevaricazioni tende a:
- accettarle tacitamente come “condanna” cui ogni giorno bisogna sopravvivere, come periodo normale nella crescita
- evitare di lamentarsi con gli adulti, per timore che ciò abbia delle ripercussioni peggiori per quanto riguarda gli atti che gli aguzzini potrebbero commettere, una volta scoperto che la vittima “ha cantato”
- negare di essere vittima di bullismo per semplice vergogna
Questo silenzio da parte del proprio figlio diventa una barriera per poter combattere il bullismo, oltre la quale non si può scorgere la natura del problema, e quindi non si può fornire né un aiuto e né una soluzione. Rimane inoltre una difficoltà per mamme e papà difendere i propri figli quando sono a scuola, perché anche gli insegnanti alle volte paiono non accorgersi di ciò che sta accadendo al loro alunno o alunna.
L’impegno del Ministero della Pubblica Istruzione per combattere il bullismo si è orientato, quindi, ad un aiuto, ad un sostegno non solo alle famiglie, ma rivolto anche agli insegnanti, in quanto famiglia e scuola devono coadiuvarsi non solo nello sviluppo e nella formazione dei ragazzi, ma anche nella garanzia di protezione contro atti offensivi.
Oltre alla Legge, anche numerosi siti di psicologia e non-profit si sono impegnati a combattere il bullismo e per fornire aiuto, ascolto, supporto ai bambini, ai ragazzi, alle famiglie e agli insegnanti che si trovano ad avere a che fare con vittime e anche con bulli.
Nell’opera di sostegno e aiuto percombattere il bullismo, è’ indispensabile non concentrarsi solo sui soggetti che patiscono le ingiustizie, ma anche su coloro che le commettono, in quanto i prevaricatori non percepiscono il loro comportamento come un problema, anzi, lo definiscono “un semplice scherzo”.
E, nella mancanza di atti completi che possano coinvolgere vittime, bulli e spettatori, c’è il rischio che ognuno di essi si fossilizzi nel suo ruolo, così che sia oppressori che oppressi (e pubblico rimanente) non riescono ad uscirne più, perdendo la propria identità in quello che è solo una maschera socialmente accettata all’interno del gruppo (tratto da FAGNANI, G. (2005). Il Bullismo e i suoi aspetti, il fattore amicizia. Firenze: PsicoLAB. Letto il 17/10/2007 su http://www.psicolab.net ).
Famiglie contro il bullismo: cosa fare
Le famiglie sono in parte responsabili del comportamento che il loro figlio tiene nel contesto sociale in cui vive; infatti, come scrive Olweus “Poco amore, poca cura, troppa libertà nell’infanzia sono condizioni che contribuiscono allo sviluppo di un modello comportamentale aggressivo”.
Sottolineo la parola contribuiscono, in quanto non solo i genitori sono da additare se il loro figlio è un bullo, ma c’è anche da tenere conto di come i mass-media trattano l’argomento violenza, ossia se tendono a legittimarlo (film, ad esempio) oppure a non condannarlo totalmente.
Inoltre, l’assenza di azioni concrete intraprese dal contesto sociale contro le prevaricazioni è un elemento che incoraggia il persecutore a mantenere quegli atteggiamenti, avendo la sicurezza di rimanere impunito.
Ecco di seguito alcuni consigli, citati unanimemente da Governo e Polizia di Stato, per combattere il bullismo e prevenire la caduta in stato di vittima o di bullo dei propri figli, per aiutarli a capire se sono essi stessi vittime, per spronarli a reagire.
Come aiutare vostro figlio a combattere il bullismo
- Autostima
cercare di aumentare l’autostima del bambino/a o ragazzo/a. Questo è importantissimo in quanto il bullo agisce su questo lato indirettamente: quest’ultimo compie azioni volte volontariamente a distruggere moralmente la sua vittima, e questa a sua volta ripiega su sé stessa e sulla visione di sé (quindi sulla sua autostima) tutte le negatività ricevute. - Punti di forza
portarli ad avere coscienza dei propri punti di forza, delle proprie qualità, delle capacità, delle loro caratteristiche positive, di modo che non si lascino condizionare da eventuali rifiuti e scherni da parte del gruppo di coetanei in cui si trovano a vivere la loro adolescenza. - Relazioni sociali
incoraggiarli nelle relazioni sociali, inducendoli a non assumere comportamenti asociali o di esclusione.
Come aiutare i figli a non diventare bulli
Per pensare di combattere il bullismo bisogna tenere massimo conto del sistema di valori, conoscenze e comportamenti che si trasmette al proprio pargolo. Inutile illudersi: spesso, quello che in casa può essere un bambino d’oro o una figlia perfetta e composta, all’infuori del contesto famigliare è una vera e propria peste. E, se oltre ad essere una peste, fosse anche un bullo o una bulla, che fare? Come comportarsi?
Ci sono dei modi in cui si può combattere il bullismo evitando che la propria prole prenda questa strada, ad esempio:
- Conferendo loro un’educazione completa, contemporaneamente ad affetto, comprensione, senza troppo permissivismo.
- Insegnandogli ad esprimere la rabbia in modo maturo, costruttivo.
- Evitare di educare tramite punizioni eccessive; i bambini potrebbero recepire questo sistema come il metodo per far rispettare le proprie regole al di fuori della famiglia.
- Dimostrare di NON tollerare comportamenti aggressivi nei confronti di un membro della famiglia, insegnando così che tali tipi di comportamenti non sono corretti e nemmeno ben accetti.
- Invitandoli ad essere sempre sinceri, sia in casa che in altri contesti, con gli altri e con sé stessi.
- Aiutandoli ad imparare a capire gli altri, ad identificarsi con essi, cercando di comprendere le reazioni delle terze persone in relazione a determinati comportamenti.
Questo è importante per combattere il bullismo, in quanto bisogna ricordare che i bulli, così come le bulle (come ho scritto sopra), pare non siano dotati di empatia sufficiente a capire l’effetto e l’impatto negativo delle loro azioni sulla vittima. Per i bulli, infatti, le azioni di prevaricazione NON sono percepite come un problema, ma come dei semplici “scherzi”.
Combattere il bullismo aiutando i persecutori o le persecutrici a prendere atto del loro modo di agire è importante per far crescere in loro maggior responsabilità ed empatia. Per empatia si intende la capacità di mettere da parte i propri pensieri per poter comprendere i sentimenti e i bisogni fondamentali dell’altro (definizione tratta da http://it.wikipedia.org/wiki/Empatia ).
- Offrendo loro un buon esempio di comportamento.
Riassumendo:
per evitare che vostro figlio diventi un piccolo persecutore, è bene circondarlo di affetto ma anche di severità, quando necessario. Cercare di responsabilizzarlo è il modo migliore per conferirgli una certa consapevolezza delle proprie azioni e del loro impatto sugli altri.
Scoprire il bullo e aiutarlo
Spesso e volentieri, come detto sopra, coloro che si trovano a subire atti negativi di bullismo preferiscono non pronunciarsi in merito. Come riconoscere questo disagio, se il proprio figlio non ne ha mai parlato a nessuno, nemmeno agli amici? Ecco alcuni comportamenti che possono essere un campanello d’allarme:
- Ostilità verso la scuola, scuse volte a non andarci, richiesta di esservi accompagnati.
- Richieste troppo frequenti di denaro; spesso alcuni persecutori richiedono il pagamento di un “pizzo”, oppure rubano i soldi direttamente.
- Stato di tensione, agitazione, tristezza, emotività ingiustificata al ritorno da scuola.
- Presenza di lividi, graffi, tagli, strappi agli indumenti; se frequenti, possono essere il segnale di una forma di bullismo diretto e fisico verso vostro figlio.
- Presenza frequente di incubi, sonno disturbato o agitato, incontinenza notturna.
- Assenza di amicizie; le vittime purtroppo sono raramente difese dal resto del gruppo dei coetanei, che invece è coeso al bullo “capo”, o alla bulla.
- Rifiuto di raccontare le giornate scolastiche nel loro svolgersi.
E’ a questo punto necessario cercare di scoprire che cosa turba vostro figlio, cercando di farlo parlare il più possibile in merito a questi stati emotivi negativi, prestando molta attenzione alle sue paure. Solo così potrete aiutarlo concretamente a combattere il bullismo.
Evitare di prendere subito in mano del tutto la situazione con provvedimenti diretti – tranne nel caso in cui sia assolutamente necessario per il suo bene -, è un’ottima idea, in quanto potrebbe far sentire inadeguato il vostro pargolo. Potreste, ad esempio, cercare di discutere insieme a lui (o a lei) riguardo situazioni problematiche, spronandoloa a proporre le sue idee, i suoi timori.
Un’altra buona idea può essere quella di fargli stendere per iscritto un elenco di soluzioni al problema reale, e cercare di capire insieme quale può essere il migliore, invitando vostro figlio a metterlo in pratica.
Molti bambini, inoltre, si sentono confortati all’idea di avere intorno un muro immaginario protettivo: si può chiedere loro di pensare di avercelo intorno realmente, ogni qual volta si trovano di fronte ad atti di bullismo verbale (prese in giro, ecc.), pensando che quelle parole offensive rimbalzino via grazie al muro.
E’ meglio, comunque, aiutare vostro figlio a cercare situazioni alternative a quelle solite, cioè a trovare dei comportamenti o delle condizioni che gli permettano di evitare un contatto diretto con il bullo o la bulla: ad esempio all’uscita da scuola passare per altre vie, durante l’intervallo cercare altri gruppi di amici con cui restare, e così via (informazioni tratte dal sito: http://www.facchinetti.net/index.php?option=com_content&task=view&id=93&Itemid=180).
Coinvolgere gli altri per combattere il bullismo
Nel caso in cui abbiate notato in vostro figlio dei comportamenti di bullismo simili a quelli descritti nel paragrafo precedente, è opportuno che agiate in questo modo:
- Parlare con i referenti scolastici, redigendo una lista delle cose che sono accadute a vostro figlio, e se necessario, fate anche i nomi di coloro che attuano le prepotenze, in che modalità, quando e dove
- Rendere noto questo problema al dirigente scolastico, per far sì che la scuola si assuma determinate responsabilità di ciò che accade, e per capire in quali modalità cercherà di affrontare il fenomeno negativo
- Mantenersi in contatto con gli insegnanti allertati, per assicurarsi che vengano presi provvedimenti mirati, fino a quando le prepotenze sono totalmente scomparse.
Per combattere il bullismo no si può agire unicamente, e separatamente, su vittima e bullo. E’ quindi assolutamente indispensabile che gli insegnanti organizzino delle discussioni in classe sull’argomento, sensibilizzando ciascun alunno. Per poter distruggere il fenomeno, quindi, occorre:
- Coinvolgere tutta la comunità degli spettatori, oltre a bulli e vittime;
- Costruire una cultura del rispetto e della solidarietà tra coetanei e compagni per combattere il bullismo alla radice;
- Attuare un programma preventivo pluriennale che coinvolga la classe intera o classi diverse, prima ancora che si manifestino segnali di disagi connessi al fenomeno del bullismo;
- Creare consapevolezza di azioni ed emozioni, affinché ciò diventi uno stile di vita dei ragazzi;
- Collaborazione tra scuola e famiglia.
Gli approcci più frequenti per combattere il bullismo, da parte delle istituzioni scolastiche, si possono quindi riassumere in tre tipologie:
- Acquisizione di consapevolezza da parte degli alunni
consiste nell’utilizzo di comuni canali di comunicazione per rendere consapevoli gli alunni dell’esistenza e della portata del bullismo. - Percorso di responsabilizzazione e coinvolgimento nella risoluzione del problema bullismo
l’obiettivo si può raggiungere tramite la creazione di “circoli di qualità”, ossia gruppi di ragazzi che si incontrano regolarmente per discutere sul problema, e per cercare delle soluzioni a questo problema sociale. - Percorso di costruzione di una cultura della solidarietà
è un tipo di intervento per combattere il bullismo che mira ad ottenere un supporto tra coetanei.
A chi rivolgersi per combattere il bullismo
Se le azioni e le soluzioni proposte sopra non bastano per combattere il bullismoo non dovessero soddisfarvi, ecco i numeri utili cui rivolgersi in caso di estrema necessità:
- 800.66.96.96 numero verde predisposto dal Ministero per la Pubblica Istruzione
- 113 Polizia di Stato
- 114 Emergenza Infanzia
- 112 Carabinieri
- 19696 Telefono Azzurro (linea gratuita fino ai 14 anni)
- 199.15.15.15 Telefono Azzurro (linea istituzionale dai 14 anni in su e per gli adulti)
Complimenti! Ottima guida per un argomento così delicato. Purtroppo i genitori, spesso, non sanno come affrontare (e scovare!) il bullismo che subiscono i figli. Vorrei per questo segnalare Europol, Istituto d’investigazioni:
europolinvestigazioni.it
che svolge indagini per la tutela e i diritti dei minori soggetti a bullismo.