Per alcuni vaccini la somministrazione è singola, mentre per altri si è deciso di combinarli in modo da sottoporre il bambino a una sola iniezione, come nel caso del vaccino esavalente, che è obbligatorio ed è in genere il primo da cui si passa.
Quali sono i vaccini obbligatori?
-antidifterico
-antitetanico
-antipoliomelitico
-antiepatite virale B
Per questi c’è l’obbligo non solo della prima somministrazione, ma anche del successivo richiamo, senza il quale la loro efficacia potrebbe risultare incompleta.
Nello specifico, il vaccino esavalente assicura protezione contro il tetano e la poliomelite, l’epatite di tipo B e la pertosse, la difterite e l’HIB (Haemophilus influenzae). Il primo appuntamento con il vaccino obbligatorio esavalente è a 3 mesi, il secondo a 5 mesi e il terzo a 11 mesi; i richiami sono altrettanto importanti della prima dose, non è il caso di sottovalutarli. Se per caso si slitta di qualche mese nessun problema, basta che si concluda il ciclo di vaccinazione (in tempi comunque ragionevoli, con un ritardo accettabile tra le varie dosi).
Di seguito proponiamo un elenco dei vaccini obbligatori e anche di quelli facoltativi, per aiutare ad orientarsi tra obblighi, possibilità, date e scadenze:
Vaccini obbligatori
Difterite. Bambini di 3 mesi. Richiamo obbligatorio a 12 mesi.
Tetano. Bambini di 3 mesi. Richiamo obbligatorio a 12 mesi.
Pertosse. Bambini di 3 mesi. Richiamo obbligatorio a 12 mesi
Poliomelite. Bambini di 3 mesi. Richiamo obbligatorio a 12 mesi.
Epatite B. Bambini di 3 mesi. Richiamo obbligatorio a 12 mesi.
Vaccini facoltativi ma raccomandati
Pneumococco. Bambini di 3 mesi.
Meningococco. Bambini di 3 mesi.
Morbillo. Bambini di 13 mesi. Richiamo raccomandato.
Parotite. Bambini di 13 mesi. Richiamo raccomandato.
Rosolia. Bambini di 13 mesi. Richiamo raccomandato.
Varicella. Bambini di 13-24 mesi. Richiamo raccomandato.
Come sono fatti i vaccini
Nei vaccini vengono inseriti gli antigeni, cioè dei costituenti dei virus delle malattie, che hanno la capacità di attivare la produzione degli anticorpi necessari per contrastare le malattie stesse. Oltre agli antigeni dei virus, nei vaccini sono presenti degli antibiotici e altre sostanze essenziali a vario titolo, come ad esempio la formaldeide utile per eliminare i batteri presenti nelle colture con cui si produce il siero, e conservanti come il monossido di glutammato.
Dal momento che i conservanti e gli antibiotici possono causare reazioni allergiche, è importante riferirle subito al pediatra in modo da regolarsi per il futuro, e anche esplicitare eventuali allergie già note del bambino, così da valutare bene l’eventualità di sottoporlo alla vaccinazione. Lo stesso se il piccolo ha degli scompensi del sistema immunitario oppure una fragilità a livello polmonare o cardiaco.
Gli effetti collaterali dei vaccini
Tutti i vaccini possono avere degli effetti collaterali, che si attestano generalmente intorno a pochi sintomi, di modesta entità e di rapida soluzione. Il più comune è la febbre, che non diventa quasi mai alta, attestandosi in genere fra i 37,5 e i 38 gradi. Per curarla si utilizza il paracetamolo, e solo se non si risolve nel giro di un paio di giorni è il caso di consultare il pediatra, in modo che possa valutare se il protrarsi dello stato febbrile sia dovuto al vaccino o a qualcos’altro. Sempre utili anche le spugnature, per mantenere il bambino fresco e allontanare da lui quel calore tipico dei giorni post-vaccino.
Altra reazione tipica è il rigonfiamento del punto in cui viene iniettato il vaccino: le reazioni possono essere gonfiore, rossore, indurimento della parte. Anche questi sintomi scompaiono entro le 48 ore, e in questa fase non serve utilizzare creme, bastano i classici impacchi di ghiaccio; se poi l’area non si sgonfia, bisogna consultare il pediatra che eventualmente consiglierà una crema antinfiammatoria o decongestionante.
Per i bambini entro il primo anno di vita è previsto un calendario di vaccinazioni che prevede dei vaccini obbligatori e anche una serie di vaccini non obbligatori per la copertura di altre malattie che possono colpire i bambini in età infantile e sarebbe meglio evitare.
I vaccini on obbligatori: ecco quali sono
I vaccini non obbligatori riguardano delle malattie che, se contratte dai bambini, possono avere delle conseguenze serie, e sono fondamentalmente 6: l’antiparotite, l’antimorbillo, l’antirosolia, l’antipertosse e l’antimeningite di 2 tipi, da meningococco e da haemophilus B. Di seguito li esaminiamo nel dettaglio.
Vaccino antipertosse. La pertosse è un virus batterico che si trasmette mediante la respirazione e può causare problemi dal punto di vista respiratorio se viene contratta dal bambino quando è ancora molto piccoli, prima dei 12 mesi. Non a caso infatti il vaccino antipertosse viene somministrato al compimento del terzo mese e prevede altri 2 richiami successivi: 3 dosi sono la misura giusta per assicurare la corretta protezione al bambino. L’eventuale reazione al vaccino si limita alla febbre moderata e al rossore nel punto dell’iniezione.
Vaccini contro la meningite.
Vaccino antihaemophilus. La malattia da HIB è causata da un virus e si diffonde attraverso il respiro. Se contratta da piccoli può avere complicanze molto gravi, come la meningite. In vaccino antihaemophilus può essere somministrato in 3 soluzioni a partire dal terzo mese di vita oppure in unica dose dopo il primo anno. L’importante è non aspettare oltre i 5 anni, altrimenti questo vaccino non è più utile. Per quanto riguarda gli effetti collaterali, la febbre è rara, mentre il rossore locale è tipico.
Vaccino antimeningococco. Questo vaccino è diretto contro la meningite C, che è tra le varianti più temibili della meningite batterica, una malattia molto grave se contratta dai bambini. Il vaccino antimeningococco non è obbligatorio ma consigliato e viene somministrato intorno a i 3 mesi di vita e comunque entro i 12 mesi: sono previsti in seguito altri 2 richiami. L’iniezione viene fatta sulla coscia e l’unico effetto collaterale certo è il gonfiore nella zona della puntura, associato a un rossore più o meno intenso.
I vaccini contro il morbillo, la parotite e la rosolia vengono in genere somministrati tutti insieme, con il nome di vaccino trivalente. Sono tutti vaccini non obbligatori, ma tra i più diffusi quando il bambino ha compiuto 1 anno.
Vaccino contro il morbillo. Il morbillo si trasmette attraverso starnuti e respiri, e si diffonde rapidamente. Il sintomo per eccellenza è costituito dalle bollicine rosse sul corpo, ma ci sono potenziali complicanze più serie, come la polmonite e l’otite. Il vaccino contro il morbillo è di quelli non obbligatori e si fa dopo il primo anno di vita, in genere intorno ai 14 mesi. In questo caso gli effetti collaterali sono la classica febbre inferiore ai 38 gradi e una reazione cutanea che ricorda appunto le bollicine tipiche della malattia. Entrambi gli effetti collaterali rientrano nel giro di 48 ore.
Vaccino contro la parotite. Per parotite si intendono gli orecchioni, che sono tra le malattie più temute dai genitori. Con la parotite non compare febbre né sfogo cutaneo, ma si ingrossano le ghiandole sotto e dietro le orecchie. La vaccinazione è importante perché per i maschi contrarre la malattia nella delicata fase della pubertà può dar luogo a problemi di fertilità. Il vaccino antiparotite viene somministrato dopo il compimento del primo anno del bambino ed è consigliato anche un richiamo intorno ai 10 anni, in prossimità del periodo rischioso. Come effetti collaterali si riscontrano quelli ‘classici’, ossia la febbre e il rossore nella zona della puntura.
Vaccino contro la rosolia. La rosolia è una malattia virale che si manifesta con piccole chiazze rosse su tutto il corpo e un leggero ingrossamento dei linfonodi. Se gli orecchioni sono pericolosi per gli uomini, la rosolia lo è per le donne se contratta durante la gestazione, perché può danneggiare in modo grave il feto. Il vaccino antirosolia viene somministrato dopo i primi 12 mesi di vita in una sola dose, senza necessità di richiamo. Gli effetti collaterali sono l’ulteriore ingrossamento dei linfonodi e il dolore alle articolazioni, entrambi risolvibili in un paio di giorni.