Scegliere il sensore della fotocamera: pieno formato o APS?
Al momento attuale tutte le case produttrici di macchine fotografiche digitali, dal punto di vista dei sensori, sembrano aver ormai diviso il mercato in due aree principali: quella del sensore pieno, con un formato di 24 per 36 mm, e quella del sensore più piccolo (che viene detto formato APS), che misura circa 23 per 15 mm (varia lggermente a seconda della casa produttrice).
Tralasciando ora in questa sede le differenze tecniche e costruttive dei due sistemi e dei vari tipi di sensore, come il CCD e il CMOS, vale però la pena sottolineare che la differenza principale per gli utilizzatori delle fotocamere risiede nel fatto che il cosiddetto sensore pieno non va a modificare la lunghezza focale degli obiettivi utilizzati, mentre l’APS la aumenta di circa un 50%.
Questo discorso vale ovviamente solo per le fotocamere reflex e non ha invece alcuna rilevanza per le compatte.
Che significa affermare che un sensore APS modifica la focale di un obiettivo? Se utilizzate un 50mm su una fotocamera reflex digitale con sensore pieno (ossia un sensore grande come la pellicola) esso resterà un 50mm. La porzione di realtà che vedreste usandolo su una normale reflex a pellicola è esattamente quella che vedrete usandolo su una fotocamera reflex digitale a sensore pieno.
Obiettivi tradizionali su fotocamere APS
Se invece montate lo stesso 50mm su una fotocamera digitale reflex che usa un sensore APS (ossia più piccolo del formato classico 24 per 36mm), esso diventerà un 75 mm (valore che si ottiene moltiplicando la focale reale per il valore di conversione del sensore, che è quasi sempre circa 1.5).
Ecco quindi spiegato perchè il campo visivo dei grandangolari si restringe mentre i teleobiettivi sembrano aumentare la loro lunghezza focale. Per fare un esempio: un 300mm diventa infatti un 450mm (300 per 1.5) e questo avviene senza perdere nulla in termini di luminosità, come accadrebbe invece usando un moltiplicatore di focale.
Questo è un vantaggio incredibile per chi ha necessita di teleobiettivi molto spinti, mentre chi necessita di grandangolari ampi viene penalizzato. In base a questo principio, per consentire anche ai possessori di fotocamere reflex digitali con sensore APS la disponibilità di grandangolari, i produttori hanno progettato obiettivi speciali.
Si tratta di ottiche ottimizzate per sensori digitali APS nelle quali viene però usata solo la parte centrale dell’immagine; un esempio è il Nikon 12-24 mm che, in virtù del fattore di moltiplicazione di 1.5 del sensore APS diventa un 18-36 mm (12*1,5=18 e 24*1,5=36).
Ovviamente la qualità di questi obiettivi non è esattamente paragonabile a quella di un vero 16-35mm. Per giunta, non sempre questi obiettivi possono essere impiegati su reflex a pallicola o su reflex a formato pieno.
La scelta tra fotocamera a sensore pieno o APS risiede appunto nel possibile vantaggio o svantaggio che ciascuna delle due soluzioni vi offre.
A ognuno la fotocamera col giusto sensore
Se siete appassionati di fotografia sportiva, eventi o animali, allora l’APS vi avvantaggierà trasformando in supertele i vostri normali teleobiettivi. Se amate invece la fotografia di paesaggio o di architettura, allora sappiate che il sensore pieno vi permette di usare i veri super grandangolari, sfruttandoli al massimo delle loro possibilità.
Quanti megapixel servono in una fotocamera digitale
Quella sui megapixel sembra essere davvero la domanda di fondo prima di ogni acquisto di fotocamera digitale: quanti mega pixel? In realtà va prima ben inteso il significato di questo parametro. Partiamo dal significato: mega pixel sta per milioni di pixel, che in inglese sono i punti, ossia i punti sensibili alla luce che compongono il sensore della fotocamera digitale.
Tanto nella compatta quanto nella reflex, il sensore è un rettangolo di materiale siliceo con tante file di minuscoli elementi sensibili. Le file sono collocate una accanto all’altra per formare formare un reticolo di punti sensibili, esattamente come una scacchiera per i giochi. Il numero di elementi sensibili che si trova sulla fila, moltiplicato per il numero delle file esistenti, fornisce il famoso valore dei mega pixel tanto amati.
Solitamente il rapporto tra lato lungo e lato corto del rettangolo del sensore e fissato in 3 a 2, come avviene nel classico formato della pellicola, che ha un fotogramma di 36 mm per 24 mm (derivante da 12 mm per 3 sul lato lungo, e 12 mm per 2 sul lato più corto). Leggendo con cura le caratteristiche di una fotocamera vi accorgerete di come la risoluzione massima dichiarata segua questa logica matematica del rapporto 3 a 2.
Per fare un esempio: la Canon EOS 5d MK II (la prendiamo solo come esempio) da come risoluzione massima il valore di 5625 pixel sul lato lungo per 3750 pixel sul corto. Moltiplicandoli abbiamo 21.093.750 pixel, che corrispondono perfettamente ai 21 mega pixel dichiarati dal produttore.
Vi chiederete a cosa serva tutto questo ragionamento? Semplicemente a capire cosa ci si fa con tutti quei pixel.
Quando si usa una foto per stamparla su una rivista o su un libro, le macchine da stampa tipografica hanno bisogno di una risoluzione di 300 punti per pollice. Ciò significa che per riempire bene la larghezza di un pollice inglese (ossia 2,5 centimetri) la macchina ha bisogno di 300 pixel di immagine.
Se ne trova di meno la foto esce con bassa qualità, e in gergo si dice che viene “sgranata”, perchè mostra i quadratini dei pixel. Con due semplici calcoli si intuisce come, ad esempio, per stampare su un libro una foto che deve essere larga 10 cm (quindi 4 pollici inglesi) ci servono almeno 1200 pixel. Se non possediamo un’immagine digitale cosi ampia è quindi ovvio che non possiamo stamparla a 10 cm di larghezza (l’altezza segue lo stesso principio).
Nel caso invece di stampa delle foto digitali presso i laboratori ai quali si affidano i nostri negozi, si ragiona invece con una risoluzione minore, che può essere anche di 200 punti per pollice o addirittura scendere fino a 150. Per questo motivo la stessa immagine digitale che su una rivista può arrivare stampata a una larghezza massima di 10 cm, nel nostro negozio di fiducia diventa larga 20 cm. I quotidiani stampano con la stessa risoluzione del negozio, ossia a 150 punti pollice.
Nel momento in cui valutate quanti mega pixel vi servono dovete quindi chiedervi: quanto grandi voglio stampare grandi mie foto? Nel caso siate professionisti e lavoriate per riviste o libri, allora 16 mega pixel è il valore giusto; ma anche 12 o 16 mega pixel possono essere funzionali (ma tenete presente che in certi casi potrebbero non bastare).
Se siete invece degli appassionati o fotoamatori, anche molto evoluti, il valore di 16 mega pixel va bene, e quello di 12 rappresenta un ottima scelta. Nel caso la fotocamera vi serva solo per fare le foto della vostra vacanza o delle feste, allora 8 o 10 mega pixel sono un bel compromesso; qui anche la vecchia fotocamera da 6 mega pixel se la può cavare.