Il reflusso gastroesofageo è un disturbo molto comune, che ha a che fare con uno stile di vita troppo sedentario, un regime alimentare scorretto e abitudini da correggere. Non è un mistero come gli effetti di quella che è da considerarsi a tutti gli effetti una vera e propria patologia abbiano ripercussioni su vari aspetti e funzioni dell’organismo, come la capacità di concentrazione, l’energia e la reattività dopo i pasti, la qualità del sonno e del riposo, il benessere psicofisico. Quel che è meno risaputo, invece, è che tra i sintomi del reflusso gastroesofageo possono essere annoverate anche la tachicardia e l’extrasistolia, due disturbi da non sottovalutare.
Quando si escludono cause direttamente connesse con problemi cardiaci, infatti, è possibile ricondurre la tachicardia ai fastidiosi episodi di acidità di stomaco e reflusso gastroesofageo. Recenti studi hanno provato l’esistenza di una correlazione tra una digestione difficile e l’extrasistolia: quest’ultima consiste essenzialmente in un tipo di aritmia, ovvero di un’irregolarità nel ritmo cardiaco, che generalmente ha una cadenza più ravvicinata al battito successivo, che viene poi seguito da una vera e propria pausa. Il reflusso gastroesofageo sembrerebbe accentuare questa disfunzione.
Da dove deriva la correlazione tra reflusso e aritmie?
Quando alla base delle tachicardie e delle manifestazioni extrasistole c’è una correlazione, questa deriva essenzialmente dall’attività del diaframma, ovvero il muscolo che regola la respirazione, e che è spesso soprannominato “il muscolo della serenità”, perché particolarmente sensibile ai cambiamenti dei vari stati d’animo, specialmente nel passaggio dalla serenità a un momento di ansia e stress. In questo caso, infatti, il diaframma reagisce cambiando forma, ripiegandosi su se stesso e spingendo sugli organi limitrofi, tra cui lo stomaco. Questo crea una certa irritazione gastrica, che si traduce in acidità e reflusso. Ma la punta del diaframma è anche particolarmente vicina alla zona toracica, e un suo cambiamento di forma può allo stesso tempo influire sull’attività cardiaca. La presenza di aria nello stomaco può accentuare questa problematica, perché provoca lo spostamento di parte del diaframma (emidiaframma sinistro).
Ogni forma di aerogastria, ovvero di presenza di eccessiva aria nello stomaco, nell’intestino e/o nel colon, può avere ripercussioni sul ritmo cardiaco: solitamente le ripercussioni si manifestano proprio sottoforma di un’accelerazione del battito, e quindi di tachicardia. Come facilmente si può immaginare, la presenza di aria nell’apparato digerente aumenta esponenzialmente a fine pasto, e in particolare dopo aver consumato alimenti in modo veloce e frettoloso, senza una masticazione adeguata, e in dosi eccessive. Anche le bevande gassate, naturalmente, costituiscono un fattore di rischio molto elevato nella possibilità di sviluppare episodi di aerogastria.
Naturalmente, la tachicardia può sommarsi a tutti i vari disturbi che derivano da una cattiva digestione: quindi, oltre al reflusso gastroesofageo, anche dolore di stomaco, scarsa concentrazione e sonnolenza, tosse e senso di oppressione al petto, ecc.
Tachicardia a tavola: prevenzione e alcuni consigli
Premesso che molto spesso si tratta di situazioni particolari, estremamente personali e legate alle circostanze psicofisiche di ciascun individuo, nel caso della tachicardia da reflusso è necessario consultare un medico nutrizionista e un otorinolaringoiatra che possa valutare caso per caso la terapia migliore per risolvere o attenuare il problema. In secondo luogo, si può pensare a una “rieducazione respiratoria”, pratica che permette di intervenire in momenti di stress e forte tachicardia per allungare e stabilizzare il muscolo del diaframma, e ottenendo così anche buoni risultati sul recupero dell’equilibrio nel ritmo cardiaco e, contemporaneamente, attenuando i sintomi del reflusso gastroesofageo.
Tuttavia, l’intervento migliore è sempre quello di prevenzione, che va effettuata su lungo periodo e puntando su eventuali abitudini di vita scorrette di ciascun individuo. Enormi benefici si potranno trarre, ad esempio, dall’astensione da fumo e alcolici, da bevande gassate e da pasti eccessivamente abbondanti e pesanti. Una leggera attività motoria subito dopo i pasti, inoltre, può dare ottimi risultati sul reflusso, andando così a limitare anche gli episodi di tachicardia ed extrasistolia. Va infine tenuto sotto controllo anche il livello idratazione giornaliero, che non deve essere scarso né tantomeno troppo abbondante, al fine di evitare la diluizione dei succhi gastrici che permettono una corretta ed efficiente digestione.
In quest’ottica è bene anche pensare ad alcuni rimedi – anche naturali – per gestire ansia e stress in modo migliore e diminuire le ripercussioni infauste di questi sul diaframma.
Sempre al fine di migliorare l’attività diaframmatica, può essere presa in considerazione una visita posturale, che potrebbe portare alla luce eventuali problemi di allineamento della colonna vertebrali, da sempre una delle cause più frequenti di complicazioni nel corretto svolgimento delle funzionalità diaframmatiche.