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Come diventare montatore audio video

Come diventare montatore audio video

Dal punto di vista della costruzione dell’opera filmica, il montaggio è un momento fondamentale in cui si verifica e si riscontra il funzionamento della storia e della sua consequenzialità logica, nel tempo e nello spazio. Negli anni Novanta con l’avvento delle tecnologie informatiche e l’introduzione del montaggio elettronico, la professione ha subito una mutazione che ha cambiato ritmi, tempi di lavorazione e modalità di approccio al prodotto audiovisivo.

Il montaggio elettronico permette di trasportare le immagini dalla pellicola al nastro magnetico o all’hard disk del computer e di realizzare il montaggio utilizzando una centralina digitale al posto dell’antica moviola meccanica, consentendo inoltre una maggiore velocità di lavoro e la possibilità di modificare, attraversa la computer grafica, alcuni errori di ripresa o di edizione.

Normalmente il cast tecnico e artistico è essenzialmente composto dai professionisti che per affinità e affidabilità danno più garanzie al regista e al produttore. La scelta del montatore è importante e deve essere il risultato di un rapporto di lavoro già sperimentato. Un vero affiatamento tra regista e montatore produrrà il miglior risultato finale per l’opera audiovisiva.

Il montatore in primo luogo deve avere una profonda conoscenza dei vari linguaggi audiovisivi unita a competenze di tipo informatico, poiché oggi le macchine di montaggio hanno caratteristiche digitali e sono costituite da computer con particolari capacità di elaborazione grafica e di archiviazione. Pertanto il montatore deve sempre tenersi aggiornato sulle nuove tecniche di montaggio digitale e deve comunque possedere solide basi di elettronica, fisica e informatica.

Spesso è una figura professionale che opera con contratti a tempo determinato alle dipendenze elle società di produzione, ma può anche essere inquadrato nell’ambito di società nazionali che lo inseriscono nel contratto nazionale dello spettacolo.

Nel contesto cinematografico il montatore può essere un libero professionista che presta la sua opera al miglior offerente e viene retribuito secondo le competenze e la fama di cui gode nell’ambiente. In America il montatore ha maggiore autonomia, può avere un rapporto diretto più con il produttore che con il regista, e in alcune situazioni contrattuali è possibile che venga data proprio al montatore la possibilità del final cut, il montaggio della versione definitiva.

Corsi e tirocinio

La professione si inizia normalmente andando “a bottega” presso un altro montatore, ma è molto meglio avere una preparazione universitaria adeguata. Un corso per montatori è previsto anche nel piano dell’offerta formativa della Scuola Nazionale del Cinema di Roma, che forma le figure professionale dell’assistente al montaggio e del montatore delle scene e del suono per le produzioni cinematografiche e televisive, ed è destinato a soli sei allievi.

Oltre ad insegnamenti speciali quali: “effettistica” ed elaborazione dell’immagine, sono previsti anche seminari riguardanti le professioni di segretario di edizione, assistente al montaggio, montatore vero e proprio. Grande importanza dell’ambito del corso è stata assegnata alla fase del missaggio della colonna sonora, durante la quale gli allievi studiano e collaborano con i colleghi del corso dedicato al suono. Oltre alle visite e ai frequenti contatti che gli allievi hanno con laboratori di sviluppo e stampa di audiovisivi, il corso prevede anche numerose esercitazioni condotte in video e pellicola, di cui il montaggio viene eseguito su postazioni Avid e Pro-Tools.

Montatore audio video

Il lavoro del montatore audio video

Il montaggio è l’operazione con cui le diverse inquadrature vengono assemblate per raggiungere particolari significati narrativi espressivi e estetici. Il significati delle immagini può essere radicalmente cambiato in relazione alla loro disposizione nella sequenza. Già negli anni venti il regista e teorico del cinema Lev Kulesov aveva dimostrato che affiancando una stessa immagine dell’attore Mozzuchin a inquadrature di un piatto di cibo, una bara, e una bambina intenta nel gioco, l’espressione dell’attore cambiava, assumendo prima l’espressione di fame, poi di lutto e infine di gioia.

All’origine i programmi televisivi erano trasmessi in diretta e l’unico montaggio possibile era quello in cabina di regia, attraverso la simultanea selezione delle telecamere. Quando era necessario un vero e proprio montaggio, si doveva ricorrere alla pellicola e alle tecniche cinematografiche. Solo alla fine degli anni cinquanta negli Stati Uniti fu perfezionato il sistema di registrazione videomagnetica che rendeva possibile il montaggio in postproduzione.

Una funzione basilare del montaggio è quella di restituire un prodotto audiovisivo coerente, in cui sia immediatamente evidente la relazione tra inquadrature e non vi siano passaggi bruschi e imminenti. Si tratta di un montaggio di continuità, che restituisce la sequenzialità temporale e la continuità spaziale. Ma per realizzare la continuità è necessario seguire delle regole molto rigide: evitare passaggi bruschi tra inquadrature molto larghe e molto strette su un medesimo soggetto, mediandolo con inquadrature progressivamente ravvicinate; evitare stacchi tra inquadrature molto simili; evitare lo scavalcamento di campo.

Il montaggio di continuità costituisce le fondamenta per un assemblaggio di immagini grammaticamente corretto. Tuttavia in alcuni casi è necessario ricorrere a un montaggio discontinuo. Nel montaggio narrativo ad esempio si assiste spesso a correlazioni di inquadrature ambientate in luoghi distanti e in momenti lontani nel tempo. La continuità è data in questi casi dal racconto. La più celebre forma di montaggio narrativo è il montaggio alternato: due sequenze si avvicendano ripetutamente in modo da suggerire loro contemporaneità.

La discontinuità del montaggio è in grado di sortire effetto ricchi di significato anche al di là del piano narrativo. Si tratta delle varie forme di montaggio espressivo, capace di comunicazione metaforica, poetica, simbolica. Nella storia del cinema ne sono state teorizzate diverse forme, tra le quali il montaggio parallelo, che consiste nel mettere due situazioni in relazione di analogia o di contrasto per produrre un senso, e il montaggio intellettuale teorizzato da Sergej Ejzestejn, basato su rafforzamenti percettivi. Nel film Ottobre del 1927 Ejzestejn associa un massacro di soldati a una macellazione di animali e il generale Kerenskij a un pavone.

Nella pratica di tutti i giorni il lavoro del montatore comincia dopo aver caricato tutte le immagini sul PC, catalogato le sequenze secondo criteri prefissati e sincronizzato le sequenze audio con quelle video. Segue la fase di montaggio vera e propria, che prevede la selezione di alcune immagini e suoni e l’esclusione di altre non previste della sceneggiatura originale. In questa fase il montatore e il regista lavorano in stretto contatto creando un rapporto di collaborazione reciproca che non prevede gerarchie ma solo un’interazione che si basa sulla libera espressione della creatività e della sensibilità di ciascuno dei due.

Il processo continua con la visione del materiale premontato, dal quale il regista sceglierà di togliere o aggiungere ulteriori scene ed inquadrature. Nel caso del cinema, dopo aver ultimato la copia finale elettronica si passa alla preparazione dei rulli e al taglio del negativo, che per comodità sarà suddiviso in bobine da 300 metri, circa dieci minuti.

Montaggio audio video con il sistema Avid

Il sistema di montaggio digitale non lineare ha rivoluzionato la figura del montatore, creando possibilità espressive enormi e nella storia del montaggio ha costituito un punto di non ritorno: dall’Avid in poi la strada della creatività del montaggio è diventata illimitata. L’Avid è un softwre di editing non lineare, con compressione digitale delle immagini. In questi ultimi dieci anni si è vista una rapida evoluzione dei sistemi di montaggio che convergono verso il mondo dell’elaborazione grafica.

Il mondo del montaggio è cambiato anche quando l’azienda inglese Quantel ha introdotto la rivoluzionaria Edit-box, che permetteva di effettuare montaggi non lineari trasferendo tutti i dati delle immagini a una memoria elettronica. Nel montaggio lineare legato al classico nastro magnetico della cassetta, la visione delle inquadrature è a senso unico nella direzione del nastro, e per passare da una sequenza all’altra del filmato bisogna sempre aspettare il tempo di scorrimento del nastro.

Il montaggio non lineare utilizza invece il computer e come supporti ha dischi magnetico-ottici. I tempi si velocizzano enormemente, la ricerca del materiale acquisito e il montaggio non sono vincolati all’accesso a senso unico che ha il nastro. L’unico problema del montaggio non lineare risiede nel fatto che il processo richiede costi più elevati e più tempo per immagazzinare le immagini. E’ necessaria infatti una grande memoria hardware per contenere pochi minuti di girato in immagini televisive.

La scelta della digitalizzazione è fondamentale anche per il successivo utilizzo ed elaborazione delle immagini; pensiamo alla trasformazione cromatica o al doppiaggio perfetto senza sbavature, senza contare la totale assenza di rumore video e fruscio di fondo dell’audio.

Con il sistema di montaggio digitale non lineare si aprono le porte della creatività, si possono inserire immagini e figure in qualsiasi punto dell’intero girato, realizzare effetti e colorazioni, cancellare passaggi. In questo modo la creatività del regista e del montatore può spaziare trasformando anche la professione del montatore, e intersecandola con quella del grafic computer designer.

Approfondire la professione di montatore audio video

Libri

  • Carlo Grassi, a cura di, Tempo Spazio nel cinema. Antologia di testi sul linguaggio nel cinema, Ed. Bulzoni
  • Noel Burch, Prassi del cinema, Pratiche Editrice
  • Diego Cassani, Manuale del montaggio. Tecnica dell’editing nella comunicazione cinematografica e audiovisiva, Ed. Utet
  • Gilles Deleuze, L’immagine-movimento e L’immagine-tempo (Cinema 1 e 2), Ed. Ubulibri
  • S. M. Eizestejn, Il montaggio: antologia di testi, a cura di Pietro Montani. Ed. Marsilio
  • Karel Reitz e Gavin Millar, La tecnica del montaggio cinematografico: analisi storica e linguistica del montaggio dalle origini fino agli anni settanta, Ed. Sugarco
  • A. Tarkovskij, Scolpire il tempo, Ed. Ubulibri
  • Dominique Villain Il montaggio al cinema, Ed. Lupetti.

Siti internet

Scuola Nazionale di Cinema
il sito della Scuola Nazionale di Cinema di Roma, dove trovare informazioni sull’offerta formativa della scuola e le modalità di accesso

Cineca
il sito dei corsi di laurea e diplomi universitari attinenti al lavoro nello spettacolo

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