Caratteristiche fisiche dell’uraninite
L’uraninite è un ossido che appartiene al gruppo monometrico e che cristallizza nel sistema cubico. I suoi cristalli mostrano, dunque, un abito cristallino cubico ma anche ottaedrico e dodecaedrico. Spesso, l’uraninite si presenta in forma granulare, massiva, lamellare e reniforme. In realtà, i cristalli sono piuttosto rari. La struttura cristallina di questo minerale viene disgregata dall’alta radioattività dei campioni.
Dal punto di vista fisico le prime considerazioni riguardano la durezza di questo minerale che si assesta su valori non altissimi ma nemmeno bassi. L’uraninite ha durezza variabile tra 5 e 6 sulla scala Mohs. Il peso specifico, invece, è variabile tra i 9,1 e i 10,6 g/cm3. L’uraninite è monorifrangente. Il colore che meglio la contraddistingue è senza dubbio il nero ma non è raro osservare tonalità che si richiamano a colori come il grigio, il verde ed il bruno. La frattura è concoide, lo striscio mostra una polvere di un colore nero tendente al bruno. La sfaldatura è piuttosto debole lungo le direzioni dell’ottaedro. La lucentezza è submetallica mentre, per quanto concerne la trasparenza, l’uraninite mostra opacità. Questo minerale non presenta fenomeni di pleocroismo.
Genesi e giacimenti di uraninite
L’uraninite in natura si rinviene soprattutto in pegmatiti sienitiche ma anche in graniti, in ambiente sedimentario insieme ad altri minerali secondari di uranio e in diversi tipi di conglomerati. E’ un minerale non molto comune, nel senso che è abbastanza raro. La curiosità è, però, data dal fatto che è presente in diverse zone del pianeta. Infatti, giacimenti di uraninite si trovano in Portogallo, in Norvegia, in Repubblica Ceca, Inghilterra, Francia, Svizzera. L’uraninite è stata rinvenuta anche negli Stati Uniti d’America (Utah e North Carolina), in Sudafrica, in Brasile ed in Canada. Anche in Italia sono state trovate tracce di uraninite, soprattutto nel territorio di Carrara, in Toscana.
Varietà di uraninite
L’uraninite mostra anche una varietà che prende il nome di pechblenda. E’ caratterizzata da una forma non cristallina e da masse nere mammellonari. Ha una frattura concoidale ed una lucentezza cerosa. La durezza è leggermente più bassa rispetto a quella dell’uraninite, stesso discorso per la massa volumica. Il nome pechblenda è di origine tedesca e si riferisce ad un termine che veniva adoperato dai minatori tedeschi.
Curiosità ed utilizzo dell’uraninite
L’uraninite viene impiegata soprattutto per l’estrazione di uranio ma anche per quella dell’elio, del radio e del thorio. Solo in rare occasioni viene venduto come minerale da collezione, per via della sua alta radioattività. In realtà, con le dovute contromisure è possibile conservare anche minerali radioattivi come l’uraninite. La cosa importante è che essi vengano tenuti distanti dalla luce, ben chiusi e lontani da altri minerali. Dopo essere entrati in contatto con l’uraninite bisogna ricordarsi di lavarsi le mani.