Caratteristiche fisiche della molibdenite
Dal punto di vista delle proprietà cristallografiche possiamo dire che la molibdenite appartiene al gruppo dimetrico e al sistema esagonale. L’abito cristallino è lamellare ma si può trovare anche in cristalli esagonali o piramidali, nonché in forma massiva ed in granuli sparsi in matrice. Le lamelle di forma esagonale possono andare a create degli aggregati a forma di sfera o delle rosette.
La durezza della molibdenite presenta valori piuttosto bassi, variabili tra 1 e 1,5 sulla scala Mohs. Il peso specifico è di 4,8 g/cm3. Il colore della molibdenite è sostanzialmente nero ma può assumere anche tonalità sul grigio piombo o sull’argento metallico. La lucentezza è metallica mentre sotto il profilo della trasparenza la molibdenite è opaca. La sfaldatura è perfetta, la frattura è scagliosa. Ciò che è stato notato è che le proprietà e la forma di questo minerale non si discostano da un altro minerale che, però, fa parte non della classe dei solfuri ma di quella degli elementi nativi. Stiamo parlando della grafite. Questa somiglianza è stata evidenziata soprattutto per quanto riguarda la struttura di tipo lamellare la quale è responsabile delle proprietà lubrificanti tipiche della molibdenite.
Genesi e giacimenti di molibdenite
Questo solfuro è caratterizzato dal fatto di avere una temperatura molto alta. E’ per questo motivo che i più importanti giacimenti di molibdenite hanno origine granitica, idrotermale oppure pegmatitica. L’origine, però, può essere anche di tipo magmatica e metasomatica di contatto. E’ possibile trovare la molibdenite nei depositi di porfido nonché nelle vene di minerali di stagno e di wolframio.
I giacimenti di molibdenite si trovano sparsi un po’ ovunque anche se ci sono dei paesi in cui è possibile estrarne quantità maggiori. Questi paesi sono Stati Uniti d’America, in particolare Colorado, Canada, Inghilterra, Lapponia, Norvegia e Svezia, Corea, Giappone, Australia, Boemia. Alcuni giacimenti di molibdenite si trovano anche in Italia. Nello specifico, ricordiamo le druse dei granofiri di Cuasso al Monte, in provincia di Varese, la località di Bivongi in Calabria, Gonnosfadaniga in Sardegna. Altri giacimenti si trovano nelle pegmatiti della Val Sissone e della Val Masino. In minori quantità sono rinvenibili anche a Traversella e nel granito di Baveno.
Uso della molibdenite
Come anticipato anche in precedenza, la molibdenite trova ampia diffusione nell’elettronica ma viene molto utilizzata anche nell’industria dell’acciaio e in quella chimica. E’ un grande lubrificante, non soltanto alle alte temperature ma anche a quelle molto basse. In tal senso, viene spesso usato come additivo. Nel campo dell’elettronica pare che diversi chip vengano realizzati in molibdenite.
Negli ultimi anni sono stati effettuati molti studi che hanno dimostrato che la molibdenite si rivela addirittura migliore sia del silicio che del grafene. I suoi vantaggi pare siano legati alla sua minore voluminosità, se paragonata al silicio il quale è un materiale tridimensionale. La molibdenite viene adoperata anche nell’ambito del collezionismo di minerali. Essendo molto tenera, la molibdenite lascia sia sulla carta che sull’unghia una polvere grigia con sfumature sul verde e sul blu.