Come difendersi dal mobbing. 3
Cosa succede quando capiamo di essere mobbizzati?. 3
Siti internet per approfondire. 4
Mobbing: definizione
Chissà quante volte negli ultimi anni avete sentito parlare di mobbing, e forse vi siete chiesti di cosa si trattasse. Possiamo dire che non esiste una vera e propria definizione dal momento che si tratta di un fenomeno dalle mille sfaccettature.
Leymann, uno studioso dell’argomento, però sostiene: “il terrore psicologico o mobbing lavorativo consiste in una comunicazione ostile e non etica diretta in maniera sistematica da parte di uno o più individui generalmente contro un singolo che, per sua causa, è spinto in una posizione in cui è privo di appoggio e di difesa e lì costretto, per mezzo di continue attività mobbizzanti. Queste azioni si verificano con una frequenza piuttosto alta (almeno una volta la settimana) e su un lungo periodo di tempo (una durata di almeno sei mesi)”.
Come si può capire da questa definizione il mobbing racchiude quindi una serie di soprusi da parte di superiori e in particolare, si è vittime quando si viene isolati dall’ambiente di lavoro o addirittura cacciati. Ovviamente questi comportamenti hanno come conseguenza diretta quella di intaccare l’equilibrio psicologico del soggetto stesso e gli impediscono di continuare in maniera serena la sua attività lavorativa e la sua vita privata, perché mentre inizialmente la vittima riceve un appoggio morale da parte della famiglia e degli amici, più passa il tempo più viene considerato esagerato.
Il fenomeno si basa sulla pressione psicologica che viene esercitata nell’ambiente lavorativo dai mobber, cioè coloro che compiono queste angherie, e possono essere colleghi invidiosi, capi dittatori o superiori gerarchici. Il fenomeno può prendere svariate forme, dall’emarginazione alla diffusione di maldicenze, alle critiche e persecuzioni. Ci sono casi molto gravi in cui si arriva a compiere azioni illegali pur di licenziare un lavoratore.
La diagnosi di mobbing
Per una diagnosi certa di questo fenomeno è necessario che le azioni di terrore psicologico rispondano a 7 criteri:
- ambiente lavorativo
cioè i conflitti devono avvenire sul posto di lavoro - frequenza
deve essere con cadenza ciclica in modo da distingue il fenomeno da quelli che sono invece conflitti transitori - durata
il conflitto deve durare almeno 6 mesi, oppure 3 mesi con una frequenza quotidiana di attacchi - tipi di azioni
comprendono l’isolamento sistematico della vittima, le maldicenze,le violenze o minacce e l’impedimento a comunicare e avere contatti umani sul posto di lavoro - dislivello tra gli antagonisti
ci deve essere una differenza di potere tra il mobber e il mobbizzato, con la conseguenza che la vittima è sempre in posizione di svantaggio - andamento secondo fasi successive
all’interno del fenomeno si delineano delle fasi cronologiche. Il mobbing inizia con un conflitto mirato, si passa poi al momento in cui la vittima accusa una serie di sintomi psicosomatici, seguono errori e abusi da parte dell’azienda, l’aggravamento della salute della vittima e si termina con l’esclusione dal mondo del lavoro - intento persecutorio
l’aggressore deve avere uno scopo negativo ben preciso verso la vittima.
Tipologie
Possono esserci tre tipologie di mobbing:
- orizzontale
quando mobber e mobbizzato hanno la stessa posizione gerarchica all’interno dell’azienda - verticale discendente
quando il mobber ricopre una posizione lavorativa superiore rispetto alla vittima - verticale ascendente
quando il mobber ha una carica lavorativa inferiore rispetto alla vittima (questo caso è raro ma può esistere)
Conseguenze sulla vittima
Le vittime di mobbing presentano numerosi disturbi psicofisici. Tra questi quelli maggiormente riscontrati sono:
- ansia: con attacchi di panico, fobie e disturbi ossessivo-compulsivi
- disturbo post traumatico da stress
- disturbo di adattamento: difficoltà ad adattarsi anche nelle altre situazioni quotidiane
- disturbo dell’equilibro socio emotivo: con episodi di ansia, depressione, isolamento, abbassamento dell’autostima
- disturbo dell’equilibrio psicofisiologico: sintomi come vertigini, senso di oppressione, disturbi del ritmo sonno-veglia e disturbi alimentari.
Inoltre sono numerose anche le conseguenze negative sulla qualità del lavoro che può subire un calo a livello produttivo, ripercussioni sull’immagine dell’azienda e costi notevoli per le malattie dei dipendenti.
Come difendersi dal mobbing
- Quando ci si accorge di essere vittime del fenomeno bisogna seguire una serie di regole.
- Avere pazienza perché il percorso da seguire sarà lungo e difficile
- Non cadere in depressione e ripetersi in continuazione che si è solo il capro espiatorio di una situazione dove non si ha alcuna colpa
- Non dare le dimissioni, ma piuttosto ricorrere a un periodo di malattia breve per cercare di recuperare le forze, o usare le ferie non godute
- Raccogliere la documentazione di tutto ciò che è terrore psicologico cercando colleghi disposti a testimoniare e tenendo un diario per riepilogare i vari soprusi
- Rivolgersi a un medico che può certificare i disturbi psichici e fisici
- Non isolarsi perché si farebbe solo il gioco di coloro che cercano di tagliarvi fuori
- Rivolgersi ad un buon avvocato esperto di mobbing e prendere in considerazione con lui l’opportunità di denunciare l’azienda
Fattori di rischio
Ci sono una serie di situazioni che possono fungere da campanello di allarme per una futura diagnosi di mobbing. Infatti i lavoratori devono iniziare a preoccuparsi e a stare sull’attenti nei seguenti casi:
- si viene emarginati sul lavoro
- le mansioni vengono diminuite
- non vengono più assegnati compiti lavorativi fino a quel momento svolti
- si viene trasferiti continuamente da un reparto all’altro
- vengono assegnati compiti dequalificanti rispetto al proprio profilo professionale
- vengono affidati compiti eccessivi in termini di quantità o di capacità personali
- si viene esclusi da attività di formazione e aggiornamento professionale
- si è continuamente tenuti sotto controllo
Cosa succede quando capiamo di essere mobbizzati?
Quando le persone si accorgono di essere vittime di mobbing cercano in principio di trovare delle spiegazioni logiche all’interno del posto di lavoro, ma solitamente l’azienda non interviene. A questo punto il lavoratore si rivolge ai sindacati, ma numerosi casi hanno confermato che i sindacalisti non fanno nulla. Così molte vittime si chiudono in se stesse e solo le più combattive si rivolgono agli avvocati. Tuttavia non esiste una vera e propria legge di tutela alle vittime di mobbing.
La giurisprudenza si affida all’accertamento dell’esistenza di un danno biologico che deve rispondere a una serie di criteri. Per la complessità delle problematiche, l’approccio al fenomeno deve essere multidisciplinare e coinvolgere:
Il medico del lavoro che valuterà i rischi lavorativi tenendo in considerazione l’alterazione delle condizioni di benessere psico-fisico e identificare le eventuali anomalie nel lavoro.
Lo psichiatra o lo psicologo che deve fare una diagnosi clinica tra disturbi dell’adattamento ( che si risolvono nel giro di 6 mesi dall’esordio dei fattori stressanti) e il disturbo post traumatico da stress, che compromette anche la sfera privata della vittima.
Infine il medico legale dovrà cercare di inquadrare la vita lavorativa antecedente e attuale della vittima, la presenza di malattie insorte in seguito a questa situazione e dimostrare il nesso tra azioni che ledono il soggetto e danno subito.
Siti internet per approfondire
- Stopmobbing
portale che offre informazioni e consulenza legale e psicologica - Associazione prima
sito di una associazione no profit; dà informazioni e supporto alle vittime del fenomeno. - Ilmobbing – http://www.ilmobbing.it
portale di Giuseppe Palma, psicologo esperto del settore. Il sito presenta numerosi articoli e indicazioni del fenomeno. - AssociazioneMobbing – http://nomobbing.net/
sito di una associazione a tutela dei danni psichici e esistenziali in ambito lavorativo.
buongiorno sono diependente di un’azienda da quasi 10 anni il mio direttore e’ stato licenziato e hanno promosso il vicedirettore ( prima commesso cone me da 10 anni) a ricorprire il ruolo da direttore. avendo avuto per anni una considerazione da parte dell’ex direttore alta sulle mie capacita’ mi venivano assegnati ruolo di responsabilita’ suscitando in tutti qiesti anni invidia da parte di questo mip collega. oggi essendo diventato direttore da due giorni mi ha gia’ ridimensionato tutti i ruoli senza giustifocato motivo dando fiducia ad una persona che pur essendo presente nel punto vendita da 10 anni ha nel mio settore esattamente 6 mesi di esperienza. tutto cio’ e’stato profondamente denigrante perche’per anni ho svolto il mio lavoro in maniera ineccepibile e vedermi in 24h declassata cosi senza aver commesso sbagli non e’ piacevole, inoltre il nuovo direttore ha voluto precisarmi che per poter manetere la maglietta che portiamo e il lavoro che ci permette di pagare il mutuo ci dobbiamo comportare in maniera corretta nei suoi confronti poiche’ la societa” la presidenza ha piena fiducia del suo parere e se luo esponesse un qualsiasi problema su noi dipendenti verremo immediatamente licenziati. secondo voi in questo 2 gorni ci sono gia’ dei presupposti di mobbing nei meii confronti?grazie per l’aiuto
io personalmente sono 4 anni che lotto e combatto contro questa situazione totalmente autodistruttiva della situazione psicofisica di un essere umano, ma purtroppo ci sono persone che vivono di questo. più riescono a fare del male più sono contenti e boriosi del potere di cui godono. alle volte mi faccio dei lunghi pianti e sfogo la mia impotenza. puoi chiedere consiglio ai vari esperti che dovrebbero difenderti, ma poi si risolve tutto in “porti pazienza” O LASCI PERDERE CONTRO IL POTERE DEI DIRIGENTI NON C!E! STORIA. ma io non me ne vado prima passeranno su quello che rimane della mia persona. grazie x questo spazio