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Regole della comunicazione efficace

I tre livelli di una comunicazione efficace

Il Primo Assioma della Comunicazione definito dalla Scuola di Palo Alto in California, afferma che “non si può non comunicare”. Comunicare è quindi un fatto naturale, implicito sin dalla nascita dell’essere umano. Quando parliamo, in realtà attiviamo 3 livelli di comunicazione, che sono quello verbale, paraverbale e non verbale (o analogico). Una delle regole della comunicazione efficace stabilisce che solo quando i tre livelli di comunicazione citati sono congruenti, allora la comunicazione tra le parti, sta funzionando. Facciamo quindi un’analisi dei tre livelli per comprenderne il significato. Il livello verbale della comunicazione è quello più semplice da capire in quanto si basa sull’uso delle parole (trasmissione orale e scritta) mentre il livello paraverbale si basa sul tono della voce, sul timbro che utilizziamo, sulle pause che facciamo mentre stiamo comunicando oppure sulla velocità delle nostre parole. Infine il livello non verbale o analogico include in cosiddetto linguaggio del corpo, ovvero tutto ciò che comunichiamo attraverso la nostra postura, i gesti, i movimenti del corpo ed in particolare del viso. Insomma, sarebbe impossibile ottenere una comunicazione efficace se non usassimo tutti e tre i livelli sopra citati. Infatti, solo il 7% della nostro modo di comunicare avviene attraverso le parole, mentre per tutto il resto comunichiamo con gesti, postura tonalità e molto spesso anche con il silenzio. Quest’ultimo è un modo strategico di comunicare che a seconda della situazione nella quale ci troviamo, può esprimere un significato diverso.

Le parole chiave della comunicazione

Ma quali sono le altre regole della comunicazione efficace? Oltre ai tre livelli indicati, è bene sapere che per ottenere una comunicazione efficace, dobbiamo anche utilizzare le cosiddette parole chiave della comunicazione, che sono: l’empatia, l’ascolto attivo, la flessibilità, il feedback e infine la spontaneità . Tutti questi elementi sono fondamentali affinché la comunicazione non diventi una strategia studiata, ma il frutto di una particolare situazione di interattività che nasce fra due soggetti che vogliono comunicare tra loro, in maniera assertiva. Quindi secondo le regole della comunicazione efficace bisogna sempre ricordarsi di mostrarsi empatici nei confronti della persona con cui stiamo comunicando, di porsi in una condizione di ascolto attivo cioè incoraggiando l’altra parte ad inviarci il messaggio e quindi a dimostrare che siamo interessati a ciò che sta dicendo e soprattutto a comunicare in maniera spontanea e non forzata. Ultimo elemento ma non meno importante è il feedback ovvero la retro comunicazione, cioè il ritorno della nostra comunicazione. In sintesi il feedback è la frase di ritorno a quello che noi stiamo domandando e ci dimostra se c’è o meno l’interazione con l’altra parte.

Comunicare con tutti i nostri sensi

Tuttavia nonostante le regole e i buoni propositi, sempre più spesso comunicare non è una cosa facile; ognuno di noi, crede di riuscire a spiegare in maniera esaustiva le proprie idee e i propri pensieri, ma nella maggior parte dei casi, queste vengono intese in maniera differente, generando una comunicazione non efficace. Senza contare che anche il contesto nel quale ci troviamo, può influenzare in maniera più o meno negativa, la nostra comunicazione. Come fare quindi per stabilire le regole della comunicazione efficace e quindi migliorare il nostro modo di comunicare? Sicuramente per ottenere dei buoni risultati è opportuno evitare i pregiudizi e soprattutto porre sempre al centro della vostra comunicazione “il problema” da affrontare e non la “persona” che lo sta ponendo. Ed infine, l’unica vera regola per imparare a comunicare efficacemente è quella di imparare ad ascoltare, che non significa solo “sentire” con le proprie orecchie ma essere in grado di attivare tutti gli altri sensi, quindi osservare i movimenti, i gesti, l’ambiente nel quale ci si trova e soprattutto proiettarsi sul nostro interlocutore e capire non solo quello che dice ma come lo dice. In questo modo, scopriremo che aldilà delle parole, esiste un mondo di messaggi e bisogni ancora da esplorare e comprendere.

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