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Anche se in un qualsiasi trattato di chimica inorganica o mineralogia si leggerà che i diamanti vengonofreddamente definito come “carbonio puro” allo stato cristallino, in realtà esso è una delle pietre preziose più celebri, ambite e sognate dall’uomo, e soprattutto dalla donna.

Come scegliere i diamanti

Sugli stessi libri si legge inoltre che il diamante è raro, infusibile e intaccabile dagli acidi; che nella scala della durezza occupa il sommo gradino e che ha un particolare potere rifrangente con effetti tanto più splendidi e sfolgoranti quanto più la pietra è grande e lavorata.

Sono queste caratteristiche che giustificano l’alto valore attribuito alla pietra preziosa più famosa del mondo.

Data la sua “indomabilità” può essere vinto soltanto da se stesso, per lavorarlo quindi si usa polvere di diamante mista ad olio di lino su una mola di acciaio molto dolce. I frammenti più piccoli sono usati per tagliare il vetro e per incidere pietre dure.

Normalmente il diamante è incolore e trasparente; spesso per impurità lievemente colorato di giallo, verde, azzurro intenso e nero. Gli esemplari incolori predominano, ma si trovano anche quelli i cui riflessi hanno tinte brune, rosa, verdi, gialle e vi è persino, molto raro, il diamante nero.

Due caratteristiche fondamentali sono la lucentezza e il fuoco, determinati da proprietà fisiche quali l’indice di rifrazione e la dispersione. I diamanti non tagliati possiedono lucentezza grassa e non sono brillanti, ma una volta che vengono tagliate, possiedono un’elevata lucentezza.

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Lavorazione dei diamanti

Per far emergere la bellezza di un diamante occorrono lunghi processi di lavorazione, cioè tagli. Lo scopo principale del taglio è, appunto, quello di mettere in evidenza la brillantezza e il fuoco della pietra.

Nello stesso tempo, però, occorre tagliare la pietra per eliminare eventuali imperfezioni al fine di presentarsi con un aspetto migliore. I pregi dei diamanti, come pietre preziose, sono messi in evidenza attraverso un ciclo lavorativo piuttosto complesso che richiede una grande specializzazione.

Per l’attuazione delle sue diverse fasi oggi si fa largo uso di macchine anche automatiche. La prima fase nel taglio di un diamante è quella di esaminare accuratamente la pietra e decidere così secondo quali piani di sfaldatura è meglio eseguire la sfaccettatura della pietra.

Il diamante viene tagliato lungo una superficie piana con una lama di acciaio che si trova in parallelo al piano di sfaldatura. Bisogna essere degli esperti, in quanto, nel caso in cui si dovesse sbagliare si potrebbe rovinare la pietra.

Con le tecniche moderne di taglio, al posto di sfaldare i diamanti, questi vengono segati. La fase conclusiva del taglio consiste nella faccettatura e politura. Come detto prima, in buona parte dei casi, i diamanti sono faccettati nel taglio a “brillante”, per un totale di 58 facce, le quali vengono poi lucidate su un disco di ghisa rotante coperto di polvere di diamante e olio di oliva.

L’unità di peso di solito utilizzata per i diamanti e altre pietre preziose è il carato, che corrisponde a 0,2 g; alcune volte viene anche utilizzato il punto, che è un sottomultiplo il quale corrisponde a un centesimo di carato.

Tipi di diamanti in base al colore

Pure variabile è il colore: si hanno diamanti incolori, giallo paglierini, azzurrognoli, rosati, rossi, bruni, verdi e neri.

Esistono inoltre diamanti assolutamente limpidi e del tutto opachi. Per valutare il valore di un diamante tagliato, vengono tenuti in considerazione alcuni elementi: il colore, la forma e la proporzione della pietra tagliata, le eventuali imperfezioni e per finire il peso della pietra.

Dal momento che i diamanti possiedono un grande valore, spesso succede che vengono imitati. L’imitazione comprende brillanti di vetro al piombo che vengono identificati con grande facilità: spesso infatti, non sono freddi al tatto e presentano bolle d’aria che si possono osservare con una lente di ingrandimento. Poi risultano anche essere opachi ai raggi X. Un’altra forma di imitazione è quella costituita da due parti incollate (vengono chiamate “doppietta”).

Le doppiette di diamanti sono alcune volte formate da due veri diamanti, che sono uniti a formare una singola pietra e che vengono dette “vere doppiette”. Le doppiette false, invece, sono formate da una corona di diamante incollata a una base di una pietra meno preziosa. Se il diamante è perfettamente incolore e trasparente si dice “di prima acqua”, altrimenti di “seconda” o “terza acqua”.

I diamanti si trovano sia in giacimenti primari, incastrati nelle rocce e nelle sabbie, cioè nel posto dove si formarono, che in giacimenti secondari costituiti da terreni alluvionali.

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