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L’immagine della mamma o del papà con il figlioletto in braccio impegnato nell’atto di succhiare il prezioso liquido è tra le più suggestive al mondo, seconda soltanto alla medesima situazione legata al contatto diretto tra mamma e bimbo. Ma per chi non può allattare al seno il biberon non rappresenta affatto un sostituto invalidante, un rimedio approssimativo o non pienamente soddisfacente.

Il biberon è un valido sostituto laddove la nutrizione non possa avvenire per via naturale, in quanto ne riproduce le condizioni in modo il più possibile fedele e, soprattutto nella vasta gamma di modelli presenti in commercio, introduce una serie di accessori volti ad aiutare e proteggere il bimbo mentre mangia. La tettarella anti-singhiozzo, ad esempio, offre un valore aggiunto rispetto all’allattamento al seno, nella misura in cui è pensata per avvolgere il piccolo in un manto di sicurezza e a sopperire in questo modo alla sua natura artificiale.

Inoltre, il biberon non svolge solo una funzione vicaria rispetto alla madre, perché viene spesso utilizzato anche in aggiunta al latte materno, e di sicuro è impiegato nella quasi totalità dei casi dopo il sesto mese, quando nella dieta del bambino vengono introdotti nuovi alimenti. I famosi biscotti sbriciolati nel latte trovano posto felicemente nel biberon, che assicura semplicità e garanzia all’operazione.

Non esistono dati per collocare temporalmente la nascita del biberon in un preciso momento storico, ma di sicuro la sua invenzione ha rappresentato un prezioso ausilio per le donne, in particolar modo appunto nella fase dello svezzamento, quando la possibilità di usufruire di un contenitore sterile e progettato a misura di bambino, acquista un valore inestimabile in termini di praticità e di tranquillità per il genitore.

Biberon

Igiene del biberon

Mai come nel settore dell’infanzia, la pulizia rappresenta un imperativo categorico, una conditio sine qua non. Il biberon entra in contatto diretto con il bambino nella più tenera età, quando il suo organismo è esposto alle aggressioni del mondo esterno e basta niente per danneggiarlo.

Al momento dell’acquisto il biberon è senz’altro pulito, ma un veloce giro di disinfezione non guasta: meglio abundare quam deficere, dicevano gli antichi, e in questo caso non possiamo che essere d’accordo. Se all’inizio è facoltativa, dopo le poppate la procedura igienica è assolutamente obbligatoria. Si comincia lavando a fondo il biberon, poi lo si lascia ‘riposare’ in acqua bollente o in apposita soluzione disinfettante per almeno quindici minuti e infine si asciuga facendo attenzione a rimuovere tutte le particelle d’acqua per evitare la formazione di calcare. Poi si ripone in un panno pulito, oppure in un contenitore da non aprire fino al successivo utilizzo.

Ma non è finita, perché quella appena descritta è la prassi quotidiana e ordinaria per garantire la sterilità dello strumento e di certo il buonsenso è di aiuto, ma è altrettanto importante adottare una serie di piccoli accorgimenti come il lavaggio delle mani, delle proprie mani. E’ vero, se il biberon è sterilizzato e noi lo tocchiamo solo nella parte esterna, difficilmente potremo contaminarlo, ma perché rischiare?

A noi non costa nulla lavare velocemente le mani (possibilmente con acqua calda) anche perché quando il bambino è un po’ più grande e inizia a tenere il biberon tra le sue di manine, diventa fondamentale che anche la superficie esterna sia pulitissima: non è un mistero che a quella età i bambini tendano ad infilare le mani in bocca e bisogna adoperarsi per rendere questa attività non problematica.

Altra accortezza è sottoporre alle medesime cure il tavolo o comunque le superfici con le quali il biberon entra in contatto, per non vanificare le pratiche igieniche appena descritte. Sarebbe il colmo: sterilizziamo il tutto, laviamo per bene le mani, e poi poggiamo il biberon anche per un solo istante su un piano non pulito a norma.
Quindi, per ricapitolare: biberon, mani e tavolo. Basta poco….

Come usare bene il biberon

Abbiamo sterilizzato tutto, ora siamo pronte per inserire il liquido nel biberon.

  1. Primo passo: la temperatura
    Come si verifica se è al giusto livello? Nel modo più naturale possibile, versando qualche goccino di latte sul dorso della mano: se scotta, evidentemente occorre attendere un pochino.
  2. Secondo passo: la tettarella
    Assicurarsi che sia inserita nel modo corretto all’interno della ghiera, che aderisca completamente, senza spazi che potrebbero dar luogo a delle perdite; un trucco per evitarlo è inserirla un po’ bagnata, in modo che possa scivolare senza resistenze. Attenzione a non stringerla troppo, perché non deve comprimere la delicata valvola contro le coliche.
  3. Terzo passo: il latte
    Nel formato in polvere può essere conservato per un tempo massimo di tre settimane. Va chiuso ermeticamente, grazie all’ausilio del manico del misurino, e tenuto in un ambiente fresco e asciutto, possibilmente evitando la vicinanza con altri alimenti dall’odore forte.
  4. Quarto passo: il bambino
    E’ lui il protagonista principale dell’operazione. Basta prenderlo in braccio e accarezzargli leggermente la guancia per fargli capire che il momento della pappa è arrivato – sempre a patto che non stia urlando per reclamare quel che gli spetta. Una volta che il bimbo ha aperto la bocca, al genitore non resta che controllare che la tettarella sia sempre piena di latte, in modo che non sia ingurgitata aria piuttosto che liquido. Alla fine del pasto, completare con una abbondante dose di coccole, il classico massaggino dietro la schiena utile per agevolare la digestione.

Cosa non fare

Mai il biberon nel forno a microonde
E’ vero che riscalda in pochissimo tempo, ma non offre garanzie sul riscaldamento uniforme. Magari all’esterno è caldo ma dentro ancora non ha raggiunto la temperatura giusta, oppure il contrario, fuori è ancora freddino ma dentro bolle. Si può sopperire agitandolo, in entrambi i casi, ma l’uso dello scaldabiberon, pensato per questa specifica funzionalità, è preferibile.

No al biberon nella lavastoviglie
Anche qui, si pagano la rapidità e la comodità con il rischio di rovinare il biberon in alcune sue parti . La lavastoviglie pulisce infatti bene, ma non è particolarmente delicata e necessita a sua volta di pulizia costante per funzionare al meglio.

A ogni bambino il suo biberon

In senso generale, il biberon è adatto a tutti, è arduo sentenziare a priori se un modello sia più o meno adeguato al proprio pargolo, mentre è possibile sceglierlo in base all’età del lattante.

Per i bimbi appena nati può andar bene quello con un solo foro, dal primo mese con due fori e avanti così in crescita, perché un numero maggiore di fori garantisce un flusso maggiore, che ovviamente è gestibile in età ‘più avanzata’. Questo soprattutto quando non si tratta di latte, ma di pappine arricchite con la crema di riso o con la tapioca o con il mais. Alcuni modelli presentano anche dei numeri corrispondenti ai fori per indicare velocità differenti: si gira la ghiera e si seleziona in tal modo il numero scelto, secondo le necessità del momento.

Oltre alla discriminante dei fori, i biberon si differenziano in base ai materiali utilizzati, in genere ristretti a due tipologie, la plastica infrangibile e il termoresistente, entrambi validi perché conduttori di calore e non pericolosi se maneggiati dai piccoli.

A queste caratteristiche di base si sommano gli attributi specifici di ogni modello, come l’anti-singhiozzo, l’anti-colica, l’anti-rigurgito. E ancora, la grandezza: il minimo è 120 ml e al massimo si arriva a 330° ml. Tipicamente un bambino dal primo mese in poi assume dai 100 ai 150 ml al giorno di latte, ma comunque il biberon può essere utilizzato nella sua intera capienza per l’acqua, oppure per altre bevande.

Infine, ci sono i modelli da passeggio, che si presentano decorati da animaletti di vario genere, orsetti in primis e sono dotati di un’apertura, un foro, che agevola l’impugnatura da parte del piccolino.

Link ai siti web delle principali aziende produttrici

GIORDANI
www.giordanibaby.it
Caratteristiche comuni per i vari modelli proposti da Giordani, che si differenziano per gli accessori ma non nei requisiti di base. Il biberon Giordani si caratterizza per il collo largo, ben 150 ml e per la tettarella in silicone, che oltre ad assicurare buona resistenza e perfetta sterilità, prevede il flusso lento del liquido. Completano il quadro il tappo anti-rovesciamento, a salvaguardia del contenuto, e l’imboccatura grande, larga, che agevola il riempimento ed anche il riasciacquo. Ogni dettaglio è pensato per aiutare il bambino a trarre il massimo beneficio dall’assunzione di latte o di qualsiasi altra bevanda dal biberon, senza incorrere in problematiche di alcun tipo. Inoltre, quando il bimbo inizia ad essere in grado di bere da solo, può disporre delle piccole maniglie da stringere con le manine, conquistando così oltre al nutrimento quotidiano anche un pizzico di indipendenza.

CHICCO
www.chicco.com
Dall’esperienza Chicco diversi modelli disponibili, accomunati dal riferimento alla qualità e alla cura di ogni dettaglio nell’interesse della salute del bambino. Biberon Mangialibero + Flusso Veloce. Realizzato in modo da essere impugnato dal piccolo, direttamente, grazie alla forma presa-facile. Con un semplice movimento rotatorio, si regola l’uscita del liquido, adattandola alle esigenze del bambino che poi potrà tenere liberamente il poppatoio in mano. Biberon Benessere. La tettarella è fatta in caucciù, quindi è morbida, avvolgente e ricrea un ambiente caldo e naturale che richiama l’allattamento materno. Il contenitore è di plastica, è provvisto di una piccola valvola anti-colica e di un dispositivo anti-singhiozzo, ed è realizzato secondo le indicazioni degli esperti in neonatologia.

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