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Valore auto

La maggior parte degli automobilisti sa che i fattori che incidono sulla quotazione sono l’anno di immatricolazione, la marca, il modello e i chilometri percorsi, ma esistono altre voci che influiscono sulla determinazione del valore commerciale. Tra queste, una parte rilevante, è rappresentata dagli eventuali sinistri in cui è stato coinvolto il mezzo ma anche lo stato della carrozzeria, i tagliandi fatti (o non fatti) e la manutenzione sono aspetti che devono essere considerati. Una risorsa che può essere utilizzata se vogliamo avere una stima della nostra auto è il web. La rete ci permette di visionare i listini di auto usate, simili alla nostra per età e stato generale, ma questi sono indicatori parziale perché, in realtà, solo la perizia di un professionista ci fornisce una stima in linea con il mercato. Un’auto, infatti, anche se immatricolata nello stesso periodo di un’altra può essere più o meno usurata, equipaggiata con una serie di optional che la rendono più appetibile o possedere un colore della carrozzeria molto richiesto, elementi che contribuiscono alla determinazione del prezzo. Una valutazione completa e reale si ottiene attraverso i rivenditori che operano in rete: un primo approccio sul web e, in secondo tempo, una visita presso le officine permettono di conoscere il valore finale della propria auto usata. E’ noto come già il primo anno dopo l’immatricolazione, la vettura perda una percentuale importante del valore: la svalutazione, in questo periodo, è del 25%. La perdita cresce con il passare del tempo: dopo due anni il mezzo vale il 60% del valore iniziale, dopo cinque il 35% e dopo otto il valore residuo è del 12,5%. Questo calcolo non è applicabile, però, alle vetture di pregio (fuori serie) e alle auto storiche, la stima di queste ultime non solo aumenta nel tempo ma sono anche considerate un bene rifugio in cui investire. Le auto d’epoca, infatti, possono raggiungere alte valutazioni se sono restaurate e provviste di tutti i pezzi originali. Chi, invece, non ha un’auto d’epoca, ha a che fare con la svalutazione sopra citata, a cui deve aggiungere il maggiore o minore valore dato dalle diverse tipologie di alimentazione, dal tipo di carrozzeria (coupé, cabriolet, station wagon ecc.) e dagli allestimenti, oltre che dal chilometraggio effettuato. Chi vuole quotare la propria auto potrà ottenere un valore teorico considerando i punti enunciati, ma sbagliare significa perdere una vendita o, nel peggiore dei casi, rimetterci dei soldi per aver sottovalutato il mezzo. La complessità della valutazione richiede sempre l’intervento di uno specialista che attraverso un sito di riferimento, in pochi step, farà una stima personalizzata, basata sulla conoscenza del mercato, sulle competenze e sui listini di riferimento.

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Milena Talento23 Dicembre 2016

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