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Strappi muscolari

A volte capita che un allenamento venga interrotto, più o meno bruscamente, da uno strappo muscolare e che, di conseguenza, ci si ritrovi a dover rimanere fermi per giorni in modo da far riposare il muscolo dolorante e trattare la lesione (a seconda della gravità di 1°, 2° o 3° grado) con cerotti antinfiammatori, con la tecarterapia o, persino, con l’intervento chirurgico.

Ciò che accade a livello organico durante uno strappo muscolare, infatti, consiste nella rottura di alcune fibre che compongono il muscolo. Tale rottura causa inevitabilmente un dolore nella zona lesionata che varia, in base al numero crescente di fibre coinvolte, da lieve ad acuto (con la limitazione del movimento) a intensissimo (con completa impotenza funzionale).

Il disturbo, naturalmente, si accentua se si continua a contrarre e allungare il muscolo colpito. Per questo, onde evitare di peggiorare la situazione, è altamente consigliato:

  • non sottovalutare assolutamente alcun sintomo doloroso, anche se il fastidio risulta essere tenue;
  • sospendere subito l’attività sportiva e mantenere fermo l’arto sofferente, meglio ancora se in posizione di riposo (rialzata);
  • raffreddare immediatamente la zona d’interesse per vaso-costringerla o mediante una borsa d’acqua fredda o attraverso una bomboletta di ghiaccio spray;
  • rivolgersi ad un medico specializzato che, osservando e comprendendo la reale entità del danno, valuterà la cura migliore.

Va sottolineato, inoltre, che il processo di riparazione delle fibre lesionate, avendo queste ultime scarsa capacità di rigenerazione, è piuttosto lungo – da 1 settimana a 4 settimane – e comporta la transitoria formazione del tessuto cicatriziale (meno elastico, meno contrattile e anche meno resistente rispetto a quello muscolare), la quale crea aree con differente elasticità che aumentano notevolmente il rischio di lesioni ricorrenti.

Dunque come si può cercare di evitare tutto questo?

Tenendo conto del fatto che gli strappi muscolari sono spesso dovuti a uno stato di scarsa preparazione del muscolo allo sforzo che sarà tenuto a sostenere, è fondamentale far precedere a qualunque tipo di allenamento una fase di riscaldamento (di 15-20 minuti circa) che – aumentando la vasodilatazione, l’approvvigionamento di sangue ai muscoli, la temperatura corporea e gli impulsi nervosi al muscolo – non solo favorisce l’apporto di nutrienti e lo scambio gassoso al muscolo in attività ma migliora anche la resistenza ed elasticità muscolare, lo smaltimento delle scorie e l’attività degli enzimi responsabili della produzione di energia.

Esso (che sia attivo o passivo) può essere suddiviso sostanzialmente in due momenti (di cui il primo non esclude il secondo):

  • uno più generico, in cui si riscaldano parti del corpo che non saranno principalmente coinvolte durante l’attività, mediante movimenti che richiedono l’uso di grandi gruppi muscolari come ad esempio la ginnastica o la corsa.
  • e uno più specifico/settoriale, in cui si riproducono i movimenti che imitano l’esercizio vero e proprio che si dovrà eseguire, ad esempio svolgendo la stessa serie di ripetizioni ma a un’intensità molto più bassa.

Questo tipo di riscaldamento è utile soprattutto per gli addominali, i dorsali, i muscoli della coscia e della gamba, ossia tutti quei punti dove le distorsioni sono di solito più frequenti.

Infine, è bene prevenire gli strappi muscolari tenendo bene a mente altri piccoli e grandi accorgimenti, assicurandosi di:

  • vestire indumenti adeguati all’esercizio fisico che si vuole praticare e alla stagione (inverno, primavera, estate o autunno) in cui ci si trova;
  • non essere troppo stanchi fisicamente per allenarsi;
  • valutare con attenzione le condizioni del terreno sul quale si praticherà sport (se impraticabile, meglio evitare o andare altrove);
  • non sollecitare eccessivamente i muscoli con, ad esempio, brusche contrazioni o scatti improvvisi;
  • non dimenticare di fare stretching per migliorare l’elasticità e la flessibilità dei muscoli sia in fase preparatoria che in quella defaticante.

Seguendo tutti questi suggerimenti si potrà di certo limitare il rischio di strappo muscolare durante gli allenamenti, anche se ovviamente non è possibile eliminarlo al 100 per cento. Rimane pur vero, infatti, che basta una piccola distrazione, un appoggio instabile, un movimento sbagliato o un leggero sovraccarico ed ecco che il danno purtroppo è fatto.

Tuttavia come disse il noto dirigente sportivo, pedagogista e storico francese Pierre de Coubertin “lo sport va a cercare la paura per dominarla, la fatica per trionfarne, la difficoltà per vincerla” e non sarà sicuramente una distrazione a un muscolo a fermare il forte spirito di un vero sportivo per il quale l’attività fisica non è solo un esercizio ma un vero e proprio stile di vita, divenuto ormai parte integrante delle proprie abitudini quotidiane e per questo indispensabile e insostituibile.

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