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Come combattere il colesterolo cattivo

Ma cosa fare quando si soffre di ipercolesterolemia?

In certi casi la prevenzione diventa anche la cura vera e propria affiancata da integratori, alimenti addizionati a sostanze funzionali e, quando necessario, alla terapia farmacologica prescritta dal medico curante.

A tal proposito, negli ultimi anni si è spesso sentito parlare di alimenti funzionali e integratori con fitosteroli. Queste sostanze, sembrano infatti configurarsi come un valido aiuto nella lotta contro gli alti livelli di colesterolo cattivo.

L’argomento viene ampiamente trattato in questo approfondimento sui fitosteroli, pubblicato dal giornale di nutrizione e formazione Lattendibile.it, che fa capo all’omonimo sito specializzato in divulgazione scientifica su argomenti inerenti a latte e derivati.

Fitosteroli: cosa sono e come assumerli

I Fitosteroli sono dei lipidi presenti naturalmente all’interno di alimenti di tipo vegetali come:

  • Frutta;
  • Verdura;
  • Frutta secca;
  • Semi (come quelli di sesamo e di girasole);
  • Cereali;
  • Legumi;
  • Oli vegetali.

Detti anche “steroli vegetali” possiedono una struttura molto simile a quella del colesterolo umano e presentano delle proprietà ipocolesterolemizzanti, sono infatti in grado di assorbire le molecole di colesterolo presenti nell’intestino dopo i pasti. Ciò significa che possono effettivamente contribuire ad abbassare i valori di LDL (lipoproteine a bassa densità) nel sangue e diminuire eventuali infiammazioni.

Oltre ad essere presenti in natura, sono assimilabili tramite integratori o alimenti funzionali addizionati. Nel primo caso, si parla di prodotti creati per favorire il regolare svolgimento delle funzioni dell’organismo o per integrare sostanze carenti e talvolta sono coadiuvanti dei trattamenti farmacologici. Nel secondo caso, si fa riferimento ad alimenti artificialmente arricchiti di sostanze specifiche, che presentano proprietà terapeutiche dimostrate (ad esempio il latte addizionato con fitosteroli).

Colesterolo alto: dieta equilibrata, integratori e alimenti funzionali funzionano davvero?

In un articolo pubblicato sul sito del Centro Cardiologico Monzino, la dr.ssa Monica Giroli – specialista in Scienza dell’alimentazione dell’Unità di Prevenzione Aterosclerosi – fa chiarezza su alcune delle novità inerenti alle linee guida internazionali per il controllo dell’ipercolesterolemia in cui sono comparsi, a fianco dei farmaci, anche l’uso di alimenti funzionali addizionati e integratori.

E a proposito di integratori, tra i principali vi sono proprio i fitosteroli vegetali, che sono in grado di far calare il livello del colesterolo nel sangue fino al 10%. Attualmente, nel nostro Paese i fitosteroli si trovano sia come integratori che come alimenti funzionali addizionati (principalmente nei prodotti a base di latte o al pane di segale).

Infine, la Dottoressa evidenzia la necessità di ricordare alle persone che l’autoprescrizione di integratori, qualsiasi essi siano compresi i fitosteroli, è sempre potenzialmente dannosa e rischiosa. Perciò un consulto medico risulta essere sempre necessario. Stessa cosa, per quanto riguarda diete specifiche e integrazione di alimenti funzionali addizionati.

Per quanto riguarda la sicurezza d’uso degli steroli vegetali e la loro effettiva efficacia nella lotta contro il colesterolo cattivo, a riguardo sono stati fatti numerosi studi da parte delle autorità governative internazionali. Gli esperti EFSA (Autorità europea per la sicurezza alimentare), in base alle varie consulenze scientifiche, hanno confermato che i fitosteroli agiscono “bloccando l’assorbimento del colesterolo nell’intestino tenue e diminuendo i livelli nel sangue delle lipoproteine a bassa densità (LDL), spesso chiamato “colesterolo cattivo”, ma ne hanno limitato l’assunzione a un dosaggio massimo di 3 grammi al giorno.

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